Messaggi: 427 Residenza: Roma
Giovedì, 24 Settembre 2015, 11:52
Sono giorni che mi scompiscio dalle risate grazie a questa vicenda. Non ho mai letto cumuli di puttanate pseudo-tecniche come quelle redatte dai vari sedicenti giornalisti che si sono scatenati da una settimana a questa parte. Nessuno che abbia rilevato un fatto banale: ormai le case automobilistiche dichiarano sistematicamente il raggiungimento del traguardo dei 25 chilometri al litro, percorrenza "certificata" in Europa secondo i criteri del ciclo NEDC, sviluppato quasi venti anni fa, in piena effervescenza di studi sull'elettronica dei motori.
Nessuno che rilevi come il processo di omologazione dei veicoli sia, da sempre, una pagliacciata in tutti i paesi del mondo. Autocarri con telai super-leggeri per omologare portate utili prive di senso, visto che se ci metti un allestimento sopra si piegano come banane; berline con pneumatici da fantascienza per ridurre peso, attrito ed emissioni; utilitarie con cambi a 8 marce per fare i 90 all'ora a meno di 1000 giri; test di omologazione fasulli.
Ricordo le omologazioni che si facevano già trent'anni or sono ricorrendo a trucchi osceni: gomme gonfie fino all'inverosimile, auto alleggerite di tutto, vasche di espansione svuotate, elementi aerodinamici posticci, messa a punto del motore aggiustata per l'occasione e via discorrendo. In tempi recenti, oltre a tutte le gabole di cui sopra, si sono aggiunte anche le potenzialità della gestione elettronica e quindi tutti i costruttori, ma proprio tutti, traggono profitto dal modo in cui è concepito il test di omologazione.
Nel corso del ciclo NEDC bastano pochissimi cavalli perché vengono analizzati valori di consumo ed emissioni medi su un tempo abbastanza lungo, quindi i sistemi imbarcati non hanno bisogno di clamorosi protocolli fantasma, bastano relativamente poche istruzioni per fare in modo che, a determinate richieste di carico di lavoro, il motore lavori al minimo delle potenzialità, facendo segnare quantitativi bassissimi di combustibile iniettato.
Adesso Volkswagen si è fatta beccare, oppure qualcuno ha pensato che la diffusione dei Diesel potesse cominciare a infastidire. A occhio, considerando che tutta la vicenda ha avuto inizio con la pubblicazione di uno studio sui motori Diesel del Gruppo VAG da parte di un centro di ricerche indipendente, direi che i tedeschi hanno semplicemente "perfezionato" una gherminella che va avanti da decenni ed è condivisa da tutti.
Il problema è che c'è fin troppa ipocrisia sulle immissioni in atmosfera derivanti dal sistema dei trasporti e tutto si risolve con la delega ai costruttori di fare genericamente veicoli meno inquinanti. Adesso, poiché la fisica non è un'opinione, per spostare una massa bisogna proprio applicare una forza. Puoi alleggerire la macchina, puoi migliorare l'efficienza, puoi ridurre gli attriti; ma, alla fine, la forza la produce sempre la combustione, quindi delle due l'una o fai dei test realistici, con delle condizioni e dei carichi di lavoro che abbiano un qualche collegamento con la realtà; oppure fai dei test ridicoli e allora autorizzi l'esaminato a prenderti per il culo.
Mi andrebbe anche bene, non fosse che la conseguenza, prima di tutto, è che vai a comprare una macchina che viene pubblicizzata per 20 chilometri al litro, pensi che forse non arriverà a 20 ma almeno a 16-17 sì. E invece, dopo tre mesi, salta fuori che non arrivi a 14 nemmeno viaggiando sempre in sesta e con un filo di gas. Senza contare che per ottenere i 20 al litro dell'omologazione, ci sono in macchina la solita settantina di centraline che litigano fra loro e una batteria di sistemi anti-inquinamento che serve soprattutto a tritarti le palle in pezzetti piccolissimi.
Quindi, per come la vedo io, trattori Toyota d'epoca tutta la vita: onesti, affidabili e longevi. Il resto può andarsene tranquillamente affangala.
Ci sono cose che spesso sono molto più complesse di ciò che si cerca di dare in pasto al "parco buoi".
Non è da escludersi che, siccome la VV aveva deciso di potenziare notevolmente le vendite dei propri veicoli in America e questo deve aver fatto incazzare ed impaurire parecchio le grandi lobby d'oltreoceano, queste ultime hanno deciso di "infangare" il marchio VV ed anche il governo tedesco (che pare sapesse ...), al fine di bloccare le importazioni di quelle auto. Non potendo bloccare le importazioni di quelle auto con una legge di protezione del mercato domestico (che avrebbe violato le normative di mezzo mondo sulla libera concorrenza di cui gli americani sono sempre andati fieri), hanno pensato di farlo attraverso la macchina del fango. Semplice e tremendamente efficace !