Ci ho messo un po' di tempo prima di scrivere qualcosa qui.
Non è semplice.
Il rischio, soprattutto per chi non ha partecipato al viaggio, è quello di leggere qualcosa di scontato, magari banale, probabilmente un po' troppo "mieloso" ma, posso assicurare, è stato un viaggio indimenticabile e meraviglioso.
I motivi che lo hanno reso così speciale, entusiasmante, irripetibile sono tanti, davvero.
Ne voglio citare solo alcuni, quelli più significativi.
L'Italia
Ragazzi, è veramente il Paese più bello del mondo. D'accordo, non abbiamo deserti di sabbia che tanto affascinano molti di noi, o gli spazi sconfinati di certi posti, magari non si vedono specie animali tipo leoni ed elefanti, ma complessivamente il nostro "martoriato" Paese non teme confronti. In nessun posto del mondo è possibile vedere una così grande varietà e alternanza di terre, di colline, di montagne, di boschi, di foreste, di natura, di paesaggi in così poco spazio e cambiare, a volte, improvvisamente e quasi inaspettatamente: entri un un bosco fitto dove a stento riesce a passare un veicolo e poi sbuchi su un monte dove, da una certa altitudine, non c'è più nulla, solo paesaggi mozzafiato e "il niente" più bello del mondo.
Abbiamo visto cavalli allo stato brado, lupi, rapaci di ogni tipo volarci a pochi metri. Anche le mucche al pascolo, libere, sembrano più belle e felici.
L'Italia ha una natura che ti sa avvolgere, che ti prende e ti porta dentro di se'; ti colpisce per la sua bellezza con uno schiaffo che ti sorprende ogni volta.
Tutte le regioni che abbiamo attraversato ci hanno regalato qualcosa di unico e meraviglioso, sempre differente.
La Toscana, l'Umbria, il Lazio, l'Abruzzo, il Molise, la Basilicata, la Puglia, la Calabria ci hanno dato tutte qualcosa di magico che ci porteremo dentro per tanto tempo.
Per non parlare dei profumi, dei colori, dei cibi con i quali, ognuna di esse, ci hanno estasiato.
Qualche visita turistica l'abbiamo fatta ma il tempo era tiranno: se avessimo visitato tutti i paesi e cittadine che abbiamo sfiorato lungo tutto il nostro percorso tre settimane sarebbero bastate, forse, per fare solo le prime due o tre regioni.
Ma quelli in cui ci siamo fermati, beh, bisogna davvero vederli per capire la bellezza che nei secoli l'Italia hanno regalato al mondo.
Imbarazzante, commovente, desolante, purtroppo, aver visto e toccato con mano lo stato in cui, ancora, a distanza di anni, certi paesi di Abruzzo, Marche, Lazio ancora portino i segni dei devastanti terremoti che li hanno colpiti e come, accidenti, ancora intere comunità siano costrette a vivere in condizioni di precarietà all'interno di strutture provvisorie, dalle abitazioni private agli uffici postali, dai negozi alle banche, ancora dentro a dei container o dei miseri e improvvisati prefabbricati.
Vi risparmio le maledizioni che mi sono venute fuori e contro chi, ma penso che lo possiate immaginare.
Come scritto fin dall'inizio, quest'anno era un atto doveroso trascorrere le vacanze estive nel nostro Paese e, accidenti, lo consigio a tutti: altro che mete esotiche, Maldive, Caraibi, Croazia, Mongolia, Islanda. Se volete davvero vedere qualcosa di unico e che vi appartiene, visitate l'Italia.
Il gruppo
L'anima del viaggio è stato il gruppo di persone che lo hanno reso qualcosa di vero.
Non era facile mettere insieme delle persone che, nella maggior parte dei casi, non si erano mai nemmeno parlate al telefono.
Eppure è stato tutto così facile, naturale, speciale, unico. Il gruppo era come un corpo vivo, pulsante, emozionante.
Tutti, con i propri pregi e i propri difetti, hanno contribuito e partecipato al viaggio rendendolo entusiasmante e speciale. Chi per pochi giorni, chi per una o due settimane, ogni partecipante ha lasciato il proprio segno nel gruppo.
Personalmente ne voglio indicare qualcuno il cui ruolo è stato determinante per lo scorrere delle ore, dei giorni, per raggiungere il risultato ottenuto e per portare a termine l'impresa.
I primi due sono Marino ed Ezio, gli scout.
Il lavoro svolto da loro non era visibile ma fondamentale: ce ne siamo accorti lungo la tratta del rientro, da sud a nord, quando, arrivati (nuovamente) in Abruzzo, punto dal quale nessuno dei due scout aveva proceduto, molti sono stati gli intoppi e parecchie volte abbiamo dovuto invertire il senso di marcia e/o trovare percorsi alternativi perchè quello indicato dai nostri navigatori era impossibile.
Poi è doveroso evidenziare il ruolo di Maurizio e Corrado: il primo, per quasi tutto il viaggio, senza nemmeno averlo scelto, si è trovato in testa alla colonna, aprendo i percorsi e dettando i tempi e ritmi del viaggio. Un compito e una responsabilità non da poco e che ha portato avanti con grande calma e indubbia capacità, grazie anche al "discreto" ma fondamentale appoggio di sua moglie Elena.
Corrado, invece, anche se non è risucito ad essere presente per le intere tre settimane, ha il grande merido di aver messo insieme tutte le tracce, sia quelle originali dalle quali siamo partiti, sia quelle giuntegli dagli scout: senza le tracce non saremmo andati da nessuna parte o, al limite, ci saremmo perso in fondo a qualche dirupo. Anche in questo caso il lavoro svolto non è stato visibile ma si è rivelato fondamentale. E poi ha quasi sempre chiuso la colonna, altro ruolo, quello della scopa, che in certe situazioni non è molto divertente ma che lui ha portato avanti senza batter ciglio.
Nicola, anche se è stato con noi pochi giorni, i primi, ha fatto capire ai presenti che è uno degli elementi che in un viaggio può fare la differenza. In positivo.
Filippo, il più giovane del gruppo, che sicuramente ha scoperto un modo diverso di vivere il fuoristrada e che, spero, possa diventare una delle giovani leve su cui fare affidamento in futuro.
Titta, che con la sua meravigliosa moglie e il suo effervescente figliolo, con un KZJ95 completamente di serie ha affrontato quasi tutto il viaggio senza colpo ferire. E poi, ragazzi, è un cuoco meraviglioso e di una simpatia contagiosa, nonchè un erudito narratore quando siamo passati tra le terre marchigiane che lo hanno adottato e per le cui popolazioni sta facendo molto.
Valerio, uno di quelli che preso così ti può sembrare un po' tagliato con l'accetta e invece è una persona con un cuore grande come una casa, generoso e disponibile come pochi e con tutti, sempre, in ogni momento. Tra l'altro un padre meraviglioso. il Vale è uno da avere sempre nel gruppo, uno di quelli che fa la differenza, tanta.
Fabio, il nostro Fabbione, 110 kg di romanità travolgente, anche lui un padre stupendo di altrettanto stupendo figlio, Tommaso. Sebbene ai più sia sembrato un equipaggio alla rovescia: Tommaso sembrava il papà e Fabio il figlio. Insieme, spettacolari.
Con Fabio avevo già viaggiato e la sua simpatia l'avevo già vissuta, ma questa volta siamo andati oltre.
Per ultimo, tra i citati, ho volontariamente tenuto Guido, il "famoso" Rubylove, da tanti, tantissimi anni nel sodalizio e che non avevo mai incontrato di persona. Non ci avevo nemmeno mai parlato al telefono.
Ammetto che le premesse non erano delle migliori, ero partito un pochino prevenuto: sul forum alcuni suoi interventi me lo avevano fatto appararire un po' come un cagacazzi, spesso polemico, cocciuto, a tratti scortese. Che poi in effetti è così ma, ragazzi, che grande sorpresa. Adoro quest'uomo. Uno che a 70 anni, da solo, prende la decisione di buttarsi in mezzo ad un gruppo così, conscio del suo carattere, uno che decide di mettersi in gioco e alla prova in un viaggio non proprio facile. Beh, chapeau! E poi, conosciuto di persona e capito, è veramente uno spasso, oltre che una persona dotata di grande cultura, umanità, esperienza.
Sono molto felice di averlo conosciuto, che abbia preso parte al viaggio e che si sia diventati "amici".
Ma, come dicevo, tutti hanno contribuito in qualche modo. Per chi si è aggiunto dopo una settimana o più non è stato facile, trovando un gruppo già molto affiatato e con tanti chilometri e vicissitudini alle spalle; eppure, anche loro si sono integrati alla perfezione.
Parlo del "ragazzo del 100! Ercole, di Gianni e la sua famiglia, Simone che ci ha ospitati tutti per allestire il campo nella tenuta del nonno in Umbria, a pochi chilometri da Assisi, dove per la prima e unica volta abbiamo cucinato in una casa "vera".
Poi vorrei ricordare anche Giacomo, che per nostra fortuna, per suoi contrattempi, ha cambiato programmi e si è aggiunto all'inizio del viaggio e ci ha fatto da guida lungo la tratta toscana, mostrandoci degli aspetti di una regione famosa nel mondo ma meno noti ai più e di altrettanta rara bellezza.
Un grazie e una menzione speciale anche a Federico, con noi per la parte centrale del viaggio (lui è stato "l'uomo della birra") e per la splendida chiusura con l'evento di Monterenzio e il giro tra Emilia-Romagna e Toscana che ha messo a punto.
Infine un grazie anche a Gigi, che annovererei tra i grandi assenti, ma che un contributo concreto lo ha dato comunque.
Insomma, ragazzi, anche se non vi ho citati uno ad uno, siete stati tutti fantastici e mi avete (ci avete) fatto il più bel regalo che ci si possa aspettare da uno "sconosciuto": l'amicizia.
Una menzione speciale a tutti i bambini e ragazzi che hanno accompagnato i propri genitori: sono stati a dir poco eccezionali.
Non era facile, aggregati, loro malgrado, all'equipaggio di famiglia senza possibilità di scegliere. Eppure... forse sono quelli che si sono divertiti di più e che, spero, porteranno sempre con loro il ricordo di questo viaggio e qualche piccolo insegnamento di vita.
Jonathan, Cesare, Jacopo, Valerio, Francesco, Elena, Matteo, Tommaso, siete stati grandi!
I Land Cruiser
Eh sì, perchè si sono dimostrati, ancora una volta, dei veri incrociatori e i migliori compagni di viaggio.
Li abbiamo stracaricati, maltrattati, buttati in mezzo a boschi e foreste fittissimi, su per salite disastrose, giù per discese impossibili. Li abbiamo letteralmente bastonati come dei muli da soma e sono stati il rifugio notturno per molti di noi, la riserva d'acqua e di cibo.
Non ci hanno mai traditi.
In un viaggio del genere gli inconvenienti avrebbero potuto essere moltissimi (qualcuno c'è stato) ma ci hanno accompagnato e portati alla meta come se niente fosse. Non so quali altri veicoli ce l'avrebbero fatta perchè, a tratti, i percorsi si sono dimostrati davvero insidiosi e i conducenti con piedi parecchio pesanti.
Sicuramente mi sarò dimenticato qualcuno e qualcosa, non me ne vogliate: sono ancora preda del turbine di emozioni che mi hanno accompagnato per tutto il viaggio e mi ci vorrà del tempo per abiturami all'idea che, purtroppo, è finito e si torna alla vita "normale".
Ancora e sempre grazie a tutti quelli che hanno partecipato: se il viaggio è stato un grandissimo successo il merito è tutto vostro.
Sono fiero ed orgoglioso del meraviglioso gruppo di persone che, ogni volta, questo nostro Registro Land Cruiser Italia rivela.
I numeri
21 equipaggi partecipanti, chi per 1 giorno, chi per 2, chi per 1 settimana.
2 gli equipaggi che hanno fatto tutto il viaggio.
19 le tappe.
21 i giorni effettivi del viaggio.
11 le Regioni d'Italia attraversate.
3.000 e più km percorsi.
500 (circa) i litri di gasolio consumati.
1.000 i viaggi come questo che vorremmo organizzare in futuro.
Restate sintonizzati perchè, a breve, saranno resi noti i nomi dei vincitori dei riconoscimenti.
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