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La nostra Africa: 1^ tappa (07 nov-20 dic 2015)
Autore Messaggio
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Messaggio Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015) 
 
nella finestra allegati dovresti poter caricare file pdf fino a 3 mb ma mi blocca a 1
 



 
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Messaggio Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015) 
 
marco74 ha scritto: [Visualizza Messaggio]
eccoli
... basta non superare i 3Mb


?????????????????????????? NON ho capito
 




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ogni viaggio inizia con una partenza, finisce con un ritorno, e.........
continua con un racconto

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Messaggio Re: La nostra Africa: 1^ tappa (07 nov-20 dic 2015) 
 
Ieri non avevo tempo ma oggi leggerlo mi hà ricordato il giro che hò fatto in moto con Marilia fino a tam tam e Agadir per ritornare lungocosta fino a Tangeri passando x Casablanca.
Alla nebbia in agosto fino alle 11 di mattina non c'ero abituato, altra particolarità di un paese diversissimo da come si è abituati, aspetto la seconda parte.
 




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pugnali53
 
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Messaggio Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015) 
 
marco74 ha scritto: [Visualizza Messaggio]
nella finestra allegati dovresti poter caricare file pdf fino a 3 mb ma mi blocca a 1


Trovato, ora ho capito ma se dici che oltre 1 mb non funziona...
comunque quello di Rommel1 è di 1,5 mb per ora
 




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Messaggio Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015) 
 
IX° giorno domenica 15/11/2015
km 399873

Stanotte è stata bruttina, prima le zanzare e le mosche in macchina, poi la sete, poi il caldo, poi il freddo..... un incubo!!! Mi alzo alle 6.30 più stanca di quando sono andata a dormire. Al risveglio ritornano le zanzare e quindi non posso stare fuori a godermi il sorgere del sole e risalgo in macchina. Alle 7,15 si alza anche Ezio ed insieme ripristiniamo il Boss e anche la cinghia dei servizi che ci ha dato noia in questi giorni e, alle 8.15, riprendiamo la N1 direzione Dakhla. Prima ovviamente paghiamo il campeggio ( 85dh per la sosta 50dh per la mia doccia). Cominciamo a dare le fiches come caramelle, i controlli qui sono più intensi rispetto a ieri. Passiamo Layounne, bardata a festa come tutte le città fatte fin qui, visto che a breve il Re passerà di qui, e ci facciamo lavare la macchina in un distributore. Il lavaggio automatico non funziona, ma 2 validi ragazzi ci danno dentro a pulirla con una pompa, degli stracci e una scopa, coadiuvati da Ezio.


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 pulizia del mezzo


Ci impiegano un ora abbondante a rendere il Boss presentabile e ci dicono di fare noi il prezzo per il lavaggio. Gli lasciamo 40 dh, non sappiamo se sono sufficienti, ma i ragazzi sembrano molto felici del guadagno.
Proseguiamo sempre sulla N1, il paesaggio è brullo, piatto e molto molto noioso. Fa anche molto molto caldo. A Boujdour ci fermiamo a fare gasolio  e considerata l'ora, le 12.30, entriamo in città per vedere se troviamo un posto dove poter mangiare del pesce. Ci fermiamo lungo la strada, in prossimità del porto, dove ci sono delle fetide baracche che arrostiscono del pesce e, per 50dh, Ezio acquista 600grammi di gamberetti. La baracca che scegliamo per fare arrostire i crostacei non solo è fetida ma anche infestata da mosche, ma l'omino che arrostisce il pesce è simpatico ed Ezio ha troppa fame per star lì a lamentarsi. Ed infatti si mette a mangiare voracemente, sotto lo sguardo dei locali divertiti dal nostro comportamento. Infatti io ho sia troppo caldo sia poca voglia di mangiare e quindi risalgo in macchina a scattare foto.


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pranzo con gamberetti


Ezio non riesce a finire i gamberetti e il tizio ci fa un “dogybag”, non vi dico come. Lasciamo Boujdour e ci dirigiamo presso i relitti delle navi che distano pochi km dalla città. Lungo il percorso, non resisto, e finisco i gamberetti lasciati dal marito. Arriviamo all'incrocio per i relitti e, come 3 anni fa, c'è ancora il posto di blocco dove ci avevano impedito di scendere. Questa volta siamo fortunati e il poliziotto ci fa prendere il sentiero che porta alle navi ma ci dice anche che non possiamo fare campo qui per stanotte. Non ce lo facciamo ripetere due volte e scendiamo verso il mare. Noi, appena vediamo sabbia, diventiamo degli idioti. ed infatti come degli idioti dopo un po' ci insabbiamo. Ezio me lo aveva che quella sabbia non gli piaceva, ma io ho insistito.....
 Molliamo il Boss spanciato sulla sabbia, tanto di lì non si muove, e a piedi raggiungiamo il relitto.


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Scattiamo qualche foto e poi si inizia a spalare come forsennati. Parecchi tentativi dopo e quasi un ora persa, decidiamo di sgonfiare ancora di più  le ruote e di usare le scalette come piastre. Così facendo in un attimo il Boss riemerge dalle trappola sabbiosa. Sono le 15.00, siamo stanchi e accaldati, ci sono 30°C e la doccia di ieri è un lontano ricordo. Riprendiamo la strada, noiosa noiosa noiosa, il caldo aumenta ma almeno c'è un pò di vento ad alleviarlo. Se non avessimo perso tempo a spalare ci saremmo fermati a Kraa, un villaggio di pescatori con una spiaggia bellissima, ma è tardi e non vogliamo fare questo tratto di strada col buio, l'asfalto non è dei migliori ed il traffico di camion è in aumento. Raggiungiamo la prima rotonda  verso le 17.30, solito controllo solito rilascio di fiches e deviamo verso destra lasciando la N1 in direzione Dakhla che dista circa 40 km. Qui, forse perchè zona turistica, le condizioni del manto stradale migliorano notevolmente e anche il panorama si fa più interessante.


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Alle 18.00 incontriamo Nico e, dopo i saluti di rito, ci accompagna a casa sua dove troviamo ad attenderci Dot, una dolce e simpatica cagnolina. Ci offre di farci fare una doccia calda e chi siamo noi per rifiutarla? Ricordati, una doccia calda non si rifiuta mai!!
Rinfrancati, con la pancia piena visto che il buon Nico ci ha preparato un'ottima carbonara, e con accesso ad internet trascorriamo una piacevole serata chiacchierando del più e del meno. In particolare si discute di un suo ambizioso progetto e cioè un Tour Operator molto speciale  che ormai sta prendendo forma.  Da come ne parla si capisce subito che lo fa veramente con passione ed intende improntare  l'attività sull'ecosostenibilità. Un modo diverso di conoscere il deserto marocchino e la stupenda gente Saharawi (dakhla-rovers.com/).
Commentiamo il fatto che per un giorno non riusciamo ad incontrarci con l'amico Gennaro (Gen) e questo ci dispiace molto, sarà per un'altra volta.
Anche se domani possiamo prendercela comoda, il sonno e la stanchezza adesso la fanno da padrona e, salutato l'amico, andiamo in campeggio. E' situato fuori dal centro cittadino ma è comunque una buona e comoda soluzione rispetto a cercarci un posto dove fare campo libero. Effettivamente non è dei migliori, i bagni sono fatiscenti e poco praticabili, ma che si pretende per 60dh al giorno? Stasera decidiamo finalmente di dormire nell'air-camping quindi ci mettiamo un pò a sistemarci per la notte, alle 23.30 siamo a nanna.


X° giorno lunedì 16/11/2015
km 400427

Il vento stanotte ha aumentato la sua intensità, questo ci ha un pò infastidito, ma visto che natura chiama sono costretta ad alzarmi. Considerato che oggi non abbiamo fretta, resteremo a Dakhla per aspettare Claudio e la Katia, ritorno a dormire, o se non altro a rilassarmi a letto. Sistemato il Boss siamo pronti per visitare Dakhla. Prima ci facciamo a piedi un giro nella zona del mercato, questa città non ha una vera e propria medina. Non è un granchè il centro e per passare il tempo, abbiamo appuntamento con Nico e Martina alle 13.30, ci facciamo un giro in macchina fino alla punta estrema della penisola. Il panorama è bello ma è un vero peccato che a deturparlo ci sia una montagna di immondizia, in più, alla fine della strada asfaltata, ci si imbatte in un villaggio di pescatori dove dire che le condizioni di vita e di igiene sono un vero disastro è un eufemismo. Non possiamo restare qui quindi fatti pochi km ci rilassiamo in macchina a guardare l'oceano, infatti il vento è molto forte e non ci consente di scendere dal Boss. Verso l'una ritorniamo verso il centro e, dopo aver fatto un pò di spesa, ci incontriamo con Nico e Martina. Loro ci accompagnano in un piccolo ristorante, all'inizio era solo un posto di vendita di ostriche, e che oggi offre anche tutta una serie di pesce fresco e molluschi. Si trova a circa 14 km dal centro città. Il posto è magnifico, l'acqua ti lambisce i piedi, e il cibo è buonissimo, noi optiamo per una tajine mista di "conquillage" che dire buona è riduttivo, mentre loro si “slappano” un pescione con verdure.



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 tajine mista di "conquillage"

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pescione


Questo è il miglior pasto fatto in Marocco sia questa che l'altra volta. Verso le 16.00 andiamo a trovare Akhmed, un saharawi amico di Nico che vive in una tenda a ridosso di una piccola ma splendida insenatura.
Istant 17 panorama
Il suo stile di vita è a dir poco particolare, ma questo ti fa capire come nella vita si ha bisogno di veramente poco. Ci prepara il thè in stile saharawi e trascorriamo, in questo magnifico posto, tutto il pomeriggio.


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Akhmed è un uomo di un'ospitalità squisita e noi non ce la sentiamo di andar via senza avergli lasciato un piccolo regalo. Durante la conversazione pomeridiana scopro che va matto per il panettone, senza farlo apposta ne abbiamo portato uno dall'Italia per far colazione durante il viaggio in Mauritania, guardo Ezio e immediatamente lui corre in macchina a prenderlo. Non potevamo fargli un regalo migliore, credo che se passassimo da lui domattina non troveremo neanche le briciole. Salutiamo Akhmed, penso che lui ha capito veramente come vivere a lungo, senza stress, senza problemi, seguendo i ritmi della natura, nutrendosi di quello che offrono le varie stagioni ma riuscendo, con la sua generosità e ospitalità, a conoscere gente che ti riporta le notizie dal mondo e tutto grazie alla sua intelligenza e conoscenza del posto in cui vive. Un pò lo invidio, Ezio anzi lo vorrebbe imitare, e magari non è detto che, se dovessimo tornare in Marocco, non ci si possa fermare da lui per un periodo di tempo per vivere in perfetta armonia con la natura. Inshallah! Ritorniamo a casa di Nico e Martina, che gentilmente ci concedono di farci un'altra doccia, in attesa dell'arrivo di Claudio e Katia. Che arrivano verso le 20.00 e, dopo aver stappato l'unica bottiglia di prosecco portata con noi per festeggiare l'occasione, andiamo tutti insieme prima a cercare una camera d'albergo per i nuovi arrivati e poi a cena. Ci portano in un quartiere "malfamato" di Dakhla dove si trovano questi "baracchini" che vendono carne e te la arrostiscono al momento. Il posto ci piace, di certo non è igienico ma è accogliente e la carne è buona. Fortunatamente, essendo sera, non ci sono mosche, non oso immaginare questo posto di giorno. La compagnia è piacevolissima e, nonostante oggi sia stata una giornata rilassante, siamo lo stesso stanchi, e verso le 22.00 salutiamo Nico e Martina, accompagniamo Claudio e Katia in albergo e andiamo in campeggio.

 



 
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Messaggio Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015) 
 
XI° giorno martedì 17/11/2015
km 400517

Anche stanotte non ho dormito molto, sarà stato colpa del vento e dei conseguenti rumori, ma quando mi alzo mi sento già stanca. Mi godo comunque l'alba e noto che il campeggio (120 dh x 2 notti) si è riempito di turisti tedeschi, ne abbiamo incontrati più qui che in tutto il Marocco.
Ieri sera abbiamo concordato con i nostri compagni di viaggio di partire non più tardi delle 8.30 perchè vogliamo passare la frontiera oggi ed essa chiude alle 17.00, e visto che ci sono 400 km ancora da fare, non abbiamo tempo da perdere. Purtroppo Claudio non accende il navigatore e si confonde con alcune vie arrivando un pò in ritardo. Alle 9.00  si parte, la Mauritania ci aspetta. La strada continua ad essere noiosa, da Dakhla al confine c'è un solo paese e posti di polizia che non ci chiedono neanche la fiches.
Unico diversivo, le foto fatte all'altezza del tropico del cancro.


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A Barbas ci fermiamo per fare gasolio nel penultimo distributore prima del confine dove vi arriviamo alle 13.15. Fortunatamente non ci sono molte auto in coda, per i camion è un'altra storia, ma l'attesa è comunque piuttosto lunga, non per i controlli di polizia ma per quelli doganali.


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frontiera marocchina


 Abbiamo girato mezzo mondo e devo dire che tutte le frontiere sono fatte con lo stampino. Ci armiamo di pazienza, non possiamo nemmeno uscire dall'auto perchè c'è un vento pazzesco che alza polvere mista a sabbia. Finalmente alle 14.40, dopo aver passato un primo controllo di polizia dove  ci fanno compilare una fiches, l'ufficio doganale dove ti mettono il timbro per la macchina e l'ufficio di “deregistrazione” siamo nella terra di nessuno. Un quarto d'ora per attraversarla, disseminata all'inverosimile di carcasse d'auto pneumatici ed immondizie varie, e dove incontriamo Bochtar, il nostro referente in Mauritania che ci aiuterà  a fare le pratiche in confine, sono le 14.55.


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la terra di nessuno


Se ci eravamo impressionati al passaggio di confine tra Uzbekistan e Kazakistan per le condizioni climatiche e paesaggistiche adesso so che quella è stata una passeggiata confortevole in confronto. Il vento, la sabbia, la polvere, ma, soprattutto, la disorganizzazione impazza in questo luogo.


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frontiera maura


Probabilmente ce la saremo cavata anche da soli ma l'aiuto di Bochtar è importante per velocizzare le pratiche. Prima facciamo i visti, in una casupola fatiscente, e lì mi faccio un amico quando l'addetto ai visti mi domanda un antidolorifico per il mal di testa, e lì sganciamo 240 € (due visti). Poi passiamo alle pratiche doganali, nessuno viene a controllarci il Boss, ma sganciamo altri 50 €. Poi passiamo i controlli di polizia e finalmente siamo fuori da questo inferno. Detta così potrebbe sembrare facile ma vi dico solo che riusciamo a passare il confine alle 17.40. Qui si potrebbe fare anche l'assicurazione, ma Bochtar ci dice che c'è troppa gente in coda e che la faremo una volta arrivati in città. Poco distante dalla frontiera  superiamo una lunga colonna di mezzi dell'esercito che ci inquieta un pò.


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Dopo una sessantina di km raggiungiamo  la vecchia capitale dello Stato Islamico di Mauritania: Nouadhibou.

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Nouadhibou


Le strade sono molto polverose e molto sporche e il campeggio non è da meno, anzi forse è peggio!! E io che mi ero lamentata delle condizioni igieniche di quello di Dakhla!!! Qui aspettiamo l'omino che ci cambia i soldi (1€=370 ou), e quello che ci fa l'assicurazione ( 20,367 ou), decidiamo di farla per un mese giusto per essere tranquilli. Anche se a malincuore, io preferirei fare campo libero, restiamo in “campeggio” e oltretutto manca anche l'elettricità......certo che la Mauritania ci accoglie splendidamente!! Dopo aver deciso di rimanere paghiamo Bochtar  e il campeggio (4500 ou) ed incominciamo ad allestire il campo e a cucinare, il tutto sempre senza l'ausilio della corrente elettrica. Fatto i piatti e risistemato il Boss andiamo a letto, ore 22.00.


XII° giorno mercoledì 18/11/2015
km 400915

Stanotte si è dormito bene e avrei continuato a dormire se i muezzin non avessero iniziato a cantare dandomi la sveglia alle 4.30. Alle 6.30 sono in piedi, non se ne parla di entrare in quei bagni luridi, quindi di nascosto faccio pipì dietro l'auto. Visto che il terreno è sabbioso è bastato fare una buchetta e poi ricoprirla. Mi spiace per coloro che arriveranno qui dopo di me, ma ci sono poche cose che non riesco proprio a sopportare e una di queste sono i bagni luridi. Poi mi armo di pazienza in attesa di svegliare Ezio alle 7.00. Puntuali lasciamo il campeggio alle 8.00 e, prima di allontanarci da Nouadibou, facciamo il carico d'acqua e di pane  e via verso la pista che costeggia la ferrovia in direzione Atar. Ma poco dopo essere partiti incrociamo ancora una colonna di militari, questa volta con i carri armati.


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colonna militare


Questa pista, poco difficile, non è poi sto granchè, un piattone sassoso che qualche volta incontra banchi di sabbia e piccole dune.

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É vero che sgonfiamo le gomme e le portiamo a 1,8, ma non inseriamo mai le ridotte o i blocchi. Molto noiosa ma soprattutto molto molto ventosa.
Infatti, all'ora di pranzo per il forte vento, ci fermiamo ma non possiamo fare altro che consumare un pasto veloce e freddo al riparo delle macchine. Nessun'altra sosta degna di nota a parte il passaggio del famoso e lunghissimo treno dei fosfati che fa spola tra   Nouadhibou e Zouerat.


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Il vento è così forte che i piedi nudi vengono sferzati dalla sabbia e, anche il caldo non scherza,  siamo costretti a viaggiare coi finestrini chiusi, ma, nonostante questo, la sabbia e la polvere finissima, si insinuano nell'abitacolo e, ovviamente, si depositano su di noi. Per combattere la noia mi metto al volante. Anche in questo posto desolato incontriamo alcuni villaggi. Al primo non ci fermiamo ma veniamo inseguiti da un ufficiale della gendarmeria su un pick-up che ci redarguisce dicendoci che dobbiamo sempre fermarci nei villaggi in cui c'è una stazione di polizia per consegnare le fiches. Sembra infatti che i poliziotti controllino il passaggio dei turisti fino ad Atar e, il caso di mancata consegna delle fiches, significherebbe problemi e quindi ci verrebbero a cercare. Non so se sia vero ma noi, diligentemente, da ora in poi cerchiamo sempre il posto di polizia, facilmente riconoscibile dal fatto che nel tetto della casa c'è quasi sempre la bandiera. Addirittura in un villaggio siamo costretti a svegliare il preposto per consegnare le fiches.


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casa del comandante della gendarmeria del villaggio


Continuiamo così fino alle 18.00 quando ci fermiamo a fare campo. Il forte vento non solo ci costringe a cucinare qualcosa in velocità ma anche a non farci aprire la tenda, così siamo costretti a dormire in macchina e senza sacchi a pelo. Alle 21.00 tutti a nanna.


XIII° giorno giovedì 19/11/2015
km 401226

Stanotte si è dormito bene, almeno fino alle 4.00, quando, gelata, sveglio Ezio che accende il webasto. San Webasto!!! In pochi minuti l'ambiente si riscalda tanto che riusciamo a riaddormentarci fino alle 7.00. Visto che ho il mio “cesso” montato, vado a farmi un bidè ma il forte vento mi fa addirittura cadere, così adesso sono sporca anche nel culo e nella schiena. FICO!!!! Si parte alle 7.30 con me al volante. Quà e là si materializzano piccoli villaggi deserti e noi ci chiediamo cosa possa fare la gente in un posto simile. Solo sabbia e vento.


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Continuiamo a costeggiare i binari per un po' ed a un certo punto li attraversiamo visto che a poca distanza si trova Ben Amir, un grande monolite di granito alto più di 400 mt,

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 monolite  Ben Amir

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 monolite  Ben Amir


Guidare  è piacevole, sabbia e piccole dunette, poi inizia un lunghissimo pistone sassoso e polveroso. Ci fermiamo per un pranzo veloce ricco di sabbia, il vento non ci dà tregua, e per rigonfiare le gomme, da 1,8 le portiamo a 2,3. Lascio il volante a Ezio, è troppo noioso guidare, e ne approfitto per fare una pennica. Deve aver piovuto recentemente perchè il deserto è pieno di erbetta. A circa 50 km da Atar troviamo l'asfalto ma è un sogno che dura poche decine di km poi nuovamente tole ondulee e polvere. Arriviamo ad Atar verso le 16.00, ci facciamo un giro in città per vedere se riusciamo a trovare un goriziano che abita qui, ma senza successo, quindi proseguiamo per Chinguetti. Da Atar a Chinguetti la strada peggiora, per fare 80 km ci impieghiamo quasi 2 ore, anche se il panorama ci  regala qualche bel scorcio.



Image  panorama



Gli ultimi chilometri sono massacranti (almeno per il mezzo) infatti troviamo le fastidiosissime tol ondule.


Image tol ondule


Cinguetti si presenta come molte altre cittadine maure, sporca e polverosa, fortunatamente la casa di Pippi ci accoglie come una bellissima oasi. Infatti non solo è tutto pulito, bagni compresi, ma c'è anche la possibilità di cucinare al chiuso usando la sua di cucina. Facciamo subito conoscenza con Adrami che oltre a fare gli onori di casa, ci accompagnerà nei sei giorni di deserto. Altra simpatica conoscenza il cagnolino che gironzola per la proprietà e che ha una peculiarità, odia le persone dalla pelle nera tanto da morsicarle. Mha, questo non me lo sarei mai aspettato.
Docciati cambiati ritorniamo a sentirci degli esseri umani normali. Con calma, ma soprattutto con comodità, preparo la cena, stasera spaghetti alla carbonara. Io sono troppo stanca per mangiare e, dato che qui abbiamo finalmente connessione internet, ne approfitto per parlare con  mia sorella Arianna. Erano 3 giorni che non ci sentiva, visto anche che non siamo riusciti ad inviare i messaggi con le nostre posizioni su you position, era un po' preoccupata. Restiamo un po' a chiacchierare sotto la tenda bevendo un thè. Poi alle 22.00, stanca, pulita e felice, si va a dormire.

XIV° giorno venerdì 20/11/2015
km 401556

Nottata fredda ma piacevole, mi alzo alle 6.30 per fare il bucato e preparare con calma la colazione. Stamattina si è deciso di fare una passeggiata per la città e per vedere almeno una delle famose biblioteche, sperando che qualcuna sia aperta visto che oggi è venerdì. Alle 8.30 siamo pronti per iniziare il nostro giro, la città a quest'ora è deserta ed è piacevole passeggiare senza nessuno intorno. Giunti alla città vecchia veniamo circondati da alcune ragazze che hanno dei “negozi” e che cercano di vendere i loro prodotti artigianali. Mi lascio coinvolgere da una di loro e, raggiunto il suo “negozio” compriamo una pashmina per me e una piccola macina per Ezio. Poi le chiedo se mi può procurare dell'hennè e, in pochi minuti, me ne procura 2 sacchetti. Ne compro 1 (1.000 ou) e lei mi regala l'altro. Mi commuove questa loro gentilezza. Anche nel negozio accanto, dove Katia compra una melefe un vestito locale, il proprietario, non solo mi offre un thè, ma mi regala una collanina soltanto perchè dice che ho un viso bello e gentile. Veramente delle persone speciali. Continuiamo il giro fino ad arrivare in una delle 12 biblioteche private rimaste a Chinguetti. Il proprietario della biblioteca, della famiglia  Al Ahmed Mahmoud, è un omino simpatico che inizia a spiegarci la vita di Chinguetti di secoli fa. Parla solo francese ma lo parla in maniera tale che non faccio fatica a capirlo e questo mi aiuta a tradurre ciò che dice agli altri. Ci dice che Chinguetti ha avuto tre fasi, la prima verso il 1000 Dc era a ridosso dell'oasi e attualmente è sepolta sotto il deserto, la seconda , dal 1400 al 1912, è dove siamo adesso, ha poche case ed è disabitata, e la terza è l'attuale città dov'è situato il nostro albergo. Ci spiega anche che le case hanno i muri alti e le porte d'accesso piccole per dei motivi specifici, i due più importanti sono per ripararsi dalla sabbia portata dal costante vento e  per evitare i ladri. Poi finalmente ci mostra i libri antichi, del XII/XIII sec. Libri di astronomia, matematica, grammatica e di poesia. Questo è il più bello, è scritto in vari colori a seconda del poeta che scriveva. Usavano fare l'inchiostro nero con carbone+ gomma arabica + acqua, il colore rosso invece si otteneva mischiando ossido di zinco + gomma arabica + acqua. Per quello giallo usavano pagliuzze d'oro. Inoltre bevevano l'acqua usata per pulire le “lavagne” su cui scrivevano pensando che questo aumentasse la capacità di apprendimento. Un po' come i cattolici credono che l'acqua di Lourdes guarisca. Stiamo in sua compagnia per più di un ora poi, a malincuore, ci congediamo dandogli 2000 ou per il suo disturbo e scrivendo un piccolo pensiero di ringraziamento su un “librone”. Ritorniamo in città dove Ezio compra un “hashe” bianco per ripararsi dal vento e per pochi spiccioli  una donna gli fa anche l'orlo. Verso  le 12.30 ritorniamo a casa di Pippi, dopo un pranzo veloce, ci rilassiamo all'interno della tenda che ci ripara dal vento ma non dalle mosche. E' piacevole stare stesi per terra a rilassarci, ci voleva proprio una giornata di defaticamento prima di affrontare i 15 giorni di deserto.


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Dimenticavo di dire che Chinguetti è la settima città santa dell'Islam dopo Il Cairo la Medina Gerusalemme Marrachesh Fes e Kaiouran. Verso le 16.00 ci diamo una mossa e iniziamo i preparativi per il viaggio nel deserto. Prima di tutto si fa il pieno di gasolio (al litro 400 ou ), poi si compra acqua da bere,  e si fa il carico d'acqua nel serbatoio e, alla fine mentre io pulisco l'interno dell'abitacolo e sistemo le nostre cose, Ezio pulisce il filtro dell'aria, svuota il ciclone ecc... Poi, evento eccezionale, Ezio mi mette il colore nei capelli. Non è molto bravo ma il risultato è accettabile, comunque è una di quelle cose che spero non mi capiti più di rifare.
Appena finito Ezio con Adrani va a cercare un fabbro che gli saldi un tubo (supporto) del paraurti che con tutti quei buchi e tol ondulè si era dissaldato.

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Dopo la doccia ci mettiamo a tavola. Stasera abbiamo chiesto ad Adrami di farci una tajine di pollo. Più che una tajine è un pollo intero con contorno di verdure il tutto cucinato alla perfezione. Le verdure sono ricoperte di cipolla quindi io mangio quelle mentre Ezio si fa fuori tutto il pollo con le patatine fritte. Niente male, ho lo stomaco così pieno che non so se riuscirò a dormire stanotte.

Nonostante il relax di questa giornata andiamo in tenda presto e, mentre Ezio si guarda un film, io, come al solito, mi addormento subito, alla faccia dello stomaco strapieno e del quintale di cipolla mangiata. Dimenticavo i due giorni di campeggio ci costano 5.000 ou e la cena altre 5.000 ou. Devo dire che qui non è facile reperire cibo inoltre, quando lo si trova, è più caro che in altri stati. A saperlo prima ci si faceva il carico di viveri in Marocco. Sarà per la prossima volta.

 



 
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Messaggio Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015) 
 
Cavolo Ezio.......non puoi lasciare a metà......all'inizio del deserto.......
 




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http://www.youtube.com/watch?v=kRbP2QgW7Io&feature=related
 
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Messaggio Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015) 
 
Bello bello!!!!!!  
 



 
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Messaggio Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015) 
 
molto bello, bravissima tiziana a descrivere il viaggio brava!
 




____________________
manteniamo la calma, non lasciamoci prendere dal panico.
 
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Messaggio Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015) 
 
Grazie molte! Naturalmente attendiamo il seguito
 




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[img]http://landcruiser-italia.org/files/posted_images/2117/sunface_hilux.jpg[/img]
 
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