Purtroppo al mio rientro mi sono accorto che le fotografie scattate con la reflex fino all'ingresso in Mauritania sono sparite. Quasi ogni sera scaricavo foto e filmati sia sul portatile che su una memoria esterna che poi mi sono riportato in Italia. A questo punto spero almeno di trovarle nella memoria del pc che ho lasciato a bordo del mezzo. Le foto che pubblico sono state fatte con il cellulare, estrapolate dalla GoPro oppure con una piccola macchinetta digitale.
La nostra Africa I^ tappa
(07 nov. - 20 dic. 2015)
Premessa:
era da molto tempo che mi girava il tarlo della Transafrica, però mi mancava lo spunto.
Un bel giorno mi telefona l'amico Claudio e mi propone un viaggio in Mauritania. A quel punto parlando con Tiziana concordiamo che nel caso avessimo deciso di aderire al viaggio, non saremmo ritornati a casa in macchina, ma sarebbe stata la prima tappa della nostra Transafrica. Come potete immaginare non ci abbiamo messo tanto a decidere e così si inizia a organizzare il viaggio.
Tramite Claudio si prenota una guida di Cinguetti che ci accompagnerà per sei giorni nel deserto Mauro, prenotiamo il traghetto Livorno - Tangeri e volo Banjul - Venezia, reperisco un luogo sicuro ed affidale a Banjul dove lasciare il mezzo, richiedo i visti per la Gambia.
A quel punto il grosso è fatto. Noi partiremo il 7 novembre da Livorno, poi attraverseremo con calma il Marocco e ci ritroveremo verso Dakhla con Claudio e Katia i quali faranno tutto il percorso via terra partendo il 13 successivo.
Arrivati vicino al confine con il Senegal loro ritorneranno in Italia mentre noi proseguiremo la nostra avventura per il Senegal e la Gambia.
Ora i dettagli, reperisco wp, tracce ed informazioni sui Paesi che visiteremo, installo mappe nel navigatore e nel tablet, check list, verifica di funzionalità di tutte le cose da portare, ecc ecc....
In breve ed inesorabilmente la data della partenza si avvicina.....
I° giorno sabato 07/11/2015
km 397777 (ore 12.00)
Eccoci pronti!!! Dopo mesi di preparazione a ritmi frenetici siamo finalmente giunti alla fatidica data di partenza. Il "Boss", nostro miglior compagno di viaggio; è messo a punto, in questi mesi è stato completamente revisionato e gli sono stati cambiati pezzi importanti come frizione, revisionato il cambio e riduttore, pompa iniezione ed iniettori. Adesso è carico come un cammello, il miglior cammello del mondo. Ezio, per curiosità, è andato a pesarlo, a pieno carico supererà di poco i 35 quintali, praticamente per guidarlo ci vorrebbe la patente C!!!!
Anche noi siamo pronti e revisionati anche se un pò affaticati, anche l'ultimo minuto è stato impiegato per caricare il nostro amico delle ultime cose indispensabili per affrontare questi primi mesi in terra africana. Infatti questa sarà la nostra prima tappa della "nostra Africa" che partendo dal Marocco, prosegue per la Mauritania e il Senegal per poi finire nella Gambia, dove lasceremo, a malincuore, il Boss.
Prima di arrivare nel porto di Livorno, dove ci imbarcheremo per Tangeri, decidiamo di fare una sosta dal nostro amico Nicola che possiede una "fattoria" a Capannori, paesino sulle colline lucchesi (http://www.fattoriamaionchi.it). E' riduttivo chiamarla fattoria, essa è infatti una splendida villa antica, del 18° secolo, immersa nella campagna lucchese. Nicola produce un ottimo vino che, fortunatamente, ci invita a bere in attesa dell'arrivo della moglie Maria e di alcuni amici per la cena. Ci fa visitare la sua cantina, con botti in rovere, nel suo interno gli odori mi riportano alla mia infanzia a Tapogliano, nella bassa friulana, dove anche mio nonno possedeva una cantina dove produceva il suo vino, non certo alla stessa altezza della "fattoria Maionchi", ma di certo un luogo confortevole dove ho passato parecchio tempo della mia infanzia e gioventù. Come dicevo a cena veniamo raggiunti dagli amici di Nicola e tutti insieme ci godiamo del buon cibo accompagnato da una migliore degustazione di vini prodotti nella tenuta.
Anche noi siamo pronti e revisionati anche se un pò affaticati, anche l'ultimo minuto è stato impiegato per caricare il nostro amico delle ultime cose indispensabili per affrontare questi primi mesi in terra africana. Infatti questa sarà la nostra prima tappa della "nostra Africa" che partendo dal Marocco, prosegue per la Mauritania e il Senegal per poi finire nella Gambia, dove lasceremo, a malincuore, il Boss.
Prima di arrivare nel porto di Livorno, dove ci imbarcheremo per Tangeri, decidiamo di fare una sosta dal nostro amico Nicola che possiede una "fattoria" a Capannori, paesino sulle colline lucchesi (http://www.fattoriamaionchi.it). E' riduttivo chiamarla fattoria, essa è infatti una splendida villa antica, del 18° secolo, immersa nella campagna lucchese. Nicola produce un ottimo vino che, fortunatamente, ci invita a bere in attesa dell'arrivo della moglie Maria e di alcuni amici per la cena. Ci fa visitare la sua cantina, con botti in rovere, nel suo interno gli odori mi riportano alla mia infanzia a Tapogliano, nella bassa friulana, dove anche mio nonno possedeva una cantina dove produceva il suo vino, non certo alla stessa altezza della "fattoria Maionchi", ma di certo un luogo confortevole dove ho passato parecchio tempo della mia infanzia e gioventù. Come dicevo a cena veniamo raggiunti dagli amici di Nicola e tutti insieme ci godiamo del buon cibo accompagnato da una migliore degustazione di vini prodotti nella tenuta.
Purtroppo il tempo è tiranno e l'ora dell'imbarco si avvicina, quindi, seppur a malincuore, siamo costretti a lasciare questa splendida compagnia e avvicinarsi verso Livorno che è a circa un ora di strada. Arrivati in porto sbrighiamo le pratiche in pochi minuti, l'affluenza è scarsa, pochi turisti il grosso sono marocchini e senegalesi che tornano in patria.
Mentre aspettiamo che una macchina della sicurezza ci accompagni al molo, qui è questa la prassi, incontriamo Alberto, un professore in pensione che va in Marocco alla ricerca di fossili e meteoriti.
Mentre aspettiamo che una macchina della sicurezza ci accompagni al molo, qui è questa la prassi, incontriamo Alberto, un professore in pensione che va in Marocco alla ricerca di fossili e meteoriti.
Saliamo a bordo alle 22.30 e, dopo un breve giro di perlustrazione, andiamo in cabina.
La "Icarus" della Minoan è una nave piccola ma estremamente confortevole e le sue cabine sono leggermente più spaziose rispetto agli standard di questa navi. In più è pulita e questo mi è di grande conforto. Dall'oblò, che dà direttamente sulla prua, godiamo di una splendida vista.
La "Icarus" della Minoan è una nave piccola ma estremamente confortevole e le sue cabine sono leggermente più spaziose rispetto agli standard di questa navi. In più è pulita e questo mi è di grande conforto. Dall'oblò, che dà direttamente sulla prua, godiamo di una splendida vista.
Siamo stanchi e, addirittura prima della partenza prevista per le 23.30, mi addormento; Ezio invece si vede un film sul tablet e resta sveglio fino all'una di notte.
II° giorno domenica 08/11/2015
km 397777
Nottata perfetta, il mare calmo e la stanchezza fanno si che dormo fino alle 8.00. Mi alzo e faccio un giro della nave, ieri sera ero troppo stanca per memorizzare i vari bar e negozi della Icarus. Ma rientro quasi subito in cabina e, cosa stranissima, mi rimetto a dormire. Alle 10.30 sveglio anche Ezio e dopo un pò di coccole e un pranzo a base di pasta fredda e insalata, usciamo dalla cabina. Approfittiamo per fare i controlli passaporti e denunciare il possesso dell'auto. Si svolgono come sempre, prima si compila una fiches per i passaporti ed un'altra per la vettura e poi ci sia avvia prima alla dogana e poi dalla polizia che oltre il timbro ci rilascia anche il pin. Ci sbrighiamo in fretta e tutto il resto del pomeriggio lo passiamo in compagnia di Alberto e di due ragazzi toscani, Emilio ed Eleonora, che si sono trasferiti in Spagna, precisamente a Cadice, dove dirigono un B&B per surfisti. Infatti Emilio è uno di loro. Il tempo trascorre velocemente tra chiacchiere e risate, tanto che senza accorgersene siamo a Barcellona, ed in perfetto orario (20.30). I ragazzi scendono per proseguire il loro viaggio in auto mentre noi e Alberto, dopo aver cenato, ci ritroviamo in bar per un ennesima chiacchierata. Approfitto del fatto che un televisore trasmette Rai 2 e mi guardo NCIS, uno dei miei programmi preferiti. Finito il telefilm saluto Ezio e Alberto e mi ritiro in cabina dove dopo una mezz'ora di lettura spengo la luce. All'una Ezio mi raggiunge ma sono profondamente addormentata e non lo sento rientrare. Dimenticavo di dire che durante la sosta nel porto di Barcellona scendiamo in macchina per recuperare alcune cose dimenticate in precedenza. Ci sono degli orari precisi in cui uno può recarsi alle macchine e se non sbaglio accompagnati dal personale preposto. Questo l'abbiamo saputo solo in seguito, noi avendo trovato le porte aperte ci siamo arrangiati da soli.
III° giorno lunedì 09/11/2015
km 397777
Se è possibile questa notte si è dormito meglio della precedente, il mare fortunatamente è ancora calmo. Solita doccia e alle 9.30 si sveglia anche Ezio e insieme ritorniamo nel solito bar dove incontriamo nuovamente Alberto. Lascio gli uomini a parlare di rotte e viaggi e torno in cabina per scrivere un pò il diario e per farmi una manicure, a casa non ho avuto il tempo per farla. Il pomeriggio trascorre lento, dopo un breve pranzo, invitiamo anche Alberto a dividerlo con noi, ritorniamo in cabina e approfittiamo per farci un sonnellino. Verso le 16.30 ritorniamo in bar dove il professore ci fa una lezione sui meteoriti. Molto interessante e chissà se durante i nostri vagabondaggi nei deserti non ci capiti di trovarne una. Durante il pomeriggio faccio conoscenza con due simpatici signori toscani, anche loro faranno un percorso simile al nostro ma non hanno date di rientro e in ogni caso torneranno a casa col loro pick-up camperizzato.
Breve cena in cabina e poi ancora in bar per continuare a parlare del nostro itinerario col professore. Mi sa che il buon Alberto si accoderà a noi almeno per alcuni giorni. Comunque sono stufa di sentir parlare sempre delle solite cose e quindi mi ritiro nei miei appartamenti a leggere un libro, L'oro del deserto, prestatomi dal professore. Alle 21.30 ora locale, le 22.30 ora in Italia, spengo la luce.
Breve cena in cabina e poi ancora in bar per continuare a parlare del nostro itinerario col professore. Mi sa che il buon Alberto si accoderà a noi almeno per alcuni giorni. Comunque sono stufa di sentir parlare sempre delle solite cose e quindi mi ritiro nei miei appartamenti a leggere un libro, L'oro del deserto, prestatomi dal professore. Alle 21.30 ora locale, le 22.30 ora in Italia, spengo la luce.
IV° giorno martedì 10/11/2015
km 398228
Oggi mi sveglio prima del solito e, sorpresa, abbiamo il water intasato. Sono costretta ad uscire per usare i bagni comuni che fortunatamente sono puliti. Rientro in cabina per fare la doccia e, sorpresa, l'acqua è fredda. Oggi non è giornata!!!! Lasciamo la cabina alle 9.30, 2 ore prima dello sbarco!!!! Pazienza. Ci facciamo le ultime due ore sul ponte chiacchierando con Alberto Mauro e Franco.
Puntuali arriviamo in porto a Tangeri, dopo aver attraversato lo stretto di Gibilterra.
alle 11.00 attracchiamo e, verso le 11.45, usciamo finalmente dalla pancia della Icarus e, con gioia, rimettiamo il piede in terra d'Africa. Il tempo è splendido ci sono 25° un pò ventilato e al pensiero che a casa hanno freddo...... Rispetto alla Goulette il porto di Tangeri è nuovo ed inoltre non c'è quella ressa e confusione che ha sempre contraddistinto il nostro arrivo in Tunisia, anzi è tutto molto ordinato e fluente. Infatti alle 12.30 abbiamo già fatto il controllo passaporti e quello doganale nel quale ci rilasciano una copia della carta di accompagnamento dell'auto. Ultimo controllo passaporti e immediatamente dopo si trovano i gabbiotti bianchi dove poter cambiare i soldi e fare l'assicurazione, obbligatoria in Marocco (cambio 1€=10,463 dirham, costo assicurazione per 10 gg 600,20dh per un mese il costo è di 960dh). Alle 13.00 siamo pronti per andare ma purtroppo Alberto deve ancora fare tutto. Finalmente pronti ma Alberto deve pranzare, noi lo abbiamo fatto mentre lo aspettavamo, e quindi sosta pranzo, anche se devo dire molto veloce e alle 14.30 siamo finalmente su strada in direzione Souk-el-arba-du-rharb. Qui è dove il professore dice si trovino reperti paleolitici ed Ezio vuole approfittare per cercare di trovarne qualcuno. Come al solito in Marocco bisogna stare attenti perchè lungo le strade sono disseminate pattuglie munite di autovelox, anche in autostrada. Infatti Alberto viene "beccato" ma se la cava con una “multa” di 10 €. Il percorso non è, paesaggisticamente parlando, un granchè anche quando lasciamo l'autostrada. Colline verdi, macchia mediterranea e poco altro. Ma ciò non toglie niente al fatto che siamo nuovamente in Africa!!!!!
Giunti in paese, orrendo, scopriamo che hanno costruito delle case sopra i luoghi dei ritrovamenti dei reperti, siamo oltre che delusi anche basiti. Si è fatto tardi, sono le 17.30, il sole è tramontato e quindi decidiamo di passare la notte nel campeggio presso la riserva naturale di Merdja Zerga, che dista circa 50km da Souk-el-arba. Il buio e le strade affollate e dissestate non ci consentono un andatura veloce. Alle 18.30 ci fermiamo nel paese di Moulay-Bousselham in un bar/ristorante(!) per mangiare qualcosa. Hanno solo una minestra calda pane e uova sode, ma la zuppa è buonissima e gli uomini ci si tuffano con entusiasmo. Addirittura Ezio ne ordina una seconda porzione. Io invece mi accontento di bere una caraffa di thè alla menta. Restiamo lì circa un ora e approfittiamo del wi-fi gratuito per inviare messaggi a casa. A pochi km c'è il campeggio che fortunatamente è aperto. Suoniamo il campanello è un tizio ci apre il portone e ci dice che possiamo sistemarci dove vogliamo e per pagare faremo domattina. Il posto è bello, quasi deserto, se non fosse per la forte umidità e le zanzare. Dopo aver sistemato il Boss per la notte, finchè ci sarà quest'umidità continueremo a dormire in macchina, aiutiamo Alberto a montare la tenda e a gonfiare il materassino. Speriamo solo che domani sera, visto che ci sganceremo, lo sappia fare da solo!!! Restiamo ancora un pò a chiacchierare gustandoci una fetta di melone che in precedenza aveva comprato il nostro compagno di viaggio, ma l'umidità è tanta e la stanchezza pure quindi alle 22.00 siamo in macchina. Dimenticavo di dire che tutto il pasto serale, cioè 3 zuppe 4 uova pane e la caraffa di thè le abbiamo pagate 42 dh, meno di 4 euro!!!
Giunti in paese, orrendo, scopriamo che hanno costruito delle case sopra i luoghi dei ritrovamenti dei reperti, siamo oltre che delusi anche basiti. Si è fatto tardi, sono le 17.30, il sole è tramontato e quindi decidiamo di passare la notte nel campeggio presso la riserva naturale di Merdja Zerga, che dista circa 50km da Souk-el-arba. Il buio e le strade affollate e dissestate non ci consentono un andatura veloce. Alle 18.30 ci fermiamo nel paese di Moulay-Bousselham in un bar/ristorante(!) per mangiare qualcosa. Hanno solo una minestra calda pane e uova sode, ma la zuppa è buonissima e gli uomini ci si tuffano con entusiasmo. Addirittura Ezio ne ordina una seconda porzione. Io invece mi accontento di bere una caraffa di thè alla menta. Restiamo lì circa un ora e approfittiamo del wi-fi gratuito per inviare messaggi a casa. A pochi km c'è il campeggio che fortunatamente è aperto. Suoniamo il campanello è un tizio ci apre il portone e ci dice che possiamo sistemarci dove vogliamo e per pagare faremo domattina. Il posto è bello, quasi deserto, se non fosse per la forte umidità e le zanzare. Dopo aver sistemato il Boss per la notte, finchè ci sarà quest'umidità continueremo a dormire in macchina, aiutiamo Alberto a montare la tenda e a gonfiare il materassino. Speriamo solo che domani sera, visto che ci sganceremo, lo sappia fare da solo!!! Restiamo ancora un pò a chiacchierare gustandoci una fetta di melone che in precedenza aveva comprato il nostro compagno di viaggio, ma l'umidità è tanta e la stanchezza pure quindi alle 22.00 siamo in macchina. Dimenticavo di dire che tutto il pasto serale, cioè 3 zuppe 4 uova pane e la caraffa di thè le abbiamo pagate 42 dh, meno di 4 euro!!!
V° giorno mercoledì 11/11/2015
km 398448
Stanotte si è dormito bene, almeno fino alle 4.00 quando ha iniziato a cantare il gallo. Anzi vari galli, praticamente sembravano accampati sotto l'auto. Alle 6.30 non ce la faccio più e scendo dal Boss ed effettivamente i galli sono nei pressi dell'auto. Questo grazie al fatto che ieri sera il professore ha lasciato le scorze dei meloni vicino alle macchine e i pennuti stanno banchettando da ore. Maledetto melone e maledetti stupidi pennuti!!!! I bagni sono praticabili ma l'acqua è fredda e non me la sento di farmi la doccia quindi mi lavo alla meno peggio e rientro nel Boss decentemente pulita ma somigliante a Napo orso capo, i miei capelli sono un disastro. ODIO L'UMIDITA'!!!!
Alle 7.00 sveglio Ezio perchè anche se abbiamo dormito in auto e ci mettiamo poco a risistemare, i primi giorni sono sempre un disastro di organizzazione. Non abbiamo le comodità a portata di mano perchè quando carichiamo il Boss cerchiamo più che l'organizzazione la possibilità di fare entrare più cose possibili con la certezza che quello che serve subito è sempre nel posto più impensabile e difficile da trovare. Infatti ci mettiamo 1 ora a essere pronti per affrontare la tappa di oggi e non siamo ancora al massimo dell'efficienza. Salutiamo Alberto, questi giorno in sua compagnia non sono stati solo piacevoli ma anche istruttivi, e alle 8.30, pagato il campeggio (80 dh), ci dirigiamo verso El Jadida.
Alle 7.00 sveglio Ezio perchè anche se abbiamo dormito in auto e ci mettiamo poco a risistemare, i primi giorni sono sempre un disastro di organizzazione. Non abbiamo le comodità a portata di mano perchè quando carichiamo il Boss cerchiamo più che l'organizzazione la possibilità di fare entrare più cose possibili con la certezza che quello che serve subito è sempre nel posto più impensabile e difficile da trovare. Infatti ci mettiamo 1 ora a essere pronti per affrontare la tappa di oggi e non siamo ancora al massimo dell'efficienza. Salutiamo Alberto, questi giorno in sua compagnia non sono stati solo piacevoli ma anche istruttivi, e alle 8.30, pagato il campeggio (80 dh), ci dirigiamo verso El Jadida.
Il primo tratto di strada lo facciamo su statali ma desistiamo dopo circa 50 km per prendere l'autostrada, perchè questo tratto di strada è in rifacimento ed è come fare fuoripista, tutta buche e fango, e anche il paesaggio non è dei migliori. In ogni caso l'autostrada corre in parallelo quindi, paesaggisticamente, non perderemo niente. Tutti i circa 400 km ci costano 131 dh, circa 12 €, quindi, tutto sommato conviene farla, in più il tratto da Riad a Marrakesh è a tre corsie. All'altezza di El Jadida l'autostrada finisce e, cosa più fastidiosa, ci ferma una pattuglia della stradale munita di autovelox. Ezio scende infastidito perchè certo di non aver superato i limiti di velocità, primo perchè non abbiamo fretta, secondo perchè l'esperienza passata fa si che Ezio tenga costantemente l'occhio sul tachimetro.
Dopo un pò di discussioni scendo anch'io per aiutarlo a tradurre ed alla fine l'abbiamo spuntata noi (forse perchè si sono resi conto che il trucchetto non ha funzionato), è stata dura ma ci accomiatiamo dai poliziotti tra sorrisi e strette di mano e senza aver pagato nulla.
Verso le 13.40 arriviamo in città e ci fermiamo quasi subito in porto a mangiare pesce. Altri avventori ci avevano sconsigliato di fermarci in porto optando per una friggitoria nei pressi del mercato, ma la fame è tanta e i vari chioschi col pesce fritto in esposizione troppo invitanti per fermarci e valutare con calma dove sarebbe meglio mangiare. Ed infatti eccoci seduti in luridi tavolini di plastica ed affondare le mani, ovviamente niente tovaglia e tovagliolini, su succulenti pesci fritti. Ezio opta per una frittura mista mentre io mi scofano un piatto gigantesco di calamari e merluzzo, rigorosamente fritti. Davvero ottimo. Non riusciamo a finire tutto e a malincuore lasciamo nei piatti quasi metà porzioni.
Dopo un pò di discussioni scendo anch'io per aiutarlo a tradurre ed alla fine l'abbiamo spuntata noi (forse perchè si sono resi conto che il trucchetto non ha funzionato), è stata dura ma ci accomiatiamo dai poliziotti tra sorrisi e strette di mano e senza aver pagato nulla.
Verso le 13.40 arriviamo in città e ci fermiamo quasi subito in porto a mangiare pesce. Altri avventori ci avevano sconsigliato di fermarci in porto optando per una friggitoria nei pressi del mercato, ma la fame è tanta e i vari chioschi col pesce fritto in esposizione troppo invitanti per fermarci e valutare con calma dove sarebbe meglio mangiare. Ed infatti eccoci seduti in luridi tavolini di plastica ed affondare le mani, ovviamente niente tovaglia e tovagliolini, su succulenti pesci fritti. Ezio opta per una frittura mista mentre io mi scofano un piatto gigantesco di calamari e merluzzo, rigorosamente fritti. Davvero ottimo. Non riusciamo a finire tutto e a malincuore lasciamo nei piatti quasi metà porzioni.
Paghiamo 100 dh, che per i nostri standard sono relativamente pochi, ma abbiamo la sensazione che ci abbiano fregato sul prezzo. Lasciamo la macchina parcheggiata di fronte al ristorante, un tizio ci assicura che la terrà d'occhio, e a piedi ci dirigiamo verso le mura dove all'interno si trova la vecchia medina. E' una bella giornata di sole e, anche se avevamo detto di non voler fare shopping in Marocco, non resistiamo ed entriamo in un negozio dove troviamo dei bei pezzi fossili in esposizione. Data la mia timidezza mi metto subito a chiacchierare col proprietario, che parla un pò di italiano, e tra un sorriso e una tazza di thè ci portiamo a casa due bei esemplari per pochi spiccioli. Proseguiamo la nostra passeggiata sulle vecchie mura, è uno spettacolo, purtroppo sono tenute in pessime condizioni, la spazzatura è ovunque e frena un pò il nostro entusiasmo. Facciamo tutto il periplo e ci troviamo nei pressi del mercato pomeridiano.
Effettivamente ci vorrebbe più tempo per visitarlo in maniera corretta ma noi non ne abbiamo così tanto e quindi ci accontentiamo di acquistare dei datteri e dei semi di zucca e ritorniamo dal Boss. Diamo all'amico che ci ha tenuto d'occhio la macchina una piccola mancia (10 dh) e riprendiamo l'asfalto direzione Beddouza. Questa volta si prosegue su statali prospicienti il mare, ma prima facciamo gasolio. Il percorso è magnifico, l'unica cosa che ci disturba è la nebbia, cavolo sembra di essere in val Padana!!! Non ci lasciamo scoraggiare e verso le 16.20 siamo a Bedouzza. Facciamo un pò di fatica a trovare il marabut sulla spiaggia, i locali interrogati non riescono a capire cosa stiamo cercando, ma con un culo pazzesco Ezio riesce a trovare il punto esatto dove lasciare l'asfalto. E di fronte a noi lo spettacolo del marabut dove ci si infrangono le onde dell'oceano. Anche se avvolto dalla nebbia, anzi forse per questo, è veramente un posto da favola. Nelle vicinanze c'è anche il faro verde, carino, ma non scendiamo neanche e, dall'auto stessa, scattiamo alcune foto. E' quasi buio ma vogliamo arrivare lo stesso ad Essaouria e, armati di pazienza, ma soprattutto di occhi buoni, ci facciamo le oltre 3 ore di viaggio su strade orrende e senza illuminazione o segnaletiche verticali. Un incubo!! Il traffico in senso contrario, anche se scarso, ci impedisce di usare la barra a led montata proprio per questo scopo. Ezio è stanco ma finalmente riusciamo a trovare, anche qui avendo molta fortuna, il luogo dove avevamo fatto campo 3 anni fa. E' ancora tutto uguale, un ampio terreno sassoso circondato da alberi di argan in assoluta tranquillità a pochi km da Essaouria. Siamo stanchi e dopo una velocissima cena fredda ce ne andiamo a letto, sono le 21.30.
VI° giorno giovedì 12/11/2015
km 399016
Mi sveglio alle 6.30 e, dopo aver espletato i bisogni mattutini, mi concedo un ora di relax godendomi una bellissima alba e scrivendo il diario. Effettivamente fa un pò freddo ma questo non mi impedisce di restare fuori in perfetta solitudine. Verso le 7.30 sveglio Ezio perchè, dicevo prima, bisogna ancora sistemare correttamente il Boss per renderlo al massimo dell'efficienza. Verso le 9.15 siamo pronti a lasciare questo incantevole luogo. Dopo pochi km ci fermiamo per comprare un pò di olio d'argan cosmetico e del miele in una delle tante cooperative di donne che lavorano, ancora con metodi antichi quindi senza macchinari, questo fantastico frutto. Mentre una di loro mi spiega il procedimento per la produzione, il seme di argan ha tre "malli" da togliere prima di poter tostare e macinare il seme dal quale si ricava l'olio, Ezio approfitta per scattare foto. Pagato e ringraziato le signore, riprendiamo il Boss direzione valle del Paradiso. Giunti a circa 50 km da Agadir deviamo verso l'entroterra che, nella cartina stradale è segnata come una strada gialla, invece, piacevole sorpresa, si rivela una pista sassosa e bellissima che si snoda attraverso le montagne.
L'imprevisto è piacevole ma ci fa rallentare parecchio la nostra andatura. La pista non è difficile ma la si può fare solo in fuoristrada ed in alcuni punti con marce ridotte, il panorama è mozzafiato e il silenzio perfetto. Vista l'ora, sono quasi le 14.00, decidiamo di fare una sosta pranzo e, ennesima piacevole sorpresa, scopriamo che questa è una zona piena di fossili. Mentre Ezio setaccia il terreno io preparo il pranzo a base di asparagi e salame. Siamo talmente fortunati che possiamo addirittura scegliere i pezzi più belli da portare con noi. Alle 15.00 ci rimettiamo in marcia e dopo una decina di km troviamo l'asfalto. Proseguiamo verso Immozeur dove, lasciata la macchina in parcheggio, raggiungiamo le cascate. La portata d'acqua è minima quindi lo spettacolo non è dei migliori. Qualche foto e poi subito in macchina per cercare di raggiungere, col favore della luce del sole, il parco di Sousse Massa. Verso Agadir ci fermiamo per fare gasolio e, verso le 18.30, raggiungiamo la spiaggia all'inizio del parco naturale.
E' uno spettacolo grandioso le dune di sabbia che finiscono direttamente nell'oceano atlantico. In fretta cucino un piatto di pasta per Ezio e poi mi godo il rumore del mare, le dune ed un cielo assolutamente perfetto. Sono circa le 19.30 e, in compagnia di un simpaticissimo cane a cui doverosamente diamo da mangiare, ci vediamo un film seduti tra le dune bevendo grappa. Non credo ci siano al mondo due persone più felici sulla terra in questo momento. Queste sono le gioie del viaggio. E' vero che non hai comodità, è vero che per giorni non riesci a farti una doccia, che sei stanca e irritabile ma davanti a tutto ciò ti rimetti in pace col mondo. Verso le 21.00 il vento comincia a soffiare più forte infastidendoci e abbassando la temperatura quindi decidiamo di vedere la fine del film a letto. Mezz'ora dopo io sono tra le braccia di Morfeo mentre Ezio continua la visione di un altro film. Meno male che ne abbiamo una buona scorta nella memoria esterna!!!!
VII° giorno venerdì 13/11/2015
km
Nottata bellissima, no freddo no umido, verso le 6.30 mi alzo, natura chiama, c'è un forte vento che non alza la sabbia ma rende la temperatura non proprio piacevole. Mi scoccia un pò non poter scrivere il diario fuori godendomi l'alba, ma anche nel Boss non è niente male. Alle 7.30 si alza anche Ezio e dopo colazione non resistiamo al richiamo dell'oceano e ci fiondiamo verso l'acqua. Tutto figo, passeggiata lungo la spiaggia, foto ricordo ecc...fino alla ripartenza. La sabbia è sabbia, pesiamo 35 quintali era logico l'insabbiamento. Spaliamo proviamo a partire, niente. Rispaliamo riproviamo, spaliamo, riproviamo e, conclusione logica, sgonfiamo i pneumatici e..... su come schegge. Come primo approccio con la sabbia dopo mesi niente male!! Ripreso momentaneamente l'asfalto puntiamo il muso verso il parco di Sousse Massa. Vi giungiamo alle 9.30 ai cancelli non c'è nessuno e quindi procediamo verso il parcheggio nel quale è vietato campeggiare. Lì troviamo un signore che vuole farci da guida, decliniamo gentilmente l'offerta e lui non insiste più di tanto. Ci facciamo una lunga camminata lungo il sentiero verso l'oceano, ma ahimè senza vedere l'ombra di un uccello.
Ezio allora decide di andare verso il fiume per vedere se ha più successo, mentre io proseguo su sentiero. Questa è una delle pochissime zone umide del Marocco, meta di migrazione di uccelli da e verso l'Europa ma in questa stagione ci sono pochissimi uccelli, o almeno noi non li vediamo. Dopo un paio d'ore di camminata desistiamo e ritorniamo verso l'auto. Il caldo è parecchio e i jeans mi si sono incollati addosso, mi sa che non serviva farmi la ceretta prima di partire, stasera quando li toglierò se ne andranno via anche i peli superflui.
Si prosegue e le immancabili foto della scogliera non possono mancare.
Si prosegue e le immancabili foto della scogliera non possono mancare.
Asfalto fino a Mirhleft, dove ci fermiamo a mangiare.
Ezio opta per una tajine di manzo mentre io prendo solo un thè.
Wifi gratis e quindi solito giro di telefonate e messaggi tramite whatsapp, anche perchè ieri sera non avevamo campo per mandare l'sms su you position e a casa erano preoccupati non vedendo il nostro spostamento sulla mappa.
Lasciamo l'asfalto subito dopo Sidi Ifni e sempre e solo su pista ci dirigiamo verso la Plage Blanche. Il percorso è meraviglioso, anche se la nostra andatura non supera i 20 kmh, si snoda attraverso le colline per arrivare vicino all'oceano per poi nuovamente ritornare verso le colline. Alcuni tratti sono davvero insidiosi, ridotte e blocco centrale inserito, ma ne vale senz'altro la pena.
Lasciamo l'asfalto subito dopo Sidi Ifni e sempre e solo su pista ci dirigiamo verso la Plage Blanche. Il percorso è meraviglioso, anche se la nostra andatura non supera i 20 kmh, si snoda attraverso le colline per arrivare vicino all'oceano per poi nuovamente ritornare verso le colline. Alcuni tratti sono davvero insidiosi, ridotte e blocco centrale inserito, ma ne vale senz'altro la pena.
Per ore non incontriamo nessuno, tranne qualche pescatore, e poi, sorpresa, due Toyota 80 spagnoli che arrivano in senso contrario. L'incontro è buffo considerato che becchiamo lo spagnolo con le braghe calate intento ad espletare i suoi bisogni. Con discrezione facciamo retromarcia in modo che l'uomo possa finire in pace "gli affari suoi". Si fermano per salutare e per sconsigliarci di fare la Plage Blanche questo pomeriggio perchè sta salendo la marea. Ringraziamo per la dritta e continuiamo a guidare su questa splendida pista.
Ad occhi poco attenti il paesaggio può sembrare brullo e senza vita, ma basta un occhio più attento ed ecco che scorgi dappertutto buffi animaletti, a metà strada tra un topo e uno scoiattolo. Sono buffi e al primo sentore di pericolo si rintanano nei loro buchi sulla terra, ce ne sono a centinaia. C'è ancora poco meno di un ora di luce, un lato negativo di fare un viaggio in questo periodo dell'anno è che il sole tramonta presto e se vuoi fare campo con un minimo di luce se costretto a fermarti al massimo alle 17.45, quindi a un paio di km dalla Plage Blanche ci fermiamo per oggi. Anche questa è una magnifica location, siamo circondati da rocce e sabbia, sentiamo il rumore delle onde ed in più possiamo fare un bel falò stasera. Infatti disseminati nel terreno troviamo parecchi pezzi di legno non troppo umidi e, prima che il sole cali definitivamente, ci occupiamo di raccoglierne il più possibile sempre con l'accortezza di non prendere piante ancora "vive". Con calma preparo la cena poi, mentre Ezio accende il fuoco, io rimetto in ordine il Boss. Davanti ad un fuoco scoppiettante ci vediamo un film, siamo anche al riparo dal vento, e alle 22.30 tutti a nanna.
VIII° giorno sabato 14/11/2015
km 399500
Stamattina mi sveglio più tardi del solito e, dopo i soliti riti mattutini, e considerato che non c'è vento, mi siedo fuori a godere quest'alba magnifica ascoltando le onde che si infrangono sulla spiaggia. L'unica pecca è il bisogno di fare una doccia e di cambiarmi i vestiti, sono 8 giorni che non lo facciamo, e se anche oggi non riusciremo a farlo mi sa che andrò fuori di testa. Alle 8.30 eccoci sulla Plage Blanche, rispetto a 3 anni fa il sentiero che facilita la discesa sul bagnasciuga è stato ripristinato quindi in pochi minuti eccoci a solcare questa "autostrada di sabbia".
I soliti pescatori lungo la riva, la solita umidità e il solito piacere di guidare in questo posto unico al mondo ci fanno costantemente compagnia in questi, ahimè pochi, km.
Purtroppo in poco più di mezz'ora arriviamo nello stesso punto in cui 3 anni fa avevamo fatto campo tra le dune. Risaliamo la scogliera e il sole finalmente si apre una breccia tra le nuvole. Considerata la temperatura, 26°C, il poco vento, decidiamo di farci una doccia. Non abbiamo molta acqua a nostra disposizione ma è sufficiente per una veloce insaponata e un ancor più veloce risciacquo, riusciamo anche a non usare gli asciugamani, il sole e il vento ci asciugano in pochi minuti. La sensazione di essere puliti è impagabile e il nostro morale si solleva di parecchio. Riprendiamo a fare fuori strada fini a circa 50 km da Tan Tan dove troviamo l'asfalto. A El Ouatia ci fermiamo per pranzo nello stesso posto di 3 anni fa a mangiare il pesce e a bere un thè alla menta.
Mentre stiamo pagando il conto ci si avvicina un signore italiano, Spartaco, che ci invita a casa sua a bere un thè e a fare due chiacchiere. Anche se abbiamo fretta non vogliamo essere scortesi e accettiamo il suo invito seguendolo fino a casa sua, casa enorme rispetto agli standard dei pensionati italiani. Spartaco infatti è un gentile pensionato di Padova che ha acquistato questo immobile e che fa la spola tra l'Italia ed il Marocco, stiamo in sua compagnia per circa un ora, con la promessa che se dovessimo ripassare da questa parti saremo suoi ospiti Poi riprendiamo la nostra strada fino a raggiungere il parco di Naila, una splendida laguna circondata da grandi dune di sabbia. Volendo ci si può far portare in barca a fare un giro fino alla sponda opposta, ma è già pomeriggio inoltrato e quindi noi optiamo per non farlo.
Ritornati sulla N1 raggiungiamo Tarfaya dove ci fermiamo a fare gasolio considerato che già da qui il combustibile costa meno (al litro 5,74dh). Non c'è molto da segnalare durante il pomeriggio, solo che quest'anno, almeno rispetto a 3 anni fa, ci sono meno pattuglie che ti controllano. Alle 17.00, anche se ci sarebbe ancora un ora di luce, decidiamo di fermarci nel campeggio di Luc, il Camp Bedouine, un francese che ha sposato una marocchina e che si è trasferito qui. Si trova a circa 5 km dalla N1 e li troviamo ancora il campo tendato fisso e la possibilità di fare una doccia calda come si deve. Due docce in un giorno, che lusso!! Per 50 dh in più opto per una doccia calda con acqua dolce, altrimenti compreso nel prezzo del campeggio la si può fare fredda ma l'acqua è un pò salata. Che meraviglia, riesco anche a lavarmi i capelli che asciugo al sole, mi sento parecchio rinfrancata. Approfitto anche per fare un pò di bucato e dopo preparo la cena. Durante il pasto una sgradevole sorpresa: attacco di zanzare. Zanzare a novembre? Ebbene si, e parecchie anche. Sopportiamo un paio d'ore l'attacco di questa malefiche bestiacce, l'autan aiuta ma siamo ugualmente pieni di ponfi. Alle 20.00 si placa il tutto e noi riusciamo a vederci un film sul tablet seduti fuori sulle sedie. Alle 21.30, senza riuscire a vedere la fine del film, andiamo a dormire.