Sto valutando, Putin permettendo, di trascorrere le ferie estive visitando il Kazakistan e l'Uzbekistan, periodo 25 luglio - 1 settembre.
In internet ho trovato ben poco pertanto mi rivolgo a voi sperando che qualcuno del forum ci sia gia' stato.
Se cosi' fosse avrei alcune informazioni da chiedere.

A grandi linee l'itinerario dovrebbe essere il seguente:
Mosca - ingresso in Kazakistan da nord (frontiera di Petukhovo - Mamlyutka) - Astana - monti Altai sino a sud - Samarcanda - rientro in Kazakistan da Beyneu - deserto del Mangystau - Ucraina ecc....
Qualcuno sa dirmi indicativamente il tempo necessario per percorrere il tratto Mosca - confine Kazako? Questo per regolarmi in quanto la moglie la faro' arrivare ad Astana in aereo e non vorrei che arrivasse prima lei.
Qualcuno e' mai stato nel deserto del Mangystau? Avrei in mente un percorso ma non so se sia fattibile.
E' gradito qualsiasi consiglio.

Bel viaggio Ezio, collaudi l'80? oppure col fidato 95.

No no, questa volta si va con l'80    speriamo che il 95 non si offenda.

Urge foto avatar con l'80 !!!!!
Beati voi che bel viaggio...certo 5 settimane di ferie....

È un viaggio che mi piacerebbe fare andando fino al lago Aral, deve essere una favola, complimenti.
Un parente di mia moglie ha lavorato in Tagikistan se ti serve.

Ucraina?  Metti una torretta armata all'80?  

Ricordati che hai appena finito un mega restauro  

10ale73 ha scritto: [Visualizza Messaggio]

È un viaggio che mi piacerebbe fare andando fino al lago Aral, deve essere una favola, complimenti.
Un parente di mia moglie ha lavorato in Tagikistan se ti serve.

Una favola? è un disastro ambientale di dimensioni colossali, uno dei più grandi disastri fatto dall'uomo,  è quasi tutto prosciugato dal prelievo da parte dei russi delle acque dei due immissari che sono state destinate ad irrigare altre zone, il lago è ridotto al 10% delle sue dimensioni originali, tanto è vero che si è diviso in due laghetti.

Se poi vogliamo apprezzare il lago prosciugato semi salato che ha lasciato ritirandosi e evaporando va anche bene, non sò neanche quanto sia praticabile anche perchè inquinato oltre che ridotto praticamente a zero

io sono stato un paio di volte in azerbajan x lavoro mi hanno consegnato un hilux nuovo di pacca e giravo i cantieri , che dire , fuori dai paesi/città c'è il nulla più totale x km steppe immense senza fine , poi se vai  in capitale (baku) è tutta un altra storia , praticamente una città europea  

nicolas ha scritto: [Visualizza Messaggio]

io sono stato un paio di volte in azerbajan x lavoro mi hanno consegnato un hilux nuovo di pacca e giravo i cantieri , che dire , fuori dai paesi/città c'è il nulla più totale x km steppe immense senza fine , poi se vai  in capitale (baku) è tutta un altra storia , praticamente una città europea  

Lo stesso discorso si può fare per Astana, dove tutto è in fermento, non metto in dubbio che fuori da questi centri urbani ci sia il nulla e infatti ne sono attratto, ma sul lago d'aral si può dire solo che hanno fatto un disastro, era un lago pescoso e con la pesca ci campavano tutti gli abitanti della zona adesso sono ridotti in miseria

Rubylove ha scritto: [Visualizza Messaggio]

10ale73 ha scritto: [Visualizza Messaggio]

È un viaggio che mi piacerebbe fare andando fino al lago Aral, deve essere una favola, complimenti.
Un parente di mia moglie ha lavorato in Tagikistan se ti serve.

Una favola? è un disastro ambientale di dimensioni colossali, uno dei più grandi disastri fatto dall'uomo,  è quasi tutto prosciugato dal prelievo da parte dei russi delle acque dei due immissari che sono state destinate ad irrigare altre zone, il lago è ridotto al 10% delle sue dimensioni originali, tanto è vero che si è diviso in due laghetti.

Se poi vogliamo apprezzare il lago prosciugato semi salato che ha lasciato ritirandosi e evaporando va anche bene, non sò neanche quanto sia praticabile anche perchè inquinato oltre che ridotto praticamente a zero

Che tristezza      
Ho recentemente visto un documentario che parlava proprio del disastro , che e' passato inosservato , in questo ultimo decennio del lago Aral.
E di altri luoghi dove il silenzio imposto dal regime nasconde tutto.