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La nostra Africa: 1^ tappa (07 nov-20 dic 2015)
Autore Messaggio
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Messaggio Re: La nostra Africa: 1^ tappa (07 nov-20 dic 2015) 
 
Ormai questa è diventata la lettura serale preferita.
 




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pugnali53
 
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Messaggio Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015) 
 
Io ero rimasto un pò indietro e oggi mi sono letto le ultime quattro o cinque puntate
 



 
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Messaggio Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015) 
 
Dato che ogni tanto ci guardo mi sono copiato tutte le gionate e aggiungo le nuove ma mano che escono
 




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ogni viaggio inizia con una partenza, finisce con un ritorno, e.........
continua con un racconto

https://m.facebook.com/raulivo.tassinari
 
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Messaggio Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015) 
 
ho saltato due puntate che oggi però ho recuperato. COMPLIMENTI bellissimo diario di bordo.
pino
 



 
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Messaggio Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015) 
 
XXXVI giorno sabato 12/12/2015
Km 405466

Mi alzo alle 7.15, sarei rimasta volentieri a dormire ma il nostro sorvegliante è stato raggiunto da un paio di amici che parlano ad alta voce. Impossibile fare pipì nei pressi del Boss, quindi sono costretta a farmi una passeggiata per trovare un posto più appartato. Ezio vuole continuare a poltrire in tenda, perché no? Tanto oggi sarà un dolce far niente per tutto il giorno, niente chiusura tenda, niente sistemazione macchina, niente guida. Se i locali non ci romperanno le scatole sarà un giorno perfetto. Nell’attesa che il poltrone si degni di farmi compagnia, mi siedo in riva all’oceano. È uno strano spettacolo quello che vedono i miei occhi, mucche al pascolo, jogger con le infradito e trattori sul bagnasciuga. Incredibile!!!! E’ come se a Lignano facessero pascolare gli animali in spiaggia senza però raccoglierne gli escrementi. C’è un po’ freschino stamattina ma l’umidità è scarsa e non ci sono zanzare. Ezio si alza ed intorno a noi si forma una “folla” di persone che ci chiedono da dove veniamo, cosa facciamo, se vogliamo comprare qualcosa o se vogliamo mangiare qualcosa, se non ci fossero tutte ste persone sarebbe il posto perfetto, sabbia bianca mare quasi calmo e non troppi turisti intorno. Uno di loro, certo Mathias, si accolla come una cozza e ci accompagna anche in paese a comprare il pane. Ci andiamo a piedi, tanto il nostro sorvegliante è sempre lì. Arriviamo alla “boutique” dove, oltre il pane compro anche delle uova, sono le prime che mangiamo da quando siamo partiti, sono già bollite, ma spero comunque che non ci facciano male. Sempre in compagnia di sto Mathias torniamo in spiaggia, il tizio è simpatico ma durante il percorso non sta zitto un momento. Ci dice che lui, oltre a fare il guardiano in spiaggia a protezione dei turisti, che tra l’altro raramente escono dai loro alberghi di lusso, è un fotografo e un cineoperatore di eventi popolari. Infatti, una volta raggiunta la macchina, io mi stendo al sole mentre Ezio è costretto a sorbirsi la visione delle foto e dei film di Mathias.

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Dopo un ora è ancora lì, il marito non ne può più, allora si decide di fare una passeggiata lungo l’oceano per togliercelo di dosso. Magnifica!! Durante tutto il tempo, quasi 2 ore, incontriamo solamente una coppia di turisti e alcune mucche. Ritornati indietro e visto che è mezzogiorno passato iniziamo a mangiare me subito veniamo raggiunti da Bambi.


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Bambi (quella col cesto sulla testa)


Bambi è una signora che vende frutta fresca e noccioline, per sbolognarla in fretta le compro qualcosa. Appena se ne va ne arriva un’altra che si trascina dietro una bimbetta di un paio d’anni e un fagotto con dentro la qualsiasi. Impossibile resistere a quel faccino quindi le preparo del pane con la nutella. Se lo mangia intanto che la mamma mi mostra la sua mercanzia. Anche con lei faccio lo stesso che con Bambi, le compro subito qualcosa in modo da poter far mangiare Ezio in santa pace. Ripeto se non ci fosse tutto sto po po’ di persone staremmo qui più a lungo ma, visto la situazione, domattina ce ne andremo. Finalmente soli ci rilassiamo all’ombra del tendalino, stare al sole è impossibile, troppo caldo. Nel pomeriggio puliamo e sistemiamo un po’ il Boss e poi nuovamente a sguazzare in acqua. Dopo una piccola doccia, solo per eliminare il sale di dosso, preparo la cena anche se sono solo le 18.30. Ezio si gusta il suo piatto di pasta seduto sulla sabbia e guardando il sole spegnersi nell’oceano, mica scemo il mio uomo. Alle 19.30 siamo in tenda a vederci un film.


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tramonto



XXXVII giorno domenica 13/12/2015
Km 405466

Mi alzo alle 7.00, stanotte l’umidità è stata maggiore rispetto a ieri, e abbiamo la tenda e il suo contenuto bagnati. In ogni caso l’alba è spettacolare e il silenzio è rotto solo dalle onde che si infrangono sulla spiaggia. Impagabile!!! Questo stato di grazia dura poco, infatti incominciano a tornare i rompiscatole, diversi da quelli di ieri, ma sempre rompi scatole. Alle 9.00, dopo aver ringraziato Jean K per aver fatto la guardia, gli diamo una mancia e dopo aver asciugato la tenda alla meno peggio, siamo pronti a partire, la Gambia ci aspetta. Niente da segnalare durante il percorso, a parte una sosta per fare gasolio  solo perché abbiamo ancora parecchi cfa, fino al posto di confine di Soma. Vi giungiamo alle 13.20 e entriamo negli “uffici” di polizia nei quali, prima di metterci il timbro sui passaporti, ci chiedono soldi. Noi facciamo finta di non capire o parlare francese e, dopo un po’ ci lasciano andare coi passaporti timbrati. Peggio alla dogana, l’addetto ci fa un sacco di storie per firmarci il carnet du passage, gli spieghiamo che se non ce lo firma non potremmo andare in altri stati. Per farlo ovviamente ci chiede soldi, e anche qui facciamo gli scemi. Di sicuro non ho voglia di pagare una tangente per avere qualcosa che mi spetta e anche per non abituarli a domandare soldi ai prossimi disgraziati che passeranno di qua. Cerchiamo di stare calmi, cosa per me molto difficile, e dopo un po’ di tira e molla ci firma il carnet. E siamo in Gambia. Prima di raggiungere i posti di controllo gambiani c’è ancora un gabbiotto con dei poliziotti che ci prendono i passaporti e ci chiedono soldi per restituirli. Non ce la facciamo più, io sono incazzata come un toro che vede un fazzoletto rosso Ezio è più calmo di me ed infatti è lui che cerca di fare capire a sti deficienti che noi non gli daremo mai soldi. Alla fine capiscono l’antifona ma non mollano e mi domandano di regalargli i miei anfibi. Ma stiamo scherzando!!!!!! Vorrei buttarglieli in faccia ma Ezio mi frena e gentilmente gli fa capire che questo è l’unico paio di scarpe che ho. Finalmente ci consegnano i passaporti. Bisogna fare qualche km prima di raggiungere il paese di Soma dove ci sono gli uffici sia doganali che di polizia. Bisogna stare attenti perché sono incuneati tra vari negozi e non sono facili da individuare. A destra ci sono gli uffici doganali e a sinistra quelli di polizia e dell’immigrazione. Stessa storia di prima, per firmare qualsiasi cosa chiedono la “mandorla”. È un delirio di corruzione  ed uno stress non indifferente riuscire a stare calmi in queste situazioni, ma ci facciamo forza e riusciamo a sbrigare tutte le pratiche senza scucire soldi e alle 14.30 abbiamo finito di litigare coi vari ufficiali. Prima di lasciare Soma dobbiamo cambiare euro in dalasi, oggi è domenica e le banche sono chiuse, e siamo costretti ad affidarci a quelli del mercato nero. Non ci fanno un buon cambio ( 100€ = 4.400 dalasi) ma siamo costretti ad accettare. Poi ci mettiamo a cercare una sim telefonica  e il tizio che ce la vende ci chiede soldi per configurare il cellulare. Bastaaaaaaa!!!! Siamo sfiniti, qui è peggio che in Senegal, il che è tutto dire. Lasciamo Soma incazzati neri. A pochi km dal paese c’è da prendere il traghetto per attraversare il fiume Gambia e, una vota arrivati lì, ci dicono che avremmo dovuto fare il biglietto. Ma dove se prima del fiume non c’era niente? A malincuore ce lo fanno il loco dicendoci che dobbiamo pagare in valuta straniera. Assurdo! Più sto in questo paese meno lo capisco. Fortunatamente abbiamo ancora cfa e riusciamo quindi a pagare il passaggio ( 2.500 per la macchina+ 200 per noi). Aspettiamo l’arrivo del traghetto, cioè della bagnarola che a vederla fa paura, sempre circondati da ragazzini. Non sono malvagi anzi uno di loro ci dice che durante il percorso per raggiungere Georgetown ci saranno parecchi posti di polizia dove ci chiederanno soldi che però noi non dobbiamo dargli, inoltre cerca anche di configurarci il cellulare e senza chiedere nulla in cambio. Alle 16.00 siamo sulla riva opposta e, raggiunta Faraphenni, altro posto di frontiera col Senegal, deviamo verso est in direzione Janjangbureh. Durante il percorso in effetti ci sono parecchi posti di controllo, in uno di questi ci controllano l’auto e l’interno della mia borsa, ma non ci chiedono soldi. Siamo stanchi e provati dal passaggio del confine, quindi cerchiamo un posto per fare sosta anche se non è così tardi. Troviamo un sentiero, lo percorriamo per un po’ e, in mezzo alla foresta, ci fermiamo. Ezio pulisce un minimo il terreno col machete per far posto al Boss e a noi, poi apriamo la tenda x cercare di farla asciugare, infatti sono le 17.30 e fa ancora parecchio caldo. Pensavamo di avere trovato un posto tranquillo lontano da occhi indiscreti, invece no! Prima dell’imbrunire si avvicinano un tizio su un carretto e con i suoi figli e si ferma proprio qui a fare legna. Che sfiga! Dopo le presentazioni indovinate che ci chiede? Ma soldi no!!! Sono parecchio insistenti nel chiederli ma noi, ancora super incazzati, lo siamo di più nel negarglieli. Li prendiamo per sfinimento e alla fine se ne vanno, credo più arrabbiati di noi. Non ce la sentiamo di accendere le luci e restare fuori, quindi lavo i piatti alla meno peggio sistemo il Boss al buio e, alle 19.30, siamo già in tenda. Il caldo non ci dà più fastidio, anzi, e non c’è umidità, di conseguenza riusciamo sia a vedere il film sia ad addormentarci in santa pace.


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XXXVIII giorno lunedì 14/12/2015
Km 405740

Nottata tranquilla anche se freddina, i sacchi a pelo restano chiusi tutta la notte. Anche se malvolentieri Ezio si alza alla solita ora e, senza neanche fare colazione, non abbiamo più niente da mangiare, riprendiamo il nostro viaggio. Nei pochi km ce ci separano da Wassu i controlli sono numerosi, chi ci chiede solo da dove veniamo e dove stiamo andando, chi invece ci chiede i passaporti e ci controlla l’interno dell’auto. In ogni caso non ci chiedono soldi. Arriviamo a Wassu e subiamo 2 controlli in meno di un km. A metà del paese troviamo la deviazione per la “stone henge” locale, sito patrimonio dell’Unesco. Pochi metri prima dell’ingresso altro controllo dove, oltre ai documenti, tre poliziotti ci chiedono soldi. Io sono ancora incazzata e mal disposta da ieri e faccio finta di non parlare inglese, Ezio, leggermente più calmo di me, cerca di farci ridare i passaporti. Niente da fare i poliziotti insistono, ci mettiamo un po’ per riuscire a farci ridare i documenti senza pagare nulla. Per entrare al sito ci chiedono 50 dalasi, una sciocchezza. Ma mi accorgo che dei turisti accompagnati ad una guida locale entrano senza pagare, allora perché noi dovremmo farlo? Ripeto un euro è una sciocchezza ma è una questione di principio. Mi rifiuto di entrare pagando e quindi andiamo via senza vedere il sito incazzata più di prima, lo vediamo da lontano e sinceramente non è che sia sto granchè. Tornati in macchina usciamo dal paese e…..altro controllo di polizia con conseguente richiesta di denaro. Non ce la faccio più, sono così stressata che ho una crisi di pianto irrefrenabile. È la prima volta che mi succede, mai in tutti i nostri viaggi mi è capitato di piangere dallo stress e, di situazioni poco piacevoli ce ne sono capitati, ma qui mi stanno togliendo la pelle di dosso oltre a farmi cambiare idea sulla decisione di venire in Africa. In questo momento ho solo voglia di tornare a casa, alla civiltà, dove nessuno ti chiede continuamente soldi e dove la pulizia e il confort impazzano. Il pianto dura fino a Janjangbureh, Ezio capisce che ho bisogno di relax e quindi mi porta in un campeggio/lodge. La strada per raggiungerlo è immediatamente prima di prendere il traghetto per attraversare il fiume. All’ingresso una ragazza, gestisce lei il campeggio, ci dice che per campeggiare vuole 150 dalasi ma, se consumiamo la cena il campeggio è gratuito e la cena per due ci costerebbe 400 dalasi. La decisione è presto presa, solo 10 € per mangiare e campeggiare con l’uso di bagni e doccia. Certo non è il massimo della pulizia, i bagni comuni sono così impraticabili che ci apre un bungalow un po’ più pulito, ma sono talmente angosciata che in questo momento andrebbe bene tutto. A piedi, per raggiungere il traghetto c’è circa 1 km, raggiungiamo il centro di Georgetown.


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Anche lui in attesa del traghetto?

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È un piccolo paese, c’è una scuola, un polveroso campo di calcio dove si sta disputando una partita tra ragazzini, alcuni di loro sono scalzi, e qualche negozietto. Il caldo e la polvere non danno tregua così, dopo aver visto un po’ la partita di calcio, una cosa buffa è che i guardialinee avevano al posto delle bandierine delle fronde d’albero, e aver comprato pochi generi alimentari, ritorniamo in campeggio.


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Il traghetto è fermo, non si sa perché, quindi prendiamo un barchino che viene stipato di gente fino all’inverosimile, ma che ci costa la metà rispetto al traghetto.


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Per pranzo mangiamo solo qualche fetta d’anguria e finalmente mi faccio una doccia. Ovviamente l’acqua è fredda, e scende col contagocce, ma non importa ne avevo proprio bisogno. Mentre sono sotto la doccia mi lavo anche i pantaloni e la maglietta e, in attesa che si asciughino, salgo in tenda a vedermi un film mentre Ezio si rilassa leggendo un libro. Alle 18.00 siamo affamati e andiamo a gustarci la nostra cena, pollo arrosto con riso bollito. Buono ma troppo poco, restiamo affamati. Finiamo di bere la birra in riva al fiume ma l’attacco di zanzare ci induce a tornare in tenda. Sembra abbiano l’orologio ore 19.00 iniziano l’attacco ore 20.30 fine dell’attacco. Comunque siamo talmente stanchi che alla fine non ci dispiace salire in tenda così presto.


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Messaggio Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015) 
 
XXXIX giorno martedì 15/12/2015
Km 405800

Stanotte la scarsa umidità e la temperatura piacevole fanno si che si dorme bene. Il problema si verifica verso le 6.00 quando i muezzin gli uccelli e le scimmie si mettono a “cantare” tutti insieme dandoci una sveglia che non volevamo. Consumiamo la nostra colazione circondati dai primati, con i quali dividiamo il pane, paghiamo il campeggio  e ci dirigiamo al traghetto.

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scimmietta


Lo vediamo dall’altra parte della riva e aspettiamo. Aspettiamo. Aspettiamo. Stanchi di aspettare chiediamo ad un tipo a che ora arriverà. Lui ci dice che potremmo a spettare 5 minuti, 15 minuti, un ora, 2 ore……questa è l’Africa. Finalmente il ferry-boat arriva, dopo un ora e mezza, e ci chiedono 200 dalasi per traghettare il Boss. Ok, ma mi accorgo che  un altro passeggero con la macchina ne paga 80……questa è l’Africa!!!!

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Finalmente possiamo prendere la strada che ci porterà a Banjul, sperando che la situazione migliori. Macchè!!! Per fare i circa 200 km che ci separano dalla capitale ci mettiamo 6 ore. Non perché le condizioni delle strade siano pessime, anzi, ma perché veniamo continuamente fermati da poliziotti o doganieri o militari. Facendo una media, ogni 8/10 km Ezio è costretto a scendere dalla macchina per far vedere che non stiamo trasportando niente di “pericoloso”. Un incubo!!! Ma almeno nessuno ci chiede più soldi, anzi sono tutti molto carini e stupiti dal fatto che siamo arrivati fin qui con il nostro fuoristrada.
Lungo la strada ci fermiamo per pranzare e ci accorgiamo che vicino a noi gli alberi sono pieni di  uccelli.

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Ripassiamo nuovamente per Soma dove ci fermiamo a fare gasolio, mi sa che questo sarà il nostro ultimo rifornimento di carburante, almeno per questo viaggio. Arriviamo a Banjul verso le 15.30, il traffico è allucinante. Non siamo più abituati a vedere tante macchine, fin ora il massimo era stato superare i carretti trainati da muli. Ci fermiamo in un negozio per fare una ricarica telefonica  e chi ti incontriamo? Il ragazzo che ci aveva aiutati il nostro primo giorno in Gambia. Non sappiamo che cosa ci faccia qui, in ogni caso ci aiuta anche stavolta a configurare il cellulare. Che internet sia!!! Siamo a 5 km dalla nostra meta finale e non vediamo l’ora di poterci fermare. Il Sukuta camping è una delusione, non è vicino al mare come si credeva, ma almeno è carino e pulito. Incontriamo Joe, il proprietario tedesco e scorbutico, che ad un cero punto, dopo averci dato informazioni frammentarie, sparisce non si sa dove. Ospite del campeggio c’è un ragazzo olandese, Adriano, che parla perfettamente l’italiano, ed è lui che ci da le dritte giuste su dove trovare un supermercato degno di questo nome. Considerato che siamo ancora decentemente puliti, decidiamo di saltare la doccia e andare a vedere dove poter fare la spesa, cambiare un po’ di euro e dove far lavare la macchina. Troviamo il supermercato ma i prezzi sono pazzeschi, anche il doppi su certi prodotti rispetto all’Italia, quindi compriamo solo lo stretto indispensabile per questi ultimi giorni. Poi troviamo un grosso distributore dove poter lavare il Boss, ma siamo senza soldi e quindi urge trovare una banca. La troviamo ma il bancomat non funziona, strano no? Il vigilante ci vede leggermente disperati e, carinamente, ci accompagna in un’agenzia di cambio, meglio rispetto al cambio al mercato nero di Soma ma non sapremo mai a quanto è il cambio ufficiale. Stanchi ritorniamo al Sukuta e, dopo cena e dopo aver lavato i piatti, andiamo nell’area comune dove troviamo Adriano e altri due ragazzi austriaci che con la loro Lada vogliono arrivare in Sud Africa. Finalmente mi rilasso, stasera è Ezio che parla visto che tutti conoscono il tedesco. Scopriamo che i due ragazzi, Cristine e Stefan, hanno fatto più volte il raduno dei fuoristrada di Gradisca e che conoscono un paio di persone amiche di Ezio. Anche in questa occasione penso che è veramente piccolo il mondo. Ci lasciano anche un indirizzo di un ragazzo svizzero che abita in Benin dove poter eventualmente lasciare l’auto la prossima volta. Stanchi, alle 23.30 andiamo a dormire.


XL giorno mercoledì 16/12/2015
Km 406095

Stanotte ho dormito malissimo, troppo umido e caldo, ma almeno non ci sono le zanzare. In attesa che il marito si alzi per fare colazione, scrivo questo diario sopportando stoicamente il fatto che alle 7.00 di mattina sono già tutta bagnata. Ieri sera avevamo deciso che stamattina saremmo andati in spiaggia a prendere il sole ma, prima Adriano e poi Stefan e Cristine, vengono a vedere l’allestimento del Boss e, si sa che quando i ragazzi parlano di auto e allestimenti…..per farla breve alle 10.30 sono ancora tutti ad ammirare il nostro fuoristrada. Niente mare!!! Per evitare di perdere tutta la giornata decidiamo che ci rilasseremo domani e di pulire tutto oggi. Quindi, mentre Ezio, in compagnia di Adriano, porta il Boss a farsi bello, io porto le cose da lavare in lavatrice alla ragazza addetta a questo scopo e lavo quello che posso a mano.

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Ezio ci mette 3 ore a riportare il Boss tutto pulito in campeggio, certo lo ha fatto lavare anche sotto!!! Io ne frattempo stavo iniziando a preoccuparmi, e al suo rientro consumiamo un pasto veloce e continuiamo a lavorare come matti per rendere il fuoristrada efficiente per la prossima volta. È tutto un disfare e rifare, puliamo il pulibile con i pochi mezzi a disposizione, ma alla fine almeno il nostro compagno di viaggio è pulito e efficiente. Alle 18.00 smettiamo di correre come dei forsennati e ci rilassiamo un po’ in attesa della cena. Facciamo due chiacchiere, meglio dire Ezio parla mentre io mi sforzo di capire, coi ragazzi austriaci mangiando una fetta d’anguria, ovviamente si parla sempre delle stesse cose, viaggi, allestimenti e Toyota. Di certo, quest’ultimo, non è tra i miei argomenti preferiti. Alle 20.00 ci accorgiamo che Adriano è andato via senza salutare ne noi ne gli amici austriaci, aveva l’aereo alle 23.00. Non riesco a capire come mai, forse non ci ha visti o……boh! comunque alle 21.00 siamo pronti per andare a dormire, siamo talmente stanchi che nessuno dei due ha voglia di guardare un film.


XLI giorno giovedì 17/12/2015
Km 406102

Siamo costretti a dormire coi sacchi a pelo estivi, gli altri li ho  portati a lavare, quindi stanotte niente umido ma freddo! Mi alzo alle 7.00 e, per ingannare il tempo, continuo a fare il bucato a mano, spero che quello che ho dato da lavare in lavatrice me lo diamo oggi asciutto, e a preparare la colazione. La batteria dei servizi non regge più il consumo del frigo e quindi siamo costretti ad aspettare fino alle 10.00, quando arriva Joe, per farci dare la corrente e la password per internet. Anche oggi niente mare!! Continuiamo allora a sistemare le cose prima della partenza. Mi consegnano tutti i panni lavati anche se non perfettamente, e asciugati quindi rifacciamo i letti, sia quelli in tenda sia quello in macchina. Poi è la volta dei vestiti, lasciamo solo lo stretto indispensabile per la prossima volta, e il resto, sedia compresa, lo porteremo con noi in valigia. Poi è la volta delle attrezzature elettroniche, qui resterà il computer, la macchina fotografica, la go pro, le luci da testa ecc… Insomma tra una cosa e l’altra ci va tutta la giornata. Nel tardo pomeriggio andiamo a fare un giro in macchina e cerchiamo un posto carino al mare dove passare la giornata di domani. Giriamo come cretini per trovare il Kunta Kinte, un bar/ristorante consigliatoci da Luca, ma non lo troviamo, o almeno, dovremmo lasciare il mezzo in un parcheggio e lasciare le chiavi a dei giovani parcheggiatori nel caso dovessero spostarlo visto che il parcheggio era pieno di veicoli. Manco morti!!   Allora decidiamo che domani andremo al mare a piedi, dal campeggio sono meno di 2 km, così da non aver problemi di parcheggio né bisogno di cercarci un taxi, sperando che ci sia un posto decente. Non vogliamo spostare più la macchina anche perché , anche oggi, siamo stati fermati da varie pattuglie ed, in una di queste occasioni, ci hanno chiesto insistentemente la solita “mandorla”. Quindi domani passeggiata e…..Inshallah!! nel pomeriggio, in campeggio, arriva un ragazzo americano che viaggia in moto dal 2012. Ammira il nostro mezzo di locomozione, è il suo sogno poter viaggiare con un fuoristrada simile al nostro, anche per poter viaggiare più comodamente. Mi piacerebbe chiacchierare con lui, ma già il mio inglese è claudicante poi con lo slang americano peggiora notevolmente. Lo lasciamo in compagnia degli austriaci e noi andiamo a cenare. Stasera per Ezio fagioli con l’ultima confezione di pancetta e latte e orzo per me. Dopo cena si intrattiene parlando con un dipendente del campeggio e carinamente gli cede la macina mauritana visto che ormai abbiamo poche possibilità di portarla in Italia. Nel frattempo io finisco di mettere in ordine e mi faccio una lunga chiacchierata con mia sorella. San internet!

XLII giorno venerdì 18/12/2015
Km406102

Stanotte niente freddo o umido a disturbare il mio sonno in compenso ci pensa la mia vescica a farlo, e per ben tre volte!! va beh mi sa che per farmi una bella dormita dovrò aspettare di tornare a casa. Sveglio Ezio presto perchè oggi ho intenzione di non fare altro che andare al mare. E mare fu!!!! a piedi raggiungiamo la spiaggia, sono solo 2 km, e ci basta attraversare la strada asfaltata e al primo “stabilimento” balneare ci stabiliamo. Ottima scelta considerato che i lettini e gli ombrelloni sono gratis e paghi solamente eventuali ordinazioni di bar o ristorante, in ogni caso non sei costretto a farlo, volendo puoi ordinare solo una bottiglia d'acqua, circa 1 €, e nessuno ti dice niente. Noi invece optiamo non solo di bere ma anche di mangiare a pranzo. Un thè caldo la mattina, fish and chips per Ezio, omelette per me, 2 birre.  praticamente trascorriamo una magnifica giornata di sole e relax con la modica cifra di 16 €. Inoltre, scegliendo questa opzione, non hai lo stress di vederti arrivare frotte di persone che cercano di venderti questo o quello mentre stai disteso al sole. Le ore passano piacevolmente, il nostro essere “spalmati” sui lettini viene interrotto solo da brevi passeggiate per raggiungere l'oceano e farci un bagno.


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E pensare che siamo a dicembre e che i nostri cari sono a casa a morire di freddo. Nel tardo pomeriggio , sempre a piedi, torniamo in campeggio. Lungo la strada compriamo del pane  e delle uova. Raggiunto il Sukuta ci facciamo una doccia, scriviamo cartoline, navighiamo su internet insomma continuiamo a non fare una beata mazza fino all'ora di cena. Stasera carbonara, e che carbonara!!! anche se non abbiamo fatto quasi nulla tutto il giorno decidiamo comunque di andare a letto presto, anche perchè stasera circolano un po' di zanzare e poi è più comodo guardare il film distesi a letto.

XLIII giorno sabato 19/12/2015
km 406129

Stanotte si è dormito bene e, se non fosse stato per il gallo e il muezzin che iniziano a “cantare” alle 5.30, sarei rimasta a dormire ancora per un bel po'. Mi viene in mente che oggi è il nostro ultimo giorno di vacanza e, al riguardo, ho pensieri contrastanti. Da una parte vorrei ancora stare qui a godermi il sole e il caldo, dall'altra ho una voglia pazzesca di rivedere la mia famiglia e di avere finalmente le comodità e la pulizia di casa mia. Certo che noi umani non siamo mai contenti!! Ripetiamo gli stessi gesti, da quando siamo in viaggio, per l'ultima volta e poi andiamo in spiaggia a goderci le nostre ultime ore di caldo. Almeno per quest'anno. Rimaniamo stesi sui lettini tutto il giorno, solo io vado a farmi il bagno, il richiamo delle onde è troppo forte. Ad un certo punto arriva anche una scimietta a farci compagnia.


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Alle 15.30 abbandoniamo la spiaggia per ritornare in campeggio dove finiamo di fare i bagagli, mangiamo qualcosa di veloce e aspettiamo il momento di lasciare il Boss. È dura sapere che starà in balia di altre persone e non verrà “coccolato” come facciamo noi di solito, ma è bello sapere che saremo costretti a tornare per riprendercelo. Alle 21.00 ci accompagnano in aeroporto, ½ ora di strada e siamo arrivati. Ci sono 2 aerei in partenza e, quindi, parecchia gente al ceck-in, ma in un ora riusciamo a passare i controlli di polizia senza problemi. Aspettiamo fino alle 23.30 in sala d'attesa leggendo un libro, infatti l'aeroporto è piccolissimo e non c'è niente da fare o interessante da vedere. A mezzanotte l'aereo, puntualissimo, lascia il suolo africano. Pur essendo molto stanchi non riusciamo a dormire, fortunatamente il volo dura poco, in meno di 5 ore siamo in Europa.

XLIV giorno domenica 20/12/2015

Arriviamo a Barcellona in perfetto orario, 5.50 ora locale.

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Il tempo di ripassare, anche stavolta indenni, i controlli di polizia e siamo in uno dei più bei aeroporti europei. Un notevole cambiamento, in meglio, rispetto a 5 ora fa. Per ingannare il tempo, 4 ore d'attesa per il prossimo volo, ci facciamo un giro per gli innumerevoli negozi, di dormire non se ne parla, e di mandare messaggi agli amici essendoci wifi gratuito.
Anche qui il volo parte in perfetto orario e alle 11.00 lasciamo Barcellona. Arrivo a Venezia ore 12.15, addirittura con 5 minuti d'anticipo, e non perdiamo neanche tempo al ritiro bagagli. L'abbraccio con mia sorella non è descrivibile a parole, dico solo che dura più dell'attesa per il ritiro bagagli, e poi via verso casa. Alle 14.00 riapriamo dopo quasi 2 mesi la porta di casa, siamo stanchi ma felici.


Km finali         406129
Km percorsi      8352



Conclusioni

E' sempre eccitante iniziare un nuovo viaggio. Sai più o meno dove andrai, ma quello che veramente è eccitazione pura è quello che non sai. Non sai quali saranno le condizioni delle strade, non sai quanto impiegherai a percorrere il tuo itinerario, non sa quale sarà la situazione che troverai nei vari paesi e non sai chi incontrerai. Ma il bello è che questa eccitazione non è mai delusa. Ogni paesaggio visto, ogni strada intrapresa, ogni persona incontrata è sempre una sorpresa. Spiacevole raramente, il più delle volte è molto molto piacevole. E anche quest'avventura non ci ha deluso. E' vero che la maggior parte del tempo siamo stati costretti a vivere in pessime condizioni, che molte volte ho avuto la tentazione di tornare indietro, ma quando ci siamo trovati davanti allo spettacolo magnifico di un alba nel deserto, o quando siamo stati costretti a urlare per sovrastare il rumore delle onde dell'oceano o quando l'ultima cosa che vedevi prima di addormentarti erano milioni di magnifiche stelle splendenti......beh tutti i disagi tutte le sofferenze e la voglia di tornare indietro svanivano. Ogni donna uomo bambino incontrati ci hanno insegnato qualcosa, alcuni non proprio cose edificanti, altri, la maggior parte, cose che terremo con noi sperando di farne tesoro. E anche se la voglia di tornare a casa, e specialmente di abbracciare coloro che amiamo di più al mondo, è forte lo è anche il bisogno e la voglia di vedere cosa c'è  dietro la prossima curva, dietro una collina e oltre l'orizzonte.


Continua......
 



 
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Messaggio Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015) 
 
Fiuuuu!
 




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Messaggio Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015) 
 
Magica Tiziana!

Vi aspettiamo nel Granducato!
 




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http://www.youtube.com/watch?v=kRbP2QgW7Io&feature=related
 
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Messaggio Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015) 
 
non posso fare altro che un lunghissimo applauso !!!
bravi e brava!

grazie
Enrico
 



 
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Messaggio Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015) 
 
Adesso non possiamo che aspettare il seguito, la seconda tappa!
 



 
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