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La nostra Africa: 1^ tappa (07 nov-20 dic 2015)

La nostra Africa: 1^ tappa (07 nov-20 dic 2015)
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Messaggio Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015) 
 
XXI giorno venerdì 27/11/2015
Km 402352

Mi sveglio alle 2.00 per fare pipì, la tisana calda di ieri sera produce i suoi effetti, risalgo in tenda infreddolita e da quel momento non riesco più a dormire. Alle 7.30 partiamo per raggiungere la falesia di Rachid. Il percorso è agevole, sabbia dura mista ad erba, il panorama è sempre carico di sorprese, infatti oltre ad acacie ed erba si incontrano anche dune di sabbia rossa e rocce nere. Arriviamo alla falesia e con nostro rammarico  scopriamo che, poche decine di metri più in la, stanno asfaltando la pista.


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Ovvio che per i mauritani sia una grande comodità ed un avanzamento verso la civiltà, ma a noi piange il cuore, un posto così bello depauperato in questo modo. Proseguiamo verso il ouadi di Rachid e per precauzione sgonfiamo i pneumatici a 1,6. Lo percorriamo tutto ad alta velocità, la sabbia ci consente di farlo, ed è un vero piacere guidare su questo magnifico fiume in secca. Ci fermiamo spesso per far foto e per giocare un po col Boss. La pacchia è finita, infatti, raggiunta Rachid, dove ci fermiamo per il solito controllo di polizia e dove curiamo un signore con una brutta ferita su una gamba, prendiamo l’asfalto fino a raggiungere Tidjikja. E' quasi mezzogiorno che entriamo nella cittadina  e subito un controllo di polizia che ci fa perdere ½ ora, trascrivono accuratamente i nostri dati e parlano a lungo con Adrani. Sinceramente non capiamo quale sia il problema. Nell'attesa fotografo un “negozio” della Mercedes vicino ad uno della Toyota.


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  Finalmente ci lasciano andare e subito cerchiamo una banca, che però troviamo chiusa, il venerdì chiude a mezzogiorno, e quindi siamo costretti a cambiare al mercato nero (1€ =360  ou) che però qui è meno vantaggioso rispetto a Chinguetti. Subito dopo andiamo a vedere il campeggio che, rispetto a quello di Nouadibou, è un albergo a 5 stelle. I bagni sono praticabili anche se la doccia non ha acqua calda.


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wc e doccia assieme

Il gestore ci spara 8.000 ou per macchina, una follia solo per fare una doccia, contratto un po’ e scende a 4.000 per macchina. Sempre tanto per gli standard ma non abbiamo alternative e accettiamo. Salutiamo Adrani e Shinan, sono stati carini ma sinceramente devono ancora imparare per cimentarsi in guide, o almeno secondo i nostri canoni, ma ci si deve accontentare no? Ritorniamo in centro e lasciamo le auto presso la stazione di polizia, non si sa mai, e ci facciamo una passeggiata in centro città. Anche qui povertà e sporcizia la fanno da padrone ma la gentilezza delle persone stempera notevolmente il tutto. Tutti ci salutano e ci parlano felici di avere dei turisti in giro per la loro città.


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Tidjikja

Approfittiamo anche per comprare alcuni generi di prima necessità, cosa che fino ad ora non abbiamo avuto la possibilità di fare, e che qui invece si trovano. Pomodori decenti, carote, cappucci, banane e mandarini, e anche il carico d’acqua potabile che in Mauritania è la cosa più cara. Trovo anche le sigarette che qui costano anche meno rispetto a Chinguetti (500 ou a pacchetto). Torniamo in campeggio per farci finalmente una doccia come si deve, sono 8 giorni che abbiamo gli stesi vestiti addosso, facciamo letteralmente schifo. Docciati, bucato steso, Ezio ed io ritorniamo in città per farci saldare nuovamente il supporto del paraurti che si era dissaldato. Avevamo appuntamento alle 16.00 ma qui siamo in Africa e i tempi non sono gli stessi che in Europa. Prima ci si saluta, poi si valuta il problema, poi si parla con il manipolo di persone che ci si è radunata intorno, poi si rivaluta il problema e poi, finalmente, si agisce. Per il lavoro di 5 minuti ci mettiamo oltre un ora.


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Nel frattempo, stufa di aspettare, mi faccio una passeggiata in paese ma, essendo venerdì, trovo tutto chiuso e compro solo un altro po’ di mandarini. Prima di rientrare in campeggio facciamo gasolio. Tra il riporre il bucato, ormai asciutto, imbastire la cena, pulire il Boss, aprire la tenda non abbiamo un attimo di pace. Oggi sono particolarmente provata, sarà la doccia o non so ma non vedo l’ora di andare a dormire. Il ragazzo che gestisce il campeggio, carinamente, ci prepara un tavolo sotto la tettoia così stasera mangeremo senza il fastidio del vento. Dopo cena io vado a letto mentre gli uomini decidono la pista da fare l'domani per raggiungere Kiffa, sperando che non sia troppo difficile.


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Il campeggio


XXII giorno sabato 28/11/2015
Km 402452

Dopo 7 giorni di deserto non siamo più abituati ai rumori cittadini, men che meno al muezzin che ci da la sveglia alle 5.30. NO COMMENT!!! Finito il muezzin iniziano capre e asini a fare un coro che mi fa desistere dal rimanere in tenda. Paghiamo il campeggio, “le far du desert”, e assicuriamo al ragazzo che faremo pubblicità al campeggio una volta rientrati in Italia. Facciamo una ventina di km su asfalto, in un paesini troviamo un forno dove compriamo del pane appena sfornato, per poi prendere una pista in direzione Goudhia.


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il forno del pane

La pista, a parte brevissimi e sporadici tratti difficili per superare sassi enormi, è ottima, si guida in tranquillità anche con gomme gonfie.

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Per pranzo ci fermiamo presso un gigantesco albero d’acacia per la sosta pranzo. Veniamo immediatamente raggiunti da un uomo, (qui sembrano tutti posti isolati ma appena ti fermi qualcuno ti trova), che ci chiede una pillola per il mal di testa. Non ho più pillole ma solo bustine quindi, anche se non ne ho voglia, sono costretta a mangiarmi un omogeneizzato per riuscire a sciogliere la bustina di aulin da portare alla moglie. Ci rimettiamo in marcia dopo ¾ d’ora, finalmente una pausa pranzo con i tempi giusti, sgonfiamo i pneumatici ma non servirebbe, infatti la pista è più disseminata di sassi che di sabbia, che comunque è dura.


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 incontri lungo la strada.


Arriviamo a Goudhia e, in mezzo al paese vediamo uno che ci fa cenno di fermarci ma, visto che ormai siamo abituati alla gente che ci fa cenni simili, proseguiamo. Fatte poche centinaia di metri, dallo specchietto retrovisore, Ezio si accorge che c’è un pick-up con targa governativa che ci insegue, immediatamente ci fermiamo e, sorpresa, è lo stesso uomo di prima. Ma come cavolo fai a capire se è un militare o no visto che quasi nessuno di loro porta la divisa? Comunque ci scusiamo dell’errore ma siamo costretti a seguirlo in caserma. Veramente chiamarla caserma è un po’ troppo, è un edificio fatiscente che puzza di sudore e cibo stantio. Dopo avere consegnato le fiches, il capo telefona al suo superiore, capisco che parla di noi perché gli descrive il nostro percorso. Il capo ci da non solo il permesso di andare ma ci lascia anche il suo numero di cellulare in caso di bisogno. Una volta di più i mauritani mi stupiscono per la loro gentilezza e simpatia. Pochi km dopo arriviamo alla falesia, scatto foto e poi via sempre su pista, sempre sassosa ma spettacolare.

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Verso le 16.00 raggiungiamo il passo di Nega, bellissimo, stupendo. Lo affrontiamo in discesa, ma alla fine della corsa, i ragazzi, come i bimbi minchia, vogliono farlo anche in salita. Così girano le ruote delle macchine e rifanno il percorso in salita. Non è particolarmente  difficile da fare ed è anche molto divertente. Quasi sulla sommità troviamo uno spiazzo piano con una vista spettacolare e, nonostante sia ancora presto, decidiamo di fermarci.


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 passo Nega
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Neanche il tempo di fare campo che veniamo raggiunti da un signore che, dopo averci salutato, si siede nelle vicinanze delle auto a guardarci senza darci fastidio.

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Quando si accorge che Ezio sta facendo legna per il fuoco, gentilmente, gli offre il suo accendino. È troppo simpatico, non resisto e presa una baguette di pane e un pezzo di parmigiano, glieli offro. Contento se li mangia con grande soddisfazione. Dopo aver fatto le sue preghiere, non avendo acqua a disposizione le abluzioni li fa con la sabbia, ci saluta e ritorna da non so dove. E' ormai bui ed abbiamo già cenato.


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(Tramonto al passo Nega)


Ad un certo punto rimettiamo in ordine in fretta e furia perché ci accorgiamo che ci sono luci in lontananza  che si stanno avvicinando da varie direzioni facendo un percorso strano (un po' a zig-zag, poi si fermano, poi riprendono a spostarsi). Non sappiamo chi sia quella gente, forse i soliti curiosi, ma giusto per stare tranquilli  chiudiamo alla meno peggio la tenda, riponiamo la scala all’interno del Boss e ci spostiamo. È notte, sono le 20.45, la luna non è ancora sorta e abbiamo quindi solo i nostri fari ad illuminare la pista che a volte scompare e bisogna avere un buon occhio per capire dove mettere le ruote.   Qui c’è sabbia, e anche abbastanza molle, Claudio si insabbia ed Ezio si ferma per dargli una mano lasciandomi sola ad un centinaio di metri da loro. Se prima la sottoscritta non era minimamente preoccupata adesso lo è. Chiedo ad Ezio, una volta rientrato in macchina, di non proseguire oltre e di trovare uno spiazzo per fare campo. Fosse per lui continuerebbe tutta la notte,  è la prima volta che guida su sabbia in notturna ed a quanto sembra gli piace  nonostante le difficoltà nella guida e nell'orientamento aumentino di molto;  per fermarlo bisognerebbe sparargli, ma, anche se a malincuore, mi accontenta e dopo circa ¾ d’ora ci fermiamo……boh! non so dove. Giusto il tempo di riaprire la tenda, accertarci che nessuno sia nelle nostre vicinanze che andiamo a letto.




 
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 rommel1 [ Mercoledì, 03 Febbraio 2016, 21:15 ]


La nostra Africa: 1^ tappa (07 nov-20 dic 2015)
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Messaggio Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015) 
 
..........passo di Nega..........prima o poi.............

Questo Ezio te lo invidio proprio  



 
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 nick2 [ Mercoledì, 03 Febbraio 2016, 23:17 ]
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Messaggio Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015) 
 
E' da fare Nicola, veramente bei posti.
Dai, adesso che Fiona è a posto organizza!!!!!



 
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 rommel1 [ Mercoledì, 03 Febbraio 2016, 23:22 ]
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Messaggio Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015) 
 
woooow!!!!!! letto d'un fiato! bello....bello.....continuate a farci sognare! sembra di essere stati lì con voi.
pino



 
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 pintoy [ Giovedì, 04 Febbraio 2016, 10:16 ]
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Messaggio Re: La nostra Africa: 1^ tappa (07 nov-20 dic 2015) 
 
Io invece stò pensando se sarei mai in grado di fare un viaggio del genere, non che non mi attiri, anzi, x mè sarebbe una vera e propria sfida, ma vista la mia condizione non saprei, sicuramente comincerò con qualcosa di meno impegnativo un pò x gradi......ormai il 95 è quasi pronto.



 
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 pugnali53 [ Giovedì, 04 Febbraio 2016, 11:27 ]
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Messaggio Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015) 
 
avete visto le scimmie al nega passe?
Mi diceva Pippi che è passato 2gironi prima di me di averle incontrate nel canion a est, dopo il villaggio.

in mauritania è il deserto dove ho visto più animali in assoluto, ol di la delle gazzelle, pure i gufi o barbagianni..non so la differenza, ma spettacolari e grandi



 
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 Marko [ Giovedì, 04 Febbraio 2016, 13:24 ]
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Messaggio Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015) 
 
No Marko, nessuna scimmia, solo una specie di gattone selvatico.



 
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 rommel1 [ Giovedì, 04 Febbraio 2016, 13:43 ]
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Messaggio Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015) 
 
pugnali53 ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Io invece stò pensando se sarei mai in grado di fare un viaggio del genere, non che non mi attiri, anzi, x mè sarebbe una vera e propria sfida, ma vista la mia condizione non saprei, sicuramente comincerò con qualcosa di meno impegnativo un pò x gradi......ormai il 95 è quasi pronto.


Lucio, YOU CAN! quando leggerai il mio resoconto ti renderai conto che puoi e come! basta organizzarsi, sul farlo per gradi sono d'accordo!



 
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 Rubylove [ Giovedì, 04 Febbraio 2016, 14:55 ]
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Messaggio Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015) 
 
XXIII giorno domenica 29/11/2015
Km 402600

Mi sveglio stanotte, natura chiama, e scalza mi allontano dalla macchina. Non fatelo mai!!! Il terreno è disseminato di piccole “roselline” di spine minuscole ma fastidiosissime. Riesco al buio a togliere le più grosse, ma risalgo in tenda con ancora spine nei piedi. Ovviamente di riaddormentarmi non se ne parla. Alle 6.20 mi alzo e, mentre cerco di togliermi le spine dai piedi, assisto alla più bella alba da quando siamo partiti. È troppo bella e desidero che Ezio la guardi con me, quindi lo sveglio. Non si incazza, mi sa che è contento di averla vista.


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alba


Sono quasi le otto e ci rimettiamo in viaggio, pista bellissima, sabbia non difficile, alberi di acacia, erba verde, rocce nere e sabbia rossa, fino ad oggi la giornata con la pista migliore.


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Arriviamo a Boundeit verso le 10.00, la guida della lonely dice che qui si può trovare verdura fresca, che le donne coltivano, e pane. Ci facciamo un giro per la cittadina ma di verdura fresca e pane neanche l’ombra.
Cerchiamo la gendarmeria per consegnare la fiches ma anche di loro neanche l’ombra. Un po’ delusi continuiamo la nostra avanzata verso Kiffa. Verso l'ora di pranzo ci fermiamo su una duna all’ombra di un’acacia, di fermarsi nella prateria non se ne parla visto che è invasa da cavallette ma soprattutto da quelle malefiche “roselline” di spine, per il pranzo. Un pranzo veloce poi un po’ di relax distesi sulla duna.


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panorama


Nota bene: questa è la prima volta che ci fermiamo e nessuno si avvicina. Verso le 13.00 ci rimettiamo in moto e, a circa 30 km da Kiffa, troviamo l’asfalto. Dopo giorni e giorni di piste un po’ di asfalto, almeno per quanto mi riguarda, è il benvenuto, sono contenta di non ballonzolare come se fossi dentro una lavatrice e di stare attenta a non riempirmi di polvere più del necessario. Arriviamo a Kiffa, la terza città della Mauritania, sperando di trovare un auberge o un campeggio decenti, ma qui è peggio che da altre parti.


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Kiffa


Non ci pensiamo neanche a fermarci, facciamo solo gasolio, compriamo pane e acqua  e poi usciamo da questo inferno. Comunque devo dire che anche se la città fa schifo, qui riesco a trovare generi alimentari, come la coca zero e la nutella,  era  dal Marocco che non riuscivo a trovarle, e del pane migliore di quello trovato fino ad ora, infatti ne compriamo una quantità industriale. Ci mettiamo un po’ a trovare la pista che avevamo programmato di fare dall’Italia, in parte perché la stanno asfaltando, ma pochi km dopo lasciamo l’asfalto e troviamo la pista. Il terreno è duro e disseminato di erba e di quelle fastidiose spine, quindi, viste le condizioni del terreno, rimettiamo i pneumatici a 2,5. È impossibile fare campo in mezzo alle spine e, anche se sono solo le 16.15, in lontananza vedo una piccola duna di sabbia libera da queste insidiose erbacce. Fare campo è più complicato del solito, la duna non è piatta, Gli uomini sono costretti a spalare parecchio per cercare di mettere i i mezzi in maniera che non pendano. Io me la prendo comoda, stasera Claudio cucina anche per Ezio, quindi pulizia del Boss, ricerca legna per il fuoco e poi dolce far niente. Approfitto anche per watsappare con Ari, ci inviamo messaggi vocali ed è un piacere sentire finalmente la sua voce e le novità di casa. Dopo cena, per la prima volta, ci accorgiamo che ci sono degli scorpioni in giro, e sono anche molto grossi.


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piccolo intruso


Non credevo di trovarne e la cosa mi preoccupa un po’, la mattina non ho mai controllato le scarpe prima di infilarmele se ci fosse qualche ospite inatteso, mi sa che da oggi in poi lo farò scrupolosamente. Accendiamo il fuoco, anche se non servirebbe visto che fa ancora caldo da stare in maniche corte, ma è piacevole guardare le fiamme, bere una grappa e guardare il cielo stellato. Alle 21.00 a nanna.




XXIV giorno lunedì 30/11/2015
Km 402771

Stanotte per il caldo sono costretta a dormire in canottiera ma mi faccio un’unica tirata fino alle 5.30 quando mi alzo. La mezza luna, le stelle e il canto dei grilli mi fanno compagnia fino all’alba, quando sveglio anche Ezio. Mettiamo in moto i mezzi alle 7.45, la pista è sempre uguale a quella di ieri. La nostra solitudine è interrotta solo dalla vista di qualche villaggio nei quali però non ci fermiamo ma riusciamo comunque a notare dei bambini che giocano (e si divertono) con quello che trovano e cioè una tanichetta di plastica  tagliata, due legnetti, quattro pezzi di polistirolo, un pezzo di  spago e voilà, ecco a voi un bellissimo camioncino.


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bambini che giocano


Sulla nostra strada troviamo anche una famiglia di pastori nomadi.

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baobab


Alle 10.30 facciamo il passo De Soufa, da dove ammiriamo uno splendido panorama. Salta all'occhio  il colore rosso scuro della terra, sembra di guidare su un enorme campo da tennis. Ci fermiamo una decina di minuti giusto il tempo di fare qualche foto e per fare una breve passeggiata.


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Qui la prateria è immensa e disseminata di mucche e tori enormi e ben pasciuti, ancora piccoli insediamenti rompono la monotona del paesaggio. Ad un certo punto la pista si interrompe davanti ad una sbarra rudimentale di legno. Mentre cerchiamo di capire se possiamo aggirarla o alzare il pezzo di legno si avvicina un giovane in maglietta e pinocchietti. Altro non è che un poliziotto…ovvio no? Ancora non riesco a capire, penso che non lo capirò mai, come fare a riconoscerli. Consegnate le fiches, alzato il pezzo di legno ci rimettiamo in marcia fino a mezzogiorno quando, su un letto di un fiume in secca, ci fermiamo per pranzo con relativa sosta defaticante. Il luogo non è granchè, anzi il peggiore fino ad adesso, un immensa sassaia dove spira un forte vento. Ci rilassiamo alla meno peggio sui sassi, non stendiamo neanche il plaid, e presto ripartiamo verso Kaedi, direzione sud-ovest.


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termitaio


Dopo parecchi km di piste sassose e polverose, a Mbout, troviamo l’asfalto, adesso bisogna decidere se continuare su piste o raggiungere Kaedi su asfalto guadagnando un giorno. Non c’è quasi discussione, io sono parecchio provata dalle scarse condizioni igieniche in cui verso, Ezio è stanchissimo dopo aver fatto da apripista in questi giorni sempre alla ricerca delle tracce su terreni poco invitanti, anche Claudio e Katia non sono messi meglio, quindi si prende l’asfalto fino a quella che è la quarta città della Mauritania. Confido molto per trovare un posto dove poter fare una doccia e rilassarci un po’, oggi il mio morale è a terra. Arriviamo alla periferia della città verso le 17.15 e qui un piccolo fuori programma. Un vecchio mercedes si è incasinato quando ha cercato di andare fuori asfalto su sabbia, vedendo che non ce la farà mai ad uscirne da solo da quella situazione neanche con l’aiuto di una decina di persone che cercano di aiutarlo, si decide di intervenire con il verricello. In pochi minuti il mercedes è fuori e, i sorrisi e i ringraziamenti sia del proprietario del mezzo sia del capannello di gente che si è raccolta per osservare la scena, sono entusiasti. Riavvolto il verricello chiediamo a due ragazzi in motorino se c’è un campeggio o un ouberge dove possiamo passare la notte. Gentilmente ci fanno strada verso un ouberge, sembra che di campeggi neanche l’ombra, che però è in pessime condizioni, neanche a pensarci a passare in quelle stanze la notte, ma chiedo al proprietario se possiamo almeno fare una doccia e restare nell’ingresso a campeggiare. È molto perplesso dalla nostra richiesta, fa spallucce e ci spara 40.000 oughia per 4 docce. Ma siamo pazzi!!! A coppia sono circa 30 € per fare una doccia fredda in un posto puzzolente? Non se ne parla e ce ne andiamo via. Il tizio non fa una piega, non tenta neanche di fermarci per contrattare il prezzo, allora mi chiedo: non è meglio guadagnare qualcosa piuttosto che nulla? Non è che in questo  posto ci sia una fila di turisti o altro che occupano le stanze. Evidentemente non è che qui la voglia di lavorare sia molta, preferiscono non fare un c+++o tutto il giorno piuttosto di lavorare e guadagnare qualcosa. Una volta di più considero la Mauritania un paese non pronto per il turismo, né per crescere e migliorare, se non fosse per la simpatia e l’accoglienza della gente e per i suoi magnifici paesaggi, lo sconsiglierei a tutti. Proseguiamo sempre più demoralizzati, chiediamo a parecchie persone se c’è un camping in città ma nessuno capisce cosa vogliamo e ci rimandano in un altro albergo. Se è possibile è peggio dell’altro, il proprietario qui non fa neanche lo sforzo per capire cosa vogliamo e quindi andiamo via anche da questo malefico posto. A questo punto, anche se sporchi, decidiamo di fare campo libero. Un’impresa visto che nelle vicinanze della città sorgono parecchi villaggi. Con occhio esperto, lasciato l’asfalto, vedo delle piccole colline che ci ripareranno da occhi indiscreti. Le raggiungiamo, dopo aver percorso un fiume in secca sabbioso. E' pieno di escrementi di animali, è una sassaia ma per stanotte ci dobbiamo accontentare. L’unica gioia è che siamo completamente schermati da occhi indiscreti. Non apriamo neanche la tenda che mi metto subito a cucinare, stasera tocca a me preparare il pasto serale. Tra il vento,  la stanchezza e i sassi faccio una fatica bestia a cucinare una semplice pasta col pesto. Mentre gli altri consumano il pasto io mi metto subito a fare i piatti, ho paura che se mi rilasso non riuscirò più ad alzarmi. Stasera niente fuoco, anche Ezio è distrutto, quindi rimessi via tavolo e sedie, si va in tenda. C’è parecchio caldo, il vento stempera un po’ il disagio, ma siamo costretti ad aprire anche le finestre laterali per avere un minimo di sollievo e riuscire ad addormentarci.




 
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 rommel1 [ Giovedì, 04 Febbraio 2016, 17:24 ]
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Messaggio Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015) 
 
porca miseria.........sta diventando come "squadra antimafia" che finisce la puntata e già vorresti vedere la seguente!!!
pino



 
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 pintoy [ Giovedì, 04 Febbraio 2016, 18:10 ]
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