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La globalizzazione, il lavoro, la crisi e la povertà
Autore Messaggio
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Messaggio La globalizzazione, il lavoro, la crisi e la povertà 
 
Il premio Nobel per l'economia Joseph Stiglitz ha inviato una lettera a Beppe Grillo e rilasciato due interviste per il suo blog. La prima sulla globalizzazione che riporto di seguito e una in video su lavoro e povertà.
Vi propongo quanto segue in modo totalmente disinteressato, sia sul piano politico sia su quello economico.

"Caro Beppe,
forse bisogna fare RESET, ma prima proviamo a gettare un granello di sabbia nella macchina. Cosi' cerco di fare come economista che si occupa della globalizzazione. Per gran parte dei Paesi del mondo, la globalizzazione - per come è stata gestita - assomiglia a un patto col diavolo. In ogni Paese, c'è qualcuno che si arricchisce; le statistiche sul Pil, per quello che valgono, presentano risultati migliori , ma il tenore di vita generale e i valori fondamentali sono messi in pericolo. In alcune parti del mondo, i guadagni sono ancora più impalpabili, e i costi più evidenti. La maggiore integrazione nell'economia globale ha portato a un aumento della volatilità e dell'insicurezza, e a una maggiore disuguaglianza, arrivando addirittura a minacciare i valori fondamentali. Non è giusto che le cose vadano in questo modo. Noi possiamo fare in modo che la globalizzazione funzioni, non solo per i ricchi e i potenti, ma per tutti, anche coloro che vivono nei Paesi più poveri. Il compito è arduo, e richiederà tempo. Abbiamo già aspettato troppo: è arrivato il momento di darsi da fare. Un abbraccio.
Joe


1. Nel tuo libro suggerisci un approccio alla globalizzazione diverso dal cosiddetto 'Washington consensus'. Come può essere applicato se le istituzioni 'forti' (FMI, WTO, World Bank) sono contrarie a questo approccio?
In primo luogo, i Paesi in via di sviluppo stanno tentando di affrancarsi dal FMI, cercando di non ricadere sotto i suoi dettami. Quasi tutti hanno ripagato quanto dovuto prima del tempo, semplicemente per scrollarsi di dosso il FMI.
Secondo, l'Argentina ha dimostrato che Governi saldi possono tenere testa al FMI. Semplicemente essa ha rifiutato di lasciarsi intimorire, dichiarando sì di volere un accordo con il FMI, ma dichiarando anche che un cattivo accordo sarebbe stato peggio che non accordarsi per niente. Non solo l'Argentina è riuscita a rinegoziare con i propri creditori meglio di quanto avrebbe fatto se avesse ascoltato il FMI, ma è anche riuscita a crescere, e velocemente, per la prima volta dopo diversi anni, pareggiando addirittura il proprio bilancio- amara ironia per il FMI, che avrebbe sottoposto il Paese, al fine di liberarlo dal deficit, ad ogni sorta di politiche errate.
Infine, vi è una spinta a riformare il FMI stesso, con qualche esito positivo. Nel suo meeting di settembre a Singapore, il FMI ha ammesso i difetti nella sua gestione (benché esso abbia pesantemente criticato il modo in cui i Paesi in via di sviluppo vengono governati), e ha concesso un maggior potere di voto a quattro dei Paesi meno rappresentati nell'istituzione. Ma alcuni dei difetti più gravi permangono: gli USA sono gli unici ad avere potere di veto, il modo in cui il suo Capo è scelto non segue quei criteri di democrazia che noi diamo per acquisiti nei nostri Paesi, ed ancora non è conforme ai principi di trasparenza che sono accettati negli Stati Uniti, in Svezia e in altre democrazie.

2. Prevedi un qualche ruolo per associazioni di consumatori (ad esempio strategie di boicottaggio di imprese inquinanti)?
La società civile globale è già riuscita a dimostrare la sua efficacia, per esempio nell'annullamento del debito (nel 2000, col movimento Giubileo 2000) e nel trattato contro le mine antiuomo. Internet è un importante strumento di organizzazione mondiale, e prevedo potenzialmente un ruolo per reti di consumatori via internet, affinché si possano organizzare e mobilitare a favore di argomenti che li riguardano. I consumatori rimangono nella nostra società una voce inascoltata, o almeno non ascoltata abbastanza. Per esempio, in un tipico Governo occidentale, ci sono molti Ministeri preposti alla cura degli interessi dei produttori, ma solo in pochi Paesi esiste un Ministero che tuteli gli interessi dei consumatori.

3. Il Capitalismo è in grado di correggere da solo il suo comportamento? Dopo tutto, il tuo approccio dell'informazione asimmetrica ha screditato l'economia ortodossa (la quale giustifica il Washington consensus), ma quest'ultima è ancora dominante nella professione economica.
Le teorie che io (ed altri) abbiamo contribuito a sviluppare hanno spiegato in che modo il libero mercato spesso, non solo non porta alla giustizia sociale, ma addirittura non porta neanche e dei risultati efficienti. Stranamente, non c'è stata nessuna sfida intellettuale volta a confutare la mano invisibile di Adam Smith: gli individui e le imprese, nel perseguire il loro proprio interesse, non sono necessariamente, o in generale, guidati come da una mano invisibile, alla efficienza economica. L'unica domanda che è stata posta concerne l'abilità del governo a rimediare alle inefficienze del mercato.
All'interno degli ambienti accademici, una parte significante di economisti sono coinvolti nello sviluppare ed espandere le idee sull'informazione imperfetta (e sui mercati imperfetti) che io ho esplorato. Per esempio, Edmund Phelps, il vincitore del Premio Nobel 2006, appartiene a questa scuola di pensiero. Però, in politica, il semplicistico 'fondamentalismo di mercato' continua ad esercitare una influenza enorme.

4. Quando gli Stati Uniti d'America rifiutano di applicare il protocollo di Kyoto, si potrebbe dire che è in atto un aiuto finanziario da parte del Governo?
Nel mio nuovo libro: 'La globalizzazione che funziona', dedico un intero capitolo alla questione del riscaldamento globale. Come con tanti altri aspetti della globalizzazione, sono i poveri, che sono i più vulnerabili, a subire le conseguenze peggiori. Per esempio, un terzo del Bangladesh sarà sommerso dalle acque e il Paese soffrirà da crescenti inondazioni. Un Paese impoverito diventerà ancora più povero. La questione non è se l'economia USA può permettersi di agire... in verità, è sempre più evidente che la questione che il mondo si pone è quella se noi possiamo permetterci di non agire. Non costringendo le imprese degli Stati Uniti d'America a tener conto del proprio inquinamento a livello globale, si sta dando a queste imprese un vantaggio finanziario ai danni delle imprese del resto del mondo. Questo non è giusto, ed io dimostro nel mio libro come il WTO, che dovrebbe metter in campo regole di gioco uguali per tutti, potrebbe essere usata per costringere gli USA a rinunciare a quelli che sono in effetti sussidi sleali alle proprie imprese inquinanti.

5. Che tipo di lavoro immagini ci sarà per i nostri figli: flessibile e precario?
Sempre di più, l'impiego a vita sarà una cosa del passato. La gente dovrà spostarsi da un impiego all'altro durante la propria vita lavorativa. Una delle maggiori sfide del nostro sistema scolastico sarà preparare le nuove generazioni a questa transizione ed una delle sfide del nostro sistema sociale sarà rendere questa transizione il più facile possibile per la gente. Ci sarà più precarietà rispetto al passato, più rischi, ma possiamo ridurre le conseguenze sociali. Per esempio, negli USA, gli individui dipendono dai loro datori di lavoro per quanto riguarda l'assicurazione sulla salute. Se dovessero perdere il lavoro, perderebbero anche la loro assicurazione sanitaria e se si dovessero ammalare nel periodo tra due impieghi ciò potrebbe avere delle conseguenze su tutta la loro vita. Tutto questo non dovrebbe essere tollerato. La globalizzazione è stata usata come una scusa per indebolire la protezione sociale. Piuttosto, il fatto che l'occupazione sta diventando sempre più precaria è un motivo per rafforzare la protezione sociale. Certamente, dobbiamo impegnarci a rendere questa protezione più funzionale e qualche volta, nel passato, non lo è stata, ma questa non può essere una giustificazione per sbarazzarsi della protezione sociale.

E questa è l'intervista (streaming video), sempre al premio nobel per l'economia Joseph Stiglitz, su lavoro e povertà.
 



 
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Messaggio Re: La globalizzazione, il lavoro, la crisi e la povertà 
 
I sondaggi dicono che quest'anno grazie al caro vita il 45% degli italiani rinuncera' alle vacanze ( c'e' da crederci?)..io sono uno di quelli...che si e' rotto i maroni di andare in giro e soprattutto ad agosto..a farmi prendere per i fondelli..da agenzie turistiche..alberghi annessi e connessi..che proprio in quel mese triplicano i prezzi di listino..staro' a casa e continuero' a lavorare..anche se ( voglio essere onesto) non mi mancano i soldi per andare via..lo faccio per protesta contro tutti i maledetti rincari che finiranno per renderci la vita impossibile..quei maledetti rincari di cui tutti si lamentano..ma che nessuna fa nulla per ridimensionare..
domenica sono adanto al lago di arona ( ci andro' una volta all'anno) a mangiare una pizza con un amica..erano le 19..e non so quanti veicoli..ho incontrato...in coda.. alla faccia del caro petrolio..parlando con un ragazzo locale..ho scoperto che e' una liturgia che si ripete ogni week end...ma  possibile che la gente non e' capace di stare a casa ogni tanto..a risparmiare 4 lire?..
perche' tutta questa esigenza di dover andare in giro per forza..scusate lo sfogo..ma non ne posso piu' di sentire telegiornali e radiogiornali...che mi parlano di rincari..e di vedere dall'altra parte la gente che se ne infischia..perche' a me..e' quello che mi pare di vedere...voi che fate per combatterlo? a che categoria appartenete? che ne pensate?
 




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NIKLAND
Il Mulo
 
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Messaggio Re: La globalizzazione, il lavoro, la crisi e la povertà 
 
io appartengo alla categoria
esco raramente la sera e appena posso
o me la batto per il week-end
o per qualche viaggio

week-end soprattutto d'inverno... meno casino in giro...

cmq nik
io lo noto soprattutto:
- a fare gasolio (vabbe' non e' difficile notarlo)
- e al supermercato

la gente comunque spende per le necessita' (week-end e vacanze lo sono diventate)
forse elimina il superfluo
e alla fine non risparmia piu' e si ritrova con meno soldi sul conto (o sotto il cuscino )
ormai poi ti puoi comprare anche il pane a rate!
 




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mk
 
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Messaggio Re: La globalizzazione, il lavoro, la crisi e la povertà 
 
fondamentalmente siamo un popolo che bleffa in tutto e per tutto pur di apparire come non è. Teoricamente saremmo il 6 paese industrializzato del mondo ma a sentire la realtà siamo veramente il b..o del c..o dei paesi in recessione. Siamo stati abituati bene anni addietro e adesso non vogliamo rassegnarci a rallentare il passo. Abbiamo gli stipendi + bassi del 20% rispetto agli altri paesi europei ma ci ostiniamo ad andare in vacanza e a cena fuori tutte le volte che vogliamo. Da par mio sono sempre stato abituato a fare il passo secondo la mia possibilità ma vedo certe cose in giro davvero da ridere. Non dimentichiamo la grande invenzione della vendita rateale che paghi tra un anno ecc ecc.
Oppure i soldi girano ma tutti si lamentano per moda......boh
 




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Messaggio Re: La globalizzazione, il lavoro, la crisi e la povertà 
 
i soldi girano Andrea..ma a mio parere per le cazzate...per le cose futili..per l'immagine...per quello che si vuole apparire piu' che essere..
Faccio il fisioterapista da 10 anni suonati ormai..e mai con in quest'anno mi si chiedono sconti..e mi si storce il naso..perche' mi sono permesso di aumentare il tariffario di qualche euro ( 5 al massimo per le terapie piu' impegnative) vai a farti un giro dalle estetiste che viaggiano a prezzi galattici..sino a 100€per trattamento..e non hanno mai un buco vuoto..c'e' chi va a farsi depilare il petto o le gambe per 30€...e poi viene da me a lamentarsi perche' un massaggio alla schiena di mezz'ora gli costa 20€....per la salute no..per l'immagine si..
hai ragione tu..la colpa e' del fatto che ci siamo abituati bene..e che le generazione correnti..tra i 30 e i 45 anni..( in taluni casi e lo so per certo) si formano una famiglia...ma si appoggiano ancora finanziariamente ai genitori..( mangiano da loro, lasciano i figli da loro tutto il giorno) che erano gran lavoratori/risparmiatori..e che in una vita sono riusciti a comprarsi senza sforzi una casa..e che hanno risparmiato anche soldi..per sposare i figli...
io mi chiedo ma le nuove generazioni saranno in grado di fare lo stesso per i loro figli??
 




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NIKLAND
Il Mulo
 
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Messaggio Re: La globalizzazione, il lavoro, la crisi e la povertà 
 
qua da noi a pescara hanno tolto tutti i semafori ed hanno messo le rotonde per agevolare il traffico...secondo me tra qualche anno rimetteranno i semafori perchè i ragazzini di oggi che non hanno voglia di non fare un cax e stanno a sbafo dei genitori prima o poi si dovranno mettere in competizione con i lavavetri extracomunitari......
 




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Messaggio Re: La globalizzazione, il lavoro, la crisi e la povertà 
 
Il caro vita c'è ed è anche pesante per determinate famiglie...vivere costa caro davvero e per alcuni è troppo caro.

Tutto un altro discorso è come la gente spende i soldi...c'è una smania di apparire incredibile, la gente non caga più senza un plasma da 42". Sono d'accordo sul fatto di spendere i propri soldi come meglio si crede ( e ci mancherebbe) ma le abitudini di molta gente (e di tanti giovani purtroppo) stanno prendendo una brutta piega...ho conoscenti con il mutuo per la playstation 3, per la settimana in costa smeralda o per una borsetta di Gucci o la serata a champagne...che poi magari tardano a pagare l'affitto, l'assicurazione o sono sempre li a piangere miseria perchè la vita è cara...La vita è cara, sicuramente, ma sarebbe meno cara senza la borsa di Gucci, il cellulare da 700€, il televisore da 2000€ e via dicendo.

La crisi dei valori di oggi per me è proprio qui...la massima aspirazione è somigliare alle veline o al Briatore di turno... sai che bell'esempio...poi certo che a tutti piacerebbe guidare una Lamborghini...sognare non costa nulla...indebitarsi per affittarla un week end invece si...
 



 
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Messaggio Re: La globalizzazione, il lavoro, la crisi e la povertà 
 
Dico la mia: nicola la tua è una protesta giustissima! hai perfettamente ragione di questi rincari non se nè può più, ma nessuno fà poi niente per cercare di far calare un pò i prezzi.
E' incredibile pensare che una volta la mia bis nonna con 9 figli e in tempo di guerra è sempre riuscita a cavarsela, si faceva tutto in casa: il sapone, l'olio, il pane, la pasta, la polenta, insomma tutto ciò che si poteva fare. Con il gran lavoro del bisnonno hanno superato tutte le difficoltà e nessuno si è mai lamentato. Il loro grandissimo pregio non era risparmiare, bensì non spendere . Oggi non sappiamo darci limiti ne tanto meno sappiamo smetterla di lamentarci, tutti oggi vogliono andare in vacanza, avere la bella macchina, avere la bella casa, non si rinuncia a niente! Non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca!
Conosco personalmente persone che per circolare con fatiscenti BMW 4.4 benzina anche solo per una settimana (poi di solito i venditori vengono a riprenderselo...) spende interi stipendi per farci i pieni e poi però non si può permettere una pizza con gli amici! questo si ripete quasi 4/5 volte all'anno da ormai 5 anni! Altri invece preferiscono aspettare a comprare casa, vivere in un mnonolocale ma fare 5 settimane all'anno di vacanze in giro per il mondo!

Voi dite che le generazioni d'oggi un giorno non potranno sopravvivere, non sanno fare niente, non vogliono fare niente. In parte avete ragione (li vedo anche io i miei coetanei..) ma in parte c'è ancora chi spera e lavora affinchè il mondo cambi direzione! Speriamo...
 



 
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Messaggio Re: La globalizzazione, il lavoro, la crisi e la povertà 
 
Citazione:
Faccio il fisioterapista da 10 anni suonati ormai..e mai con in quest'anno mi si chiedono sconti..e mi si storce il naso..perche' mi sono permesso di aumentare il tariffario di qualche euro ( 5 al massimo per le terapie piu' impegnative) vai a farti un giro dalle estetiste che viaggiano a prezzi galattici..sino a 100€per trattamento..e non hanno mai un buco vuoto..c'e' chi va a farsi depilare il petto o le gambe per 30€...e poi viene da me a lamentarsi perche' un massaggio alla schiena di mezz'ora gli costa 20€....per la salute no..per l'immagine si..


Su questo quoto in pieno...la mia fidanzata fa l'estetista...non a prezzi galattici purtroppo...comunque ogni tanto le capita la cliente che deve essere abbronzatissima, depilatissima, firmatissima ed in formissima...ma che non ride mai...non che sia triste...ma ha delle carie nei denti che non vedi più neanche nel terzo mondo...oggi è così...se ci pensi è così anche quando uno poco esperto, o molto appariscente ma con il portafoglio piccolo, va a comprare un auto di seconda mano...l'importante è che non sia rigata, poi se le gomme sono a zero le pastiglie finite e le guarnizioni perdono olio, fa lo stesso, tanto non si vede...
 



 
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Messaggio Re: La globalizzazione, il lavoro, la crisi e la povertà 
 
La vita costa sempre uguale... (gasolio a parte, e chi usa l'auto per lavoro nota la differenza)
...le abitudini sono cambiate: chidete un po' ai vostri genotori quanti viaggi hanno fatto nella loro vita, quanti aperitivi hanno bevuto, quante auto hanno cambiato...? Nn mi stupirei se qualcuno di voi rispondesse che nn sono mai usciti dall'Italia, che gli aperitivi sono solo 4-5 anni che li bevono (e si ricordano ancora il Martini Rosso) e che di auto: 500 a 18 anni (tutti) e poi 3-4 auto. Poi chidete a dei vostri coetanei: Londra da studenti, Amsterdam da universitari, Egitto (ovvio), magari anche Caraibi o Maldive, aperitivo tutte le sere, cena fuori 2-3 volte a settimana, auto? Già cambiate 4 in 6-7 anni (le prime 2 distrutte!), televisore da 42 al plasma,in cucina!!! . Io faccio il commerciante (ristoratore) se la crisi è questa nel mio lavoro speriamo nn passi! Mai fatto così tanti coperti! Però anche io, e anche mio padre!, ne spendiamo più di prima. E ci lamentiamo! Ovvio.
Ormai sono abituati (con le rate) a vivere da ricco anche chi nn lo è, e indietro nessuno vuole tornare!!!
Benvenuti nell'era del consumismo!!!
 



 
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