I toscani aumentano! Benvrnuto.
Raccontaci cosa intopavi con i motori disel che magari interessa a qualcumo!
Finalmente qualcuno che usa i termini giusti!!!
IL TERZO BORZACCHINI UNIVERSALE OnLine
INTOPARE
Il lèmma in diversi e articolati usi ed interpretazioni, con numerosi derivati (intopamento, intopata, intopato, intopatore etc.) ha vasta diffuisione nell'uso toscano e in generale restituisce nozione di arrangiamento di alcunché o di occulta manipolazione ed elaborazione di fatti ed eventi, assai prossima al sotterfugio.
Si dibatte negli ambienti culturali più accreditati - dal Frantoio di Capalbio alla Casa del Popolo di Greve in Chianti - se la radice -top debba essere attribuita alla molteplice (...e pluralista - n. di P. Flores D'Arcais) presenza del simbolo principe dell'organo genitale femminile (v. voci "topa" e "potta" - Borz. Univ.) nel linguaggio toscano cosidetto di basso registro, o invece contenga allusione al ben noto e comune roditore e alle sue disdicevoli abitudini di bazzicar sotterranei, bassifondi, angiporti e altri luoghi di somma turpitudine.
A tal proposito ci sovviene la sagace scienza del Capperucci-Davanzale; egli infatti - e ben prima del fenomeno di Tangentopoli - definisce l'intopamento (ex parere pro veritate alla Suprema Corte di Cassazione, 22-9-1978) "...pratica di espedienti al limite della legalità e del lecito onde conseguire risultati di lucro e di vantaggio privato a danno della collettività, del pubblico erario o comunque a detrimento di altrui interessi ...il lemma alimenta suggestioni di comportamento furtivo e segreto nonché di procedure di maneggio sottostante, tal quale l'avvicinarsi ratto e circospetto del topo alla propria preda o tampoco il progressivo approssimarsi, spingendosi a piccoli tratti tra le gambe dell'amata, della mano dell'amante fino a raggiungerne la calda e morbida intimità e ottenerne il débito gradimento.
Dicesi altresì, nel lessico toscano d'area costiera, "intopata" o "intopamento" (v. anche voce "rinciuci" - Borz. Univ.) il risultato di scarso pregio estetico e di dubbio gusto ottenuto attraverso l'applicazione di orpelli o presunti abbellimenti ad alcunché, quali la dislocazione di nani in gesso policromato nel giardino di casa, la realizzazione di opere topiarie zoomorfe sulle siepi di recinzione, l'aggiunta nel tinello di paramenti e suppellettili rusticheggianti, l'apposizione di targhe e lapidi con motti latini sui pilastri del cancello nonché di cassette postali in foggia di piccoli chalet, la nuova tettoia di ingresso agli Uffizi e gran parte delle opere cosidette di arredo urbano - panchine rinascimentali, lampioni neogotici, cestini pompeiani - solitamente intese a garantire all'assessore del ramo simpatie, consenso e diceria di ampie vedute culturali.