La nostra Africa: 1^ tappa (07 nov-20 dic 2015) »  Mostra messaggi da    a     

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Area Viaggi & Vacanze - La nostra Africa: 1^ tappa (07 nov-20 dic 2015)



Gigitoyota [ Sabato, 06 Febbraio 2016, 12:51 ]
Oggetto: Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015)
Comprensibilissimo grazie. Io sono arrivato solo a Tan Tan, ma le mappe le ho e posso farmi un'idea di dove siete passati.
PS e OT: magari ci si vede al raduno di Ales il 20 Febbraio in quel di Gorizia


rommel1 [ Sabato, 06 Febbraio 2016, 13:31 ]
Oggetto: Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015)
Sicuramente, con quale vieni delle tre?


Gigitoyota [ Domenica, 07 Febbraio 2016, 17:33 ]
Oggetto: Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015)
80 bianco, con portiere posteriori tipo ambulanza! Le altre toyota materialmente non le ho più ... nel cuore però


sbrune [ Domenica, 07 Febbraio 2016, 19:34 ]
Oggetto: Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015)
Grazie per le emozioni che riuscite a trasmettere.....sono letteralmente affascinato dal racconto e dalle foto.....prima di vedere le mappe "giravo" su google maps ai limiti dello zoom per cercare traccia "delle vostre tracce"....fantastico...


nuvolanera [ Domenica, 07 Febbraio 2016, 19:39 ]
Oggetto: Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015)
Bello, bello, bello....
gran bel viaggio, ottimo resoconto
tante informazioni
grazie
Carlo


rommel1 [ Lunedì, 08 Febbraio 2016, 14:52 ]
Oggetto: Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015)
XXVIII giorno venerdì 04/12/2015
Km 403534

Mi alzo un paio di volte stanotte per andare in bagno e, definitivamente, alle 5.00 quando il muezzin mi sveglia col suo richiamo. Ebbene si, pur essendo in mezzo al nulla, pur essendoci villaggi piccolissimi, le moschee sorgono ovunque. Capisco che se si chiama Repubblica Islamica di Mauritania un motivo c’è, ma qui esagerano di brutto con la religione, anche se, ad essere sincera, il mio abbigliamento non reca disturbo e, al contrario dell’Iran, gli uomini parlano volentieri con me. Alle 6.00 sveglio Ezio che, come al solito, non ama alzarsi presto. Mezz'ora dopo siamo pronti per raggiungere il confine, ieri sera avevamo gonfiato i pneumatici convinti di farcela a superare le dune a 2,9. Sbagliato!! Siamo costretti a sgonfiarle per superare il primo tratto, solo poche centinaia di metri, e poi rigonfiamo. Arrivati nuovamente all’ingresso del parco salutiamo con dispiacere i nostri due compagni di viaggio, Claudio e Katia, e ripassiamo i controlli. Al “negozio” compriamo gasolio, qui lo hanno solo in taniche, un po’ di biscotti e sigarette. Alle 8.15 siamo alla frontiera di Diama. Alla dogana, dove non ci controllano neanche la macchina, ci chiedono 3.000 ou per darci il permesso di passare (con ricevuta). Li paghiamo ma questi sono gli ultimi che abbiamo. Al controllo di polizia ce ne chiedono altrettanti, gli diciamo che non abbiamo più soldi e lui ci lascia andare senza pagare. La domanda sorge spontanea: se ci lascia andare senza pagare e senza che lui abbia problemi, se avessimo pagato sti soldi dove sarebbero andati a finire? Mah!!! Prima di uscire definitivamente dalla Mauritania ci si avvicina un uomo che ci chiede 500 ou per la “tassa cittadina”, anche a lui diciamo che non abbiamo soldi e si accontenta, a mò di pagamento, di una mia maglietta. Mah!!!


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frontiera maura


Alle 8.45 siamo al confine senegalese.

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Confine senegalese


Appena entrati ci chiedono 4.500 cfa per il passaggio appena fatto della diga, anche a lui spieghiamo che non abbiamo ancora cambiato euro in cfa e ci lascia andare con la promessa che appena fatto il cambio saremmo ritornati a pagare il pedaggio. Subito, a destra della strada, troviamo gli uffici della polizia, ci mettono il timbro d’ingresso e ci lasciano andare dopo aver controllato l’interno del Boss. A sinistra c’è la dogana e lì la cosa si complica leggermente. Il doganiere ci dice che ci può fare il pass avant valido solo 48 ore e che solo a Dakar possiamo fare timbrare il carnet du passage. Anche quando gli ricordiamo che oggi è venerdì e che fino a lunedì gli uffici saranno chiusi è irremovibile su questo punto, anche se, ad essere sinceri, prova a fare una telefonata al capo per chiedere se poteva fare uno strappo alla regola. Azz!!! Siamo costretti ad andare a Dakar e poi tornare indietro. Pazienza faremo così. Per le pratiche doganali ci chiede 2.500 cfa. Dietro gli uffici doganali si trova un piccolo bar gestito da una signora gentile che ci cambia i soldi (1 € = 640 cfa), ci fa l’assicurazione, che paghiamo in euro (40 €) e ha anche le schede telefoniche. Morale alle 10.00 siamo su asfalto e cerchiamo di arrivare a Dakar prima della chiusura degli uffici.

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appena superato il confine senegalese


Subito dopo il confine la situazione migliora un po’ nel senso che ci sono più paesi e la reperibilità di cibo o altro più accessibile. Certo è sempre un paese africano quindi non è che bisogna aspettarsi più di tanto, ma qui si respira un’aria di “ricchezza” rispetto alla Mauritania. La prima cosa che a nostre spese notiamo sono i dissuasori di velocità, infatti ne prendiamo subito uno che ci fa fare un bel salto. Ok, staremo attenti anche a quelli!!
Non abbiamo molto tempo per goderci il panorama perché, anche se ci sono meno di 300 km dalla capitale, la situazione strade non è delle migliori e il traffico intenso, inoltre una miriade di furgoni adibiti a taxi si fermano senza preavviso per far salire persone rallentandoci. Alcune di queste persone sono bambini di 7/8 anni, penso che se un genitore italiano vedesse il proprio figlio arrampicarsi in corsa su uno di questi furgoni avrebbe un infarto.


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Veicolo senegalese


Continuiamo senza soste e, dopo la città di Thienne, il traffico aumenta in maniera esponenziale, sono le 14.00 e la paura di non arrivare in tempo aumenta. A circa 30 km dalla capitale vediamo un’insegna dell’autostrada e, anche se a pagamento non ci lasciamo sfuggire l’occasione di aumentare la nostra velocità e la prendiamo. Alle 15.00 siamo davanti agli uffici della sede centrale della dogana senegalese (indicataci dall'Ambasciata Italiana a Dakar come ufficio preposto al timbro del cdp), dove ci rimandano a destra e a sinistra in vari uffici nei quali nessuno sembra capire cosa ci serve. Finalmente un addetto ci dice che siamo nel posto sbagliato e che dobbiamo dirigerci al molo II. Ci vedono un po’ smarriti e quindi ci fanno accompagnare da, credo, un sottoposto. Quindi il viaggio per il centro città, congestionato dal traffico di vetture di ogni genere pieno di smog e con un’umidità che rasenta il 90%, lo faccio seduta “comodamente” sul portaoggetti del Boss. Arriviamo in porto, parcheggiata l’auto alla meno peggio, entriamo negli uffici doganali del molo II. All’ingresso la guardia ci “piazza” un tizio, scopriremo presto essere un traffichino, che in due ore riesce a regolarizzare il carnet, naturalmente dietro una lauta mancia.
Non importa, ora siamo decisamente molto sollevati. Liberi dalle incombenze burocratiche ci tocca rifare il centro per andare verso il Lac Rosè. È tardi, oggi è tutta una corsa, arriviamo al lago verso le 18.30. L’umidità è pazzesca, c’è addirittura la nebbia, non volendo passare la notte in uno dei innumerevoli alberghi della zona, ci dirigiamo verso l’oceano e ci infiliamo in un boschetto d’alberi tra le dune in modo da non essere visibili. L’attacco di zanzare ci fa fare una cena velocissima, che dopo il “non pranzo” non è il massimo, e andare in tenda alle 20.00. Il caldo e l’umido sono micidiali, pur aprendo tutte le aperture della tenda rigorosamente con le zanzariere abbassate, non c’è sollievo. Quindi adesso tutta la sabbia la polvere e la sporcizia accumulata sono ben incollate al mio corpo. MY ! GIOIA!!!! Comunque mi addormento, la stanchezza vince sul caldo.



XXIX giorno sabato 05/12/2015
Km 403894

Sveglia alle 6.30, c’è meno umido rispetto a ieri sera, ma c’è ancora caldo. Sveglio Ezio, siamo soli ed in anticipo rispetto al rollino di marcia quindi l’uomo può dormire di più stamattina.


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il boschetto dove abbiamo pernottato


Subito dopo aver sistemato il tutto per la giornata ci rechiamo al lac Rosè che sarebbe una laguna d'acqua circondata da dune. Sono le 8.30 e la giornata non è l’ideale mi sa per apprezzare a pieno il luogo. Dalle informazioni avute avremmo dovuto trovare un cielo azzurrissimo ed il lago rosa (dato all'alta concentrazione di sali minerali), invece il cielo è grigio e il lago marrone. Si vede che non è destino!!. La zona è nota a molti fuoristradisti perchè una volta qui si festeggiava la fine della famosa Parigi – Dakar. Molto suggestiva la salina che si trova sulla sponda del lago.

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il Lac Rose


Il periplo del lago comunque merita farlo, è circondato da villaggi e le coltivazioni di verdura si sprecano. Ne approfittiamo per comprare pane fresco, pomodori e, cosa mai vista da un mese a questa parte, cetrioli. Completato il giro ci fermiamo presso le bancarelle per gonfiare i pneumatici, ed io approfitto della sosta per vedere se, almeno in Senegal, si possa comprare qualcosa di artigianato. Qualcosa troviamo ed alla fine ne risultiamo soddisfatti. Ddopo aver fatto la foto di rito con il simpatico venditore, lasciamo il lago per dirigerci nuovamente verso nord. Per non rifare il medesimo percorso di ieri, prendiamo una strada fatta recentemente visto che né il Garmin né le altre mappe in nostro possesso riconoscono. Qui il traffico è pari a zero e i fastidiosissimi, nonché molteplici, rallentatori non ci sono ancora quindi la nostra avanzata verso Saint Louis è più veloce e più piacevole rispetto a ieri. Breve sosta all’ombra di un’acacia per pranzo e poi ancora asfalto. A circa 70 km da Saint Louis riprendiamo la stessa direttrice di ieri e in un paese chiediamo dove possiamo acquistare una cartina stradale del Senegal. Tutti ci dicono che qui non ce ne sono e forse, ma anche no, le possiamo trovare a Dakar. Va beh! ne faremo tranquillamente a meno considerato che a Dakar non ci torneremo di certo, troppo caotica e inutile da visitare. Lungo la strada cominciamo a veder qualche esemplare di avvoltoio.


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Nel primo pomeriggio lasciamo l’asfalto e prendiamo una pista che ci porta verso il parco De Le Langue De La Barberie, dove dovremmo trovare un campeggio, gestito da svizzeri, spero ci sia ancora. Il Zebrabar, consigliatoci dall'amico Frenesia, non solo esiste ancora ma è un posto bellissimo e, soprattutto, pulito. Per me è come vedere la luce dopo un lungo tunnel molto molto buio.


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camping Zebrabar


Fatte le presentazioni, pattuito che ci fermeremo due notti, posizionato il Boss, ci sviliamo i vestiti e, indossati i costumi ci tuffiamo nella laguna. È piacevolissimo farsi una bella nuotata e stendersi al sole a rilassarci dopo un mese di solo disagi.


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la spiaggia del campeggio Zebrabar


Ce la prendiamo comoda fino al tardo pomeriggio quando, a malincuore, ritorniamo verso il fuoristrada per una doccia, il bucato e per preparare la cena, stasera aglio olio e peperoncino. Mentre stiamo mangiando si avvicinano due ragazzi, li sentiamo parlare e sono italiani. I primi turisti italiani che incontriamo da quando siamo partiti. Si fermano volentieri a parlare con noi e, oltre ai loro nomi Matteo e Silvia, scopriamo che sono di Pordenone e che abbiamo degli amici in comune. Com’è piccolo il mondo! Dopo cena si continua a chiacchierare piacevolmente mentre si beve l’ultimo goccio di grappa e raccontandoci le nostre impressioni su questo viaggio. I due ragazzi si sono licenziati e presi un anno sabatico per girare l’Africa, il loro problema, e forse sarà anche il nostro, viaggiando in moto non se la sentono di attraversare il Mali e la Nigeria e quindi proveranno a ritornare in Marocco, lasciare lì la moto ed, in aereo, andare in Kenia una volta lì vedranno come girare il resto del continente. E io che mi lamento sempre del modo in cui viaggiamo, in confronto a loro si viaggia in super lusso. È tardi, è l’una e mezza, andiamo a dormire.



XXX giorno domenica 06/12/2015
Km 403894

Mi sveglio alle 7.30 solo perché devo andare in bagno, mi alzo malvolentieri e, sorpresa, appena metto piede a terra vedo un paio di scimmie che girano indisturbate per il campeggio. In attesa che Ezio si svegli, oggi può dormire fin quanto vuole, passo il tempo finendo di fare il bucato, manicure, pedicure e mi rilasso in attesa di tornare in spiaggia ad abbronzarmi. A metà mattinata andiamo in spiaggia e constatiamo che è invasa da granchi, ce ne sono di rossi e di blu. E' fantastico stare stesi in totale relax, nessuno di loro si avvicina ed Ezio riesce anche a filmarli.


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Sono molto buffi nei loro movimenti, con la chela grande prendono la sabbia la filtrano per poi sputarla fuori creando delle palline di arenile. Verso mezzogiorno lasciamo la spiaggia per andare in paese, il caldo è soffocante ma il bisogno di pane fresco è più importante. Non ci si mette molto a piedi, circa 10 minuti, ad arrivare in paese, che non offre molto anzi si riesce a trovare ben poco. Ritorniamo in campeggio per pranzare e rilassarci un po’. Nel primo pomeriggio, mentre Ezio pulisce il Boss, io torno in spiaggia. Che sfiga il cielo si è annuvolato. Poco male ritorno vicino all’auto e passo il resto del pomeriggio leggendo un libro. Anche Ezio, finite le pulizie, si rilassa steso su un'amaca. All’ora di cena, stasera pasta col pesto, ritornano i ragazzi per cenare tutti insieme e finire la chiacchierata interrotta ieri sera. Devo dire che lo Zebrabar è il posto ideale per trascorrere un paio di giorni, non solo il posto è pulito e l’acqua delle docce calda, ma se uno vuole c’è anche il ristorante dove poter mangiare qualcosa di caldo. C’è anche la possibilità, cosa che noi per stanchezza non abbiamo fatto, di noleggiare una barca o prendere gratuitamente una canoa del campeggio per fare un giro nella laguna. Verso le 23.00 andiamo a dormire.



XXXI giorno lunedì 07/12/2015
Km 403894

Sveglia alle 7.30, provo ad andare a piedi a vedere l’alba ma anche oggi c’è parecchia foschia dettata dalla forte umidità. Stamattina niente scimmie ma zanzare, mi rifugio in auto in attesa di svegliare il maritino. Alle 8.30, pagato il campeggio e salutato i ragazzi ci avviamo verso il delta del Sinè-saloun, inizialmente su pista, giusto per non perdere l’abitudine, poi su asfalto.

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Questa, dopo Dakar, è la zona più turistica del Senegal quindi ne approfittiamo per comprare generi di conforto che fin ora non avevamo trovato e dei regali, una cesta di vimini coloratissima e 2 confezioni di marmellata. Verso le 14.30 ci fermiamo e, per la prima volta dopo un mese, ci concediamo il pranzo in un ristorante. Non tanto per fame ma piuttosto perché vogliamo provare alcune specialità locali. Da queste parti è facile trovare ristoranti decenti che hanno anche le tovaglie. Ordiniamo poulet yassa e il mafè. Squisiti entrambi ma il mafè, uno stufato di carne con le arachidi, è eccezionale. Usciamo dal ristorante pieni come oche e proseguiamo verso il delta e l’oceano. Il traffico aumenta così come gli alberghi di lusso, le ville private con giardini lussureggianti e supermercati ben forniti. Ci facciamo un giro in macchina, il caldo e l’umidità sono spaventosi, in giro osserviamo che ci sono parecchi turisti in particolare francesi. Il posto è bellissimo e le spiagge immacolate e senza immondizia a deturparle, sembra di essere in un altro stato. Proseguiamo verso Saly, che con i suoi hotel di lusso è la regina del turismo senegalese, e Mbour, il più grosso centro urbano della regione. Qui c’è anche un importante centro ittico e il mercato del pesce che noi non riusciamo a vedere perché è pomeriggio inoltrato e l’attività ferve di mattina. Abbiamo necessità di allontanarci dai centri abitati, non vogliamo fermarci in hotel e non troviamo campeggi, quindi ci lasciamo alle spalle Mbour ed ad un certo punto deviamo su pista per trovare un posto tranquillo. Alle 18.30 facciamo centro e, nelle vicinanze di un baobab, facciamo campo. Vicino a noi ci sono villaggi ma, a parte un signore su un carretto, non ci disturba nessuno. Non usciamo neanche tavoli e sedie, siamo ancora satolli dal pranzo e Ezio si mangia solo un paio di fatte d’anguria, e alle 19.30 siamo già in tenda, anche per non farci mangiare dalle zanzare. Ci vediamo qualche sketch di zelig sul tablet poi ci addormentiamo.


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Gigitoyota [ Martedì, 09 Febbraio 2016, 17:13 ]
Oggetto: Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015)
Grazie


rommel1 [ Martedì, 09 Febbraio 2016, 17:43 ]
Oggetto: Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015)
XXXII giorno martedì 08/12/2015
Km 404463

Mi sveglio stanotte per il caldo e per fare pipì ma poi riesco a riaddormentarmi. Qui non è tanto il caldo quanto l’umido che ti ammazza, ma sopporto, ci sono state situazioni decisamente peggiori di questa. Considerato che non siamo troppo distanti da nostro prossimo obiettivo, il parco di Niokolo Koba, stamattina ce la prendiamo comoda. Ieri ho dimenticato di segnalare che ci siamo fermati al parco Bandia per visitarlo ma qui è imperativo avere la guida e, visto che in macchina non abbiamo posto e per andare coi loro mezzi ci sparano 40.000 cfa, e in più non ci danno la certezza di avvistare animali, desistiamo dal visitarlo e puntiamo tutto sul Niokolo Koba nella speranza che sia aperto. Patiamo alle 8.45 e, fatti pochi km, veniamo fermati da un poliziotto che ci vuole fare la multa perché abbiamo uno stop che non funziona. Ma che c+++o!!!! Vanno in giro con auto così scassate che stanno in piedi con colla e sputo e questo ci vuole multare per un fanalino? Mentre Ezio discute col poliziotto si accorge che questo ferma un camion che, senza quasi fermarsi, gli allunga una “mandorla”. Incredibile il tasso di corruzione in questo paese. Comunque andiamo via senza pagare la fantomatica multa dopo che il marito risulta persuasivo. Da qui in poi la strada asfaltata è piena di buche enormi per poi trasformarsi in una pista polverosissima piena di camion e auto, la successione, asfalto bucato pista, prosegue fino a Kaolak. Praticamente per fare 75 km ci mettiamo 2 ore e siamo coperti di polvere.


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Dopo Kaolak la situazione stradale migliora notevolmente. Piccola sosta, a circa 20 km da Tambacounda, per pranzo. La raggiungiamo nel primo pomeriggio ma non ci fermiamo in città preferendo proseguire verso Kedougou, praticamente verso il confine con la Guinea, che da qui dista 230 km. A circa 30 km da Dar Salam deviamo per il campeggio Wassadou che è nei pressi del fiume Gambia. Il campeggio è grande ma, come tutto qui, è mal tenuto, ci fermiamo lo stesso, il posto è sicuro, e c’è anche la possibilità di mangiare al ristorante. Anzi per campeggiare è obbligatorio farlo. Chiediamo anche di poter fare un giro in piroga lungo il fiume per ammirare ippopotami e coccodrilli da vicino, ci dicono che è possibile ma bisogna aspettare fino alle 16.30. Per ammazzare il tempo, manca un ora all’appuntamento, apriamo la tenda, durante l’operazione ci accorgiamo che siamo circondati da babbuini e da meravigliosi uccelli. Puntuali facciamo sto giro in piroga, le zanzare e il caldo non danno tregua, ma non vogliamo farci scappare l’occasione di vedere, da un’altra prospettiva, gli animali. Molti varani, ibis e altri uccelli e, riusciamo a vedere, anche se da lontano, un ippopotamo.


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martin pescatore

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pescatore

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ippopotamo

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varano

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babbuino


Dopo un ora rientriamo in campeggio per farci una doccia, ovviamente l’acqua e fredda, e per vestirci per andare a cena. Come dicevo prima qui è obbligatorio consumare il pasto al ristorante, io faccio la furba e dico che soffro di allergie alimentari quindi cena solo Ezio, non è male ma le porzioni di pollo e patatine fritte sono decisamente piccole. Ceniamo in compagnia di una coppia belga, la conversazione è un misto tra tedesco inglese e francese, ma procede piacevolmente per tutta la durata del pasto. Patrik e Cristine hanno deciso di trasferirsi in Zimbawe, scelta coraggiosa ma, al momento, non fa per noi. Domani ci si deve alzare presto per andare a visitare il parco, quindi a letto alle 21.30.



XXXIII giorno mercoledì 09/12/2015
Km 404839

Stanotte è stata la più fredda fin’ora, ma quello che mi ha tenuto sveglia per gran parte della notte sono stati i versi delle scimmie e dell’amico ippo. Mi alzo alle 6.00 e cerco di trovare un bagno decente dove fare i bisogni. Sarà un’impresa, ma riesco nell’intento e, dopo aver pagato il campeggio siamo pronti per andare al parco. Alle 8.30 siamo già all’ingresso del parco dove parlo col capo delle guide che ci spiega le regole da seguire se vogliamo visitarlo. La guida è obbligatoria, che possiamo entrare anche se l’apertura ufficiale sarebbe il 15/12, che l’erba è molto alta e fitta perché quest’anno ha piovuto molto e i ranger non hanno ancora disboscato, e che per questo motivo gli animali saranno più difficili da vedere. Sarà una scusa? Non ci lasciamo scoraggiare, neanche dal prezzo, stavolta vogliamo entrare e, pagato l’ingresso (20.000 x 2 persone e per l’auto) e la guida (10.000), posizionato Ezio sul portapacchi, la guida, tale Blaize, rimarrà seduta comodamente per tutto il giorno sul sedile del passeggero, mi metto al volante e entriamo nel parco. Che delusione!!! Il parco è tenuto malissimo, poche le piste aperte e le altre chiuse a causa di cattiva manutenzione, inoltre, dopo ore, avvistiamo pochissimi animali.


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Mi rendo conto che i costi di gestione di un parco così grande sono elevati, che qui non arrivano frotte di turisti ma questo è uno scempio. Verso le 12.30 ci fermiamo presso l’hotel Simenti per mangiare, non vi dico le condizioni del posto che, se tenuto bene, avrebbe notevoli capacità. Il “ristorante” su affaccia sulle sponde del fiume Gambia in un’ansa meravigliosa dove al sole sono stesi parecchi coccodrilli, gli unici che vedremo in tutto il giorno.


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Mangiamo qualcosa al volo per velocizzare la nostra partenza, ma Blaize ci dice che è inutile andare via prima delle 14.30 perché in queste ore gli animali dormono. Ma quali animali??? Per ingannare il tempo, mancano ore alla nostra partenza, a piedi raggiungiamo una pozza nelle vicinanze per vedere se abbiamo più fortuna. Fortuna? Un po’. Riusciamo a vedere molti uccelli, simpatici i martin pescatori, ma di altri animali neanche l’ombra.


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martin pescatore all'opera


Ci continua a dire che è colpa dell’erba alta ma a questo punto sono sicura sia una scusa. Infatti oggi è il 9/12 l’apertura ufficiale il 15/12, tra una settimana, con l’anda che hanno di lavorare, qualcuno mi deve spiegare come faranno a potare piante, bruciare l’erba e disboscare tutto il parco!!!!! Sempre più delusi e incazzati decidiamo di uscire dal parco. Arriviamo in macchina e ci accorgiamo che, nel frattempo, parecchie scimmie si sono introdotte nell’abitacolo rubando tutte le caramelle ed i ciupa ciupa, simpatiche? Anche no!!!


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Durante il percorso inverso riusciamo a scorgere delle antilopi in lontananza e basta. Lasciata la guida all’ingresso, alle 18.30, e anche se tardi e qui c’è un campeggio, preferiamo non spendere altri soldi inutilmente. Fare campo libero è più salutare. Ci dirigiamo verso Missirhà, dove contiamo di prendere una pista. Pista trovata e subito cerchiamo di trovare un posto decente dove far campo. La zona è altamente popolata e siamo costretti a fermarci in un campo coltivato a grano con l’erba altissima, non è proprio un bel posto ma almeno è al riparo da occhi indiscreti. Anche stasera c’è una forte umidità, ma niente zanzare, e la tenda è ancora umida da ieri quindi, oltre al luogo, anche il nostro letto non è proprio confortevole. Prima di addormentarmi faccio delle considerazioni: il Senegal è deludente, fin’ora non c’è stato nessun posto o paesaggio che mi abbiano entusiasmato e, a parte lo zebrabar vicino a Saint Louis, non abbiamo trovato nessuna struttura decente. Spero in giorni migliori.

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sbrune [ Martedì, 09 Febbraio 2016, 17:57 ]
Oggetto: Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015)
Letto al termine di una gionata lavorativa.....fantastico come sempre.....
grazie


rommel1 [ Martedì, 09 Febbraio 2016, 18:14 ]
Oggetto: Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015)
XXXIV giorno giovedì 10/12/2015
Km 404994

Stamattina mi alzo e trovo tutto bagnato, non solo la tenda ma anche i sacchi a pelo i cuscini i vestiti e le scarpe che ho lasciato fuori. Che palle!!! Mi sa che stasera dovremmo fermarci presto in modo da far asciugare il tutto. Guardando sul navigatore il giro fatto del parco ci accorgiamo che abbiamo percorso sempre le stesse strade e visto praticamente il buco del culo del parco. Altra presa per i fondelli!! Ho sempre amato l’Africa e i suoi abitanti ma sinceramente non pensavo fossero così indisponenti e pronti a fregarti alla prima occasione. So che la maggior parte di loro ha molto meno di noi, ma questo non giustifica il comportamento di molti di loro. Stamattina sveglio Ezio presto, alle 7.30, il posto non è sicuro e di giorno siamo troppo visibili dalla pista praticata da numerosi motorini e carretti trainati da muli. Mentre preparo la colazione mi provoco un brutto taglio in un dito, non riusciamo a farlo smettere di sanguinare, mi sa che ci vorrebbero dei punti, ma tra cerotti e fasce riusciamo a curarlo alla meno peggio. Poco dopo essere partiti prendiamo una pista verso Velingara, pista bellissima anche paesaggisticamente.

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Ad un certo punto la pista si restringe, e forse sbagliamo anche percorso, ma non è mai troppo difficile da fare. Giunti a Velingara facciamo gasolio, azz…a 1.06 € al litro!! Da Veligara la strada peggiora notevolmente, praticamente buchi enormi circondati da asfalto vecchio, ma per fortuna, dopo circa 20 km, l’asfalto si trasforma magicamente. Qui il manto stradale è in perfette condizioni, forse perché fatto con contributi americani. A circa 15 km da Kolda ci fermiamo per un pranzo veloce e, raggiunta Kolda, per la prima volta dopo la direttrice per Dakar ad un chek point ci chiedono di mostrare il carnet. Il primo poliziotto controlla approfonditamente i documenti mentre l’altro si incazza col primo per averceli chiesti. Valli a capire!!!! Giunti a Sare Yoda Diega invece veniamo fermati ed Ezio è costretto a scendere dal Boss per andare a mostrare i documenti in una specie di gabbiotto. Tutto questo perché siamo entrati in Casamance? Strano mancano ancora 40 km per Tanaf. Boh!!! Dopo Tanaf le strade ripeggiorano, più che chiamarle strade sono piste molto polverose, così adesso oltre a sabbia e polvere abbiamo anche uno strato color rosso su tutto il povero Boss. A circa 80 km da Ziguinchor il panorama cambia di brutto, adesso sembra di stare nella foresta amazzonica, verde accecante, alberi altissimi e tutta una serie di acquitrini.

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Arriviamo a Ziguinchor verso le 17.00, la città è orrenda, le strade pessime, la sorvoliamo velocemente. Mezz’ora dopo iniziamo a guardarci intorno per trovare un posto dove fare campo, ma la foresta qui è quasi impenetrabile, gli unici posti “puliti” da erba e alberi sono quelli in prossimità delle capanne. Non avendo scelta ci addentriamo attraverso una piccola radura dove, vicino ad una capanna, parcheggiamo il Boss. Immediatamente esce fuori il padrone di casa, dopo le presentazioni gli chiediamo se possiamo fare campo qui stanotte. Lui, non solo dice di si, ma addirittura ci invita a passare la notte a casa sua. Decliniamo gentilmente l’invito e iniziamo ad aprire la tenda e ad imbastire la cena. Mentre stiamo lavorando si avvicina il figlio che, in dono, ci porta una manciata di noccioline appena tostate, ne mangiamo un po’, il resto lo conserviamo per domani, sono buonissime. Il ragazzo ci invita a visitare casa sua e noi non ce lo facciamo ripetere due volte. È una capanna, il minimo indispensabile x vivere, ma alla fine non manca niente. Siamo noi che riempiamo le nostre case con cose assolutamente inutili. La cucina è fuori, il fuoco acceso sotto una pentola annerita dal fumo e, mentre il padre sistema il gregge, la madre “sfoglia” il riso. Lo fa all’interno di un grosso pestello e con un lungo bastone lo pesta.


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È un lavoro duro, è tutta sudata e ha il fiatone, ma continua il suo lavoro imperterrita. Il risultato lo pone in un “piatto” di vimini e, con movimenti precisi, separa il riso dal suo guscio, il guscio viene dato in pasto alle galline. Qui non si spreca niente! Insomma per mangiare un po’ di riso bollito ci vogliono 2 ore di duro lavoro, altro che andare a comprarlo in supermercato, ed è ancora crudo!!! Ci accolgono con estrema ospitalità, anche i cugini vengono a vedere i 2 turisti italiani fermatisi qui per caso, sono tutti sorrisi e abbracci. Non vogliamo disturbare più di tanto e, salutata la famiglia, ritorniamo nei pressi del Boss.


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Ovviamente, per la loro gentilezza, gli lasciamo delle magliette in regalo. Subito dopo cena, non siamo riusciti ad esimerci dall’attacco delle zanze, saliamo in tenda. Fatico a prendere sonno, la tenda e il resto sono ancora bagnati dalla sera prima, e appena ti muovi sudi anche se tutte le finestre rimangono rigorosamente aperte. Alla fine il sonno vince su tutto, sono le 23.30.




XXXV giorno venerdì 11/12/2015
Km 405409

Alla fine stanotte non si è dormito così male, la tenda come i cuscini e i sacchi a pelo sono ancora umidicci e non vi dico le condizioni dei miei capelli, se fossero gli anni ’80 sarei strafiga. Inoltre stamattina niente zanzare, salutiamo la famiglia e ci dirigiamo verso Cap Skiring. Raggiunta la località balneare ci accorgiamo che ci sono molti turisti, molti alberghi, molti ristoranti e la spiaggia è meravigliosa. Cerchiamo a lungo un accesso alla spiaggia ma ne troviamo ben pochi perché quasi tutti ormai occupati o da residenze private o da alberghi, alcuni anche a 5 stelle. Troviamo, a caso, il villaggio dei pescatori, posto magnifico anche se l’odore dei pesci messi a seccare al sole non è dei più gradevoli.


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Durante la nostra passeggiata sulla spiaggia veniamo raggiunti da molte persone che ci invitano a mangiare in uno dei tanti ristoranti della zona, li allontaniamo tutti gentilmente tranne uno, full-time si fa chiamare, e contrattiamo con lui il pasto di mezzogiorno a base di pesce e precisamente pesce alla griglia, aragoste e granchio. Ci facciamo un giro tra i pescatori, ai quali non piace farsi fotografare o che noi fotografiamo il loro villaggio, e poi andiamo in paese per farci una passeggiata in attesa dell’ora di pranzo.


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I prezzi, anche se il luogo è altamente turistico, non subiscono variazioni rilevanti e infatti, in un negozio di cianfrusaglie, noto in un angolo una sedia di legno impolveratissima ma bellissima, è intagliata in un unico pezzo di tronco d'albero. Mi avvicino con circospezione ma il proprietario si accorge subito del mio interesse per il pezzo. Dice che ho l’occhio buono per le cose belle e che questo è il pezzo più antico della sua boutique. Non stiamo lì a cincischiare troppo, lui spara 150 € e io 20. Lui ribassa un po’ noi saliamo un po’, per farla breve ce la portiamo vi per 40 €. Noi felicissimi lui un pò meno…….c’est la vie!! Adesso oltre all’enorme cesto, abbiamo anche una sedia! Mi chiedo come faremo a portare tutto a casa. Poi ci fermiamo in banca per cambiare degli Euro, la fila è lunghissima ma la guardia non solo ci compila le carte per fare il cambio ma ci fa passare davanti a tutti. Anche se qui gli abitanti sono molto insistenti, ti chiamano, cercano di venderti la qualsiasi, tentano di farti mangiare nei loro ristoranti o di farti dormire in qualche albergo gestito da loro amici, sono tremendamente carini e, se tu li allontani gentilmente, alla fine non ti rompono più di tanto. Strada facendo la nostra attenzione viene catturata da un veicolo di qualche eccentrico straniero bianco.


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Dopo lo shopping ritorniamo nel villaggio di pescatori per gustarci il pranzo. Il posto è bello il cibo meglio: antipasto con granchio gigante e le chele delle aragoste e verdure fresche, poi un paio di pesci, non identificati, alla griglia con patate fritte, per finire in bellezza con riso bollito e aragoste. Il pasto migliore, per me supera la tajine di conquillage di Dakhla.


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prima

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dopo


Per digerire un bel thè alla menta in compagnia di full-time. Alle 15.00, pagato il prezzo pattuito e con la pancia gonfia, cerchiamo un altro passaggio per raggiungere la spiaggia. Nei pressi dell’hotel Ibiscus ne troviamo uno fantastico, spiaggia pulita e solo un paio di persone ai quali chiediamo se possiamo fermarci qui per la notte. Nessun problema, ci dicono, in 5 minuti abbiamo sistemato il Boss per la notte e ci siamo infilati i costumi da bagno. Che bagno meraviglioso! L’acqua non è troppo fredda, le onde non troppo alte. Stiamo a mollo un bel po’, poi, per asciugarci, ci facciamo una lunga camminata sul bagnasciuga dove vediamo una mucca in riva al mare, che voglia farsi un bagno anche lei?


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È quasi deserta e nessuno ci importuna. Poi ritorniamo alla macchina per rilassarci un po’ in attesa di fare cena. I due signori sono ancora là, scopro che uno dei due è un guardiano che ci dice che terrà d’occhio anche noi e il Boss. Siamo felici di avere un angelo custode, anche se vecchio, a vegliare su di noi stanotte. Ci chiede se abbiamo anche bisogno di qualcosa, a me non viene in mente niente per rendere più confortevole il nostro soggiorno. Beh forse se mi installasse una doccia con acqua dolce……. Cena fredda solo per Ezio, siamo ancora satolli dal pranzo, poi una chiacchierata telefonica tramite watsapp con Ari e ci ritiriamo in tenda. La marea sta salendo velocemente e le onde sono più alte, speriamo solo che non arrivino fin dove è parcheggiato il Boss. Verso le 21.00 chiudiamo tutte le finestre e io mi addormento cullata dal dolce rumore del mare.


pugnali53 [ Martedì, 09 Febbraio 2016, 19:37 ]
Oggetto: Re: La nostra Africa: 1^ tappa (07 nov-20 dic 2015)
Ormai questa è diventata la lettura serale preferita.


Rubylove [ Martedì, 09 Febbraio 2016, 21:36 ]
Oggetto: Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015)
Io ero rimasto un pò indietro e oggi mi sono letto le ultime quattro o cinque puntate


grayd [ Martedì, 09 Febbraio 2016, 21:56 ]
Oggetto: Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015)
Dato che ogni tanto ci guardo mi sono copiato tutte le gionate e aggiungo le nuove ma mano che escono


pintoy [ Mercoledì, 10 Febbraio 2016, 17:08 ]
Oggetto: Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015)
ho saltato due puntate che oggi però ho recuperato. COMPLIMENTI bellissimo diario di bordo.
pino


rommel1 [ Mercoledì, 10 Febbraio 2016, 17:36 ]
Oggetto: Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015)
XXXVI giorno sabato 12/12/2015
Km 405466

Mi alzo alle 7.15, sarei rimasta volentieri a dormire ma il nostro sorvegliante è stato raggiunto da un paio di amici che parlano ad alta voce. Impossibile fare pipì nei pressi del Boss, quindi sono costretta a farmi una passeggiata per trovare un posto più appartato. Ezio vuole continuare a poltrire in tenda, perché no? Tanto oggi sarà un dolce far niente per tutto il giorno, niente chiusura tenda, niente sistemazione macchina, niente guida. Se i locali non ci romperanno le scatole sarà un giorno perfetto. Nell’attesa che il poltrone si degni di farmi compagnia, mi siedo in riva all’oceano. È uno strano spettacolo quello che vedono i miei occhi, mucche al pascolo, jogger con le infradito e trattori sul bagnasciuga. Incredibile!!!! E’ come se a Lignano facessero pascolare gli animali in spiaggia senza però raccoglierne gli escrementi. C’è un po’ freschino stamattina ma l’umidità è scarsa e non ci sono zanzare. Ezio si alza ed intorno a noi si forma una “folla” di persone che ci chiedono da dove veniamo, cosa facciamo, se vogliamo comprare qualcosa o se vogliamo mangiare qualcosa, se non ci fossero tutte ste persone sarebbe il posto perfetto, sabbia bianca mare quasi calmo e non troppi turisti intorno. Uno di loro, certo Mathias, si accolla come una cozza e ci accompagna anche in paese a comprare il pane. Ci andiamo a piedi, tanto il nostro sorvegliante è sempre lì. Arriviamo alla “boutique” dove, oltre il pane compro anche delle uova, sono le prime che mangiamo da quando siamo partiti, sono già bollite, ma spero comunque che non ci facciano male. Sempre in compagnia di sto Mathias torniamo in spiaggia, il tizio è simpatico ma durante il percorso non sta zitto un momento. Ci dice che lui, oltre a fare il guardiano in spiaggia a protezione dei turisti, che tra l’altro raramente escono dai loro alberghi di lusso, è un fotografo e un cineoperatore di eventi popolari. Infatti, una volta raggiunta la macchina, io mi stendo al sole mentre Ezio è costretto a sorbirsi la visione delle foto e dei film di Mathias.

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Dopo un ora è ancora lì, il marito non ne può più, allora si decide di fare una passeggiata lungo l’oceano per togliercelo di dosso. Magnifica!! Durante tutto il tempo, quasi 2 ore, incontriamo solamente una coppia di turisti e alcune mucche. Ritornati indietro e visto che è mezzogiorno passato iniziamo a mangiare me subito veniamo raggiunti da Bambi.


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Bambi (quella col cesto sulla testa)


Bambi è una signora che vende frutta fresca e noccioline, per sbolognarla in fretta le compro qualcosa. Appena se ne va ne arriva un’altra che si trascina dietro una bimbetta di un paio d’anni e un fagotto con dentro la qualsiasi. Impossibile resistere a quel faccino quindi le preparo del pane con la nutella. Se lo mangia intanto che la mamma mi mostra la sua mercanzia. Anche con lei faccio lo stesso che con Bambi, le compro subito qualcosa in modo da poter far mangiare Ezio in santa pace. Ripeto se non ci fosse tutto sto po po’ di persone staremmo qui più a lungo ma, visto la situazione, domattina ce ne andremo. Finalmente soli ci rilassiamo all’ombra del tendalino, stare al sole è impossibile, troppo caldo. Nel pomeriggio puliamo e sistemiamo un po’ il Boss e poi nuovamente a sguazzare in acqua. Dopo una piccola doccia, solo per eliminare il sale di dosso, preparo la cena anche se sono solo le 18.30. Ezio si gusta il suo piatto di pasta seduto sulla sabbia e guardando il sole spegnersi nell’oceano, mica scemo il mio uomo. Alle 19.30 siamo in tenda a vederci un film.


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tramonto



XXXVII giorno domenica 13/12/2015
Km 405466

Mi alzo alle 7.00, stanotte l’umidità è stata maggiore rispetto a ieri, e abbiamo la tenda e il suo contenuto bagnati. In ogni caso l’alba è spettacolare e il silenzio è rotto solo dalle onde che si infrangono sulla spiaggia. Impagabile!!! Questo stato di grazia dura poco, infatti incominciano a tornare i rompiscatole, diversi da quelli di ieri, ma sempre rompi scatole. Alle 9.00, dopo aver ringraziato Jean K per aver fatto la guardia, gli diamo una mancia e dopo aver asciugato la tenda alla meno peggio, siamo pronti a partire, la Gambia ci aspetta. Niente da segnalare durante il percorso, a parte una sosta per fare gasolio solo perché abbiamo ancora parecchi cfa, fino al posto di confine di Soma. Vi giungiamo alle 13.20 e entriamo negli “uffici” di polizia nei quali, prima di metterci il timbro sui passaporti, ci chiedono soldi. Noi facciamo finta di non capire o parlare francese e, dopo un po’ ci lasciano andare coi passaporti timbrati. Peggio alla dogana, l’addetto ci fa un sacco di storie per firmarci il carnet du passage, gli spieghiamo che se non ce lo firma non potremmo andare in altri stati. Per farlo ovviamente ci chiede soldi, e anche qui facciamo gli scemi. Di sicuro non ho voglia di pagare una tangente per avere qualcosa che mi spetta e anche per non abituarli a domandare soldi ai prossimi disgraziati che passeranno di qua. Cerchiamo di stare calmi, cosa per me molto difficile, e dopo un po’ di tira e molla ci firma il carnet. E siamo in Gambia. Prima di raggiungere i posti di controllo gambiani c’è ancora un gabbiotto con dei poliziotti che ci prendono i passaporti e ci chiedono soldi per restituirli. Non ce la facciamo più, io sono incazzata come un toro che vede un fazzoletto rosso Ezio è più calmo di me ed infatti è lui che cerca di fare capire a sti deficienti che noi non gli daremo mai soldi. Alla fine capiscono l’antifona ma non mollano e mi domandano di regalargli i miei anfibi. Ma stiamo scherzando!!!!!! Vorrei buttarglieli in faccia ma Ezio mi frena e gentilmente gli fa capire che questo è l’unico paio di scarpe che ho. Finalmente ci consegnano i passaporti. Bisogna fare qualche km prima di raggiungere il paese di Soma dove ci sono gli uffici sia doganali che di polizia. Bisogna stare attenti perché sono incuneati tra vari negozi e non sono facili da individuare. A destra ci sono gli uffici doganali e a sinistra quelli di polizia e dell’immigrazione. Stessa storia di prima, per firmare qualsiasi cosa chiedono la “mandorla”. È un delirio di corruzione ed uno stress non indifferente riuscire a stare calmi in queste situazioni, ma ci facciamo forza e riusciamo a sbrigare tutte le pratiche senza scucire soldi e alle 14.30 abbiamo finito di litigare coi vari ufficiali. Prima di lasciare Soma dobbiamo cambiare euro in dalasi, oggi è domenica e le banche sono chiuse, e siamo costretti ad affidarci a quelli del mercato nero. Non ci fanno un buon cambio ( 100€ = 4.400 dalasi) ma siamo costretti ad accettare. Poi ci mettiamo a cercare una sim telefonica e il tizio che ce la vende ci chiede soldi per configurare il cellulare. Bastaaaaaaa!!!! Siamo sfiniti, qui è peggio che in Senegal, il che è tutto dire. Lasciamo Soma incazzati neri. A pochi km dal paese c’è da prendere il traghetto per attraversare il fiume Gambia e, una vota arrivati lì, ci dicono che avremmo dovuto fare il biglietto. Ma dove se prima del fiume non c’era niente? A malincuore ce lo fanno il loco dicendoci che dobbiamo pagare in valuta straniera. Assurdo! Più sto in questo paese meno lo capisco. Fortunatamente abbiamo ancora cfa e riusciamo quindi a pagare il passaggio ( 2.500 per la macchina+ 200 per noi). Aspettiamo l’arrivo del traghetto, cioè della bagnarola che a vederla fa paura, sempre circondati da ragazzini. Non sono malvagi anzi uno di loro ci dice che durante il percorso per raggiungere Georgetown ci saranno parecchi posti di polizia dove ci chiederanno soldi che però noi non dobbiamo dargli, inoltre cerca anche di configurarci il cellulare e senza chiedere nulla in cambio. Alle 16.00 siamo sulla riva opposta e, raggiunta Faraphenni, altro posto di frontiera col Senegal, deviamo verso est in direzione Janjangbureh. Durante il percorso in effetti ci sono parecchi posti di controllo, in uno di questi ci controllano l’auto e l’interno della mia borsa, ma non ci chiedono soldi. Siamo stanchi e provati dal passaggio del confine, quindi cerchiamo un posto per fare sosta anche se non è così tardi. Troviamo un sentiero, lo percorriamo per un po’ e, in mezzo alla foresta, ci fermiamo. Ezio pulisce un minimo il terreno col machete per far posto al Boss e a noi, poi apriamo la tenda x cercare di farla asciugare, infatti sono le 17.30 e fa ancora parecchio caldo. Pensavamo di avere trovato un posto tranquillo lontano da occhi indiscreti, invece no! Prima dell’imbrunire si avvicinano un tizio su un carretto e con i suoi figli e si ferma proprio qui a fare legna. Che sfiga! Dopo le presentazioni indovinate che ci chiede? Ma soldi no!!! Sono parecchio insistenti nel chiederli ma noi, ancora super incazzati, lo siamo di più nel negarglieli. Li prendiamo per sfinimento e alla fine se ne vanno, credo più arrabbiati di noi. Non ce la sentiamo di accendere le luci e restare fuori, quindi lavo i piatti alla meno peggio sistemo il Boss al buio e, alle 19.30, siamo già in tenda. Il caldo non ci dà più fastidio, anzi, e non c’è umidità, di conseguenza riusciamo sia a vedere il film sia ad addormentarci in santa pace.


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XXXVIII giorno lunedì 14/12/2015
Km 405740

Nottata tranquilla anche se freddina, i sacchi a pelo restano chiusi tutta la notte. Anche se malvolentieri Ezio si alza alla solita ora e, senza neanche fare colazione, non abbiamo più niente da mangiare, riprendiamo il nostro viaggio. Nei pochi km ce ci separano da Wassu i controlli sono numerosi, chi ci chiede solo da dove veniamo e dove stiamo andando, chi invece ci chiede i passaporti e ci controlla l’interno dell’auto. In ogni caso non ci chiedono soldi. Arriviamo a Wassu e subiamo 2 controlli in meno di un km. A metà del paese troviamo la deviazione per la “stone henge” locale, sito patrimonio dell’Unesco. Pochi metri prima dell’ingresso altro controllo dove, oltre ai documenti, tre poliziotti ci chiedono soldi. Io sono ancora incazzata e mal disposta da ieri e faccio finta di non parlare inglese, Ezio, leggermente più calmo di me, cerca di farci ridare i passaporti. Niente da fare i poliziotti insistono, ci mettiamo un po’ per riuscire a farci ridare i documenti senza pagare nulla. Per entrare al sito ci chiedono 50 dalasi, una sciocchezza. Ma mi accorgo che dei turisti accompagnati ad una guida locale entrano senza pagare, allora perché noi dovremmo farlo? Ripeto un euro è una sciocchezza ma è una questione di principio. Mi rifiuto di entrare pagando e quindi andiamo via senza vedere il sito incazzata più di prima, lo vediamo da lontano e sinceramente non è che sia sto granchè. Tornati in macchina usciamo dal paese e…..altro controllo di polizia con conseguente richiesta di denaro. Non ce la faccio più, sono così stressata che ho una crisi di pianto irrefrenabile. È la prima volta che mi succede, mai in tutti i nostri viaggi mi è capitato di piangere dallo stress e, di situazioni poco piacevoli ce ne sono capitati, ma qui mi stanno togliendo la pelle di dosso oltre a farmi cambiare idea sulla decisione di venire in Africa. In questo momento ho solo voglia di tornare a casa, alla civiltà, dove nessuno ti chiede continuamente soldi e dove la pulizia e il confort impazzano. Il pianto dura fino a Janjangbureh, Ezio capisce che ho bisogno di relax e quindi mi porta in un campeggio/lodge. La strada per raggiungerlo è immediatamente prima di prendere il traghetto per attraversare il fiume. All’ingresso una ragazza, gestisce lei il campeggio, ci dice che per campeggiare vuole 150 dalasi ma, se consumiamo la cena il campeggio è gratuito e la cena per due ci costerebbe 400 dalasi. La decisione è presto presa, solo 10 € per mangiare e campeggiare con l’uso di bagni e doccia. Certo non è il massimo della pulizia, i bagni comuni sono così impraticabili che ci apre un bungalow un po’ più pulito, ma sono talmente angosciata che in questo momento andrebbe bene tutto. A piedi, per raggiungere il traghetto c’è circa 1 km, raggiungiamo il centro di Georgetown.


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Anche lui in attesa del traghetto?

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È un piccolo paese, c’è una scuola, un polveroso campo di calcio dove si sta disputando una partita tra ragazzini, alcuni di loro sono scalzi, e qualche negozietto. Il caldo e la polvere non danno tregua così, dopo aver visto un po’ la partita di calcio, una cosa buffa è che i guardialinee avevano al posto delle bandierine delle fronde d’albero, e aver comprato pochi generi alimentari, ritorniamo in campeggio.


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Il traghetto è fermo, non si sa perché, quindi prendiamo un barchino che viene stipato di gente fino all’inverosimile, ma che ci costa la metà rispetto al traghetto.


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Per pranzo mangiamo solo qualche fetta d’anguria e finalmente mi faccio una doccia. Ovviamente l’acqua è fredda, e scende col contagocce, ma non importa ne avevo proprio bisogno. Mentre sono sotto la doccia mi lavo anche i pantaloni e la maglietta e, in attesa che si asciughino, salgo in tenda a vedermi un film mentre Ezio si rilassa leggendo un libro. Alle 18.00 siamo affamati e andiamo a gustarci la nostra cena, pollo arrosto con riso bollito. Buono ma troppo poco, restiamo affamati. Finiamo di bere la birra in riva al fiume ma l’attacco di zanzare ci induce a tornare in tenda. Sembra abbiano l’orologio ore 19.00 iniziano l’attacco ore 20.30 fine dell’attacco. Comunque siamo talmente stanchi che alla fine non ci dispiace salire in tenda così presto.


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rommel1 [ Mercoledì, 10 Febbraio 2016, 17:43 ]
Oggetto: Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015)
XXXIX giorno martedì 15/12/2015
Km 405800

Stanotte la scarsa umidità e la temperatura piacevole fanno si che si dorme bene. Il problema si verifica verso le 6.00 quando i muezzin gli uccelli e le scimmie si mettono a “cantare” tutti insieme dandoci una sveglia che non volevamo. Consumiamo la nostra colazione circondati dai primati, con i quali dividiamo il pane, paghiamo il campeggio e ci dirigiamo al traghetto.

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scimmietta


Lo vediamo dall’altra parte della riva e aspettiamo. Aspettiamo. Aspettiamo. Stanchi di aspettare chiediamo ad un tipo a che ora arriverà. Lui ci dice che potremmo a spettare 5 minuti, 15 minuti, un ora, 2 ore……questa è l’Africa. Finalmente il ferry-boat arriva, dopo un ora e mezza, e ci chiedono 200 dalasi per traghettare il Boss. Ok, ma mi accorgo che un altro passeggero con la macchina ne paga 80……questa è l’Africa!!!!

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Finalmente possiamo prendere la strada che ci porterà a Banjul, sperando che la situazione migliori. Macchè!!! Per fare i circa 200 km che ci separano dalla capitale ci mettiamo 6 ore. Non perché le condizioni delle strade siano pessime, anzi, ma perché veniamo continuamente fermati da poliziotti o doganieri o militari. Facendo una media, ogni 8/10 km Ezio è costretto a scendere dalla macchina per far vedere che non stiamo trasportando niente di “pericoloso”. Un incubo!!! Ma almeno nessuno ci chiede più soldi, anzi sono tutti molto carini e stupiti dal fatto che siamo arrivati fin qui con il nostro fuoristrada.
Lungo la strada ci fermiamo per pranzare e ci accorgiamo che vicino a noi gli alberi sono pieni di uccelli.

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Ripassiamo nuovamente per Soma dove ci fermiamo a fare gasolio, mi sa che questo sarà il nostro ultimo rifornimento di carburante, almeno per questo viaggio. Arriviamo a Banjul verso le 15.30, il traffico è allucinante. Non siamo più abituati a vedere tante macchine, fin ora il massimo era stato superare i carretti trainati da muli. Ci fermiamo in un negozio per fare una ricarica telefonica e chi ti incontriamo? Il ragazzo che ci aveva aiutati il nostro primo giorno in Gambia. Non sappiamo che cosa ci faccia qui, in ogni caso ci aiuta anche stavolta a configurare il cellulare. Che internet sia!!! Siamo a 5 km dalla nostra meta finale e non vediamo l’ora di poterci fermare. Il Sukuta camping è una delusione, non è vicino al mare come si credeva, ma almeno è carino e pulito. Incontriamo Joe, il proprietario tedesco e scorbutico, che ad un cero punto, dopo averci dato informazioni frammentarie, sparisce non si sa dove. Ospite del campeggio c’è un ragazzo olandese, Adriano, che parla perfettamente l’italiano, ed è lui che ci da le dritte giuste su dove trovare un supermercato degno di questo nome. Considerato che siamo ancora decentemente puliti, decidiamo di saltare la doccia e andare a vedere dove poter fare la spesa, cambiare un po’ di euro e dove far lavare la macchina. Troviamo il supermercato ma i prezzi sono pazzeschi, anche il doppi su certi prodotti rispetto all’Italia, quindi compriamo solo lo stretto indispensabile per questi ultimi giorni. Poi troviamo un grosso distributore dove poter lavare il Boss, ma siamo senza soldi e quindi urge trovare una banca. La troviamo ma il bancomat non funziona, strano no? Il vigilante ci vede leggermente disperati e, carinamente, ci accompagna in un’agenzia di cambio, meglio rispetto al cambio al mercato nero di Soma ma non sapremo mai a quanto è il cambio ufficiale. Stanchi ritorniamo al Sukuta e, dopo cena e dopo aver lavato i piatti, andiamo nell’area comune dove troviamo Adriano e altri due ragazzi austriaci che con la loro Lada vogliono arrivare in Sud Africa. Finalmente mi rilasso, stasera è Ezio che parla visto che tutti conoscono il tedesco. Scopriamo che i due ragazzi, Cristine e Stefan, hanno fatto più volte il raduno dei fuoristrada di Gradisca e che conoscono un paio di persone amiche di Ezio. Anche in questa occasione penso che è veramente piccolo il mondo. Ci lasciano anche un indirizzo di un ragazzo svizzero che abita in Benin dove poter eventualmente lasciare l’auto la prossima volta. Stanchi, alle 23.30 andiamo a dormire.


XL giorno mercoledì 16/12/2015
Km 406095

Stanotte ho dormito malissimo, troppo umido e caldo, ma almeno non ci sono le zanzare. In attesa che il marito si alzi per fare colazione, scrivo questo diario sopportando stoicamente il fatto che alle 7.00 di mattina sono già tutta bagnata. Ieri sera avevamo deciso che stamattina saremmo andati in spiaggia a prendere il sole ma, prima Adriano e poi Stefan e Cristine, vengono a vedere l’allestimento del Boss e, si sa che quando i ragazzi parlano di auto e allestimenti…..per farla breve alle 10.30 sono ancora tutti ad ammirare il nostro fuoristrada. Niente mare!!! Per evitare di perdere tutta la giornata decidiamo che ci rilasseremo domani e di pulire tutto oggi. Quindi, mentre Ezio, in compagnia di Adriano, porta il Boss a farsi bello, io porto le cose da lavare in lavatrice alla ragazza addetta a questo scopo e lavo quello che posso a mano.

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Ezio ci mette 3 ore a riportare il Boss tutto pulito in campeggio, certo lo ha fatto lavare anche sotto!!! Io ne frattempo stavo iniziando a preoccuparmi, e al suo rientro consumiamo un pasto veloce e continuiamo a lavorare come matti per rendere il fuoristrada efficiente per la prossima volta. È tutto un disfare e rifare, puliamo il pulibile con i pochi mezzi a disposizione, ma alla fine almeno il nostro compagno di viaggio è pulito e efficiente. Alle 18.00 smettiamo di correre come dei forsennati e ci rilassiamo un po’ in attesa della cena. Facciamo due chiacchiere, meglio dire Ezio parla mentre io mi sforzo di capire, coi ragazzi austriaci mangiando una fetta d’anguria, ovviamente si parla sempre delle stesse cose, viaggi, allestimenti e Toyota. Di certo, quest’ultimo, non è tra i miei argomenti preferiti. Alle 20.00 ci accorgiamo che Adriano è andato via senza salutare ne noi ne gli amici austriaci, aveva l’aereo alle 23.00. Non riesco a capire come mai, forse non ci ha visti o……boh! comunque alle 21.00 siamo pronti per andare a dormire, siamo talmente stanchi che nessuno dei due ha voglia di guardare un film.


XLI giorno giovedì 17/12/2015
Km 406102

Siamo costretti a dormire coi sacchi a pelo estivi, gli altri li ho portati a lavare, quindi stanotte niente umido ma freddo! Mi alzo alle 7.00 e, per ingannare il tempo, continuo a fare il bucato a mano, spero che quello che ho dato da lavare in lavatrice me lo diamo oggi asciutto, e a preparare la colazione. La batteria dei servizi non regge più il consumo del frigo e quindi siamo costretti ad aspettare fino alle 10.00, quando arriva Joe, per farci dare la corrente e la password per internet. Anche oggi niente mare!! Continuiamo allora a sistemare le cose prima della partenza. Mi consegnano tutti i panni lavati anche se non perfettamente, e asciugati quindi rifacciamo i letti, sia quelli in tenda sia quello in macchina. Poi è la volta dei vestiti, lasciamo solo lo stretto indispensabile per la prossima volta, e il resto, sedia compresa, lo porteremo con noi in valigia. Poi è la volta delle attrezzature elettroniche, qui resterà il computer, la macchina fotografica, la go pro, le luci da testa ecc… Insomma tra una cosa e l’altra ci va tutta la giornata. Nel tardo pomeriggio andiamo a fare un giro in macchina e cerchiamo un posto carino al mare dove passare la giornata di domani. Giriamo come cretini per trovare il Kunta Kinte, un bar/ristorante consigliatoci da Luca, ma non lo troviamo, o almeno, dovremmo lasciare il mezzo in un parcheggio e lasciare le chiavi a dei giovani parcheggiatori nel caso dovessero spostarlo visto che il parcheggio era pieno di veicoli. Manco morti!! Allora decidiamo che domani andremo al mare a piedi, dal campeggio sono meno di 2 km, così da non aver problemi di parcheggio né bisogno di cercarci un taxi, sperando che ci sia un posto decente. Non vogliamo spostare più la macchina anche perché , anche oggi, siamo stati fermati da varie pattuglie ed, in una di queste occasioni, ci hanno chiesto insistentemente la solita “mandorla”. Quindi domani passeggiata e…..Inshallah!! nel pomeriggio, in campeggio, arriva un ragazzo americano che viaggia in moto dal 2012. Ammira il nostro mezzo di locomozione, è il suo sogno poter viaggiare con un fuoristrada simile al nostro, anche per poter viaggiare più comodamente. Mi piacerebbe chiacchierare con lui, ma già il mio inglese è claudicante poi con lo slang americano peggiora notevolmente. Lo lasciamo in compagnia degli austriaci e noi andiamo a cenare. Stasera per Ezio fagioli con l’ultima confezione di pancetta e latte e orzo per me. Dopo cena si intrattiene parlando con un dipendente del campeggio e carinamente gli cede la macina mauritana visto che ormai abbiamo poche possibilità di portarla in Italia. Nel frattempo io finisco di mettere in ordine e mi faccio una lunga chiacchierata con mia sorella. San internet!

XLII giorno venerdì 18/12/2015
Km406102

Stanotte niente freddo o umido a disturbare il mio sonno in compenso ci pensa la mia vescica a farlo, e per ben tre volte!! va beh mi sa che per farmi una bella dormita dovrò aspettare di tornare a casa. Sveglio Ezio presto perchè oggi ho intenzione di non fare altro che andare al mare. E mare fu!!!! a piedi raggiungiamo la spiaggia, sono solo 2 km, e ci basta attraversare la strada asfaltata e al primo “stabilimento” balneare ci stabiliamo. Ottima scelta considerato che i lettini e gli ombrelloni sono gratis e paghi solamente eventuali ordinazioni di bar o ristorante, in ogni caso non sei costretto a farlo, volendo puoi ordinare solo una bottiglia d'acqua, circa 1 €, e nessuno ti dice niente. Noi invece optiamo non solo di bere ma anche di mangiare a pranzo. Un thè caldo la mattina, fish and chips per Ezio, omelette per me, 2 birre. praticamente trascorriamo una magnifica giornata di sole e relax con la modica cifra di 16 €. Inoltre, scegliendo questa opzione, non hai lo stress di vederti arrivare frotte di persone che cercano di venderti questo o quello mentre stai disteso al sole. Le ore passano piacevolmente, il nostro essere “spalmati” sui lettini viene interrotto solo da brevi passeggiate per raggiungere l'oceano e farci un bagno.


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E pensare che siamo a dicembre e che i nostri cari sono a casa a morire di freddo. Nel tardo pomeriggio , sempre a piedi, torniamo in campeggio. Lungo la strada compriamo del pane e delle uova. Raggiunto il Sukuta ci facciamo una doccia, scriviamo cartoline, navighiamo su internet insomma continuiamo a non fare una beata mazza fino all'ora di cena. Stasera carbonara, e che carbonara!!! anche se non abbiamo fatto quasi nulla tutto il giorno decidiamo comunque di andare a letto presto, anche perchè stasera circolano un po' di zanzare e poi è più comodo guardare il film distesi a letto.

XLIII giorno sabato 19/12/2015
km 406129

Stanotte si è dormito bene e, se non fosse stato per il gallo e il muezzin che iniziano a “cantare” alle 5.30, sarei rimasta a dormire ancora per un bel po'. Mi viene in mente che oggi è il nostro ultimo giorno di vacanza e, al riguardo, ho pensieri contrastanti. Da una parte vorrei ancora stare qui a godermi il sole e il caldo, dall'altra ho una voglia pazzesca di rivedere la mia famiglia e di avere finalmente le comodità e la pulizia di casa mia. Certo che noi umani non siamo mai contenti!! Ripetiamo gli stessi gesti, da quando siamo in viaggio, per l'ultima volta e poi andiamo in spiaggia a goderci le nostre ultime ore di caldo. Almeno per quest'anno. Rimaniamo stesi sui lettini tutto il giorno, solo io vado a farmi il bagno, il richiamo delle onde è troppo forte. Ad un certo punto arriva anche una scimietta a farci compagnia.


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Alle 15.30 abbandoniamo la spiaggia per ritornare in campeggio dove finiamo di fare i bagagli, mangiamo qualcosa di veloce e aspettiamo il momento di lasciare il Boss. È dura sapere che starà in balia di altre persone e non verrà “coccolato” come facciamo noi di solito, ma è bello sapere che saremo costretti a tornare per riprendercelo. Alle 21.00 ci accompagnano in aeroporto, ½ ora di strada e siamo arrivati. Ci sono 2 aerei in partenza e, quindi, parecchia gente al ceck-in, ma in un ora riusciamo a passare i controlli di polizia senza problemi. Aspettiamo fino alle 23.30 in sala d'attesa leggendo un libro, infatti l'aeroporto è piccolissimo e non c'è niente da fare o interessante da vedere. A mezzanotte l'aereo, puntualissimo, lascia il suolo africano. Pur essendo molto stanchi non riusciamo a dormire, fortunatamente il volo dura poco, in meno di 5 ore siamo in Europa.

XLIV giorno domenica 20/12/2015

Arriviamo a Barcellona in perfetto orario, 5.50 ora locale.

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Il tempo di ripassare, anche stavolta indenni, i controlli di polizia e siamo in uno dei più bei aeroporti europei. Un notevole cambiamento, in meglio, rispetto a 5 ora fa. Per ingannare il tempo, 4 ore d'attesa per il prossimo volo, ci facciamo un giro per gli innumerevoli negozi, di dormire non se ne parla, e di mandare messaggi agli amici essendoci wifi gratuito.
Anche qui il volo parte in perfetto orario e alle 11.00 lasciamo Barcellona. Arrivo a Venezia ore 12.15, addirittura con 5 minuti d'anticipo, e non perdiamo neanche tempo al ritiro bagagli. L'abbraccio con mia sorella non è descrivibile a parole, dico solo che dura più dell'attesa per il ritiro bagagli, e poi via verso casa. Alle 14.00 riapriamo dopo quasi 2 mesi la porta di casa, siamo stanchi ma felici.


Km finali 406129
Km percorsi 8352



Conclusioni

E' sempre eccitante iniziare un nuovo viaggio. Sai più o meno dove andrai, ma quello che veramente è eccitazione pura è quello che non sai. Non sai quali saranno le condizioni delle strade, non sai quanto impiegherai a percorrere il tuo itinerario, non sa quale sarà la situazione che troverai nei vari paesi e non sai chi incontrerai. Ma il bello è che questa eccitazione non è mai delusa. Ogni paesaggio visto, ogni strada intrapresa, ogni persona incontrata è sempre una sorpresa. Spiacevole raramente, il più delle volte è molto molto piacevole. E anche quest'avventura non ci ha deluso. E' vero che la maggior parte del tempo siamo stati costretti a vivere in pessime condizioni, che molte volte ho avuto la tentazione di tornare indietro, ma quando ci siamo trovati davanti allo spettacolo magnifico di un alba nel deserto, o quando siamo stati costretti a urlare per sovrastare il rumore delle onde dell'oceano o quando l'ultima cosa che vedevi prima di addormentarti erano milioni di magnifiche stelle splendenti......beh tutti i disagi tutte le sofferenze e la voglia di tornare indietro svanivano. Ogni donna uomo bambino incontrati ci hanno insegnato qualcosa, alcuni non proprio cose edificanti, altri, la maggior parte, cose che terremo con noi sperando di farne tesoro. E anche se la voglia di tornare a casa, e specialmente di abbracciare coloro che amiamo di più al mondo, è forte lo è anche il bisogno e la voglia di vedere cosa c'è dietro la prossima curva, dietro una collina e oltre l'orizzonte.


Continua......


Gigitoyota [ Mercoledì, 10 Febbraio 2016, 18:29 ]
Oggetto: Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015)
Fiuuuu!


nick2 [ Mercoledì, 10 Febbraio 2016, 21:08 ]
Oggetto: Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015)
Magica Tiziana!

Vi aspettiamo nel Granducato!


Enricokl [ Mercoledì, 10 Febbraio 2016, 22:16 ]
Oggetto: Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015)
non posso fare altro che un lunghissimo applauso !!!
bravi e brava!

grazie
Enrico


Rubylove [ Mercoledì, 10 Febbraio 2016, 23:21 ]
Oggetto: Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015)
Adesso non possiamo che aspettare il seguito, la seconda tappa!


sbrune [ Giovedì, 11 Febbraio 2016, 00:47 ]
Oggetto: Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015)
Complimenti....ogni parola non fa che alimentare la mia volgia di viaggiare....
grazie


pintoy [ Giovedì, 11 Febbraio 2016, 12:42 ]
Oggetto: Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015)
complimenti ci avete fatto sognare!!!!
ora non rimane altro che aspettare......ma quanto? quando ripartite?
grazie
pino e marina


stefano [ Giovedì, 11 Febbraio 2016, 13:41 ]
Oggetto: Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015)
Mi unisco ai complimenti!
Aspetto .....il seguito.


rommel1 [ Giovedì, 11 Febbraio 2016, 16:15 ]
Oggetto: Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015)
Grazie per i complimenti che, specialmente per Tiziana, sono un incentivo per il prossimo viaggio. Ha già preparato il block notes vicino al medicinali e materiale scolastico che porteremo in Africa il prossimo giro. Non sia mai che se lo dimentichi a casa!!!


hackenzo [ Giovedì, 11 Febbraio 2016, 17:21 ]
Oggetto: Re: La nostra Africa: 1^ tappa (07 nov-20 dic 2015)
C'è tutto quello che serve per pubblicare un bel libro e farne dono agli amici!
Veramente, ancora, complimenti!


rommel1 [ Giovedì, 11 Febbraio 2016, 18:00 ]
Oggetto: Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015)
A dir la verità un'amica che lavora nel settore librario me l'aveva buttata. Chissà, magari a fine viaggio... intanto raccogliamo materiale. Tiziana è contraria, dice che si vergogna un pò e che non sa scrivere adeguatamente.


grayd [ Giovedì, 11 Febbraio 2016, 20:05 ]
Oggetto: Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015)
Intanto complimenti a tutti e due, per il viaggio e per la descrizione tipo "reportage" fatta.

Riportandolo su carta come è stato postato sono circa 110 pagine (facciate) in formato A4 che significa circa 200 pagine (facciate) in formato A5 rimpicciolendo per andare al risparmio le immagini e componendolo in modo leggermente diverso.

A mò di pubblicazione, lasciando le immagini nella larghezza di A5, con prefazione e postfazione, indice, presentazione, e considerando le giornate come capitoli (usando la logica della composizione tipografica) direi che ne esce un "libretto" dalle 270 alle 300 facciate.
COMPLIMENTI


calanna [ Giovedì, 11 Febbraio 2016, 21:28 ]
Oggetto: Re: La nostra Africa: 1^ tappa (07 nov-20 dic 2015)
grazie purtroppo il racconto sembra finito ... avrei voluto non finisse mai, talmente era avvincente


Redbaron [ Giovedì, 11 Febbraio 2016, 22:05 ]
Oggetto: Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015)
La lettura del vostro viaggio mi ha saputo emozionare. Un sentito grazie alla brava scrittrice Tiziana e, al suo fidato conducente de "Il Boss", Ezio.

Redbaron
autista della domenica


ercole [ Giovedì, 11 Febbraio 2016, 23:47 ]
Oggetto: Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015)
Grande Tiziana!!!! E naturalmente accanto a una grande donna c'è un grande uomo😳Grande Ezio !!!!!!!!


ercole [ Giovedì, 11 Febbraio 2016, 23:48 ]
Oggetto: Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015)
Veramente tutto troppo bello!!!! Veramente.


nick2 [ Venerdì, 12 Febbraio 2016, 09:06 ]
Oggetto: Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015)
Coraggio! Tra poco ripartono!!!

Il Boss l'aspetta impaziente


riccardo sand [ Venerdì, 12 Febbraio 2016, 09:09 ]
Oggetto: Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015)
Bello!
Grande test anche per le nuove BF , a quando una relazione 'tecnica' ?
Ciao ed ancora grazie per aver condiviso tante emozioni.
Riccardo

PS 'Zebrabar' a Saint Louis rimane sempre una garanzia !


eskimo [ Lunedì, 15 Febbraio 2016, 13:29 ]
Oggetto: Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015)
abbiamo anche capito che ti piace dormire, mai una volta che ti alzi prima di tua moglie


rommel1 [ Lunedì, 15 Febbraio 2016, 13:50 ]
Oggetto: Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015)
x riccardo sand: sulla sabbia mi ero trovato molto meglio con le BF Goodrich mud terrain T/A, ma questo lo imputo anche al fatto che normalmente nel deserto viaggio molto più leggero. Le All Terrain T/A KO2 sono più silenziose e in fuoristrada si sono comportate bene. Guardandole si vede che hanno fatto 3 settimane di Mauritania (sono un pò segnate ai lati, anche un paio di tagli) ma con quelle piste che ho percorso è già tanto che non si sono forate. Talvolta la sera con la pinza levato gli spini di acacia (anche 5 cm) conficcati nei pneumatici, mai un problema. Con la pioggia non ho potuto ancora provarle, ma credo che non ci voglia molto ad essere più performanti delle mud (anche perchè ormai erano alla frutta).


x eskimo: Si in effetti, come a casa, la mattina mi piace dormire. Lei va a letto presto e si alza presto, io il contrario. La mattina quando mi alzo trovo tutto pronto, colazione compresa. Che sia un pò viziato?


Rubylove [ Lunedì, 15 Febbraio 2016, 15:22 ]
Oggetto: Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015)
Ezio hai potuto constatare se dopo lungo uso su hammada e piste sassose si smangiucchia il battistrada come le vecchie? a me hanno sempre perso dei pezzettini.


rommel1 [ Lunedì, 15 Febbraio 2016, 16:30 ]
Oggetto: Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015)
Un pò si sono smangiucchiate, ora non ricordo con precisione quanto ma non credo più di tanto. A fine mese gli faccio due foto.
Queste due sono state scattate quando avevo quasi finito il giro della Mauritania.

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Rubylove [ Lunedì, 15 Febbraio 2016, 16:33 ]
Oggetto: Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015)
spini a parte quelle sembrano in buone condizioni forse erano ancora semi nuove?


riccardo sand [ Lunedì, 15 Febbraio 2016, 16:49 ]
Oggetto: Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015)
Ottimo, questi sono i test veritieri !
Grazie


rommel1 [ Lunedì, 15 Febbraio 2016, 17:03 ]
Oggetto: Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015)
Questo è un buon test per un pneumatico, sabbia, sassi (tanti), asfalto, piste ecc... (è mancata solo l'acqua), sotto un mezzo che talvolta pesava 35 quintali.
Le gomme le avevo cambiate poco prima di partire, quando ho scattato le foto avranno avuto 7000 km


Rubylove [ Lunedì, 15 Febbraio 2016, 17:13 ]
Oggetto: Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015)
Per avere un test più attendibile meglio aspettare che tu faccia più km però a vederle così sembrano buone.


rommel1 [ Lunedì, 15 Febbraio 2016, 17:33 ]
Oggetto: Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015)
Farò un resoconto, documentandolo con foto, alla fine del prossimo viaggio.


Rubylove [ Lunedì, 15 Febbraio 2016, 17:41 ]
Oggetto: Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015)
Sarebbe molto interessante visto che sei uno dei primi a montare le nuove e a usarle per lunghi viaggi

Io non avrei da lamentarmi per le vecchie, ne ho usate molte ci ho fatto molti km di tutti i tipi, mai forato, mai tagli, mai rigonfiamenti ecc.. solo questa tendenza all'indurimento del battistrada che porta allo smangiucchiamento di pezzettini di gomma.


bruno-ossiani [ Martedì, 16 Febbraio 2016, 11:21 ]
Oggetto: Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015)
le ritengo le migliori gomme "all-terrain" di sempre ...... le uso da 15 anni anche in fuoristrada nostrano e sul fango e difficilmente ho riscontrato dei problemi, certo teniamo anche conto del mezzo che a leggerezza e dimensioni non è proprio il massimo. unica accortezza che una volta che raggiungi il 50 % del battistrada devi stare attento in curva sul bagnato, tende a scappare l'avantreno ..... questo per la mia esperienza con macchine a ponte rigido


pintoy [ Mercoledì, 17 Febbraio 2016, 09:57 ]
Oggetto: Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015)
pshh.....pshh.... ma poi si è capito quando ripartono?
pino


rommel1 [ Venerdì, 19 Febbraio 2016, 10:39 ]
Oggetto: Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015)
Riartiamo sabato prossimo se mi arrivano i passaporti (sono ancora a Milano per gli ultimi visti).


pintoy [ Venerdì, 19 Febbraio 2016, 12:22 ]
Oggetto: Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015)
ah bene, proprio una toccata e fuga in quel di Gorizia....
Divertitevi!!!
pino


Rubylove [ Venerdì, 19 Febbraio 2016, 12:50 ]
Oggetto: Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015)
rommel1 ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Riartiamo sabato prossimo se mi arrivano i passaporti (sono ancora a Milano per gli ultimi visti).


allora ci siamo, pensavo più avanti!


fzj78 [ Mercoledì, 24 Febbraio 2016, 14:45 ]
Oggetto: Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015)
Compimenti per il bel reportage!

A giorni parto per un test con un " mostriciattolo" e magari dal Marocco ci viene voglia di andare a prendere un caffè da Fabrizio a Dakar...una domanda: la strada per la diga di Djama é ora asfaltata interamente o rimangono i soliti passaggi soggetti ad inondazioni? Di passare da Rosso non ne ho proprio voglia!


Una foto della belva:
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rommel1 [ Mercoledì, 24 Febbraio 2016, 16:09 ]
Oggetto: Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015)
Ciao Ema e complimenti per il mezzo, immagino di chi sia (e già che ci sono salutamelo).
La strada per Djama è ancora sterrata ma non credo avrai problemi di inondazioni in questo periodo (non dovrebbe essere la stagione delle piogge). Posto di frontiera deserto, disbrigo pratiche veloce. Alle spalle della dogana (in Senegal) puoi trovare da cambiare gli euro (anche a un buon tasso), stipulare l'assicurazione e se ti serve anche acquistare una sim locale.
Non credo ti diano più di due giorni sul pass avant, poi bisogna "correre" a Dakar per apporre il timbro sul c.d.p.
Se non ci sei mai stato ti posso dare le indicazioni degli uffici dove rivolgersi una volta arrivato a Dakar.
Buona strada




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