La nostra Africa: 1^ tappa (07 nov-20 dic 2015) »  Mostra messaggi da    a     

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Area Viaggi & Vacanze - La nostra Africa: 1^ tappa (07 nov-20 dic 2015)



Rubylove [ Domenica, 31 Gennaio 2016, 14:57 ]
Oggetto: Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015)
a me personalmente questo modo di fare il resoconto mi piace, all'inizio ho pensato di essere inopportuno intervenendo e che voi avreste preferito avere lo spazio per scrivere senza continue interruzioni, invece con il passar dei giorni vedo che tutti intervengono e questo inframmezzamento di commenti e opinioni lo rende più dinamico più vivo e non una pagina statica che quasi mai viene letta del tutto, ottimo a mio parere.


Marko [ Domenica, 31 Gennaio 2016, 15:13 ]
Oggetto: Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015)
rommel1 ha scritto: [Visualizza Messaggio]
La Maison Ourane (www.ouarane.com/) di Pippi è un ottimo punto di appoggio in Mauritania ed Adrani soddisfa tutte le richieste che uno può avere.
Luogo accogliente, pulito e simpatico, cosa si può chiedere di più?
Dai Marco leggi ancora un pò.... poi la sabbia finisce


ti leggo ti leggo....come leggo ogni resoconto di viaggio sahariano e non...

Pippi ci va due volte l'anno alla casa di cinguetti. l'ultima volta che sono stato è stato in occasione del festival di cinguetti, anche se non ho dormito da lui perché non sapevo se riuscivo ad arrivarci, venivo dal nega passe dopo 5gg di fuoripista non troppo noto...


Swan770 [ Domenica, 31 Gennaio 2016, 16:16 ]
Oggetto: Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015)
complimenti, siete riusciti a trasmettere le giuste emozioni necessarie per indurre in noi lettori il desiderio di metterci immediatamente in viaggio!
Purtroppo, almeno per me, gli unici viaggi in questo periodo sono lavorativi, quindi tutt'altra storia....
Aspetto di leggere il seguito...


rommel1 [ Lunedì, 01 Febbraio 2016, 19:06 ]
Oggetto: Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015)
XVII° giorno lunedì 23/11/2015
Km 401867

La partenza è prevista per le 8.00 quindi, dopo una notte dove ho dormito benissimo, ci alziamo e, fatta la colazione e chiusa la tenda, partiamo puntualmente. Stamattina più sabbia che sassi, per la nostra felicità, provo anch’io a guidare ma questa sabbia non fa per me e desisto quasi subito. Tratti, pochi, difficili nei quali serve fare più passaggi per riuscire ad uscire dai catini, rigorosamente con le ridotte. Verso le 10.00 ci fermiamo per cercare dei reperti archeologici in un posto che conosce Shinan, e siamo fortunati. Infatti oltre a trovare punte di frecce e attrezzi agricoli, troviamo anche una macina bellissima con le sue pietre per macinare il grano. E’ bellissima ma pesantissima, calcoliamo pesi 35-40 kg.
Proseguiamo ancora per un ora e poi, alle 11.30, ci fermiamo presso Guelb El Mouchè per il pranzo. Il posto è magnifico, il vento non ci dà tregua come anche il sole e il caldo ma non importa ne voglio accumulare quanto più possibile visto che al nostro rientro a casa troveremo solo nuvole e freddo. Dopo una mezz’ora di cammino incontriamo un piccolo villaggio, gli uomini scendono per vedere se hanno bisogno di qualcosa mentre alcune donne mi si avvicinano.

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Una di esse ha un bambino di pochi mesi in braccio, a gesti mi fanno capire che ha la febbre ma è talmente piccolo che non mi fido a dargli niente. Mi fanno una tenerezza infinita queste donne non appena capiscono che non le posso aiutare si fanno da parte. Continua a pensare che qui bisognerebbe venire con un camion di medicinali e forse solo un camion non basterebbe.
Continuiamo su piste sabbiose ma molto facili, mai ridotte e solo in alcuni tratti inseriamo il blocco centrale, fino a raggiungere un altro villaggio in un posto dimenticato da Dio. Scopriamo che qui esiste una scuola, un edificio fatiscente con qualche libro e una lavagna. Conosciamo il maestro che orgoglioso ci mostra la scuola e noi allora gli consegniamo tutto il materiale di cartoleria che abbiamo portato con noi. Alla vista dei quaderni delle penne delle matite è quasi commosso tanto quanto noi.


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la consegna del materiale scolastico

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l'interno della scuola



Anche qui, nel posto dimenticato da Dio, la cultura esiste e viene insegnata ai più piccoli. Lasciamo il paese a malincuore, ci avevano offerto di passare la notte al villaggio, ma abbiamo ancora almeno un ora di luce e, visto le innumerevoli soste per cercare reperti e per farci una piccola doccia, oggi non abbiamo fatto molta strada. Verso le 17.00 ci fermiamo per fare campo in un altro magnifico posto. Qui la sabbia tende al rosso e siamo su un’altura che ci consente di vedere un panorama magnifico a 360°.

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Facciamo legna finchè c’è ancora luce, Ezio stasera ha intenzione di fare un falò perché in tutti questi giorni per colpa del vento non è stato possibile. Stasera cucino io per tutti guide comprese, pasta con le sarde. Il problema dei piatti non sussiste ma quello delle forchette si perché ne abbiamo solo 4 e ne servono 5. Problema risolto Shinan mangia gli spaghetti caldi con le mani!!! Quando si dice la fame!! Faccio i piatti mentre Ezio accende il fuoco e poi mi rilasso accanto ad esso. Anche se c’è ancora un po di vento è piacevole starsene accanto al fuoco e trascorrere la serata tra chiacchiere e risate. Lasciamo della legna anche per domattina e andiamo a letto, io sono stanca e sinceramente non sto neanche troppo bene.


XVIII° giorno martedì 24/11/2015
Km 401958

Stanotte ho avuto la diarrea, sono stata malissimo, costretta ad alzarmi parecchie volte. Fuori c’era freddo e vento ed io avevo solo una maglietta a maniche corte quindi oltre al forte mal di pancia mi sono completamente congelata. Mi alzo più stanca di prima, evidentemente Elhak, il posto in cui ci troviamo, non porta bene. Prima di partire gonfiamo un po’ i pneumatici, li portiamo a 1,8, e via verso Ksar el Barka. Il percorso è sempre disseminato di pietre ma la sabbia non manca specialmente quando si passa su dei letti di fiumi in secca. Anche il panorama cambia assomigliando di più ad un panorama prettamente africano costellato da numerose acacie. Giungiamo a Ksar el Barka, verso le 10.20 e, mentre gli altri si fanno una camminata in questo villaggio abbandonato, io resto in macchina, non sono in piena forma fisica risento ancora della nottata passata al freddo e anche il mio stomaco brontola ancora.

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Ksar el Barka
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Ksar el Barka

Ksar el Barka, grande città fondata nel 1690 dalla tribù Kounta, è un luogo molto suggestivo che merita sicuramente una visita, anche se, come dimostrano le foto, la città otre ad essere ormai in rovina, l'avanzare inesorabile della sabbia la sta coprendo.


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Ksar el Barka


Finita la visita ripartiamo e, poco dopo, giungiamo presso il lago Gabon, splendido specchio d’acqua ricoperto da un erba verdissima, c’è ancora acqua perché tutte le volte che piove tutti i vecchi letti dei fiumi, ritornati in vita, si riversano in questo lago.

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il lago Gabon


All'ora di pranzo arriviamo in un grosso villaggio dove ci fermiamo per mangiare, veniamo circondati dalle persone del posto ma, come da tutte le parti, non ci importunano. Credo che siano solo curiosi e magari se ci scappa una caramella sono anche contenti.


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La sosta pranzo, per i miei gusti, dura ogni giorno troppo, un ora e mezza/due ogni volta è decisamente una gran perdita di tempo. Alle 15.00 riprendiamo la pista sempre in direzione sud-ovest. Strada facendo ci fermiamo anche ad ammirare delle belle pitture rupestri.

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pitture rupestri


Non c’è molto da segnalare tranne la visione di altri villaggi e piccole soste per due insabbiamenti.
In uno è stato indispensabile l'uso della scaletta che ha due funzioni, una quella per la quale è stata costruita, cioè riuscire a raggiungere la bagagliera senza doversi arrampicare come scimmie, e la seconda quella di piastre. Dopo aver fatto egregiamente il loro lavoro, abbiamo dovuto cercarle sotto la sabbia perchè erano sparite.

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All'imbrunire decidiamo di far campo e, anche se il terreno, come le piste, è molto sassoso riusciamo a trovare una bella duna dove posizionare le nostre auto. Dimenticavo di dire che ad un certo punto, dopo la sosta pranzo, siamo stati costretti ad aprirci la strada a colpi di ascia, la cosa divertente è stata vedere un vecchietto mauritano darci dentro col machete meglio di Ezio con la sua ascia. Miracolo!!in mezzo al nulla abbiamo rete quindi anche connessione internet, dopo tanti giorni è un delirio di messaggi da e verso i nostri amici e familiari. Prima di cenare si fa un piccolo breefing per decidere cosa fare domani e all’unanimità si decide di andare a Matmata. La Matmata tunisina è una città che mi sta molto a cuore, mi auguro che la Matmata mauritana non sia da meno. Dopo cena e, dopo aver lavato i piatti, accendiamo un bel fuoco. Ezio prova ad accenderlo con l’acciarino regalatogli per il suo compleanno e…funziona! Spegniamo il fuoco presto, siamo stanchi e alle 21.30 siamo già in tenda.


Enricokl [ Martedì, 02 Febbraio 2016, 12:49 ]
Oggetto: Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015)
Grazie Rommel e signora per questo diario di viaggio! bellissimo!

quando ci incontriamo per una grappetta?

ciao
Enrico


sbrune [ Martedì, 02 Febbraio 2016, 13:11 ]
Oggetto: Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015)
Pausa pranzo incollato al monitor per leggere questo bel resoconto di viaggio....
spero prima o poi di poter prendere parte ad un viaggio simile...
grazie per il racconto!!!


rommel1 [ Martedì, 02 Febbraio 2016, 14:28 ]
Oggetto: Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015)
x Enrico: dovevamo trovarci un giorno con Nicolas dalle sue parti in quanto voleva organizzare una giornata dedicata ai viaggi e nell'occasione si sarebbe proiettato il nostro filmino dell'Uzbekistan/Kazakistan 2014. Purtroppo per vari motivi non siamo ancora riusciti a fissare una data. Potrebbe essere un'occasione per trovarsi e conoscersi altrimenti se passi dalle mie parti....

x sbrune: grazie, questa sta è una bella soddisfazione!


rommel1 [ Martedì, 02 Febbraio 2016, 15:02 ]
Oggetto: Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015)
XIX° giorno mercoledì 25/112015
Km 402078

Stanotte a tenerci svegli è stato il vento, fortissimo tanto da farci scenderla dalla tenda, chiuderla e continuare a dormire in macchina. Partiamo alle 8.00 e già la sabbia è un casino, talmente soffice che dopo il passaggio di 2 vetture la terza si incasina. Si spala si spinge si rispala, alle 9.00 siamo già sudati e impolverati, ma non desistiamo, siamo qui per questo no? Continuiamo su una pista sabbiosa ma più semplice fino ad incontrare il villaggio di Tourougueilin dove troviamo l’asfalto.


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il villaggio di Tourougueilin

Fatti una trentina di km troviamo un paese dove compriamo pane e sigarette, non possiamo comprare altro perché non abbiamo soldi e qui non c’è una banca e siamo costretti a farci prestare 2.000 oughia da Adrani. Bisogna anche fare un passaggio al posto di polizia e consegnare la fiches. Chiediamo a Shinan il perché ci ha fatto prendere l’asfalto anziché farci fare pista ci dice che per fare questo percorso su pista ci vorrebbero 2 giorni. Ci arrabbiamo un po’ perché comunque è una decisione che avremmo dovuto prendere noi e non loro, solo perché non hanno voglia di perdere tempo in caso di insabbiamenti. Proseguiamo ancora per poco su asfalto, fortunatamente, e dopo aver ripreso la pista ci imbattiamo in diversi campi coltivati.


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A mezzogiorno ci fermiamo per il pranzo che, come al solito, dura anche troppo.

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Alle 14.00 ci rimettiamo in marcia verso Matmata. Il panorama e le piste cambiano nuovamente, stamattina dune e sabbia morbidissima, poi piste di sabbia dura e adesso sembra di essere all’interno di una foresta. È incredibile i cambiamenti di piste e paesaggi ma la cosa che mi piace maggiormente è la varietà di colori: bianco verde rosso nero arancio, davvero un arcobaleno.


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Arriviamo a Matmata verso le 15.30 superiamo il paese e la strada cambia nuovamente, adesso siamo su roccia e sassi pericolosi per le nostre gomme che sono a 1,4, le portiamo a 2. Ad un certo punto, dopo aver superato un uadi bellissimo, a piedi raggiungiamo la Vuelta di Matmata. Un posto incredibilmente bello e, se non fosse per le pietre giganti che ci sbarrano la strada, sarebbe un posto magnifico per fare campo.


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Alla fine troviamo delle pozze d’acqua vicino alle quali una decina di coccodrilli sono intenti a prendere il sole.

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Matmata


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Matmata


Valeva la pena fare questa passeggiata, tra andata e ritorno circa un ora e mezza, per ammirare questi magnifici animali. Durante la camminata di ritorno alle auto decidiamo di far campo presso lo ouadi di matmata, quello percorso precedentemente per raggiungere i coccodrilli. Se dovessi fare una classifica dei luoghi dove abbiamo fatto campo in Mauritania, questo sarebbe tra i primi posti. In attesa di preparare la cena, stasera pasta e fagioli, faccio un po’ di bucato, giusto i calzini e il foulard che uso per proteggere i capelli, il tutto puzza da far schifo. Vorrei potermi lavare anch’io, comincio ad entrare in sofferenza, ma mi sa che fino a dopodomani non se ne parla. Sempre sperando che a Tidjikja si trovi un albergo o un campeggio decenti. Stasera sono piuttosto stanca, le 2 notti insonni si fanno sentire, e se anche Ezio accende un bel fuoco e la luna illumina a giorno questa splendida location, io vado a letto presto, alle 21.00 dò la buonanotte a tutti.




XX° giorno giovedì 26/11/2015
Km 402187

Finalmente una dormita coi fiocchi, stanotte niente vento o altro a disturbare il mio sonno. Stamattina partiamo prima del solito, alle 7.30, ripercorrendo un tratto di strada fatto ieri fino a raggiungere il paese. I problemi arrivano dopo aver superato Matmata, paese fatiscente niente a che fare con la Matmata tunisina, infatti non ci sono piste e dire che il terreno è una sassaia è usare un eufemismo.


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La nostra velocità di crociera si aggira tra i 3 e i 4 kmh e questo per un paio d’ore, poi finalmente riusciamo a trovare una pista battuta meno sassosa. La nostra velocità di avanzamento migliora notevolmente.


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I diversi paesaggi e colori ci accompagnano anche oggi, l’unico problema è che in Mauritania, diversamente da Tunisia o Marocco, quando ne hai abbastanza di piste polverose e vuoi rientrare nella civiltà non trovi nulla, non un paese decente o un ristorante o un albergo, fai fatica anche a reperire il pane. Prendiamo l’asfalto per una quarantina di km per poi riprendere una pista che ci porterà a Rachid. Ci fermiamo per pranzo, anche oggi non ci smentiamo e quindi sosta fino alle 14.00. Proseguiamo su questa pista battuta fino ad incontrare un grosso villaggio dove troviamo un pozzo e facciamo finalmente un carico d’acqua nel serbatoio. Ovviamente non è che l’acqua sgorghi a fiotti e quindi ci mettiamo un po a fare il pieno del prezioso liquido, nel frattempo veniamo circondati affettuosamente dagli abitanti del villaggio.


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Sono simpaticissimi, i ragazzi ci chiedono di fargli foto e noi ovviamente non ci lasciamo pregare. Anche le ragazze non disdegnano, alcune sono bellissime, ma non sono così sfacciate. Ringraziamo per la loro gentilezza e, su pista sabbiosa con erba, ci dirigiamo verso nord-est. Non è difficile questo tipo di terreno, sembra che maciniamo km ma la nostra guida, anziché puntare su Rachid ci fa deviare verso nord in un percorso a zig zag. Scopriremo poi che vuole farci arrivare alla falesia in modo da percorrerla per raggiungere in gloria Rachid.
Facciamo campo più tardi del solito, verso le 18.30, e mentre le guide procurano la legna, io preparo la cena per tutti, stasera pasta col tonno. Il terreno intorno a noi è erboso, ma Shinan ci fa fare campo su una duna, questo ci consente di fare fuoco stasera senza rischiare di incendiare la flora vicina. Stasera fa più freddo del solito quindi il fuoco ce lo godiamo tutto, almeno fino alle 21.00, quando andiamo a dormire.


hackenzo [ Martedì, 02 Febbraio 2016, 15:10 ]
Oggetto: Re: La nostra Africa: 1^ tappa (07 nov-20 dic 2015)
Rommel!, vai avanti così che è meraviglioso!


CONTEMATTO [ Martedì, 02 Febbraio 2016, 22:29 ]
Oggetto: Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015)
Bravo Rommel complimenti e grande vena la tua moglie, poche donne farebbero quello che lei ha fatto.


rommel1 [ Mercoledì, 03 Febbraio 2016, 21:15 ]
Oggetto: Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015)
XXI giorno venerdì 27/11/2015
Km 402352

Mi sveglio alle 2.00 per fare pipì, la tisana calda di ieri sera produce i suoi effetti, risalgo in tenda infreddolita e da quel momento non riesco più a dormire. Alle 7.30 partiamo per raggiungere la falesia di Rachid. Il percorso è agevole, sabbia dura mista ad erba, il panorama è sempre carico di sorprese, infatti oltre ad acacie ed erba si incontrano anche dune di sabbia rossa e rocce nere. Arriviamo alla falesia e con nostro rammarico scopriamo che, poche decine di metri più in la, stanno asfaltando la pista.


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Ovvio che per i mauritani sia una grande comodità ed un avanzamento verso la civiltà, ma a noi piange il cuore, un posto così bello depauperato in questo modo. Proseguiamo verso il ouadi di Rachid e per precauzione sgonfiamo i pneumatici a 1,6. Lo percorriamo tutto ad alta velocità, la sabbia ci consente di farlo, ed è un vero piacere guidare su questo magnifico fiume in secca. Ci fermiamo spesso per far foto e per giocare un po col Boss. La pacchia è finita, infatti, raggiunta Rachid, dove ci fermiamo per il solito controllo di polizia e dove curiamo un signore con una brutta ferita su una gamba, prendiamo l’asfalto fino a raggiungere Tidjikja. E' quasi mezzogiorno che entriamo nella cittadina e subito un controllo di polizia che ci fa perdere ½ ora, trascrivono accuratamente i nostri dati e parlano a lungo con Adrani. Sinceramente non capiamo quale sia il problema. Nell'attesa fotografo un “negozio” della Mercedes vicino ad uno della Toyota.


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Finalmente ci lasciano andare e subito cerchiamo una banca, che però troviamo chiusa, il venerdì chiude a mezzogiorno, e quindi siamo costretti a cambiare al mercato nero (1€ =360 ou) che però qui è meno vantaggioso rispetto a Chinguetti. Subito dopo andiamo a vedere il campeggio che, rispetto a quello di Nouadibou, è un albergo a 5 stelle. I bagni sono praticabili anche se la doccia non ha acqua calda.


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wc e doccia assieme

Il gestore ci spara 8.000 ou per macchina, una follia solo per fare una doccia, contratto un po’ e scende a 4.000 per macchina. Sempre tanto per gli standard ma non abbiamo alternative e accettiamo. Salutiamo Adrani e Shinan, sono stati carini ma sinceramente devono ancora imparare per cimentarsi in guide, o almeno secondo i nostri canoni, ma ci si deve accontentare no? Ritorniamo in centro e lasciamo le auto presso la stazione di polizia, non si sa mai, e ci facciamo una passeggiata in centro città. Anche qui povertà e sporcizia la fanno da padrone ma la gentilezza delle persone stempera notevolmente il tutto. Tutti ci salutano e ci parlano felici di avere dei turisti in giro per la loro città.


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Tidjikja

Approfittiamo anche per comprare alcuni generi di prima necessità, cosa che fino ad ora non abbiamo avuto la possibilità di fare, e che qui invece si trovano. Pomodori decenti, carote, cappucci, banane e mandarini, e anche il carico d’acqua potabile che in Mauritania è la cosa più cara. Trovo anche le sigarette che qui costano anche meno rispetto a Chinguetti (500 ou a pacchetto). Torniamo in campeggio per farci finalmente una doccia come si deve, sono 8 giorni che abbiamo gli stesi vestiti addosso, facciamo letteralmente schifo. Docciati, bucato steso, Ezio ed io ritorniamo in città per farci saldare nuovamente il supporto del paraurti che si era dissaldato. Avevamo appuntamento alle 16.00 ma qui siamo in Africa e i tempi non sono gli stessi che in Europa. Prima ci si saluta, poi si valuta il problema, poi si parla con il manipolo di persone che ci si è radunata intorno, poi si rivaluta il problema e poi, finalmente, si agisce. Per il lavoro di 5 minuti ci mettiamo oltre un ora.


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Nel frattempo, stufa di aspettare, mi faccio una passeggiata in paese ma, essendo venerdì, trovo tutto chiuso e compro solo un altro po’ di mandarini. Prima di rientrare in campeggio facciamo gasolio. Tra il riporre il bucato, ormai asciutto, imbastire la cena, pulire il Boss, aprire la tenda non abbiamo un attimo di pace. Oggi sono particolarmente provata, sarà la doccia o non so ma non vedo l’ora di andare a dormire. Il ragazzo che gestisce il campeggio, carinamente, ci prepara un tavolo sotto la tettoia così stasera mangeremo senza il fastidio del vento. Dopo cena io vado a letto mentre gli uomini decidono la pista da fare l'domani per raggiungere Kiffa, sperando che non sia troppo difficile.


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Il campeggio


XXII giorno sabato 28/11/2015
Km 402452

Dopo 7 giorni di deserto non siamo più abituati ai rumori cittadini, men che meno al muezzin che ci da la sveglia alle 5.30. NO COMMENT!!! Finito il muezzin iniziano capre e asini a fare un coro che mi fa desistere dal rimanere in tenda. Paghiamo il campeggio, “le far du desert”, e assicuriamo al ragazzo che faremo pubblicità al campeggio una volta rientrati in Italia. Facciamo una ventina di km su asfalto, in un paesini troviamo un forno dove compriamo del pane appena sfornato, per poi prendere una pista in direzione Goudhia.


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il forno del pane

La pista, a parte brevissimi e sporadici tratti difficili per superare sassi enormi, è ottima, si guida in tranquillità anche con gomme gonfie.

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Per pranzo ci fermiamo presso un gigantesco albero d’acacia per la sosta pranzo. Veniamo immediatamente raggiunti da un uomo, (qui sembrano tutti posti isolati ma appena ti fermi qualcuno ti trova), che ci chiede una pillola per il mal di testa. Non ho più pillole ma solo bustine quindi, anche se non ne ho voglia, sono costretta a mangiarmi un omogeneizzato per riuscire a sciogliere la bustina di aulin da portare alla moglie. Ci rimettiamo in marcia dopo ¾ d’ora, finalmente una pausa pranzo con i tempi giusti, sgonfiamo i pneumatici ma non servirebbe, infatti la pista è più disseminata di sassi che di sabbia, che comunque è dura.


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incontri lungo la strada.


Arriviamo a Goudhia e, in mezzo al paese vediamo uno che ci fa cenno di fermarci ma, visto che ormai siamo abituati alla gente che ci fa cenni simili, proseguiamo. Fatte poche centinaia di metri, dallo specchietto retrovisore, Ezio si accorge che c’è un pick-up con targa governativa che ci insegue, immediatamente ci fermiamo e, sorpresa, è lo stesso uomo di prima. Ma come cavolo fai a capire se è un militare o no visto che quasi nessuno di loro porta la divisa? Comunque ci scusiamo dell’errore ma siamo costretti a seguirlo in caserma. Veramente chiamarla caserma è un po’ troppo, è un edificio fatiscente che puzza di sudore e cibo stantio. Dopo avere consegnato le fiches, il capo telefona al suo superiore, capisco che parla di noi perché gli descrive il nostro percorso. Il capo ci da non solo il permesso di andare ma ci lascia anche il suo numero di cellulare in caso di bisogno. Una volta di più i mauritani mi stupiscono per la loro gentilezza e simpatia. Pochi km dopo arriviamo alla falesia, scatto foto e poi via sempre su pista, sempre sassosa ma spettacolare.

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Verso le 16.00 raggiungiamo il passo di Nega, bellissimo, stupendo. Lo affrontiamo in discesa, ma alla fine della corsa, i ragazzi, come i bimbi minchia, vogliono farlo anche in salita. Così girano le ruote delle macchine e rifanno il percorso in salita. Non è particolarmente difficile da fare ed è anche molto divertente. Quasi sulla sommità troviamo uno spiazzo piano con una vista spettacolare e, nonostante sia ancora presto, decidiamo di fermarci.


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passo Nega
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Neanche il tempo di fare campo che veniamo raggiunti da un signore che, dopo averci salutato, si siede nelle vicinanze delle auto a guardarci senza darci fastidio.

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Quando si accorge che Ezio sta facendo legna per il fuoco, gentilmente, gli offre il suo accendino. È troppo simpatico, non resisto e presa una baguette di pane e un pezzo di parmigiano, glieli offro. Contento se li mangia con grande soddisfazione. Dopo aver fatto le sue preghiere, non avendo acqua a disposizione le abluzioni li fa con la sabbia, ci saluta e ritorna da non so dove. E' ormai bui ed abbiamo già cenato.


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(Tramonto al passo Nega)


Ad un certo punto rimettiamo in ordine in fretta e furia perché ci accorgiamo che ci sono luci in lontananza che si stanno avvicinando da varie direzioni facendo un percorso strano (un po' a zig-zag, poi si fermano, poi riprendono a spostarsi). Non sappiamo chi sia quella gente, forse i soliti curiosi, ma giusto per stare tranquilli chiudiamo alla meno peggio la tenda, riponiamo la scala all’interno del Boss e ci spostiamo. È notte, sono le 20.45, la luna non è ancora sorta e abbiamo quindi solo i nostri fari ad illuminare la pista che a volte scompare e bisogna avere un buon occhio per capire dove mettere le ruote. Qui c’è sabbia, e anche abbastanza molle, Claudio si insabbia ed Ezio si ferma per dargli una mano lasciandomi sola ad un centinaio di metri da loro. Se prima la sottoscritta non era minimamente preoccupata adesso lo è. Chiedo ad Ezio, una volta rientrato in macchina, di non proseguire oltre e di trovare uno spiazzo per fare campo. Fosse per lui continuerebbe tutta la notte, è la prima volta che guida su sabbia in notturna ed a quanto sembra gli piace nonostante le difficoltà nella guida e nell'orientamento aumentino di molto; per fermarlo bisognerebbe sparargli, ma, anche se a malincuore, mi accontenta e dopo circa ¾ d’ora ci fermiamo……boh! non so dove. Giusto il tempo di riaprire la tenda, accertarci che nessuno sia nelle nostre vicinanze che andiamo a letto.


nick2 [ Mercoledì, 03 Febbraio 2016, 23:17 ]
Oggetto: Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015)
..........passo di Nega..........prima o poi.............

Questo Ezio te lo invidio proprio


rommel1 [ Mercoledì, 03 Febbraio 2016, 23:22 ]
Oggetto: Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015)
E' da fare Nicola, veramente bei posti.
Dai, adesso che Fiona è a posto organizza!!!!!


pintoy [ Giovedì, 04 Febbraio 2016, 10:16 ]
Oggetto: Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015)
woooow!!!!!! letto d'un fiato! bello....bello.....continuate a farci sognare! sembra di essere stati lì con voi.
pino


pugnali53 [ Giovedì, 04 Febbraio 2016, 11:27 ]
Oggetto: Re: La nostra Africa: 1^ tappa (07 nov-20 dic 2015)
Io invece stò pensando se sarei mai in grado di fare un viaggio del genere, non che non mi attiri, anzi, x mè sarebbe una vera e propria sfida, ma vista la mia condizione non saprei, sicuramente comincerò con qualcosa di meno impegnativo un pò x gradi......ormai il 95 è quasi pronto.


Marko [ Giovedì, 04 Febbraio 2016, 13:24 ]
Oggetto: Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015)
avete visto le scimmie al nega passe?
Mi diceva Pippi che è passato 2gironi prima di me di averle incontrate nel canion a est, dopo il villaggio.

in mauritania è il deserto dove ho visto più animali in assoluto, ol di la delle gazzelle, pure i gufi o barbagianni..non so la differenza, ma spettacolari e grandi


rommel1 [ Giovedì, 04 Febbraio 2016, 13:43 ]
Oggetto: Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015)
No Marko, nessuna scimmia, solo una specie di gattone selvatico.


Rubylove [ Giovedì, 04 Febbraio 2016, 14:55 ]
Oggetto: Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015)
pugnali53 ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Io invece stò pensando se sarei mai in grado di fare un viaggio del genere, non che non mi attiri, anzi, x mè sarebbe una vera e propria sfida, ma vista la mia condizione non saprei, sicuramente comincerò con qualcosa di meno impegnativo un pò x gradi......ormai il 95 è quasi pronto.


Lucio, YOU CAN! quando leggerai il mio resoconto ti renderai conto che puoi e come! basta organizzarsi, sul farlo per gradi sono d'accordo!


rommel1 [ Giovedì, 04 Febbraio 2016, 17:24 ]
Oggetto: Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015)
XXIII giorno domenica 29/11/2015
Km 402600

Mi sveglio stanotte, natura chiama, e scalza mi allontano dalla macchina. Non fatelo mai!!! Il terreno è disseminato di piccole “roselline” di spine minuscole ma fastidiosissime. Riesco al buio a togliere le più grosse, ma risalgo in tenda con ancora spine nei piedi. Ovviamente di riaddormentarmi non se ne parla. Alle 6.20 mi alzo e, mentre cerco di togliermi le spine dai piedi, assisto alla più bella alba da quando siamo partiti. È troppo bella e desidero che Ezio la guardi con me, quindi lo sveglio. Non si incazza, mi sa che è contento di averla vista.


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alba


Sono quasi le otto e ci rimettiamo in viaggio, pista bellissima, sabbia non difficile, alberi di acacia, erba verde, rocce nere e sabbia rossa, fino ad oggi la giornata con la pista migliore.


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Arriviamo a Boundeit verso le 10.00, la guida della lonely dice che qui si può trovare verdura fresca, che le donne coltivano, e pane. Ci facciamo un giro per la cittadina ma di verdura fresca e pane neanche l’ombra.
Cerchiamo la gendarmeria per consegnare la fiches ma anche di loro neanche l’ombra. Un po’ delusi continuiamo la nostra avanzata verso Kiffa. Verso l'ora di pranzo ci fermiamo su una duna all’ombra di un’acacia, di fermarsi nella prateria non se ne parla visto che è invasa da cavallette ma soprattutto da quelle malefiche “roselline” di spine, per il pranzo. Un pranzo veloce poi un po’ di relax distesi sulla duna.


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panorama


Nota bene: questa è la prima volta che ci fermiamo e nessuno si avvicina. Verso le 13.00 ci rimettiamo in moto e, a circa 30 km da Kiffa, troviamo l’asfalto. Dopo giorni e giorni di piste un po’ di asfalto, almeno per quanto mi riguarda, è il benvenuto, sono contenta di non ballonzolare come se fossi dentro una lavatrice e di stare attenta a non riempirmi di polvere più del necessario. Arriviamo a Kiffa, la terza città della Mauritania, sperando di trovare un auberge o un campeggio decenti, ma qui è peggio che da altre parti.


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Kiffa


Non ci pensiamo neanche a fermarci, facciamo solo gasolio, compriamo pane e acqua e poi usciamo da questo inferno. Comunque devo dire che anche se la città fa schifo, qui riesco a trovare generi alimentari, come la coca zero e la nutella, era dal Marocco che non riuscivo a trovarle, e del pane migliore di quello trovato fino ad ora, infatti ne compriamo una quantità industriale. Ci mettiamo un po’ a trovare la pista che avevamo programmato di fare dall’Italia, in parte perché la stanno asfaltando, ma pochi km dopo lasciamo l’asfalto e troviamo la pista. Il terreno è duro e disseminato di erba e di quelle fastidiose spine, quindi, viste le condizioni del terreno, rimettiamo i pneumatici a 2,5. È impossibile fare campo in mezzo alle spine e, anche se sono solo le 16.15, in lontananza vedo una piccola duna di sabbia libera da queste insidiose erbacce. Fare campo è più complicato del solito, la duna non è piatta, Gli uomini sono costretti a spalare parecchio per cercare di mettere i i mezzi in maniera che non pendano. Io me la prendo comoda, stasera Claudio cucina anche per Ezio, quindi pulizia del Boss, ricerca legna per il fuoco e poi dolce far niente. Approfitto anche per watsappare con Ari, ci inviamo messaggi vocali ed è un piacere sentire finalmente la sua voce e le novità di casa. Dopo cena, per la prima volta, ci accorgiamo che ci sono degli scorpioni in giro, e sono anche molto grossi.


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piccolo intruso


Non credevo di trovarne e la cosa mi preoccupa un po’, la mattina non ho mai controllato le scarpe prima di infilarmele se ci fosse qualche ospite inatteso, mi sa che da oggi in poi lo farò scrupolosamente. Accendiamo il fuoco, anche se non servirebbe visto che fa ancora caldo da stare in maniche corte, ma è piacevole guardare le fiamme, bere una grappa e guardare il cielo stellato. Alle 21.00 a nanna.




XXIV giorno lunedì 30/11/2015
Km 402771

Stanotte per il caldo sono costretta a dormire in canottiera ma mi faccio un’unica tirata fino alle 5.30 quando mi alzo. La mezza luna, le stelle e il canto dei grilli mi fanno compagnia fino all’alba, quando sveglio anche Ezio. Mettiamo in moto i mezzi alle 7.45, la pista è sempre uguale a quella di ieri. La nostra solitudine è interrotta solo dalla vista di qualche villaggio nei quali però non ci fermiamo ma riusciamo comunque a notare dei bambini che giocano (e si divertono) con quello che trovano e cioè una tanichetta di plastica tagliata, due legnetti, quattro pezzi di polistirolo, un pezzo di spago e voilà, ecco a voi un bellissimo camioncino.


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bambini che giocano


Sulla nostra strada troviamo anche una famiglia di pastori nomadi.

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baobab


Alle 10.30 facciamo il passo De Soufa, da dove ammiriamo uno splendido panorama. Salta all'occhio il colore rosso scuro della terra, sembra di guidare su un enorme campo da tennis. Ci fermiamo una decina di minuti giusto il tempo di fare qualche foto e per fare una breve passeggiata.


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Qui la prateria è immensa e disseminata di mucche e tori enormi e ben pasciuti, ancora piccoli insediamenti rompono la monotona del paesaggio. Ad un certo punto la pista si interrompe davanti ad una sbarra rudimentale di legno. Mentre cerchiamo di capire se possiamo aggirarla o alzare il pezzo di legno si avvicina un giovane in maglietta e pinocchietti. Altro non è che un poliziotto…ovvio no? Ancora non riesco a capire, penso che non lo capirò mai, come fare a riconoscerli. Consegnate le fiches, alzato il pezzo di legno ci rimettiamo in marcia fino a mezzogiorno quando, su un letto di un fiume in secca, ci fermiamo per pranzo con relativa sosta defaticante. Il luogo non è granchè, anzi il peggiore fino ad adesso, un immensa sassaia dove spira un forte vento. Ci rilassiamo alla meno peggio sui sassi, non stendiamo neanche il plaid, e presto ripartiamo verso Kaedi, direzione sud-ovest.


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termitaio


Dopo parecchi km di piste sassose e polverose, a Mbout, troviamo l’asfalto, adesso bisogna decidere se continuare su piste o raggiungere Kaedi su asfalto guadagnando un giorno. Non c’è quasi discussione, io sono parecchio provata dalle scarse condizioni igieniche in cui verso, Ezio è stanchissimo dopo aver fatto da apripista in questi giorni sempre alla ricerca delle tracce su terreni poco invitanti, anche Claudio e Katia non sono messi meglio, quindi si prende l’asfalto fino a quella che è la quarta città della Mauritania. Confido molto per trovare un posto dove poter fare una doccia e rilassarci un po’, oggi il mio morale è a terra. Arriviamo alla periferia della città verso le 17.15 e qui un piccolo fuori programma. Un vecchio mercedes si è incasinato quando ha cercato di andare fuori asfalto su sabbia, vedendo che non ce la farà mai ad uscirne da solo da quella situazione neanche con l’aiuto di una decina di persone che cercano di aiutarlo, si decide di intervenire con il verricello. In pochi minuti il mercedes è fuori e, i sorrisi e i ringraziamenti sia del proprietario del mezzo sia del capannello di gente che si è raccolta per osservare la scena, sono entusiasti. Riavvolto il verricello chiediamo a due ragazzi in motorino se c’è un campeggio o un ouberge dove possiamo passare la notte. Gentilmente ci fanno strada verso un ouberge, sembra che di campeggi neanche l’ombra, che però è in pessime condizioni, neanche a pensarci a passare in quelle stanze la notte, ma chiedo al proprietario se possiamo almeno fare una doccia e restare nell’ingresso a campeggiare. È molto perplesso dalla nostra richiesta, fa spallucce e ci spara 40.000 oughia per 4 docce. Ma siamo pazzi!!! A coppia sono circa 30 € per fare una doccia fredda in un posto puzzolente? Non se ne parla e ce ne andiamo via. Il tizio non fa una piega, non tenta neanche di fermarci per contrattare il prezzo, allora mi chiedo: non è meglio guadagnare qualcosa piuttosto che nulla? Non è che in questo posto ci sia una fila di turisti o altro che occupano le stanze. Evidentemente non è che qui la voglia di lavorare sia molta, preferiscono non fare un c+++o tutto il giorno piuttosto di lavorare e guadagnare qualcosa. Una volta di più considero la Mauritania un paese non pronto per il turismo, né per crescere e migliorare, se non fosse per la simpatia e l’accoglienza della gente e per i suoi magnifici paesaggi, lo sconsiglierei a tutti. Proseguiamo sempre più demoralizzati, chiediamo a parecchie persone se c’è un camping in città ma nessuno capisce cosa vogliamo e ci rimandano in un altro albergo. Se è possibile è peggio dell’altro, il proprietario qui non fa neanche lo sforzo per capire cosa vogliamo e quindi andiamo via anche da questo malefico posto. A questo punto, anche se sporchi, decidiamo di fare campo libero. Un’impresa visto che nelle vicinanze della città sorgono parecchi villaggi. Con occhio esperto, lasciato l’asfalto, vedo delle piccole colline che ci ripareranno da occhi indiscreti. Le raggiungiamo, dopo aver percorso un fiume in secca sabbioso. E' pieno di escrementi di animali, è una sassaia ma per stanotte ci dobbiamo accontentare. L’unica gioia è che siamo completamente schermati da occhi indiscreti. Non apriamo neanche la tenda che mi metto subito a cucinare, stasera tocca a me preparare il pasto serale. Tra il vento, la stanchezza e i sassi faccio una fatica bestia a cucinare una semplice pasta col pesto. Mentre gli altri consumano il pasto io mi metto subito a fare i piatti, ho paura che se mi rilasso non riuscirò più ad alzarmi. Stasera niente fuoco, anche Ezio è distrutto, quindi rimessi via tavolo e sedie, si va in tenda. C’è parecchio caldo, il vento stempera un po’ il disagio, ma siamo costretti ad aprire anche le finestre laterali per avere un minimo di sollievo e riuscire ad addormentarci.


pintoy [ Giovedì, 04 Febbraio 2016, 18:10 ]
Oggetto: Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015)
porca miseria.........sta diventando come "squadra antimafia" che finisce la puntata e già vorresti vedere la seguente!!!
pino


rommel1 [ Giovedì, 04 Febbraio 2016, 18:14 ]
Oggetto: Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015)
Grazie Pino


nick2 [ Giovedì, 04 Febbraio 2016, 21:01 ]
Oggetto: Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015)
Ezio hai anche qualche filmato?
Magari sul passo di Nega


rommel1 [ Giovedì, 04 Febbraio 2016, 22:06 ]
Oggetto: Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015)
nick2 ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Ezio hai anche qualche filmato?
Magari sul passo di Nega


Filmati ne ho tanti, tra go pro e videocamera. Dovrei controllare se ho qualcosa del passo di Nega.


Gigitoyota [ Venerdì, 05 Febbraio 2016, 17:43 ]
Oggetto: Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015)
Bellissimo, complimenti alla siura Rommel (Tiziana) alla quale mi sono affezionato leggendola e che in alcuni passaggi mi fà pure commuovere.... un vera dote quella di saper scrivere! Io saprei fare al massimo un elenco!
Anch'io penso non sarei in grado di fare un viaggio così da solo... non sò..dovrei provarci.
Mi piacerebbe avere un'immagine del percorso su di una mappa... magari stampi una schermata da Ozie!


rommel1 [ Venerdì, 05 Febbraio 2016, 18:25 ]
Oggetto: Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015)
Ci proverò Gigi.


rommel1 [ Venerdì, 05 Febbraio 2016, 19:21 ]
Oggetto: Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015)
XXV giorno martedì 01/12/2015
Km 403059

Il vento spira forte stanotte, un vento caldo e fastidioso. Mi alzo alle 5.30 per fare pipì, la voglia di ritornare in tenda a dormire è forte ma non me lo posso concedere ho troppe cose da fare prima di svegliare Ezio. In lontananza sento il muezzin che invita alla preghiera, prego anch’io. Prego che oggi sia una giornata migliore di ieri, prego di trovare dell’acqua per fare rifornimento e prego che questo senso di sporcizia e di depressione mi abbandoni. Spero che Allah sia in ascolto. Alle 8.00 ci muoviamo in direzione Boguè sempre su asfalto. Ci impieghiamo più di un ora e mezza per raggiungerla, un po’ perché le condizione del manto stradale non ci consente di superare gli 80 kmh, un po’ perchè continuamente ci fermano per consegnare le fiches e un po’ perché riusciamo a trovare un pozzo dove finalmente fare il carico d’acqua, eravamo quasi a secco. Boguè è una vivace cittadina, più che vivace direi caotica. Lasciamo le auto e a piedi ci dirigiamo al mercato che ferve d’attività. Anche qui non veniamo assaliti dai venditori e ci godiamo in santa pace la passeggiata.


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il mercato di Boguè


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il mercato di Boguè


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il mercato di Boguè


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il mercato di Boguè


È tutto uno scattare di foto, alcune scene sono veramente carine e divertenti, compriamo anche della frutta e della verdura, troviamo addirittura le angurie, e del pane. Ritorniamo in auto e ci dirigiamo lungo il fiume Senegal, dove ci fermiamo per pranzo. Neanche a farlo a posta scegliamo il punto di passaggio del fiume tra la parte senegalese e quella mauritana, quindi è tutto un susseguirsi di sbarchi di merci di persone e, addirittura, di una mandria di capre (ma non ci dovrebbe essere la frontiera?).


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Verso le 13.30 riprendiamo la marcia, sempre su pista, costeggiando il fiume Senegal. A dire la verità non vedevo l’ora di fare questo percorso, mi immaginavo una vegetazione lussureggiante, sterminati campi coltivati ed invece è una desolazione. Niente natura lussureggiante, pochi campi coltivati, tanta desolazione e tanta tanta polvere. Verso le 16.00, in lontananza, vediamo una pozza d’acqua dove una donna si sta facendo un bagno. Non resisto, le mie condizioni igieniche sono al limite della sopportazione, chiedo ad Ezio se si può fermare per farmi fare un bagno. So che rischio di beccarmi qualche batterio strano ma la mia voglia di togliermi dai pori un po’ di polvere è maggiore rispetto al rischio. Neanche il tempo di spegnere il Boss che mi sono infilata il costume e sono dentro l’acqua. Acqua fangosa ma sempre acqua.
Nel frattempo tutti gli abitanti del villaggio, secondo me anche quelli dei villaggi vicini, si radunano intorno alla pozza per assistere allo spettacolo di quella turista pazza che si fa il bagno dentro una pozza insieme a due cavalli.


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Mi sa che sta scena la racconteranno per molto molto tempo. Va beh! Che mi frega adesso mi sento molto molto meglio anche se non ho il tempo per prendere degli abiti puliti e sono costretta a rimettermi gli stessi che indosso da 5 giorni, i capelli si asciugano in pochi minuti e noi ripartiamo ma stavolta, dopo pochi km, prendiamo l’asfalto perché lungo il fiume non c’è la possibilità di guidare considerato che ci sono rudimentali, ma efficienti, sbarramenti a protezione dei campi coltivati che ce lo impediscono. Non facciamo molta strada, e dopo il solito controllo di polizia, abbandoniamo la strada e ci spostiamo verso l’interno dei campi. Ne troviamo uno non coltivato e spegniamo i motori. Anche qui veniamo raggiunti immediatamente dal proprietario del campo armato di machete. Dopo uno scambio di saluti e avere avuto il permesso di rimanere, iniziamo a fare il campo. Lui resta lì affascinato dai nostri preparativi, Ezio adocchia subito il machete, affilatissimo e con un bel manico in pelle di mucca, e non ci mette molto a proporre uno scambio con la sua ascia. Lo scambio avviene con la soddisfazione di entrambi. L’uomo, prima di andarsene, chiede se gli possiamo dare qualcosa da vestire e da mangiare. Non ci possiamo esimerci dal farlo e, mentre io tiro fuori dalla cambusa scatole di fagioli e tonno, Ezio si sfila la sua maglietta e gliela regala insieme alle cose da mangiare. L’uomo se ne va soddisfatto verso casa con un’ascia nuova una maglietta anti sudore della decathlon e la spesa, niente male solo per aver permesso a dei pazzi turisti di campeggiare nel suo campo. Ezio, costretto al cambio maglia, prima di cena si fa una piccola doccia e poi si scofana una bella porzione di pasta e fagioli e per me una bella insalata mista. Satolli, quasi puliti e stanchi andiamo a letto, ore 21.45.




XXVI giorno mercoledì 02/12/2015
Km 403290

Mi sveglio anche stanotte per fare pipì ma rientro in tenda, è piacevole stare in tenda ad ascoltare i grilli e, in lontananza, il muezzin che invita alla preghiera. Oggi dovremmo arrivare alla riserva di Dawling dove dovrebbero esserci dei campeggi ed un lodge gestito da francesi, sto sognando da settimane un posto decente dove potermi fare una doccia e rilassarmi. Alle 7.45 prendiamo la route Rosso-Boghè e, finalmente, vediamo campi coltivati a perdita d’occhio e attrezzature agricole di questo secolo. La strada è disseminata di piccoli villaggi e questo la rende estremamente pericolosa. Il pericolo deriva dal rischio di investire animali o bambini che ti attraversano la strada in ogni dove. Le scene che si vedono non sono sempre piacevoli. Non è piacevole invece vedere bambini semi nudi che giocano nella spazzatura, non è piacevole vedere donne cariche come muli camminare sul ciglio della strada e non è piacevole vedere gli uomini che si spaccano la schiena lavorando i campi. La vita, a volte, è proprio una merda!!!!


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Arriviamo a Rosso senza problemi, non ci fermiamo neanche, non ne vale la pena. Ci saremmo fermati solo se non avessimo già fatto gasolio e non avessimo comprato pane e generi di conforto lungo la strada, qui, per la cronaca, si trova di tutto. Continuiamo su pista fino ad arrivare a Dawlin, verso mezzogiorno, già lungo la strada incontriamo una miriade di uccelli e anche dei facoceri.


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pellicani

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uccello simpatico


All’ingresso del parco, consegnata la fiches al poliziotto, incontriamo una guida del parco che ci dice che il campeggio gestito da francesi ha chiuso 2 anni fa, ma che possiamo andare nell’unico auberge del parco. Un po’ depressi, mi aspettavo un po’ di civiltà e pulizia, andiamo a vedere sto auberge. Solita delusione! Tutto lasciato deperire miseramente. Non avendo altre possibilità, a malincuore, siamo costretti a campeggiare quà. Prendiamo un bungalow in 4, giusto per farci una doccia e lavare un po’ di panni, non mi soffermo a descrivere le condizioni del “cesso”. Tutto il pomeriggio se ne va facendo il necessario per renderci più umani. Verso sera ritorna la guida per metterci d’accordo sull’orario della partenza di domattina per la visita del parco. Il problema sorge quando capisco che loro non hanno mezzi per accompagnarci e noi non abbiamo posto in macchina per la guida. Il tizio propone prima di farmi stare sdraiata dietro per tutta la giornata poi di smantellare l’allestimento del Boss affinchè io possa stare dietro più “comodamente”. Ma stiamo scherzando? Qui non hanno la più vaga idea di cosa significhi smantellare il mio Boss o di cosa significhi la parola turismo e tutto quello collegato ad esso. Ovviamente ci rifiutiamo di fare entrambe le cose e che cercheremo di arrangiarci da soli, infatti, altro problema, è che non hanno mappe del parco e noi non abbiamo scaricato le piste sul garmin. NO COMMENT!!!!


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visitatore


All’ora di cena veniamo assaliti dalle zanzare, mangiamo velocemente, ma le malefiche continuano a nutrirsi delle nostre carni. Di stare fuori a chiacchierare non se ne parla, quindi tutti in tenda alle 20.30. dimenticavo, l’ingresso al parco costa 3.000 oughie a persona mentre campeggiare e l’uso del cesso 4.000 a macchina, praticamente un furto con destrezza! Comunque ci rilasciano la ricevuta…….



XXVII giorno giovedì 03/12/2015
Km 403458

Molto caldo stanotte ma, grazie alla zanzariera, niente malefiche bestiacce in tenda. Alle 6.00 mi alzo e l’attacco continua. Ma non sono stufe di mangiarmi? Salgo in macchina ma si sono infilate anche lì, disperata risalgo in tenda. Alle 8.00 siamo pronti per fare il giro del parco ma sbagliamo senso e ci avviciniamo al confine col Senegal. Una pattuglia di ranger ci ferma e ci indica la direzione giusta. Praticamente dobbiamo tornare indietro superare il posto di polizia fatto ieri e girare a sinistra. Facile no? All’ingresso del parco, sia la guida che il poliziotto conosciuti ieri ci fanno capire che non vogliono che andiamo da soli a vedere gli uccelli e fare campo sull’oceano. Dicono che sia per la nostra sicurezza ma credo che lo facciano perché vogliono guadagnarsi la giornata. Impieghiamo 20 minuti, chiusi nella loro tenda che puzza di sudore e cibo stantio, a convincerli che ce la possiamo cavare da soli e che ci prendiamo noi la responsabilità in caso dovesse succedere qualcosa. A forza ci danno il permesso di passare senza prima averci dato il loro numero di cellulare da usare in caso di bisogno. Finalmente liberi ci dirigiamo verso l’oceano. Gli uccelli non mancano: aironi, gru, aquile pescatrici, pellicani, fenicotteri, facoceri e una miriade di altri uccelli che non conosciamo.

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facoceri
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fenicotteri

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Anche la strada per raggiungere l’oceano non è molto facile da trovare senza mappe. Un po’ a culo un po’ chiedendo agli abitanti dei villaggi, quasi nessuno parla francese, arriviamo a vedere l’Atlantico. Che faticaccia!!! Ma ne vale la pena. Il posto è meraviglioso, ci facciamo subito una passeggiata sul bagnasciuga e poi, messi i costumi, cerchiamo di prendere un po’ di sole. Dico cerchiamo perchè il vento spira forte e ci impedisce di stare distesi. Quindi spostiamo le auto qualche duna più in là, verso l’interno e sotto dei magnifici alberi, in modo da non farci infastidire più di tanto dal vento.

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Anche oggi facciamo campo presto, sono le 16.00, ne approfitto per salire in tenda a defaticare. Un paio d’ore dopo risaliamo le dune verso il mare per goderci il tramonto. Ma ahimè il vento e l’umidità pazzesca ci impediscono di vedere il sole spegnersi sull’oceano. Ritorniamo alle macchine e inizio a preparare la cena, stasera risotto alla pescatore per Ezio insalata per me. Niente zanzare quindi, non solo ci godiamo la cena in santa pace, ma facciamo anche un bel falò. Questa è l’ultima sera in compagnia di Claudio e Katia infatti domattina loro punteranno verso nord mentre noi a sud. Anche se è piacevole stare accanto al fuoco, domattina bisogna alzarci prima del solito perché vogliamo essere al confine non più tardi delle 8.00, quindi a letto presto, ore 21.30.


rommel1 [ Venerdì, 05 Febbraio 2016, 19:36 ]
Oggetto: Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015)
Sono riuscito a far questo:


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nel generale

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nel particolare


Spero si capisca qualcosa.


grayd [ Venerdì, 05 Febbraio 2016, 21:51 ]
Oggetto: Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015)
Per quello che mi riguarda comprensibile come percorso complessivo.
i colori corrispondono a??
se lo indichi risparmio di passare gxg il diario e la mappa.
hai anche il file plt magari col tempo...
comunque grazie per mettere tutti partecipi del viaggio


nick2 [ Venerdì, 05 Febbraio 2016, 23:43 ]
Oggetto: Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015)
I colori dovrebbero essere i giorni.


rommel1 [ Sabato, 06 Febbraio 2016, 10:05 ]
Oggetto: Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015)
Si, ogni colore corrisponde ad ogni giorno di viaggio.


Gigitoyota [ Sabato, 06 Febbraio 2016, 12:51 ]
Oggetto: Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015)
Comprensibilissimo grazie. Io sono arrivato solo a Tan Tan, ma le mappe le ho e posso farmi un'idea di dove siete passati.
PS e OT: magari ci si vede al raduno di Ales il 20 Febbraio in quel di Gorizia


rommel1 [ Sabato, 06 Febbraio 2016, 13:31 ]
Oggetto: Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015)
Sicuramente, con quale vieni delle tre?


Gigitoyota [ Domenica, 07 Febbraio 2016, 17:33 ]
Oggetto: Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015)
80 bianco, con portiere posteriori tipo ambulanza! Le altre toyota materialmente non le ho più ... nel cuore però


sbrune [ Domenica, 07 Febbraio 2016, 19:34 ]
Oggetto: Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015)
Grazie per le emozioni che riuscite a trasmettere.....sono letteralmente affascinato dal racconto e dalle foto.....prima di vedere le mappe "giravo" su google maps ai limiti dello zoom per cercare traccia "delle vostre tracce"....fantastico...


nuvolanera [ Domenica, 07 Febbraio 2016, 19:39 ]
Oggetto: Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015)
Bello, bello, bello....
gran bel viaggio, ottimo resoconto
tante informazioni
grazie
Carlo


rommel1 [ Lunedì, 08 Febbraio 2016, 14:52 ]
Oggetto: Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015)
XXVIII giorno venerdì 04/12/2015
Km 403534

Mi alzo un paio di volte stanotte per andare in bagno e, definitivamente, alle 5.00 quando il muezzin mi sveglia col suo richiamo. Ebbene si, pur essendo in mezzo al nulla, pur essendoci villaggi piccolissimi, le moschee sorgono ovunque. Capisco che se si chiama Repubblica Islamica di Mauritania un motivo c’è, ma qui esagerano di brutto con la religione, anche se, ad essere sincera, il mio abbigliamento non reca disturbo e, al contrario dell’Iran, gli uomini parlano volentieri con me. Alle 6.00 sveglio Ezio che, come al solito, non ama alzarsi presto. Mezz'ora dopo siamo pronti per raggiungere il confine, ieri sera avevamo gonfiato i pneumatici convinti di farcela a superare le dune a 2,9. Sbagliato!! Siamo costretti a sgonfiarle per superare il primo tratto, solo poche centinaia di metri, e poi rigonfiamo. Arrivati nuovamente all’ingresso del parco salutiamo con dispiacere i nostri due compagni di viaggio, Claudio e Katia, e ripassiamo i controlli. Al “negozio” compriamo gasolio, qui lo hanno solo in taniche, un po’ di biscotti e sigarette. Alle 8.15 siamo alla frontiera di Diama. Alla dogana, dove non ci controllano neanche la macchina, ci chiedono 3.000 ou per darci il permesso di passare (con ricevuta). Li paghiamo ma questi sono gli ultimi che abbiamo. Al controllo di polizia ce ne chiedono altrettanti, gli diciamo che non abbiamo più soldi e lui ci lascia andare senza pagare. La domanda sorge spontanea: se ci lascia andare senza pagare e senza che lui abbia problemi, se avessimo pagato sti soldi dove sarebbero andati a finire? Mah!!! Prima di uscire definitivamente dalla Mauritania ci si avvicina un uomo che ci chiede 500 ou per la “tassa cittadina”, anche a lui diciamo che non abbiamo soldi e si accontenta, a mò di pagamento, di una mia maglietta. Mah!!!


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frontiera maura


Alle 8.45 siamo al confine senegalese.

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Confine senegalese


Appena entrati ci chiedono 4.500 cfa per il passaggio appena fatto della diga, anche a lui spieghiamo che non abbiamo ancora cambiato euro in cfa e ci lascia andare con la promessa che appena fatto il cambio saremmo ritornati a pagare il pedaggio. Subito, a destra della strada, troviamo gli uffici della polizia, ci mettono il timbro d’ingresso e ci lasciano andare dopo aver controllato l’interno del Boss. A sinistra c’è la dogana e lì la cosa si complica leggermente. Il doganiere ci dice che ci può fare il pass avant valido solo 48 ore e che solo a Dakar possiamo fare timbrare il carnet du passage. Anche quando gli ricordiamo che oggi è venerdì e che fino a lunedì gli uffici saranno chiusi è irremovibile su questo punto, anche se, ad essere sinceri, prova a fare una telefonata al capo per chiedere se poteva fare uno strappo alla regola. Azz!!! Siamo costretti ad andare a Dakar e poi tornare indietro. Pazienza faremo così. Per le pratiche doganali ci chiede 2.500 cfa. Dietro gli uffici doganali si trova un piccolo bar gestito da una signora gentile che ci cambia i soldi (1 € = 640 cfa), ci fa l’assicurazione, che paghiamo in euro (40 €) e ha anche le schede telefoniche. Morale alle 10.00 siamo su asfalto e cerchiamo di arrivare a Dakar prima della chiusura degli uffici.

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appena superato il confine senegalese


Subito dopo il confine la situazione migliora un po’ nel senso che ci sono più paesi e la reperibilità di cibo o altro più accessibile. Certo è sempre un paese africano quindi non è che bisogna aspettarsi più di tanto, ma qui si respira un’aria di “ricchezza” rispetto alla Mauritania. La prima cosa che a nostre spese notiamo sono i dissuasori di velocità, infatti ne prendiamo subito uno che ci fa fare un bel salto. Ok, staremo attenti anche a quelli!!
Non abbiamo molto tempo per goderci il panorama perché, anche se ci sono meno di 300 km dalla capitale, la situazione strade non è delle migliori e il traffico intenso, inoltre una miriade di furgoni adibiti a taxi si fermano senza preavviso per far salire persone rallentandoci. Alcune di queste persone sono bambini di 7/8 anni, penso che se un genitore italiano vedesse il proprio figlio arrampicarsi in corsa su uno di questi furgoni avrebbe un infarto.


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Veicolo senegalese


Continuiamo senza soste e, dopo la città di Thienne, il traffico aumenta in maniera esponenziale, sono le 14.00 e la paura di non arrivare in tempo aumenta. A circa 30 km dalla capitale vediamo un’insegna dell’autostrada e, anche se a pagamento non ci lasciamo sfuggire l’occasione di aumentare la nostra velocità e la prendiamo. Alle 15.00 siamo davanti agli uffici della sede centrale della dogana senegalese (indicataci dall'Ambasciata Italiana a Dakar come ufficio preposto al timbro del cdp), dove ci rimandano a destra e a sinistra in vari uffici nei quali nessuno sembra capire cosa ci serve. Finalmente un addetto ci dice che siamo nel posto sbagliato e che dobbiamo dirigerci al molo II. Ci vedono un po’ smarriti e quindi ci fanno accompagnare da, credo, un sottoposto. Quindi il viaggio per il centro città, congestionato dal traffico di vetture di ogni genere pieno di smog e con un’umidità che rasenta il 90%, lo faccio seduta “comodamente” sul portaoggetti del Boss. Arriviamo in porto, parcheggiata l’auto alla meno peggio, entriamo negli uffici doganali del molo II. All’ingresso la guardia ci “piazza” un tizio, scopriremo presto essere un traffichino, che in due ore riesce a regolarizzare il carnet, naturalmente dietro una lauta mancia.
Non importa, ora siamo decisamente molto sollevati. Liberi dalle incombenze burocratiche ci tocca rifare il centro per andare verso il Lac Rosè. È tardi, oggi è tutta una corsa, arriviamo al lago verso le 18.30. L’umidità è pazzesca, c’è addirittura la nebbia, non volendo passare la notte in uno dei innumerevoli alberghi della zona, ci dirigiamo verso l’oceano e ci infiliamo in un boschetto d’alberi tra le dune in modo da non essere visibili. L’attacco di zanzare ci fa fare una cena velocissima, che dopo il “non pranzo” non è il massimo, e andare in tenda alle 20.00. Il caldo e l’umido sono micidiali, pur aprendo tutte le aperture della tenda rigorosamente con le zanzariere abbassate, non c’è sollievo. Quindi adesso tutta la sabbia la polvere e la sporcizia accumulata sono ben incollate al mio corpo. MY ! GIOIA!!!! Comunque mi addormento, la stanchezza vince sul caldo.



XXIX giorno sabato 05/12/2015
Km 403894

Sveglia alle 6.30, c’è meno umido rispetto a ieri sera, ma c’è ancora caldo. Sveglio Ezio, siamo soli ed in anticipo rispetto al rollino di marcia quindi l’uomo può dormire di più stamattina.


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il boschetto dove abbiamo pernottato


Subito dopo aver sistemato il tutto per la giornata ci rechiamo al lac Rosè che sarebbe una laguna d'acqua circondata da dune. Sono le 8.30 e la giornata non è l’ideale mi sa per apprezzare a pieno il luogo. Dalle informazioni avute avremmo dovuto trovare un cielo azzurrissimo ed il lago rosa (dato all'alta concentrazione di sali minerali), invece il cielo è grigio e il lago marrone. Si vede che non è destino!!. La zona è nota a molti fuoristradisti perchè una volta qui si festeggiava la fine della famosa Parigi – Dakar. Molto suggestiva la salina che si trova sulla sponda del lago.

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il Lac Rose


Il periplo del lago comunque merita farlo, è circondato da villaggi e le coltivazioni di verdura si sprecano. Ne approfittiamo per comprare pane fresco, pomodori e, cosa mai vista da un mese a questa parte, cetrioli. Completato il giro ci fermiamo presso le bancarelle per gonfiare i pneumatici, ed io approfitto della sosta per vedere se, almeno in Senegal, si possa comprare qualcosa di artigianato. Qualcosa troviamo ed alla fine ne risultiamo soddisfatti. Ddopo aver fatto la foto di rito con il simpatico venditore, lasciamo il lago per dirigerci nuovamente verso nord. Per non rifare il medesimo percorso di ieri, prendiamo una strada fatta recentemente visto che né il Garmin né le altre mappe in nostro possesso riconoscono. Qui il traffico è pari a zero e i fastidiosissimi, nonché molteplici, rallentatori non ci sono ancora quindi la nostra avanzata verso Saint Louis è più veloce e più piacevole rispetto a ieri. Breve sosta all’ombra di un’acacia per pranzo e poi ancora asfalto. A circa 70 km da Saint Louis riprendiamo la stessa direttrice di ieri e in un paese chiediamo dove possiamo acquistare una cartina stradale del Senegal. Tutti ci dicono che qui non ce ne sono e forse, ma anche no, le possiamo trovare a Dakar. Va beh! ne faremo tranquillamente a meno considerato che a Dakar non ci torneremo di certo, troppo caotica e inutile da visitare. Lungo la strada cominciamo a veder qualche esemplare di avvoltoio.


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Nel primo pomeriggio lasciamo l’asfalto e prendiamo una pista che ci porta verso il parco De Le Langue De La Barberie, dove dovremmo trovare un campeggio, gestito da svizzeri, spero ci sia ancora. Il Zebrabar, consigliatoci dall'amico Frenesia, non solo esiste ancora ma è un posto bellissimo e, soprattutto, pulito. Per me è come vedere la luce dopo un lungo tunnel molto molto buio.


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camping Zebrabar


Fatte le presentazioni, pattuito che ci fermeremo due notti, posizionato il Boss, ci sviliamo i vestiti e, indossati i costumi ci tuffiamo nella laguna. È piacevolissimo farsi una bella nuotata e stendersi al sole a rilassarci dopo un mese di solo disagi.


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la spiaggia del campeggio Zebrabar


Ce la prendiamo comoda fino al tardo pomeriggio quando, a malincuore, ritorniamo verso il fuoristrada per una doccia, il bucato e per preparare la cena, stasera aglio olio e peperoncino. Mentre stiamo mangiando si avvicinano due ragazzi, li sentiamo parlare e sono italiani. I primi turisti italiani che incontriamo da quando siamo partiti. Si fermano volentieri a parlare con noi e, oltre ai loro nomi Matteo e Silvia, scopriamo che sono di Pordenone e che abbiamo degli amici in comune. Com’è piccolo il mondo! Dopo cena si continua a chiacchierare piacevolmente mentre si beve l’ultimo goccio di grappa e raccontandoci le nostre impressioni su questo viaggio. I due ragazzi si sono licenziati e presi un anno sabatico per girare l’Africa, il loro problema, e forse sarà anche il nostro, viaggiando in moto non se la sentono di attraversare il Mali e la Nigeria e quindi proveranno a ritornare in Marocco, lasciare lì la moto ed, in aereo, andare in Kenia una volta lì vedranno come girare il resto del continente. E io che mi lamento sempre del modo in cui viaggiamo, in confronto a loro si viaggia in super lusso. È tardi, è l’una e mezza, andiamo a dormire.



XXX giorno domenica 06/12/2015
Km 403894

Mi sveglio alle 7.30 solo perché devo andare in bagno, mi alzo malvolentieri e, sorpresa, appena metto piede a terra vedo un paio di scimmie che girano indisturbate per il campeggio. In attesa che Ezio si svegli, oggi può dormire fin quanto vuole, passo il tempo finendo di fare il bucato, manicure, pedicure e mi rilasso in attesa di tornare in spiaggia ad abbronzarmi. A metà mattinata andiamo in spiaggia e constatiamo che è invasa da granchi, ce ne sono di rossi e di blu. E' fantastico stare stesi in totale relax, nessuno di loro si avvicina ed Ezio riesce anche a filmarli.


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Sono molto buffi nei loro movimenti, con la chela grande prendono la sabbia la filtrano per poi sputarla fuori creando delle palline di arenile. Verso mezzogiorno lasciamo la spiaggia per andare in paese, il caldo è soffocante ma il bisogno di pane fresco è più importante. Non ci si mette molto a piedi, circa 10 minuti, ad arrivare in paese, che non offre molto anzi si riesce a trovare ben poco. Ritorniamo in campeggio per pranzare e rilassarci un po’. Nel primo pomeriggio, mentre Ezio pulisce il Boss, io torno in spiaggia. Che sfiga il cielo si è annuvolato. Poco male ritorno vicino all’auto e passo il resto del pomeriggio leggendo un libro. Anche Ezio, finite le pulizie, si rilassa steso su un'amaca. All’ora di cena, stasera pasta col pesto, ritornano i ragazzi per cenare tutti insieme e finire la chiacchierata interrotta ieri sera. Devo dire che lo Zebrabar è il posto ideale per trascorrere un paio di giorni, non solo il posto è pulito e l’acqua delle docce calda, ma se uno vuole c’è anche il ristorante dove poter mangiare qualcosa di caldo. C’è anche la possibilità, cosa che noi per stanchezza non abbiamo fatto, di noleggiare una barca o prendere gratuitamente una canoa del campeggio per fare un giro nella laguna. Verso le 23.00 andiamo a dormire.



XXXI giorno lunedì 07/12/2015
Km 403894

Sveglia alle 7.30, provo ad andare a piedi a vedere l’alba ma anche oggi c’è parecchia foschia dettata dalla forte umidità. Stamattina niente scimmie ma zanzare, mi rifugio in auto in attesa di svegliare il maritino. Alle 8.30, pagato il campeggio e salutato i ragazzi ci avviamo verso il delta del Sinè-saloun, inizialmente su pista, giusto per non perdere l’abitudine, poi su asfalto.

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Questa, dopo Dakar, è la zona più turistica del Senegal quindi ne approfittiamo per comprare generi di conforto che fin ora non avevamo trovato e dei regali, una cesta di vimini coloratissima e 2 confezioni di marmellata. Verso le 14.30 ci fermiamo e, per la prima volta dopo un mese, ci concediamo il pranzo in un ristorante. Non tanto per fame ma piuttosto perché vogliamo provare alcune specialità locali. Da queste parti è facile trovare ristoranti decenti che hanno anche le tovaglie. Ordiniamo poulet yassa e il mafè. Squisiti entrambi ma il mafè, uno stufato di carne con le arachidi, è eccezionale. Usciamo dal ristorante pieni come oche e proseguiamo verso il delta e l’oceano. Il traffico aumenta così come gli alberghi di lusso, le ville private con giardini lussureggianti e supermercati ben forniti. Ci facciamo un giro in macchina, il caldo e l’umidità sono spaventosi, in giro osserviamo che ci sono parecchi turisti in particolare francesi. Il posto è bellissimo e le spiagge immacolate e senza immondizia a deturparle, sembra di essere in un altro stato. Proseguiamo verso Saly, che con i suoi hotel di lusso è la regina del turismo senegalese, e Mbour, il più grosso centro urbano della regione. Qui c’è anche un importante centro ittico e il mercato del pesce che noi non riusciamo a vedere perché è pomeriggio inoltrato e l’attività ferve di mattina. Abbiamo necessità di allontanarci dai centri abitati, non vogliamo fermarci in hotel e non troviamo campeggi, quindi ci lasciamo alle spalle Mbour ed ad un certo punto deviamo su pista per trovare un posto tranquillo. Alle 18.30 facciamo centro e, nelle vicinanze di un baobab, facciamo campo. Vicino a noi ci sono villaggi ma, a parte un signore su un carretto, non ci disturba nessuno. Non usciamo neanche tavoli e sedie, siamo ancora satolli dal pranzo e Ezio si mangia solo un paio di fatte d’anguria, e alle 19.30 siamo già in tenda, anche per non farci mangiare dalle zanzare. Ci vediamo qualche sketch di zelig sul tablet poi ci addormentiamo.


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Gigitoyota [ Martedì, 09 Febbraio 2016, 17:13 ]
Oggetto: Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015)
Grazie


rommel1 [ Martedì, 09 Febbraio 2016, 17:43 ]
Oggetto: Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015)
XXXII giorno martedì 08/12/2015
Km 404463

Mi sveglio stanotte per il caldo e per fare pipì ma poi riesco a riaddormentarmi. Qui non è tanto il caldo quanto l’umido che ti ammazza, ma sopporto, ci sono state situazioni decisamente peggiori di questa. Considerato che non siamo troppo distanti da nostro prossimo obiettivo, il parco di Niokolo Koba, stamattina ce la prendiamo comoda. Ieri ho dimenticato di segnalare che ci siamo fermati al parco Bandia per visitarlo ma qui è imperativo avere la guida e, visto che in macchina non abbiamo posto e per andare coi loro mezzi ci sparano 40.000 cfa, e in più non ci danno la certezza di avvistare animali, desistiamo dal visitarlo e puntiamo tutto sul Niokolo Koba nella speranza che sia aperto. Patiamo alle 8.45 e, fatti pochi km, veniamo fermati da un poliziotto che ci vuole fare la multa perché abbiamo uno stop che non funziona. Ma che c+++o!!!! Vanno in giro con auto così scassate che stanno in piedi con colla e sputo e questo ci vuole multare per un fanalino? Mentre Ezio discute col poliziotto si accorge che questo ferma un camion che, senza quasi fermarsi, gli allunga una “mandorla”. Incredibile il tasso di corruzione in questo paese. Comunque andiamo via senza pagare la fantomatica multa dopo che il marito risulta persuasivo. Da qui in poi la strada asfaltata è piena di buche enormi per poi trasformarsi in una pista polverosissima piena di camion e auto, la successione, asfalto bucato pista, prosegue fino a Kaolak. Praticamente per fare 75 km ci mettiamo 2 ore e siamo coperti di polvere.


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Dopo Kaolak la situazione stradale migliora notevolmente. Piccola sosta, a circa 20 km da Tambacounda, per pranzo. La raggiungiamo nel primo pomeriggio ma non ci fermiamo in città preferendo proseguire verso Kedougou, praticamente verso il confine con la Guinea, che da qui dista 230 km. A circa 30 km da Dar Salam deviamo per il campeggio Wassadou che è nei pressi del fiume Gambia. Il campeggio è grande ma, come tutto qui, è mal tenuto, ci fermiamo lo stesso, il posto è sicuro, e c’è anche la possibilità di mangiare al ristorante. Anzi per campeggiare è obbligatorio farlo. Chiediamo anche di poter fare un giro in piroga lungo il fiume per ammirare ippopotami e coccodrilli da vicino, ci dicono che è possibile ma bisogna aspettare fino alle 16.30. Per ammazzare il tempo, manca un ora all’appuntamento, apriamo la tenda, durante l’operazione ci accorgiamo che siamo circondati da babbuini e da meravigliosi uccelli. Puntuali facciamo sto giro in piroga, le zanzare e il caldo non danno tregua, ma non vogliamo farci scappare l’occasione di vedere, da un’altra prospettiva, gli animali. Molti varani, ibis e altri uccelli e, riusciamo a vedere, anche se da lontano, un ippopotamo.


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martin pescatore

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pescatore

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ippopotamo

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varano

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babbuino


Dopo un ora rientriamo in campeggio per farci una doccia, ovviamente l’acqua e fredda, e per vestirci per andare a cena. Come dicevo prima qui è obbligatorio consumare il pasto al ristorante, io faccio la furba e dico che soffro di allergie alimentari quindi cena solo Ezio, non è male ma le porzioni di pollo e patatine fritte sono decisamente piccole. Ceniamo in compagnia di una coppia belga, la conversazione è un misto tra tedesco inglese e francese, ma procede piacevolmente per tutta la durata del pasto. Patrik e Cristine hanno deciso di trasferirsi in Zimbawe, scelta coraggiosa ma, al momento, non fa per noi. Domani ci si deve alzare presto per andare a visitare il parco, quindi a letto alle 21.30.



XXXIII giorno mercoledì 09/12/2015
Km 404839

Stanotte è stata la più fredda fin’ora, ma quello che mi ha tenuto sveglia per gran parte della notte sono stati i versi delle scimmie e dell’amico ippo. Mi alzo alle 6.00 e cerco di trovare un bagno decente dove fare i bisogni. Sarà un’impresa, ma riesco nell’intento e, dopo aver pagato il campeggio siamo pronti per andare al parco. Alle 8.30 siamo già all’ingresso del parco dove parlo col capo delle guide che ci spiega le regole da seguire se vogliamo visitarlo. La guida è obbligatoria, che possiamo entrare anche se l’apertura ufficiale sarebbe il 15/12, che l’erba è molto alta e fitta perché quest’anno ha piovuto molto e i ranger non hanno ancora disboscato, e che per questo motivo gli animali saranno più difficili da vedere. Sarà una scusa? Non ci lasciamo scoraggiare, neanche dal prezzo, stavolta vogliamo entrare e, pagato l’ingresso (20.000 x 2 persone e per l’auto) e la guida (10.000), posizionato Ezio sul portapacchi, la guida, tale Blaize, rimarrà seduta comodamente per tutto il giorno sul sedile del passeggero, mi metto al volante e entriamo nel parco. Che delusione!!! Il parco è tenuto malissimo, poche le piste aperte e le altre chiuse a causa di cattiva manutenzione, inoltre, dopo ore, avvistiamo pochissimi animali.


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Mi rendo conto che i costi di gestione di un parco così grande sono elevati, che qui non arrivano frotte di turisti ma questo è uno scempio. Verso le 12.30 ci fermiamo presso l’hotel Simenti per mangiare, non vi dico le condizioni del posto che, se tenuto bene, avrebbe notevoli capacità. Il “ristorante” su affaccia sulle sponde del fiume Gambia in un’ansa meravigliosa dove al sole sono stesi parecchi coccodrilli, gli unici che vedremo in tutto il giorno.


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Mangiamo qualcosa al volo per velocizzare la nostra partenza, ma Blaize ci dice che è inutile andare via prima delle 14.30 perché in queste ore gli animali dormono. Ma quali animali??? Per ingannare il tempo, mancano ore alla nostra partenza, a piedi raggiungiamo una pozza nelle vicinanze per vedere se abbiamo più fortuna. Fortuna? Un po’. Riusciamo a vedere molti uccelli, simpatici i martin pescatori, ma di altri animali neanche l’ombra.


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martin pescatore all'opera


Ci continua a dire che è colpa dell’erba alta ma a questo punto sono sicura sia una scusa. Infatti oggi è il 9/12 l’apertura ufficiale il 15/12, tra una settimana, con l’anda che hanno di lavorare, qualcuno mi deve spiegare come faranno a potare piante, bruciare l’erba e disboscare tutto il parco!!!!! Sempre più delusi e incazzati decidiamo di uscire dal parco. Arriviamo in macchina e ci accorgiamo che, nel frattempo, parecchie scimmie si sono introdotte nell’abitacolo rubando tutte le caramelle ed i ciupa ciupa, simpatiche? Anche no!!!


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Durante il percorso inverso riusciamo a scorgere delle antilopi in lontananza e basta. Lasciata la guida all’ingresso, alle 18.30, e anche se tardi e qui c’è un campeggio, preferiamo non spendere altri soldi inutilmente. Fare campo libero è più salutare. Ci dirigiamo verso Missirhà, dove contiamo di prendere una pista. Pista trovata e subito cerchiamo di trovare un posto decente dove far campo. La zona è altamente popolata e siamo costretti a fermarci in un campo coltivato a grano con l’erba altissima, non è proprio un bel posto ma almeno è al riparo da occhi indiscreti. Anche stasera c’è una forte umidità, ma niente zanzare, e la tenda è ancora umida da ieri quindi, oltre al luogo, anche il nostro letto non è proprio confortevole. Prima di addormentarmi faccio delle considerazioni: il Senegal è deludente, fin’ora non c’è stato nessun posto o paesaggio che mi abbiano entusiasmato e, a parte lo zebrabar vicino a Saint Louis, non abbiamo trovato nessuna struttura decente. Spero in giorni migliori.

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sbrune [ Martedì, 09 Febbraio 2016, 17:57 ]
Oggetto: Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015)
Letto al termine di una gionata lavorativa.....fantastico come sempre.....
grazie


rommel1 [ Martedì, 09 Febbraio 2016, 18:14 ]
Oggetto: Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015)
XXXIV giorno giovedì 10/12/2015
Km 404994

Stamattina mi alzo e trovo tutto bagnato, non solo la tenda ma anche i sacchi a pelo i cuscini i vestiti e le scarpe che ho lasciato fuori. Che palle!!! Mi sa che stasera dovremmo fermarci presto in modo da far asciugare il tutto. Guardando sul navigatore il giro fatto del parco ci accorgiamo che abbiamo percorso sempre le stesse strade e visto praticamente il buco del culo del parco. Altra presa per i fondelli!! Ho sempre amato l’Africa e i suoi abitanti ma sinceramente non pensavo fossero così indisponenti e pronti a fregarti alla prima occasione. So che la maggior parte di loro ha molto meno di noi, ma questo non giustifica il comportamento di molti di loro. Stamattina sveglio Ezio presto, alle 7.30, il posto non è sicuro e di giorno siamo troppo visibili dalla pista praticata da numerosi motorini e carretti trainati da muli. Mentre preparo la colazione mi provoco un brutto taglio in un dito, non riusciamo a farlo smettere di sanguinare, mi sa che ci vorrebbero dei punti, ma tra cerotti e fasce riusciamo a curarlo alla meno peggio. Poco dopo essere partiti prendiamo una pista verso Velingara, pista bellissima anche paesaggisticamente.

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Ad un certo punto la pista si restringe, e forse sbagliamo anche percorso, ma non è mai troppo difficile da fare. Giunti a Velingara facciamo gasolio, azz…a 1.06 € al litro!! Da Veligara la strada peggiora notevolmente, praticamente buchi enormi circondati da asfalto vecchio, ma per fortuna, dopo circa 20 km, l’asfalto si trasforma magicamente. Qui il manto stradale è in perfette condizioni, forse perché fatto con contributi americani. A circa 15 km da Kolda ci fermiamo per un pranzo veloce e, raggiunta Kolda, per la prima volta dopo la direttrice per Dakar ad un chek point ci chiedono di mostrare il carnet. Il primo poliziotto controlla approfonditamente i documenti mentre l’altro si incazza col primo per averceli chiesti. Valli a capire!!!! Giunti a Sare Yoda Diega invece veniamo fermati ed Ezio è costretto a scendere dal Boss per andare a mostrare i documenti in una specie di gabbiotto. Tutto questo perché siamo entrati in Casamance? Strano mancano ancora 40 km per Tanaf. Boh!!! Dopo Tanaf le strade ripeggiorano, più che chiamarle strade sono piste molto polverose, così adesso oltre a sabbia e polvere abbiamo anche uno strato color rosso su tutto il povero Boss. A circa 80 km da Ziguinchor il panorama cambia di brutto, adesso sembra di stare nella foresta amazzonica, verde accecante, alberi altissimi e tutta una serie di acquitrini.

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Arriviamo a Ziguinchor verso le 17.00, la città è orrenda, le strade pessime, la sorvoliamo velocemente. Mezz’ora dopo iniziamo a guardarci intorno per trovare un posto dove fare campo, ma la foresta qui è quasi impenetrabile, gli unici posti “puliti” da erba e alberi sono quelli in prossimità delle capanne. Non avendo scelta ci addentriamo attraverso una piccola radura dove, vicino ad una capanna, parcheggiamo il Boss. Immediatamente esce fuori il padrone di casa, dopo le presentazioni gli chiediamo se possiamo fare campo qui stanotte. Lui, non solo dice di si, ma addirittura ci invita a passare la notte a casa sua. Decliniamo gentilmente l’invito e iniziamo ad aprire la tenda e ad imbastire la cena. Mentre stiamo lavorando si avvicina il figlio che, in dono, ci porta una manciata di noccioline appena tostate, ne mangiamo un po’, il resto lo conserviamo per domani, sono buonissime. Il ragazzo ci invita a visitare casa sua e noi non ce lo facciamo ripetere due volte. È una capanna, il minimo indispensabile x vivere, ma alla fine non manca niente. Siamo noi che riempiamo le nostre case con cose assolutamente inutili. La cucina è fuori, il fuoco acceso sotto una pentola annerita dal fumo e, mentre il padre sistema il gregge, la madre “sfoglia” il riso. Lo fa all’interno di un grosso pestello e con un lungo bastone lo pesta.


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È un lavoro duro, è tutta sudata e ha il fiatone, ma continua il suo lavoro imperterrita. Il risultato lo pone in un “piatto” di vimini e, con movimenti precisi, separa il riso dal suo guscio, il guscio viene dato in pasto alle galline. Qui non si spreca niente! Insomma per mangiare un po’ di riso bollito ci vogliono 2 ore di duro lavoro, altro che andare a comprarlo in supermercato, ed è ancora crudo!!! Ci accolgono con estrema ospitalità, anche i cugini vengono a vedere i 2 turisti italiani fermatisi qui per caso, sono tutti sorrisi e abbracci. Non vogliamo disturbare più di tanto e, salutata la famiglia, ritorniamo nei pressi del Boss.


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Ovviamente, per la loro gentilezza, gli lasciamo delle magliette in regalo. Subito dopo cena, non siamo riusciti ad esimerci dall’attacco delle zanze, saliamo in tenda. Fatico a prendere sonno, la tenda e il resto sono ancora bagnati dalla sera prima, e appena ti muovi sudi anche se tutte le finestre rimangono rigorosamente aperte. Alla fine il sonno vince su tutto, sono le 23.30.




XXXV giorno venerdì 11/12/2015
Km 405409

Alla fine stanotte non si è dormito così male, la tenda come i cuscini e i sacchi a pelo sono ancora umidicci e non vi dico le condizioni dei miei capelli, se fossero gli anni ’80 sarei strafiga. Inoltre stamattina niente zanzare, salutiamo la famiglia e ci dirigiamo verso Cap Skiring. Raggiunta la località balneare ci accorgiamo che ci sono molti turisti, molti alberghi, molti ristoranti e la spiaggia è meravigliosa. Cerchiamo a lungo un accesso alla spiaggia ma ne troviamo ben pochi perché quasi tutti ormai occupati o da residenze private o da alberghi, alcuni anche a 5 stelle. Troviamo, a caso, il villaggio dei pescatori, posto magnifico anche se l’odore dei pesci messi a seccare al sole non è dei più gradevoli.


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Durante la nostra passeggiata sulla spiaggia veniamo raggiunti da molte persone che ci invitano a mangiare in uno dei tanti ristoranti della zona, li allontaniamo tutti gentilmente tranne uno, full-time si fa chiamare, e contrattiamo con lui il pasto di mezzogiorno a base di pesce e precisamente pesce alla griglia, aragoste e granchio. Ci facciamo un giro tra i pescatori, ai quali non piace farsi fotografare o che noi fotografiamo il loro villaggio, e poi andiamo in paese per farci una passeggiata in attesa dell’ora di pranzo.


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I prezzi, anche se il luogo è altamente turistico, non subiscono variazioni rilevanti e infatti, in un negozio di cianfrusaglie, noto in un angolo una sedia di legno impolveratissima ma bellissima, è intagliata in un unico pezzo di tronco d'albero. Mi avvicino con circospezione ma il proprietario si accorge subito del mio interesse per il pezzo. Dice che ho l’occhio buono per le cose belle e che questo è il pezzo più antico della sua boutique. Non stiamo lì a cincischiare troppo, lui spara 150 € e io 20. Lui ribassa un po’ noi saliamo un po’, per farla breve ce la portiamo vi per 40 €. Noi felicissimi lui un pò meno…….c’est la vie!! Adesso oltre all’enorme cesto, abbiamo anche una sedia! Mi chiedo come faremo a portare tutto a casa. Poi ci fermiamo in banca per cambiare degli Euro, la fila è lunghissima ma la guardia non solo ci compila le carte per fare il cambio ma ci fa passare davanti a tutti. Anche se qui gli abitanti sono molto insistenti, ti chiamano, cercano di venderti la qualsiasi, tentano di farti mangiare nei loro ristoranti o di farti dormire in qualche albergo gestito da loro amici, sono tremendamente carini e, se tu li allontani gentilmente, alla fine non ti rompono più di tanto. Strada facendo la nostra attenzione viene catturata da un veicolo di qualche eccentrico straniero bianco.


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Dopo lo shopping ritorniamo nel villaggio di pescatori per gustarci il pranzo. Il posto è bello il cibo meglio: antipasto con granchio gigante e le chele delle aragoste e verdure fresche, poi un paio di pesci, non identificati, alla griglia con patate fritte, per finire in bellezza con riso bollito e aragoste. Il pasto migliore, per me supera la tajine di conquillage di Dakhla.


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prima

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dopo


Per digerire un bel thè alla menta in compagnia di full-time. Alle 15.00, pagato il prezzo pattuito e con la pancia gonfia, cerchiamo un altro passaggio per raggiungere la spiaggia. Nei pressi dell’hotel Ibiscus ne troviamo uno fantastico, spiaggia pulita e solo un paio di persone ai quali chiediamo se possiamo fermarci qui per la notte. Nessun problema, ci dicono, in 5 minuti abbiamo sistemato il Boss per la notte e ci siamo infilati i costumi da bagno. Che bagno meraviglioso! L’acqua non è troppo fredda, le onde non troppo alte. Stiamo a mollo un bel po’, poi, per asciugarci, ci facciamo una lunga camminata sul bagnasciuga dove vediamo una mucca in riva al mare, che voglia farsi un bagno anche lei?


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È quasi deserta e nessuno ci importuna. Poi ritorniamo alla macchina per rilassarci un po’ in attesa di fare cena. I due signori sono ancora là, scopro che uno dei due è un guardiano che ci dice che terrà d’occhio anche noi e il Boss. Siamo felici di avere un angelo custode, anche se vecchio, a vegliare su di noi stanotte. Ci chiede se abbiamo anche bisogno di qualcosa, a me non viene in mente niente per rendere più confortevole il nostro soggiorno. Beh forse se mi installasse una doccia con acqua dolce……. Cena fredda solo per Ezio, siamo ancora satolli dal pranzo, poi una chiacchierata telefonica tramite watsapp con Ari e ci ritiriamo in tenda. La marea sta salendo velocemente e le onde sono più alte, speriamo solo che non arrivino fin dove è parcheggiato il Boss. Verso le 21.00 chiudiamo tutte le finestre e io mi addormento cullata dal dolce rumore del mare.


pugnali53 [ Martedì, 09 Febbraio 2016, 19:37 ]
Oggetto: Re: La nostra Africa: 1^ tappa (07 nov-20 dic 2015)
Ormai questa è diventata la lettura serale preferita.


Rubylove [ Martedì, 09 Febbraio 2016, 21:36 ]
Oggetto: Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015)
Io ero rimasto un pò indietro e oggi mi sono letto le ultime quattro o cinque puntate


grayd [ Martedì, 09 Febbraio 2016, 21:56 ]
Oggetto: Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015)
Dato che ogni tanto ci guardo mi sono copiato tutte le gionate e aggiungo le nuove ma mano che escono


pintoy [ Mercoledì, 10 Febbraio 2016, 17:08 ]
Oggetto: Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015)
ho saltato due puntate che oggi però ho recuperato. COMPLIMENTI bellissimo diario di bordo.
pino


rommel1 [ Mercoledì, 10 Febbraio 2016, 17:36 ]
Oggetto: Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015)
XXXVI giorno sabato 12/12/2015
Km 405466

Mi alzo alle 7.15, sarei rimasta volentieri a dormire ma il nostro sorvegliante è stato raggiunto da un paio di amici che parlano ad alta voce. Impossibile fare pipì nei pressi del Boss, quindi sono costretta a farmi una passeggiata per trovare un posto più appartato. Ezio vuole continuare a poltrire in tenda, perché no? Tanto oggi sarà un dolce far niente per tutto il giorno, niente chiusura tenda, niente sistemazione macchina, niente guida. Se i locali non ci romperanno le scatole sarà un giorno perfetto. Nell’attesa che il poltrone si degni di farmi compagnia, mi siedo in riva all’oceano. È uno strano spettacolo quello che vedono i miei occhi, mucche al pascolo, jogger con le infradito e trattori sul bagnasciuga. Incredibile!!!! E’ come se a Lignano facessero pascolare gli animali in spiaggia senza però raccoglierne gli escrementi. C’è un po’ freschino stamattina ma l’umidità è scarsa e non ci sono zanzare. Ezio si alza ed intorno a noi si forma una “folla” di persone che ci chiedono da dove veniamo, cosa facciamo, se vogliamo comprare qualcosa o se vogliamo mangiare qualcosa, se non ci fossero tutte ste persone sarebbe il posto perfetto, sabbia bianca mare quasi calmo e non troppi turisti intorno. Uno di loro, certo Mathias, si accolla come una cozza e ci accompagna anche in paese a comprare il pane. Ci andiamo a piedi, tanto il nostro sorvegliante è sempre lì. Arriviamo alla “boutique” dove, oltre il pane compro anche delle uova, sono le prime che mangiamo da quando siamo partiti, sono già bollite, ma spero comunque che non ci facciano male. Sempre in compagnia di sto Mathias torniamo in spiaggia, il tizio è simpatico ma durante il percorso non sta zitto un momento. Ci dice che lui, oltre a fare il guardiano in spiaggia a protezione dei turisti, che tra l’altro raramente escono dai loro alberghi di lusso, è un fotografo e un cineoperatore di eventi popolari. Infatti, una volta raggiunta la macchina, io mi stendo al sole mentre Ezio è costretto a sorbirsi la visione delle foto e dei film di Mathias.

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Dopo un ora è ancora lì, il marito non ne può più, allora si decide di fare una passeggiata lungo l’oceano per togliercelo di dosso. Magnifica!! Durante tutto il tempo, quasi 2 ore, incontriamo solamente una coppia di turisti e alcune mucche. Ritornati indietro e visto che è mezzogiorno passato iniziamo a mangiare me subito veniamo raggiunti da Bambi.


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Bambi (quella col cesto sulla testa)


Bambi è una signora che vende frutta fresca e noccioline, per sbolognarla in fretta le compro qualcosa. Appena se ne va ne arriva un’altra che si trascina dietro una bimbetta di un paio d’anni e un fagotto con dentro la qualsiasi. Impossibile resistere a quel faccino quindi le preparo del pane con la nutella. Se lo mangia intanto che la mamma mi mostra la sua mercanzia. Anche con lei faccio lo stesso che con Bambi, le compro subito qualcosa in modo da poter far mangiare Ezio in santa pace. Ripeto se non ci fosse tutto sto po po’ di persone staremmo qui più a lungo ma, visto la situazione, domattina ce ne andremo. Finalmente soli ci rilassiamo all’ombra del tendalino, stare al sole è impossibile, troppo caldo. Nel pomeriggio puliamo e sistemiamo un po’ il Boss e poi nuovamente a sguazzare in acqua. Dopo una piccola doccia, solo per eliminare il sale di dosso, preparo la cena anche se sono solo le 18.30. Ezio si gusta il suo piatto di pasta seduto sulla sabbia e guardando il sole spegnersi nell’oceano, mica scemo il mio uomo. Alle 19.30 siamo in tenda a vederci un film.


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tramonto



XXXVII giorno domenica 13/12/2015
Km 405466

Mi alzo alle 7.00, stanotte l’umidità è stata maggiore rispetto a ieri, e abbiamo la tenda e il suo contenuto bagnati. In ogni caso l’alba è spettacolare e il silenzio è rotto solo dalle onde che si infrangono sulla spiaggia. Impagabile!!! Questo stato di grazia dura poco, infatti incominciano a tornare i rompiscatole, diversi da quelli di ieri, ma sempre rompi scatole. Alle 9.00, dopo aver ringraziato Jean K per aver fatto la guardia, gli diamo una mancia e dopo aver asciugato la tenda alla meno peggio, siamo pronti a partire, la Gambia ci aspetta. Niente da segnalare durante il percorso, a parte una sosta per fare gasolio solo perché abbiamo ancora parecchi cfa, fino al posto di confine di Soma. Vi giungiamo alle 13.20 e entriamo negli “uffici” di polizia nei quali, prima di metterci il timbro sui passaporti, ci chiedono soldi. Noi facciamo finta di non capire o parlare francese e, dopo un po’ ci lasciano andare coi passaporti timbrati. Peggio alla dogana, l’addetto ci fa un sacco di storie per firmarci il carnet du passage, gli spieghiamo che se non ce lo firma non potremmo andare in altri stati. Per farlo ovviamente ci chiede soldi, e anche qui facciamo gli scemi. Di sicuro non ho voglia di pagare una tangente per avere qualcosa che mi spetta e anche per non abituarli a domandare soldi ai prossimi disgraziati che passeranno di qua. Cerchiamo di stare calmi, cosa per me molto difficile, e dopo un po’ di tira e molla ci firma il carnet. E siamo in Gambia. Prima di raggiungere i posti di controllo gambiani c’è ancora un gabbiotto con dei poliziotti che ci prendono i passaporti e ci chiedono soldi per restituirli. Non ce la facciamo più, io sono incazzata come un toro che vede un fazzoletto rosso Ezio è più calmo di me ed infatti è lui che cerca di fare capire a sti deficienti che noi non gli daremo mai soldi. Alla fine capiscono l’antifona ma non mollano e mi domandano di regalargli i miei anfibi. Ma stiamo scherzando!!!!!! Vorrei buttarglieli in faccia ma Ezio mi frena e gentilmente gli fa capire che questo è l’unico paio di scarpe che ho. Finalmente ci consegnano i passaporti. Bisogna fare qualche km prima di raggiungere il paese di Soma dove ci sono gli uffici sia doganali che di polizia. Bisogna stare attenti perché sono incuneati tra vari negozi e non sono facili da individuare. A destra ci sono gli uffici doganali e a sinistra quelli di polizia e dell’immigrazione. Stessa storia di prima, per firmare qualsiasi cosa chiedono la “mandorla”. È un delirio di corruzione ed uno stress non indifferente riuscire a stare calmi in queste situazioni, ma ci facciamo forza e riusciamo a sbrigare tutte le pratiche senza scucire soldi e alle 14.30 abbiamo finito di litigare coi vari ufficiali. Prima di lasciare Soma dobbiamo cambiare euro in dalasi, oggi è domenica e le banche sono chiuse, e siamo costretti ad affidarci a quelli del mercato nero. Non ci fanno un buon cambio ( 100€ = 4.400 dalasi) ma siamo costretti ad accettare. Poi ci mettiamo a cercare una sim telefonica e il tizio che ce la vende ci chiede soldi per configurare il cellulare. Bastaaaaaaa!!!! Siamo sfiniti, qui è peggio che in Senegal, il che è tutto dire. Lasciamo Soma incazzati neri. A pochi km dal paese c’è da prendere il traghetto per attraversare il fiume Gambia e, una vota arrivati lì, ci dicono che avremmo dovuto fare il biglietto. Ma dove se prima del fiume non c’era niente? A malincuore ce lo fanno il loco dicendoci che dobbiamo pagare in valuta straniera. Assurdo! Più sto in questo paese meno lo capisco. Fortunatamente abbiamo ancora cfa e riusciamo quindi a pagare il passaggio ( 2.500 per la macchina+ 200 per noi). Aspettiamo l’arrivo del traghetto, cioè della bagnarola che a vederla fa paura, sempre circondati da ragazzini. Non sono malvagi anzi uno di loro ci dice che durante il percorso per raggiungere Georgetown ci saranno parecchi posti di polizia dove ci chiederanno soldi che però noi non dobbiamo dargli, inoltre cerca anche di configurarci il cellulare e senza chiedere nulla in cambio. Alle 16.00 siamo sulla riva opposta e, raggiunta Faraphenni, altro posto di frontiera col Senegal, deviamo verso est in direzione Janjangbureh. Durante il percorso in effetti ci sono parecchi posti di controllo, in uno di questi ci controllano l’auto e l’interno della mia borsa, ma non ci chiedono soldi. Siamo stanchi e provati dal passaggio del confine, quindi cerchiamo un posto per fare sosta anche se non è così tardi. Troviamo un sentiero, lo percorriamo per un po’ e, in mezzo alla foresta, ci fermiamo. Ezio pulisce un minimo il terreno col machete per far posto al Boss e a noi, poi apriamo la tenda x cercare di farla asciugare, infatti sono le 17.30 e fa ancora parecchio caldo. Pensavamo di avere trovato un posto tranquillo lontano da occhi indiscreti, invece no! Prima dell’imbrunire si avvicinano un tizio su un carretto e con i suoi figli e si ferma proprio qui a fare legna. Che sfiga! Dopo le presentazioni indovinate che ci chiede? Ma soldi no!!! Sono parecchio insistenti nel chiederli ma noi, ancora super incazzati, lo siamo di più nel negarglieli. Li prendiamo per sfinimento e alla fine se ne vanno, credo più arrabbiati di noi. Non ce la sentiamo di accendere le luci e restare fuori, quindi lavo i piatti alla meno peggio sistemo il Boss al buio e, alle 19.30, siamo già in tenda. Il caldo non ci dà più fastidio, anzi, e non c’è umidità, di conseguenza riusciamo sia a vedere il film sia ad addormentarci in santa pace.


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XXXVIII giorno lunedì 14/12/2015
Km 405740

Nottata tranquilla anche se freddina, i sacchi a pelo restano chiusi tutta la notte. Anche se malvolentieri Ezio si alza alla solita ora e, senza neanche fare colazione, non abbiamo più niente da mangiare, riprendiamo il nostro viaggio. Nei pochi km ce ci separano da Wassu i controlli sono numerosi, chi ci chiede solo da dove veniamo e dove stiamo andando, chi invece ci chiede i passaporti e ci controlla l’interno dell’auto. In ogni caso non ci chiedono soldi. Arriviamo a Wassu e subiamo 2 controlli in meno di un km. A metà del paese troviamo la deviazione per la “stone henge” locale, sito patrimonio dell’Unesco. Pochi metri prima dell’ingresso altro controllo dove, oltre ai documenti, tre poliziotti ci chiedono soldi. Io sono ancora incazzata e mal disposta da ieri e faccio finta di non parlare inglese, Ezio, leggermente più calmo di me, cerca di farci ridare i passaporti. Niente da fare i poliziotti insistono, ci mettiamo un po’ per riuscire a farci ridare i documenti senza pagare nulla. Per entrare al sito ci chiedono 50 dalasi, una sciocchezza. Ma mi accorgo che dei turisti accompagnati ad una guida locale entrano senza pagare, allora perché noi dovremmo farlo? Ripeto un euro è una sciocchezza ma è una questione di principio. Mi rifiuto di entrare pagando e quindi andiamo via senza vedere il sito incazzata più di prima, lo vediamo da lontano e sinceramente non è che sia sto granchè. Tornati in macchina usciamo dal paese e…..altro controllo di polizia con conseguente richiesta di denaro. Non ce la faccio più, sono così stressata che ho una crisi di pianto irrefrenabile. È la prima volta che mi succede, mai in tutti i nostri viaggi mi è capitato di piangere dallo stress e, di situazioni poco piacevoli ce ne sono capitati, ma qui mi stanno togliendo la pelle di dosso oltre a farmi cambiare idea sulla decisione di venire in Africa. In questo momento ho solo voglia di tornare a casa, alla civiltà, dove nessuno ti chiede continuamente soldi e dove la pulizia e il confort impazzano. Il pianto dura fino a Janjangbureh, Ezio capisce che ho bisogno di relax e quindi mi porta in un campeggio/lodge. La strada per raggiungerlo è immediatamente prima di prendere il traghetto per attraversare il fiume. All’ingresso una ragazza, gestisce lei il campeggio, ci dice che per campeggiare vuole 150 dalasi ma, se consumiamo la cena il campeggio è gratuito e la cena per due ci costerebbe 400 dalasi. La decisione è presto presa, solo 10 € per mangiare e campeggiare con l’uso di bagni e doccia. Certo non è il massimo della pulizia, i bagni comuni sono così impraticabili che ci apre un bungalow un po’ più pulito, ma sono talmente angosciata che in questo momento andrebbe bene tutto. A piedi, per raggiungere il traghetto c’è circa 1 km, raggiungiamo il centro di Georgetown.


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Anche lui in attesa del traghetto?

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È un piccolo paese, c’è una scuola, un polveroso campo di calcio dove si sta disputando una partita tra ragazzini, alcuni di loro sono scalzi, e qualche negozietto. Il caldo e la polvere non danno tregua così, dopo aver visto un po’ la partita di calcio, una cosa buffa è che i guardialinee avevano al posto delle bandierine delle fronde d’albero, e aver comprato pochi generi alimentari, ritorniamo in campeggio.


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Il traghetto è fermo, non si sa perché, quindi prendiamo un barchino che viene stipato di gente fino all’inverosimile, ma che ci costa la metà rispetto al traghetto.


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Per pranzo mangiamo solo qualche fetta d’anguria e finalmente mi faccio una doccia. Ovviamente l’acqua è fredda, e scende col contagocce, ma non importa ne avevo proprio bisogno. Mentre sono sotto la doccia mi lavo anche i pantaloni e la maglietta e, in attesa che si asciughino, salgo in tenda a vedermi un film mentre Ezio si rilassa leggendo un libro. Alle 18.00 siamo affamati e andiamo a gustarci la nostra cena, pollo arrosto con riso bollito. Buono ma troppo poco, restiamo affamati. Finiamo di bere la birra in riva al fiume ma l’attacco di zanzare ci induce a tornare in tenda. Sembra abbiano l’orologio ore 19.00 iniziano l’attacco ore 20.30 fine dell’attacco. Comunque siamo talmente stanchi che alla fine non ci dispiace salire in tenda così presto.


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rommel1 [ Mercoledì, 10 Febbraio 2016, 17:43 ]
Oggetto: Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015)
XXXIX giorno martedì 15/12/2015
Km 405800

Stanotte la scarsa umidità e la temperatura piacevole fanno si che si dorme bene. Il problema si verifica verso le 6.00 quando i muezzin gli uccelli e le scimmie si mettono a “cantare” tutti insieme dandoci una sveglia che non volevamo. Consumiamo la nostra colazione circondati dai primati, con i quali dividiamo il pane, paghiamo il campeggio e ci dirigiamo al traghetto.

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scimmietta


Lo vediamo dall’altra parte della riva e aspettiamo. Aspettiamo. Aspettiamo. Stanchi di aspettare chiediamo ad un tipo a che ora arriverà. Lui ci dice che potremmo a spettare 5 minuti, 15 minuti, un ora, 2 ore……questa è l’Africa. Finalmente il ferry-boat arriva, dopo un ora e mezza, e ci chiedono 200 dalasi per traghettare il Boss. Ok, ma mi accorgo che un altro passeggero con la macchina ne paga 80……questa è l’Africa!!!!

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Finalmente possiamo prendere la strada che ci porterà a Banjul, sperando che la situazione migliori. Macchè!!! Per fare i circa 200 km che ci separano dalla capitale ci mettiamo 6 ore. Non perché le condizioni delle strade siano pessime, anzi, ma perché veniamo continuamente fermati da poliziotti o doganieri o militari. Facendo una media, ogni 8/10 km Ezio è costretto a scendere dalla macchina per far vedere che non stiamo trasportando niente di “pericoloso”. Un incubo!!! Ma almeno nessuno ci chiede più soldi, anzi sono tutti molto carini e stupiti dal fatto che siamo arrivati fin qui con il nostro fuoristrada.
Lungo la strada ci fermiamo per pranzare e ci accorgiamo che vicino a noi gli alberi sono pieni di uccelli.

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Ripassiamo nuovamente per Soma dove ci fermiamo a fare gasolio, mi sa che questo sarà il nostro ultimo rifornimento di carburante, almeno per questo viaggio. Arriviamo a Banjul verso le 15.30, il traffico è allucinante. Non siamo più abituati a vedere tante macchine, fin ora il massimo era stato superare i carretti trainati da muli. Ci fermiamo in un negozio per fare una ricarica telefonica e chi ti incontriamo? Il ragazzo che ci aveva aiutati il nostro primo giorno in Gambia. Non sappiamo che cosa ci faccia qui, in ogni caso ci aiuta anche stavolta a configurare il cellulare. Che internet sia!!! Siamo a 5 km dalla nostra meta finale e non vediamo l’ora di poterci fermare. Il Sukuta camping è una delusione, non è vicino al mare come si credeva, ma almeno è carino e pulito. Incontriamo Joe, il proprietario tedesco e scorbutico, che ad un cero punto, dopo averci dato informazioni frammentarie, sparisce non si sa dove. Ospite del campeggio c’è un ragazzo olandese, Adriano, che parla perfettamente l’italiano, ed è lui che ci da le dritte giuste su dove trovare un supermercato degno di questo nome. Considerato che siamo ancora decentemente puliti, decidiamo di saltare la doccia e andare a vedere dove poter fare la spesa, cambiare un po’ di euro e dove far lavare la macchina. Troviamo il supermercato ma i prezzi sono pazzeschi, anche il doppi su certi prodotti rispetto all’Italia, quindi compriamo solo lo stretto indispensabile per questi ultimi giorni. Poi troviamo un grosso distributore dove poter lavare il Boss, ma siamo senza soldi e quindi urge trovare una banca. La troviamo ma il bancomat non funziona, strano no? Il vigilante ci vede leggermente disperati e, carinamente, ci accompagna in un’agenzia di cambio, meglio rispetto al cambio al mercato nero di Soma ma non sapremo mai a quanto è il cambio ufficiale. Stanchi ritorniamo al Sukuta e, dopo cena e dopo aver lavato i piatti, andiamo nell’area comune dove troviamo Adriano e altri due ragazzi austriaci che con la loro Lada vogliono arrivare in Sud Africa. Finalmente mi rilasso, stasera è Ezio che parla visto che tutti conoscono il tedesco. Scopriamo che i due ragazzi, Cristine e Stefan, hanno fatto più volte il raduno dei fuoristrada di Gradisca e che conoscono un paio di persone amiche di Ezio. Anche in questa occasione penso che è veramente piccolo il mondo. Ci lasciano anche un indirizzo di un ragazzo svizzero che abita in Benin dove poter eventualmente lasciare l’auto la prossima volta. Stanchi, alle 23.30 andiamo a dormire.


XL giorno mercoledì 16/12/2015
Km 406095

Stanotte ho dormito malissimo, troppo umido e caldo, ma almeno non ci sono le zanzare. In attesa che il marito si alzi per fare colazione, scrivo questo diario sopportando stoicamente il fatto che alle 7.00 di mattina sono già tutta bagnata. Ieri sera avevamo deciso che stamattina saremmo andati in spiaggia a prendere il sole ma, prima Adriano e poi Stefan e Cristine, vengono a vedere l’allestimento del Boss e, si sa che quando i ragazzi parlano di auto e allestimenti…..per farla breve alle 10.30 sono ancora tutti ad ammirare il nostro fuoristrada. Niente mare!!! Per evitare di perdere tutta la giornata decidiamo che ci rilasseremo domani e di pulire tutto oggi. Quindi, mentre Ezio, in compagnia di Adriano, porta il Boss a farsi bello, io porto le cose da lavare in lavatrice alla ragazza addetta a questo scopo e lavo quello che posso a mano.

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Ezio ci mette 3 ore a riportare il Boss tutto pulito in campeggio, certo lo ha fatto lavare anche sotto!!! Io ne frattempo stavo iniziando a preoccuparmi, e al suo rientro consumiamo un pasto veloce e continuiamo a lavorare come matti per rendere il fuoristrada efficiente per la prossima volta. È tutto un disfare e rifare, puliamo il pulibile con i pochi mezzi a disposizione, ma alla fine almeno il nostro compagno di viaggio è pulito e efficiente. Alle 18.00 smettiamo di correre come dei forsennati e ci rilassiamo un po’ in attesa della cena. Facciamo due chiacchiere, meglio dire Ezio parla mentre io mi sforzo di capire, coi ragazzi austriaci mangiando una fetta d’anguria, ovviamente si parla sempre delle stesse cose, viaggi, allestimenti e Toyota. Di certo, quest’ultimo, non è tra i miei argomenti preferiti. Alle 20.00 ci accorgiamo che Adriano è andato via senza salutare ne noi ne gli amici austriaci, aveva l’aereo alle 23.00. Non riesco a capire come mai, forse non ci ha visti o……boh! comunque alle 21.00 siamo pronti per andare a dormire, siamo talmente stanchi che nessuno dei due ha voglia di guardare un film.


XLI giorno giovedì 17/12/2015
Km 406102

Siamo costretti a dormire coi sacchi a pelo estivi, gli altri li ho portati a lavare, quindi stanotte niente umido ma freddo! Mi alzo alle 7.00 e, per ingannare il tempo, continuo a fare il bucato a mano, spero che quello che ho dato da lavare in lavatrice me lo diamo oggi asciutto, e a preparare la colazione. La batteria dei servizi non regge più il consumo del frigo e quindi siamo costretti ad aspettare fino alle 10.00, quando arriva Joe, per farci dare la corrente e la password per internet. Anche oggi niente mare!! Continuiamo allora a sistemare le cose prima della partenza. Mi consegnano tutti i panni lavati anche se non perfettamente, e asciugati quindi rifacciamo i letti, sia quelli in tenda sia quello in macchina. Poi è la volta dei vestiti, lasciamo solo lo stretto indispensabile per la prossima volta, e il resto, sedia compresa, lo porteremo con noi in valigia. Poi è la volta delle attrezzature elettroniche, qui resterà il computer, la macchina fotografica, la go pro, le luci da testa ecc… Insomma tra una cosa e l’altra ci va tutta la giornata. Nel tardo pomeriggio andiamo a fare un giro in macchina e cerchiamo un posto carino al mare dove passare la giornata di domani. Giriamo come cretini per trovare il Kunta Kinte, un bar/ristorante consigliatoci da Luca, ma non lo troviamo, o almeno, dovremmo lasciare il mezzo in un parcheggio e lasciare le chiavi a dei giovani parcheggiatori nel caso dovessero spostarlo visto che il parcheggio era pieno di veicoli. Manco morti!! Allora decidiamo che domani andremo al mare a piedi, dal campeggio sono meno di 2 km, così da non aver problemi di parcheggio né bisogno di cercarci un taxi, sperando che ci sia un posto decente. Non vogliamo spostare più la macchina anche perché , anche oggi, siamo stati fermati da varie pattuglie ed, in una di queste occasioni, ci hanno chiesto insistentemente la solita “mandorla”. Quindi domani passeggiata e…..Inshallah!! nel pomeriggio, in campeggio, arriva un ragazzo americano che viaggia in moto dal 2012. Ammira il nostro mezzo di locomozione, è il suo sogno poter viaggiare con un fuoristrada simile al nostro, anche per poter viaggiare più comodamente. Mi piacerebbe chiacchierare con lui, ma già il mio inglese è claudicante poi con lo slang americano peggiora notevolmente. Lo lasciamo in compagnia degli austriaci e noi andiamo a cenare. Stasera per Ezio fagioli con l’ultima confezione di pancetta e latte e orzo per me. Dopo cena si intrattiene parlando con un dipendente del campeggio e carinamente gli cede la macina mauritana visto che ormai abbiamo poche possibilità di portarla in Italia. Nel frattempo io finisco di mettere in ordine e mi faccio una lunga chiacchierata con mia sorella. San internet!

XLII giorno venerdì 18/12/2015
Km406102

Stanotte niente freddo o umido a disturbare il mio sonno in compenso ci pensa la mia vescica a farlo, e per ben tre volte!! va beh mi sa che per farmi una bella dormita dovrò aspettare di tornare a casa. Sveglio Ezio presto perchè oggi ho intenzione di non fare altro che andare al mare. E mare fu!!!! a piedi raggiungiamo la spiaggia, sono solo 2 km, e ci basta attraversare la strada asfaltata e al primo “stabilimento” balneare ci stabiliamo. Ottima scelta considerato che i lettini e gli ombrelloni sono gratis e paghi solamente eventuali ordinazioni di bar o ristorante, in ogni caso non sei costretto a farlo, volendo puoi ordinare solo una bottiglia d'acqua, circa 1 €, e nessuno ti dice niente. Noi invece optiamo non solo di bere ma anche di mangiare a pranzo. Un thè caldo la mattina, fish and chips per Ezio, omelette per me, 2 birre. praticamente trascorriamo una magnifica giornata di sole e relax con la modica cifra di 16 €. Inoltre, scegliendo questa opzione, non hai lo stress di vederti arrivare frotte di persone che cercano di venderti questo o quello mentre stai disteso al sole. Le ore passano piacevolmente, il nostro essere “spalmati” sui lettini viene interrotto solo da brevi passeggiate per raggiungere l'oceano e farci un bagno.


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E pensare che siamo a dicembre e che i nostri cari sono a casa a morire di freddo. Nel tardo pomeriggio , sempre a piedi, torniamo in campeggio. Lungo la strada compriamo del pane e delle uova. Raggiunto il Sukuta ci facciamo una doccia, scriviamo cartoline, navighiamo su internet insomma continuiamo a non fare una beata mazza fino all'ora di cena. Stasera carbonara, e che carbonara!!! anche se non abbiamo fatto quasi nulla tutto il giorno decidiamo comunque di andare a letto presto, anche perchè stasera circolano un po' di zanzare e poi è più comodo guardare il film distesi a letto.

XLIII giorno sabato 19/12/2015
km 406129

Stanotte si è dormito bene e, se non fosse stato per il gallo e il muezzin che iniziano a “cantare” alle 5.30, sarei rimasta a dormire ancora per un bel po'. Mi viene in mente che oggi è il nostro ultimo giorno di vacanza e, al riguardo, ho pensieri contrastanti. Da una parte vorrei ancora stare qui a godermi il sole e il caldo, dall'altra ho una voglia pazzesca di rivedere la mia famiglia e di avere finalmente le comodità e la pulizia di casa mia. Certo che noi umani non siamo mai contenti!! Ripetiamo gli stessi gesti, da quando siamo in viaggio, per l'ultima volta e poi andiamo in spiaggia a goderci le nostre ultime ore di caldo. Almeno per quest'anno. Rimaniamo stesi sui lettini tutto il giorno, solo io vado a farmi il bagno, il richiamo delle onde è troppo forte. Ad un certo punto arriva anche una scimietta a farci compagnia.


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Alle 15.30 abbandoniamo la spiaggia per ritornare in campeggio dove finiamo di fare i bagagli, mangiamo qualcosa di veloce e aspettiamo il momento di lasciare il Boss. È dura sapere che starà in balia di altre persone e non verrà “coccolato” come facciamo noi di solito, ma è bello sapere che saremo costretti a tornare per riprendercelo. Alle 21.00 ci accompagnano in aeroporto, ½ ora di strada e siamo arrivati. Ci sono 2 aerei in partenza e, quindi, parecchia gente al ceck-in, ma in un ora riusciamo a passare i controlli di polizia senza problemi. Aspettiamo fino alle 23.30 in sala d'attesa leggendo un libro, infatti l'aeroporto è piccolissimo e non c'è niente da fare o interessante da vedere. A mezzanotte l'aereo, puntualissimo, lascia il suolo africano. Pur essendo molto stanchi non riusciamo a dormire, fortunatamente il volo dura poco, in meno di 5 ore siamo in Europa.

XLIV giorno domenica 20/12/2015

Arriviamo a Barcellona in perfetto orario, 5.50 ora locale.

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Il tempo di ripassare, anche stavolta indenni, i controlli di polizia e siamo in uno dei più bei aeroporti europei. Un notevole cambiamento, in meglio, rispetto a 5 ora fa. Per ingannare il tempo, 4 ore d'attesa per il prossimo volo, ci facciamo un giro per gli innumerevoli negozi, di dormire non se ne parla, e di mandare messaggi agli amici essendoci wifi gratuito.
Anche qui il volo parte in perfetto orario e alle 11.00 lasciamo Barcellona. Arrivo a Venezia ore 12.15, addirittura con 5 minuti d'anticipo, e non perdiamo neanche tempo al ritiro bagagli. L'abbraccio con mia sorella non è descrivibile a parole, dico solo che dura più dell'attesa per il ritiro bagagli, e poi via verso casa. Alle 14.00 riapriamo dopo quasi 2 mesi la porta di casa, siamo stanchi ma felici.


Km finali 406129
Km percorsi 8352



Conclusioni

E' sempre eccitante iniziare un nuovo viaggio. Sai più o meno dove andrai, ma quello che veramente è eccitazione pura è quello che non sai. Non sai quali saranno le condizioni delle strade, non sai quanto impiegherai a percorrere il tuo itinerario, non sa quale sarà la situazione che troverai nei vari paesi e non sai chi incontrerai. Ma il bello è che questa eccitazione non è mai delusa. Ogni paesaggio visto, ogni strada intrapresa, ogni persona incontrata è sempre una sorpresa. Spiacevole raramente, il più delle volte è molto molto piacevole. E anche quest'avventura non ci ha deluso. E' vero che la maggior parte del tempo siamo stati costretti a vivere in pessime condizioni, che molte volte ho avuto la tentazione di tornare indietro, ma quando ci siamo trovati davanti allo spettacolo magnifico di un alba nel deserto, o quando siamo stati costretti a urlare per sovrastare il rumore delle onde dell'oceano o quando l'ultima cosa che vedevi prima di addormentarti erano milioni di magnifiche stelle splendenti......beh tutti i disagi tutte le sofferenze e la voglia di tornare indietro svanivano. Ogni donna uomo bambino incontrati ci hanno insegnato qualcosa, alcuni non proprio cose edificanti, altri, la maggior parte, cose che terremo con noi sperando di farne tesoro. E anche se la voglia di tornare a casa, e specialmente di abbracciare coloro che amiamo di più al mondo, è forte lo è anche il bisogno e la voglia di vedere cosa c'è dietro la prossima curva, dietro una collina e oltre l'orizzonte.


Continua......


Gigitoyota [ Mercoledì, 10 Febbraio 2016, 18:29 ]
Oggetto: Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015)
Fiuuuu!


nick2 [ Mercoledì, 10 Febbraio 2016, 21:08 ]
Oggetto: Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015)
Magica Tiziana!

Vi aspettiamo nel Granducato!


Enricokl [ Mercoledì, 10 Febbraio 2016, 22:16 ]
Oggetto: Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015)
non posso fare altro che un lunghissimo applauso !!!
bravi e brava!

grazie
Enrico


Rubylove [ Mercoledì, 10 Febbraio 2016, 23:21 ]
Oggetto: Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015)
Adesso non possiamo che aspettare il seguito, la seconda tappa!




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