La nostra Africa: 1^ tappa (07 nov-20 dic 2015) »  Mostra messaggi da    a     

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Area Viaggi & Vacanze - La nostra Africa: 1^ tappa (07 nov-20 dic 2015)



marco74 [ Venerdì, 29 Gennaio 2016, 17:59 ]
Oggetto: Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015)
nella finestra allegati dovresti poter caricare file pdf fino a 3 mb ma mi blocca a 1


grayd [ Venerdì, 29 Gennaio 2016, 18:06 ]
Oggetto: Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015)
marco74 ha scritto: [Visualizza Messaggio]
eccoli
... basta non superare i 3Mb


?????????????????????????? NON ho capito


pugnali53 [ Venerdì, 29 Gennaio 2016, 18:59 ]
Oggetto: Re: La nostra Africa: 1^ tappa (07 nov-20 dic 2015)
Ieri non avevo tempo ma oggi leggerlo mi hà ricordato il giro che hò fatto in moto con Marilia fino a tam tam e Agadir per ritornare lungocosta fino a Tangeri passando x Casablanca.
Alla nebbia in agosto fino alle 11 di mattina non c'ero abituato, altra particolarità di un paese diversissimo da come si è abituati, aspetto la seconda parte.


grayd [ Venerdì, 29 Gennaio 2016, 20:11 ]
Oggetto: Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015)
marco74 ha scritto: [Visualizza Messaggio]
nella finestra allegati dovresti poter caricare file pdf fino a 3 mb ma mi blocca a 1


Trovato, ora ho capito ma se dici che oltre 1 mb non funziona...
comunque quello di Rommel1 è di 1,5 mb per ora


rommel1 [ Venerdì, 29 Gennaio 2016, 21:25 ]
Oggetto: Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015)
IX° giorno domenica 15/11/2015
km 399873

Stanotte è stata bruttina, prima le zanzare e le mosche in macchina, poi la sete, poi il caldo, poi il freddo..... un incubo!!! Mi alzo alle 6.30 più stanca di quando sono andata a dormire. Al risveglio ritornano le zanzare e quindi non posso stare fuori a godermi il sorgere del sole e risalgo in macchina. Alle 7,15 si alza anche Ezio ed insieme ripristiniamo il Boss e anche la cinghia dei servizi che ci ha dato noia in questi giorni e, alle 8.15, riprendiamo la N1 direzione Dakhla. Prima ovviamente paghiamo il campeggio ( 85dh per la sosta 50dh per la mia doccia). Cominciamo a dare le fiches come caramelle, i controlli qui sono più intensi rispetto a ieri. Passiamo Layounne, bardata a festa come tutte le città fatte fin qui, visto che a breve il Re passerà di qui, e ci facciamo lavare la macchina in un distributore. Il lavaggio automatico non funziona, ma 2 validi ragazzi ci danno dentro a pulirla con una pompa, degli stracci e una scopa, coadiuvati da Ezio.


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pulizia del mezzo


Ci impiegano un ora abbondante a rendere il Boss presentabile e ci dicono di fare noi il prezzo per il lavaggio. Gli lasciamo 40 dh, non sappiamo se sono sufficienti, ma i ragazzi sembrano molto felici del guadagno.
Proseguiamo sempre sulla N1, il paesaggio è brullo, piatto e molto molto noioso. Fa anche molto molto caldo. A Boujdour ci fermiamo a fare gasolio e considerata l'ora, le 12.30, entriamo in città per vedere se troviamo un posto dove poter mangiare del pesce. Ci fermiamo lungo la strada, in prossimità del porto, dove ci sono delle fetide baracche che arrostiscono del pesce e, per 50dh, Ezio acquista 600grammi di gamberetti. La baracca che scegliamo per fare arrostire i crostacei non solo è fetida ma anche infestata da mosche, ma l'omino che arrostisce il pesce è simpatico ed Ezio ha troppa fame per star lì a lamentarsi. Ed infatti si mette a mangiare voracemente, sotto lo sguardo dei locali divertiti dal nostro comportamento. Infatti io ho sia troppo caldo sia poca voglia di mangiare e quindi risalgo in macchina a scattare foto.


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pranzo con gamberetti


Ezio non riesce a finire i gamberetti e il tizio ci fa un “dogybag”, non vi dico come. Lasciamo Boujdour e ci dirigiamo presso i relitti delle navi che distano pochi km dalla città. Lungo il percorso, non resisto, e finisco i gamberetti lasciati dal marito. Arriviamo all'incrocio per i relitti e, come 3 anni fa, c'è ancora il posto di blocco dove ci avevano impedito di scendere. Questa volta siamo fortunati e il poliziotto ci fa prendere il sentiero che porta alle navi ma ci dice anche che non possiamo fare campo qui per stanotte. Non ce lo facciamo ripetere due volte e scendiamo verso il mare. Noi, appena vediamo sabbia, diventiamo degli idioti. ed infatti come degli idioti dopo un po' ci insabbiamo. Ezio me lo aveva che quella sabbia non gli piaceva, ma io ho insistito.....
Molliamo il Boss spanciato sulla sabbia, tanto di lì non si muove, e a piedi raggiungiamo il relitto.


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Scattiamo qualche foto e poi si inizia a spalare come forsennati. Parecchi tentativi dopo e quasi un ora persa, decidiamo di sgonfiare ancora di più le ruote e di usare le scalette come piastre. Così facendo in un attimo il Boss riemerge dalle trappola sabbiosa. Sono le 15.00, siamo stanchi e accaldati, ci sono 30°C e la doccia di ieri è un lontano ricordo. Riprendiamo la strada, noiosa noiosa noiosa, il caldo aumenta ma almeno c'è un pò di vento ad alleviarlo. Se non avessimo perso tempo a spalare ci saremmo fermati a Kraa, un villaggio di pescatori con una spiaggia bellissima, ma è tardi e non vogliamo fare questo tratto di strada col buio, l'asfalto non è dei migliori ed il traffico di camion è in aumento. Raggiungiamo la prima rotonda verso le 17.30, solito controllo solito rilascio di fiches e deviamo verso destra lasciando la N1 in direzione Dakhla che dista circa 40 km. Qui, forse perchè zona turistica, le condizioni del manto stradale migliorano notevolmente e anche il panorama si fa più interessante.


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Alle 18.00 incontriamo Nico e, dopo i saluti di rito, ci accompagna a casa sua dove troviamo ad attenderci Dot, una dolce e simpatica cagnolina. Ci offre di farci fare una doccia calda e chi siamo noi per rifiutarla? Ricordati, una doccia calda non si rifiuta mai!!
Rinfrancati, con la pancia piena visto che il buon Nico ci ha preparato un'ottima carbonara, e con accesso ad internet trascorriamo una piacevole serata chiacchierando del più e del meno. In particolare si discute di un suo ambizioso progetto e cioè un Tour Operator molto speciale che ormai sta prendendo forma. Da come ne parla si capisce subito che lo fa veramente con passione ed intende improntare l'attività sull'ecosostenibilità. Un modo diverso di conoscere il deserto marocchino e la stupenda gente Saharawi (dakhla-rovers.com/).
Commentiamo il fatto che per un giorno non riusciamo ad incontrarci con l'amico Gennaro (Gen) e questo ci dispiace molto, sarà per un'altra volta.
Anche se domani possiamo prendercela comoda, il sonno e la stanchezza adesso la fanno da padrona e, salutato l'amico, andiamo in campeggio. E' situato fuori dal centro cittadino ma è comunque una buona e comoda soluzione rispetto a cercarci un posto dove fare campo libero. Effettivamente non è dei migliori, i bagni sono fatiscenti e poco praticabili, ma che si pretende per 60dh al giorno? Stasera decidiamo finalmente di dormire nell'air-camping quindi ci mettiamo un pò a sistemarci per la notte, alle 23.30 siamo a nanna.


X° giorno lunedì 16/11/2015
km 400427

Il vento stanotte ha aumentato la sua intensità, questo ci ha un pò infastidito, ma visto che natura chiama sono costretta ad alzarmi. Considerato che oggi non abbiamo fretta, resteremo a Dakhla per aspettare Claudio e la Katia, ritorno a dormire, o se non altro a rilassarmi a letto. Sistemato il Boss siamo pronti per visitare Dakhla. Prima ci facciamo a piedi un giro nella zona del mercato, questa città non ha una vera e propria medina. Non è un granchè il centro e per passare il tempo, abbiamo appuntamento con Nico e Martina alle 13.30, ci facciamo un giro in macchina fino alla punta estrema della penisola. Il panorama è bello ma è un vero peccato che a deturparlo ci sia una montagna di immondizia, in più, alla fine della strada asfaltata, ci si imbatte in un villaggio di pescatori dove dire che le condizioni di vita e di igiene sono un vero disastro è un eufemismo. Non possiamo restare qui quindi fatti pochi km ci rilassiamo in macchina a guardare l'oceano, infatti il vento è molto forte e non ci consente di scendere dal Boss. Verso l'una ritorniamo verso il centro e, dopo aver fatto un pò di spesa, ci incontriamo con Nico e Martina. Loro ci accompagnano in un piccolo ristorante, all'inizio era solo un posto di vendita di ostriche, e che oggi offre anche tutta una serie di pesce fresco e molluschi. Si trova a circa 14 km dal centro città. Il posto è magnifico, l'acqua ti lambisce i piedi, e il cibo è buonissimo, noi optiamo per una tajine mista di "conquillage" che dire buona è riduttivo, mentre loro si “slappano” un pescione con verdure.



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tajine mista di "conquillage"

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pescione


Questo è il miglior pasto fatto in Marocco sia questa che l'altra volta. Verso le 16.00 andiamo a trovare Akhmed, un saharawi amico di Nico che vive in una tenda a ridosso di una piccola ma splendida insenatura.
Istant 17 panorama
Il suo stile di vita è a dir poco particolare, ma questo ti fa capire come nella vita si ha bisogno di veramente poco. Ci prepara il thè in stile saharawi e trascorriamo, in questo magnifico posto, tutto il pomeriggio.


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Akhmed è un uomo di un'ospitalità squisita e noi non ce la sentiamo di andar via senza avergli lasciato un piccolo regalo. Durante la conversazione pomeridiana scopro che va matto per il panettone, senza farlo apposta ne abbiamo portato uno dall'Italia per far colazione durante il viaggio in Mauritania, guardo Ezio e immediatamente lui corre in macchina a prenderlo. Non potevamo fargli un regalo migliore, credo che se passassimo da lui domattina non troveremo neanche le briciole. Salutiamo Akhmed, penso che lui ha capito veramente come vivere a lungo, senza stress, senza problemi, seguendo i ritmi della natura, nutrendosi di quello che offrono le varie stagioni ma riuscendo, con la sua generosità e ospitalità, a conoscere gente che ti riporta le notizie dal mondo e tutto grazie alla sua intelligenza e conoscenza del posto in cui vive. Un pò lo invidio, Ezio anzi lo vorrebbe imitare, e magari non è detto che, se dovessimo tornare in Marocco, non ci si possa fermare da lui per un periodo di tempo per vivere in perfetta armonia con la natura. Inshallah! Ritorniamo a casa di Nico e Martina, che gentilmente ci concedono di farci un'altra doccia, in attesa dell'arrivo di Claudio e Katia. Che arrivano verso le 20.00 e, dopo aver stappato l'unica bottiglia di prosecco portata con noi per festeggiare l'occasione, andiamo tutti insieme prima a cercare una camera d'albergo per i nuovi arrivati e poi a cena. Ci portano in un quartiere "malfamato" di Dakhla dove si trovano questi "baracchini" che vendono carne e te la arrostiscono al momento. Il posto ci piace, di certo non è igienico ma è accogliente e la carne è buona. Fortunatamente, essendo sera, non ci sono mosche, non oso immaginare questo posto di giorno. La compagnia è piacevolissima e, nonostante oggi sia stata una giornata rilassante, siamo lo stesso stanchi, e verso le 22.00 salutiamo Nico e Martina, accompagniamo Claudio e Katia in albergo e andiamo in campeggio.


rommel1 [ Venerdì, 29 Gennaio 2016, 21:45 ]
Oggetto: Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015)
XI° giorno martedì 17/11/2015
km 400517

Anche stanotte non ho dormito molto, sarà stato colpa del vento e dei conseguenti rumori, ma quando mi alzo mi sento già stanca. Mi godo comunque l'alba e noto che il campeggio (120 dh x 2 notti) si è riempito di turisti tedeschi, ne abbiamo incontrati più qui che in tutto il Marocco.
Ieri sera abbiamo concordato con i nostri compagni di viaggio di partire non più tardi delle 8.30 perchè vogliamo passare la frontiera oggi ed essa chiude alle 17.00, e visto che ci sono 400 km ancora da fare, non abbiamo tempo da perdere. Purtroppo Claudio non accende il navigatore e si confonde con alcune vie arrivando un pò in ritardo. Alle 9.00 si parte, la Mauritania ci aspetta. La strada continua ad essere noiosa, da Dakhla al confine c'è un solo paese e posti di polizia che non ci chiedono neanche la fiches.
Unico diversivo, le foto fatte all'altezza del tropico del cancro.


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A Barbas ci fermiamo per fare gasolio nel penultimo distributore prima del confine dove vi arriviamo alle 13.15. Fortunatamente non ci sono molte auto in coda, per i camion è un'altra storia, ma l'attesa è comunque piuttosto lunga, non per i controlli di polizia ma per quelli doganali.


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frontiera marocchina


Abbiamo girato mezzo mondo e devo dire che tutte le frontiere sono fatte con lo stampino. Ci armiamo di pazienza, non possiamo nemmeno uscire dall'auto perchè c'è un vento pazzesco che alza polvere mista a sabbia. Finalmente alle 14.40, dopo aver passato un primo controllo di polizia dove ci fanno compilare una fiches, l'ufficio doganale dove ti mettono il timbro per la macchina e l'ufficio di “deregistrazione” siamo nella terra di nessuno. Un quarto d'ora per attraversarla, disseminata all'inverosimile di carcasse d'auto pneumatici ed immondizie varie, e dove incontriamo Bochtar, il nostro referente in Mauritania che ci aiuterà a fare le pratiche in confine, sono le 14.55.


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la terra di nessuno


Se ci eravamo impressionati al passaggio di confine tra Uzbekistan e Kazakistan per le condizioni climatiche e paesaggistiche adesso so che quella è stata una passeggiata confortevole in confronto. Il vento, la sabbia, la polvere, ma, soprattutto, la disorganizzazione impazza in questo luogo.


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frontiera maura


Probabilmente ce la saremo cavata anche da soli ma l'aiuto di Bochtar è importante per velocizzare le pratiche. Prima facciamo i visti, in una casupola fatiscente, e lì mi faccio un amico quando l'addetto ai visti mi domanda un antidolorifico per il mal di testa, e lì sganciamo 240 € (due visti). Poi passiamo alle pratiche doganali, nessuno viene a controllarci il Boss, ma sganciamo altri 50 €. Poi passiamo i controlli di polizia e finalmente siamo fuori da questo inferno. Detta così potrebbe sembrare facile ma vi dico solo che riusciamo a passare il confine alle 17.40. Qui si potrebbe fare anche l'assicurazione, ma Bochtar ci dice che c'è troppa gente in coda e che la faremo una volta arrivati in città. Poco distante dalla frontiera superiamo una lunga colonna di mezzi dell'esercito che ci inquieta un pò.


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Dopo una sessantina di km raggiungiamo la vecchia capitale dello Stato Islamico di Mauritania: Nouadhibou.

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Nouadhibou


Le strade sono molto polverose e molto sporche e il campeggio non è da meno, anzi forse è peggio!! E io che mi ero lamentata delle condizioni igieniche di quello di Dakhla!!! Qui aspettiamo l'omino che ci cambia i soldi (1€=370 ou), e quello che ci fa l'assicurazione ( 20,367 ou), decidiamo di farla per un mese giusto per essere tranquilli. Anche se a malincuore, io preferirei fare campo libero, restiamo in “campeggio” e oltretutto manca anche l'elettricità......certo che la Mauritania ci accoglie splendidamente!! Dopo aver deciso di rimanere paghiamo Bochtar e il campeggio (4500 ou) ed incominciamo ad allestire il campo e a cucinare, il tutto sempre senza l'ausilio della corrente elettrica. Fatto i piatti e risistemato il Boss andiamo a letto, ore 22.00.


XII° giorno mercoledì 18/11/2015
km 400915

Stanotte si è dormito bene e avrei continuato a dormire se i muezzin non avessero iniziato a cantare dandomi la sveglia alle 4.30. Alle 6.30 sono in piedi, non se ne parla di entrare in quei bagni luridi, quindi di nascosto faccio pipì dietro l'auto. Visto che il terreno è sabbioso è bastato fare una buchetta e poi ricoprirla. Mi spiace per coloro che arriveranno qui dopo di me, ma ci sono poche cose che non riesco proprio a sopportare e una di queste sono i bagni luridi. Poi mi armo di pazienza in attesa di svegliare Ezio alle 7.00. Puntuali lasciamo il campeggio alle 8.00 e, prima di allontanarci da Nouadibou, facciamo il carico d'acqua e di pane e via verso la pista che costeggia la ferrovia in direzione Atar. Ma poco dopo essere partiti incrociamo ancora una colonna di militari, questa volta con i carri armati.


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colonna militare


Questa pista, poco difficile, non è poi sto granchè, un piattone sassoso che qualche volta incontra banchi di sabbia e piccole dune.

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É vero che sgonfiamo le gomme e le portiamo a 1,8, ma non inseriamo mai le ridotte o i blocchi. Molto noiosa ma soprattutto molto molto ventosa.
Infatti, all'ora di pranzo per il forte vento, ci fermiamo ma non possiamo fare altro che consumare un pasto veloce e freddo al riparo delle macchine. Nessun'altra sosta degna di nota a parte il passaggio del famoso e lunghissimo treno dei fosfati che fa spola tra Nouadhibou e Zouerat.


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Il vento è così forte che i piedi nudi vengono sferzati dalla sabbia e, anche il caldo non scherza, siamo costretti a viaggiare coi finestrini chiusi, ma, nonostante questo, la sabbia e la polvere finissima, si insinuano nell'abitacolo e, ovviamente, si depositano su di noi. Per combattere la noia mi metto al volante. Anche in questo posto desolato incontriamo alcuni villaggi. Al primo non ci fermiamo ma veniamo inseguiti da un ufficiale della gendarmeria su un pick-up che ci redarguisce dicendoci che dobbiamo sempre fermarci nei villaggi in cui c'è una stazione di polizia per consegnare le fiches. Sembra infatti che i poliziotti controllino il passaggio dei turisti fino ad Atar e, il caso di mancata consegna delle fiches, significherebbe problemi e quindi ci verrebbero a cercare. Non so se sia vero ma noi, diligentemente, da ora in poi cerchiamo sempre il posto di polizia, facilmente riconoscibile dal fatto che nel tetto della casa c'è quasi sempre la bandiera. Addirittura in un villaggio siamo costretti a svegliare il preposto per consegnare le fiches.


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casa del comandante della gendarmeria del villaggio


Continuiamo così fino alle 18.00 quando ci fermiamo a fare campo. Il forte vento non solo ci costringe a cucinare qualcosa in velocità ma anche a non farci aprire la tenda, così siamo costretti a dormire in macchina e senza sacchi a pelo. Alle 21.00 tutti a nanna.


XIII° giorno giovedì 19/11/2015
km 401226

Stanotte si è dormito bene, almeno fino alle 4.00, quando, gelata, sveglio Ezio che accende il webasto. San Webasto!!! In pochi minuti l'ambiente si riscalda tanto che riusciamo a riaddormentarci fino alle 7.00. Visto che ho il mio “cesso” montato, vado a farmi un bidè ma il forte vento mi fa addirittura cadere, così adesso sono sporca anche nel culo e nella schiena. FICO!!!! Si parte alle 7.30 con me al volante. Quà e là si materializzano piccoli villaggi deserti e noi ci chiediamo cosa possa fare la gente in un posto simile. Solo sabbia e vento.


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Continuiamo a costeggiare i binari per un po' ed a un certo punto li attraversiamo visto che a poca distanza si trova Ben Amir, un grande monolite di granito alto più di 400 mt,

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monolite Ben Amir

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monolite Ben Amir


Guidare è piacevole, sabbia e piccole dunette, poi inizia un lunghissimo pistone sassoso e polveroso. Ci fermiamo per un pranzo veloce ricco di sabbia, il vento non ci dà tregua, e per rigonfiare le gomme, da 1,8 le portiamo a 2,3. Lascio il volante a Ezio, è troppo noioso guidare, e ne approfitto per fare una pennica. Deve aver piovuto recentemente perchè il deserto è pieno di erbetta. A circa 50 km da Atar troviamo l'asfalto ma è un sogno che dura poche decine di km poi nuovamente tole ondulee e polvere. Arriviamo ad Atar verso le 16.00, ci facciamo un giro in città per vedere se riusciamo a trovare un goriziano che abita qui, ma senza successo, quindi proseguiamo per Chinguetti. Da Atar a Chinguetti la strada peggiora, per fare 80 km ci impieghiamo quasi 2 ore, anche se il panorama ci regala qualche bel scorcio.



Image panorama



Gli ultimi chilometri sono massacranti (almeno per il mezzo) infatti troviamo le fastidiosissime tol ondule.


Image tol ondule


Cinguetti si presenta come molte altre cittadine maure, sporca e polverosa, fortunatamente la casa di Pippi ci accoglie come una bellissima oasi. Infatti non solo è tutto pulito, bagni compresi, ma c'è anche la possibilità di cucinare al chiuso usando la sua di cucina. Facciamo subito conoscenza con Adrami che oltre a fare gli onori di casa, ci accompagnerà nei sei giorni di deserto. Altra simpatica conoscenza il cagnolino che gironzola per la proprietà e che ha una peculiarità, odia le persone dalla pelle nera tanto da morsicarle. Mha, questo non me lo sarei mai aspettato.
Docciati cambiati ritorniamo a sentirci degli esseri umani normali. Con calma, ma soprattutto con comodità, preparo la cena, stasera spaghetti alla carbonara. Io sono troppo stanca per mangiare e, dato che qui abbiamo finalmente connessione internet, ne approfitto per parlare con mia sorella Arianna. Erano 3 giorni che non ci sentiva, visto anche che non siamo riusciti ad inviare i messaggi con le nostre posizioni su you position, era un po' preoccupata. Restiamo un po' a chiacchierare sotto la tenda bevendo un thè. Poi alle 22.00, stanca, pulita e felice, si va a dormire.

XIV° giorno venerdì 20/11/2015
km 401556

Nottata fredda ma piacevole, mi alzo alle 6.30 per fare il bucato e preparare con calma la colazione. Stamattina si è deciso di fare una passeggiata per la città e per vedere almeno una delle famose biblioteche, sperando che qualcuna sia aperta visto che oggi è venerdì. Alle 8.30 siamo pronti per iniziare il nostro giro, la città a quest'ora è deserta ed è piacevole passeggiare senza nessuno intorno. Giunti alla città vecchia veniamo circondati da alcune ragazze che hanno dei “negozi” e che cercano di vendere i loro prodotti artigianali. Mi lascio coinvolgere da una di loro e, raggiunto il suo “negozio” compriamo una pashmina per me e una piccola macina per Ezio. Poi le chiedo se mi può procurare dell'hennè e, in pochi minuti, me ne procura 2 sacchetti. Ne compro 1 (1.000 ou) e lei mi regala l'altro. Mi commuove questa loro gentilezza. Anche nel negozio accanto, dove Katia compra una melefe un vestito locale, il proprietario, non solo mi offre un thè, ma mi regala una collanina soltanto perchè dice che ho un viso bello e gentile. Veramente delle persone speciali. Continuiamo il giro fino ad arrivare in una delle 12 biblioteche private rimaste a Chinguetti. Il proprietario della biblioteca, della famiglia Al Ahmed Mahmoud, è un omino simpatico che inizia a spiegarci la vita di Chinguetti di secoli fa. Parla solo francese ma lo parla in maniera tale che non faccio fatica a capirlo e questo mi aiuta a tradurre ciò che dice agli altri. Ci dice che Chinguetti ha avuto tre fasi, la prima verso il 1000 Dc era a ridosso dell'oasi e attualmente è sepolta sotto il deserto, la seconda , dal 1400 al 1912, è dove siamo adesso, ha poche case ed è disabitata, e la terza è l'attuale città dov'è situato il nostro albergo. Ci spiega anche che le case hanno i muri alti e le porte d'accesso piccole per dei motivi specifici, i due più importanti sono per ripararsi dalla sabbia portata dal costante vento e per evitare i ladri. Poi finalmente ci mostra i libri antichi, del XII/XIII sec. Libri di astronomia, matematica, grammatica e di poesia. Questo è il più bello, è scritto in vari colori a seconda del poeta che scriveva. Usavano fare l'inchiostro nero con carbone+ gomma arabica + acqua, il colore rosso invece si otteneva mischiando ossido di zinco + gomma arabica + acqua. Per quello giallo usavano pagliuzze d'oro. Inoltre bevevano l'acqua usata per pulire le “lavagne” su cui scrivevano pensando che questo aumentasse la capacità di apprendimento. Un po' come i cattolici credono che l'acqua di Lourdes guarisca. Stiamo in sua compagnia per più di un ora poi, a malincuore, ci congediamo dandogli 2000 ou per il suo disturbo e scrivendo un piccolo pensiero di ringraziamento su un “librone”. Ritorniamo in città dove Ezio compra un “hashe” bianco per ripararsi dal vento e per pochi spiccioli una donna gli fa anche l'orlo. Verso le 12.30 ritorniamo a casa di Pippi, dopo un pranzo veloce, ci rilassiamo all'interno della tenda che ci ripara dal vento ma non dalle mosche. E' piacevole stare stesi per terra a rilassarci, ci voleva proprio una giornata di defaticamento prima di affrontare i 15 giorni di deserto.


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Dimenticavo di dire che Chinguetti è la settima città santa dell'Islam dopo Il Cairo la Medina Gerusalemme Marrachesh Fes e Kaiouran. Verso le 16.00 ci diamo una mossa e iniziamo i preparativi per il viaggio nel deserto. Prima di tutto si fa il pieno di gasolio (al litro 400 ou ), poi si compra acqua da bere, e si fa il carico d'acqua nel serbatoio e, alla fine mentre io pulisco l'interno dell'abitacolo e sistemo le nostre cose, Ezio pulisce il filtro dell'aria, svuota il ciclone ecc... Poi, evento eccezionale, Ezio mi mette il colore nei capelli. Non è molto bravo ma il risultato è accettabile, comunque è una di quelle cose che spero non mi capiti più di rifare.
Appena finito Ezio con Adrani va a cercare un fabbro che gli saldi un tubo (supporto) del paraurti che con tutti quei buchi e tol ondulè si era dissaldato.

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Dopo la doccia ci mettiamo a tavola. Stasera abbiamo chiesto ad Adrami di farci una tajine di pollo. Più che una tajine è un pollo intero con contorno di verdure il tutto cucinato alla perfezione. Le verdure sono ricoperte di cipolla quindi io mangio quelle mentre Ezio si fa fuori tutto il pollo con le patatine fritte. Niente male, ho lo stomaco così pieno che non so se riuscirò a dormire stanotte.

Nonostante il relax di questa giornata andiamo in tenda presto e, mentre Ezio si guarda un film, io, come al solito, mi addormento subito, alla faccia dello stomaco strapieno e del quintale di cipolla mangiata. Dimenticavo i due giorni di campeggio ci costano 5.000 ou e la cena altre 5.000 ou. Devo dire che qui non è facile reperire cibo inoltre, quando lo si trova, è più caro che in altri stati. A saperlo prima ci si faceva il carico di viveri in Marocco. Sarà per la prossima volta.


nick2 [ Venerdì, 29 Gennaio 2016, 23:14 ]
Oggetto: Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015)
Cavolo Ezio.......non puoi lasciare a metà......all'inizio del deserto.......


ercole [ Venerdì, 29 Gennaio 2016, 23:18 ]
Oggetto: Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015)
Bello bello!!!!!!


eskimo [ Sabato, 30 Gennaio 2016, 11:27 ]
Oggetto: Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015)
molto bello, bravissima tiziana a descrivere il viaggio brava!


Gigitoyota [ Sabato, 30 Gennaio 2016, 11:50 ]
Oggetto: Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015)
Grazie molte! Naturalmente attendiamo il seguito


Rubylove [ Sabato, 30 Gennaio 2016, 13:32 ]
Oggetto: Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015)
seguo con molta attenzione, molto bello e ineressante, Ezio ma quanti film ti sei visto? ti sono bastati?


rommel1 [ Sabato, 30 Gennaio 2016, 14:37 ]
Oggetto: Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015)
nick2 ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Cavolo Ezio.......non puoi lasciare a metà......all'inizio del deserto.......


L'ho fatto apposta per farvi tirare un pò la gola


Guido, mi ero fatto una bella scorta, calcola che per il prossimo viaggio mi sono scaricato una cinquantina di film. Specialmente quando viene buio presto e se sei da solo dopo cena vai a letto, vuoi per il freddo vuoi per non rimanere con la luce accesa e farti quindi notare, sembra strano ma in Africa anche nel posto più sperduto c'è sempre qualcuno.


Rubylove [ Sabato, 30 Gennaio 2016, 15:17 ]
Oggetto: Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015)
Noi in giro per deserti spesso siamo andati a dormire alle 7 di sera, d'iverno sopratutto, di solito io crollo se la giornata è stata intensa, non riesco a scaricare neanche le tracce

sopratutto in Marocco qualcuno arriva..


pugnali53 [ Sabato, 30 Gennaio 2016, 18:05 ]
Oggetto: Re: La nostra Africa: 1^ tappa (07 nov-20 dic 2015)
In Marocco nelle gole del todra, giro lungo da 210 km, anche a fermarsi a fare pipi in mezzo al nulla più assoluto un pò di bambini arrivavano sempre......


Marko [ Domenica, 31 Gennaio 2016, 13:30 ]
Oggetto: Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015)
Grande Pippi! un punto di riferimento per gli italiani in mauritania.
Adrami grande in tutto, si fa in 4 per aiutarti
vedo che i lavori nella casa sono aumentati.

ps non aprirò più questo 3th...perché mi fai venire voglia di ripartire...c+++o


rommel1 [ Domenica, 31 Gennaio 2016, 14:24 ]
Oggetto: Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015)
La Maison Ourane (www.ouarane.com/) di Pippi è un ottimo punto di appoggio in Mauritania ed Adrani soddisfa tutte le richieste che uno può avere.
Luogo accogliente, pulito e simpatico, cosa si può chiedere di più?
Dai Marco leggi ancora un pò.... poi la sabbia finisce


Rubylove [ Domenica, 31 Gennaio 2016, 14:30 ]
Oggetto: Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015)
Non sò se tornerò in Mauritania a breve ma di sicuro se ci vado mi piazzo da Pippi per qualche giorno, anche perchè dopo tanti anni di comunicazioni FB e forum vari vorrei conoscerlo di persona

p.s. però forse lui non c'è sempre?


rommel1 [ Domenica, 31 Gennaio 2016, 14:44 ]
Oggetto: Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015)
XV° giorno sabato 21/11/2015
km 401558

Stanotte ho dormito alla grande nonostante la megacena di ieri, unica nota stonata il muezzin ci sveglia alle 5.20. Fortunatamente abbiamo sistemato tutto ieri sera quindi Ezio può poltrire fino alle 7.30, in pratica deve solo chiudere la tenda. Alle 8.00 puntuali troviamo sia Adrani che Shinan (sarà l'autista del mezzo che ci guiderà nel deserto) e quindi si parte da Chinguetti per l'avventura nel deserto, il morale è alto e la temperatura ideale, non c'è neanche troppo vento. Quasi tutto il percorso della prima giornata è un alternanza di piste sassose miste a sabbia morbida, ma niente dune. Si viaggia tranquillamente solo con marce lunghe e, solo a tratti, si inserisce il blocco centrale. Alle 9.30 arriviamo a Sorga, un affioramento roccioso tra la sabbia, ci fermiamo per qualche foto e un po' di relax.


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Sempre su piste sassose riprendiamo a macinare km, il paesaggio non è spettacolare, questo tipo di deserto non mi affascina più di tanto, ma alcuni tratti ti regalano scorci molto belli. Raggiungiamo l'oasi di Mheryth, un grosso villaggio fatto di capanne di legno miste a costruzioni più recenti in pietra. Incontreremo altri insediamenti, tutti luoghi fatiscenti senza acqua ne elettricità ne comodità alcuna, ma decidiamo di fermarci solo nei più piccoli per lasciare qualcosa di cui hanno bisogno. Hanno bisogno di tutto!!!!


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Di solito questi villaggi sono situati nei pressi di oasi o vecchi wuadi, letti di fiumi, dove è leggermente più facile reperire l'acqua. Io mi lamento qualche volta delle condizioni in cui viaggiamo ma quando vedo certe situazioni mi rendo conto che, anche in viaggio, ho delle comodità che molte persone, troppe al mondo, se le sognano. Continuiamo il nostro percorso fino a raggiungere Ouadi Tungad, un letto di un vecchio fiume, un posto incantevole nel quale ci fermiamo per pranzo.


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Neanche il tempo di scendere dalle nostre auto che le nostre guide, Adrani e Shinan, hanno già acceso il fuoco per il thè. Dopo pranzo ci facciamo una camminata su per un costone fino a raggiungere passo Tifoujar per per ammirare appieno il paesaggio circostante, merita sicuramente fare questa scarpinata, magari mettendosi delle scarpe anziché delle infradito come la sottoscritta.


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foto dal passo Tifoujar

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foto dal passo Tifoujar

Alle 15.00 siamo pronti per ripartire, nuovamente sassi fini a raggiungere la “ Val Blanche”, una distesa di sabbia famosa per essere stata una pista della Parigi-Dakar, costellata di villaggi. Verso le 16.30, dopo aver superato il tratto più difficile delle giornata, il paesaggio che ci si presenta è costellato da magnifiche dune.


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Mi sento finalmente felice, mi sa che mi sono perdutamente innamorata della zone del Sahara, simile alla parte tunisina. Per me è come tornare a casa, ho delle sensazioni di pace e benessere ogni qualvolta mi trovo in queste circostanze. Comunque adesso inseriamo anche le ridotte e facciamo fatica ad andare avanti su questo tipo di sabbia, ci insabbiamo entrambi e dobbiamo usare il verricello per tirarci fuori. Ci fermeremo volentieri qui a far campo, ma le guide ci dicono di proseguire. La stanchezza inizia a farsi sentire e abbiamo anche uno screzio con le nostre guide quando ci lasciano soli per più di mezz'ora, non sappiamo da che parte sono andati. Alle 18.00, anche se nei pressi di un villaggio cosa che avremmo voluto evitare, ci fermiamo per far campo. Siamo immediatamente “assaliti” dai ragazzini ma Shinan li insegue fino a farli scappar via. La serata trascorre tranquilla con le cose solite da sistemare prima di andare a letto. Ezio si occupa anche della ventola del riscaldamento che non funziona più e del paraurti che si è dissaldato nuovamente mentre io metto in ordine il Boss. Alle 22.30, dopo aver bevuto un grappino, saliamo in tenda dove, prima di addormentarci, ci godiamo per qualche minuto la vista del cielo stellato.


XVI° giorno domenica 22/11/2015
km 401743

Mi sveglio alle 6.30, stanotte ho dormito alla grande e non ho neanche sentito il muezzin del villaggio vicino. Giusto il tempo di alzarmi, lavarmi e sistemare il Boss che siamo già pronti per partire, sono le 8.00. Sassi sassi e ancora sassi, tre anni fa in Marocco mi ero lamentata perchè era un'immensa sassaia, ma qui è ancora peggio.


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Lungo il percorso continuiamo a trovare piccoli villaggi accanto a delle oasi, ci fermiamo per lasciare qualcosa da mangiare, da vestire e delle medicine.

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In uno di questi ci fermiamo più a lungo, un bambino ha una bruttissimo taglio su una gamba che necessita cure più approfondite, durante tutta l'operazione di pulizia e cura non emette un solo vagito o versa una sola lacrima, e veniamo circondati da bambini. I bambini sono bambini dappertutto e si comportano come tali ci chiedono caramelle che noi diamo volentieri, anche se con parsimonia.


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Riprendiamo i sassi e raggiungiamo Bou Aboun, una distesa di dune. Finalmente, ero stufa di sassi sassi e ancora sassi.

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E anche se è ancora presto ci fermiamo lo stesso per consumare un pranzo prima di affrontare le dune. I ragazzi dei villaggi si avvicinano sempre attorno alle nostre vetture ma non ti rompono le scatole e non insistono per avere qualcosa, anzi. Due di loro si avvicinano perchè mi vedono scrivere il diario e sono parecchio curiosi, allora gli regalo delle penne e un quaderno. Riescono a scrivere i loro nomi, Bahia e Tata, e sono felicissimi del regalo. Ci rilassiamo fino alle 13.00 quando finalmente muoviamo le ruote e incontriamo la sabbia. Al villaggio sale in macchina delle guide anche un ragazzo che chiede un passaggio fino alla fine dell'Erg Bou Aboun, e, devo essere sincera, meno male che c'è lui con le guide perchè queste di dune non ne capiscono una fava! Infatti fino ad ora le hanno evitate come la peste e solo su nostra costante richiesta ci fanno passare di qui. Noi siamo felicissimi anche se devo dire che la sabbia è molto più fine, molle e insidiosa di quella tunisina, in più siamo molto pesanti. In ogni caso ce la caviamo bene, nessun insabbiamento e solo in alcuni punti siamo costretti a ripetere il passaggio più volte. Spesso Shinan ci fa fare a noi da apri pista per non rovinare la macchina, questo con le guide tunisine non sarebbe mai successo. Finiscono le dune e ritorniamo a ballare sui sassi. I cambi di terreno e i colori, in questa parte della Mauritania, sono spettacolari si passa dal bianco al nero alla sabbia al verde....insomma una splendida cacofonia. Anche se sono solo le 17.00, il posto ci piace e decidiamo di fare campo qui. Approfittiamo del tempo in più a nostra disposizione per eliminare una duna dall’interno del Boss, anche noi ne siamo ricoperti, e per pulire macchina fotografica e videocamera ecc.. Anch’io non resisto e per togliermi di dosso un po di sabbia mi faccio una piccola doccia, praticamente consumo meno di 5 litri d’acqua. Mi sento un’altra e, mentre il sole scende regalandoci un tramonto coi fiocchi, preparo la cena, stasera pasta al tonno. Ceniamo , mentre il vento ci da una tregua, seduti tra le dune, l’unica pecca è il cielo, si è annuvolato impedendoci di godere della luce della luna. Puliti i piatti, sistemato il boss, bevuto un grappino andiamo a letto, ore 21.30.


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rommel1 [ Domenica, 31 Gennaio 2016, 14:45 ]
Oggetto: Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015)
No Guido, Pippi, se non ho capito male, ci va una - due volte all'anno.


Rubylove [ Domenica, 31 Gennaio 2016, 14:51 ]
Oggetto: Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015)
si credo che sia come dici tu


Rubylove [ Domenica, 31 Gennaio 2016, 14:57 ]
Oggetto: Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015)
a me personalmente questo modo di fare il resoconto mi piace, all'inizio ho pensato di essere inopportuno intervenendo e che voi avreste preferito avere lo spazio per scrivere senza continue interruzioni, invece con il passar dei giorni vedo che tutti intervengono e questo inframmezzamento di commenti e opinioni lo rende più dinamico più vivo e non una pagina statica che quasi mai viene letta del tutto, ottimo a mio parere.


Marko [ Domenica, 31 Gennaio 2016, 15:13 ]
Oggetto: Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015)
rommel1 ha scritto: [Visualizza Messaggio]
La Maison Ourane (www.ouarane.com/) di Pippi è un ottimo punto di appoggio in Mauritania ed Adrani soddisfa tutte le richieste che uno può avere.
Luogo accogliente, pulito e simpatico, cosa si può chiedere di più?
Dai Marco leggi ancora un pò.... poi la sabbia finisce


ti leggo ti leggo....come leggo ogni resoconto di viaggio sahariano e non...

Pippi ci va due volte l'anno alla casa di cinguetti. l'ultima volta che sono stato è stato in occasione del festival di cinguetti, anche se non ho dormito da lui perché non sapevo se riuscivo ad arrivarci, venivo dal nega passe dopo 5gg di fuoripista non troppo noto...


Swan770 [ Domenica, 31 Gennaio 2016, 16:16 ]
Oggetto: Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015)
complimenti, siete riusciti a trasmettere le giuste emozioni necessarie per indurre in noi lettori il desiderio di metterci immediatamente in viaggio!
Purtroppo, almeno per me, gli unici viaggi in questo periodo sono lavorativi, quindi tutt'altra storia....
Aspetto di leggere il seguito...


rommel1 [ Lunedì, 01 Febbraio 2016, 19:06 ]
Oggetto: Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015)
XVII° giorno lunedì 23/11/2015
Km 401867

La partenza è prevista per le 8.00 quindi, dopo una notte dove ho dormito benissimo, ci alziamo e, fatta la colazione e chiusa la tenda, partiamo puntualmente. Stamattina più sabbia che sassi, per la nostra felicità, provo anch’io a guidare ma questa sabbia non fa per me e desisto quasi subito. Tratti, pochi, difficili nei quali serve fare più passaggi per riuscire ad uscire dai catini, rigorosamente con le ridotte. Verso le 10.00 ci fermiamo per cercare dei reperti archeologici in un posto che conosce Shinan, e siamo fortunati. Infatti oltre a trovare punte di frecce e attrezzi agricoli, troviamo anche una macina bellissima con le sue pietre per macinare il grano. E’ bellissima ma pesantissima, calcoliamo pesi 35-40 kg.
Proseguiamo ancora per un ora e poi, alle 11.30, ci fermiamo presso Guelb El Mouchè per il pranzo. Il posto è magnifico, il vento non ci dà tregua come anche il sole e il caldo ma non importa ne voglio accumulare quanto più possibile visto che al nostro rientro a casa troveremo solo nuvole e freddo. Dopo una mezz’ora di cammino incontriamo un piccolo villaggio, gli uomini scendono per vedere se hanno bisogno di qualcosa mentre alcune donne mi si avvicinano.

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Una di esse ha un bambino di pochi mesi in braccio, a gesti mi fanno capire che ha la febbre ma è talmente piccolo che non mi fido a dargli niente. Mi fanno una tenerezza infinita queste donne non appena capiscono che non le posso aiutare si fanno da parte. Continua a pensare che qui bisognerebbe venire con un camion di medicinali e forse solo un camion non basterebbe.
Continuiamo su piste sabbiose ma molto facili, mai ridotte e solo in alcuni tratti inseriamo il blocco centrale, fino a raggiungere un altro villaggio in un posto dimenticato da Dio. Scopriamo che qui esiste una scuola, un edificio fatiscente con qualche libro e una lavagna. Conosciamo il maestro che orgoglioso ci mostra la scuola e noi allora gli consegniamo tutto il materiale di cartoleria che abbiamo portato con noi. Alla vista dei quaderni delle penne delle matite è quasi commosso tanto quanto noi.


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la consegna del materiale scolastico

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l'interno della scuola



Anche qui, nel posto dimenticato da Dio, la cultura esiste e viene insegnata ai più piccoli. Lasciamo il paese a malincuore, ci avevano offerto di passare la notte al villaggio, ma abbiamo ancora almeno un ora di luce e, visto le innumerevoli soste per cercare reperti e per farci una piccola doccia, oggi non abbiamo fatto molta strada. Verso le 17.00 ci fermiamo per fare campo in un altro magnifico posto. Qui la sabbia tende al rosso e siamo su un’altura che ci consente di vedere un panorama magnifico a 360°.

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Facciamo legna finchè c’è ancora luce, Ezio stasera ha intenzione di fare un falò perché in tutti questi giorni per colpa del vento non è stato possibile. Stasera cucino io per tutti guide comprese, pasta con le sarde. Il problema dei piatti non sussiste ma quello delle forchette si perché ne abbiamo solo 4 e ne servono 5. Problema risolto Shinan mangia gli spaghetti caldi con le mani!!! Quando si dice la fame!! Faccio i piatti mentre Ezio accende il fuoco e poi mi rilasso accanto ad esso. Anche se c’è ancora un po di vento è piacevole starsene accanto al fuoco e trascorrere la serata tra chiacchiere e risate. Lasciamo della legna anche per domattina e andiamo a letto, io sono stanca e sinceramente non sto neanche troppo bene.


XVIII° giorno martedì 24/11/2015
Km 401958

Stanotte ho avuto la diarrea, sono stata malissimo, costretta ad alzarmi parecchie volte. Fuori c’era freddo e vento ed io avevo solo una maglietta a maniche corte quindi oltre al forte mal di pancia mi sono completamente congelata. Mi alzo più stanca di prima, evidentemente Elhak, il posto in cui ci troviamo, non porta bene. Prima di partire gonfiamo un po’ i pneumatici, li portiamo a 1,8, e via verso Ksar el Barka. Il percorso è sempre disseminato di pietre ma la sabbia non manca specialmente quando si passa su dei letti di fiumi in secca. Anche il panorama cambia assomigliando di più ad un panorama prettamente africano costellato da numerose acacie. Giungiamo a Ksar el Barka, verso le 10.20 e, mentre gli altri si fanno una camminata in questo villaggio abbandonato, io resto in macchina, non sono in piena forma fisica risento ancora della nottata passata al freddo e anche il mio stomaco brontola ancora.

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Ksar el Barka
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Ksar el Barka

Ksar el Barka, grande città fondata nel 1690 dalla tribù Kounta, è un luogo molto suggestivo che merita sicuramente una visita, anche se, come dimostrano le foto, la città otre ad essere ormai in rovina, l'avanzare inesorabile della sabbia la sta coprendo.


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Ksar el Barka


Finita la visita ripartiamo e, poco dopo, giungiamo presso il lago Gabon, splendido specchio d’acqua ricoperto da un erba verdissima, c’è ancora acqua perché tutte le volte che piove tutti i vecchi letti dei fiumi, ritornati in vita, si riversano in questo lago.

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il lago Gabon


All'ora di pranzo arriviamo in un grosso villaggio dove ci fermiamo per mangiare, veniamo circondati dalle persone del posto ma, come da tutte le parti, non ci importunano. Credo che siano solo curiosi e magari se ci scappa una caramella sono anche contenti.


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La sosta pranzo, per i miei gusti, dura ogni giorno troppo, un ora e mezza/due ogni volta è decisamente una gran perdita di tempo. Alle 15.00 riprendiamo la pista sempre in direzione sud-ovest. Strada facendo ci fermiamo anche ad ammirare delle belle pitture rupestri.

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pitture rupestri


Non c’è molto da segnalare tranne la visione di altri villaggi e piccole soste per due insabbiamenti.
In uno è stato indispensabile l'uso della scaletta che ha due funzioni, una quella per la quale è stata costruita, cioè riuscire a raggiungere la bagagliera senza doversi arrampicare come scimmie, e la seconda quella di piastre. Dopo aver fatto egregiamente il loro lavoro, abbiamo dovuto cercarle sotto la sabbia perchè erano sparite.

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All'imbrunire decidiamo di far campo e, anche se il terreno, come le piste, è molto sassoso riusciamo a trovare una bella duna dove posizionare le nostre auto. Dimenticavo di dire che ad un certo punto, dopo la sosta pranzo, siamo stati costretti ad aprirci la strada a colpi di ascia, la cosa divertente è stata vedere un vecchietto mauritano darci dentro col machete meglio di Ezio con la sua ascia. Miracolo!!in mezzo al nulla abbiamo rete quindi anche connessione internet, dopo tanti giorni è un delirio di messaggi da e verso i nostri amici e familiari. Prima di cenare si fa un piccolo breefing per decidere cosa fare domani e all’unanimità si decide di andare a Matmata. La Matmata tunisina è una città che mi sta molto a cuore, mi auguro che la Matmata mauritana non sia da meno. Dopo cena e, dopo aver lavato i piatti, accendiamo un bel fuoco. Ezio prova ad accenderlo con l’acciarino regalatogli per il suo compleanno e…funziona! Spegniamo il fuoco presto, siamo stanchi e alle 21.30 siamo già in tenda.


Enricokl [ Martedì, 02 Febbraio 2016, 12:49 ]
Oggetto: Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015)
Grazie Rommel e signora per questo diario di viaggio! bellissimo!

quando ci incontriamo per una grappetta?

ciao
Enrico


sbrune [ Martedì, 02 Febbraio 2016, 13:11 ]
Oggetto: Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015)
Pausa pranzo incollato al monitor per leggere questo bel resoconto di viaggio....
spero prima o poi di poter prendere parte ad un viaggio simile...
grazie per il racconto!!!


rommel1 [ Martedì, 02 Febbraio 2016, 14:28 ]
Oggetto: Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015)
x Enrico: dovevamo trovarci un giorno con Nicolas dalle sue parti in quanto voleva organizzare una giornata dedicata ai viaggi e nell'occasione si sarebbe proiettato il nostro filmino dell'Uzbekistan/Kazakistan 2014. Purtroppo per vari motivi non siamo ancora riusciti a fissare una data. Potrebbe essere un'occasione per trovarsi e conoscersi altrimenti se passi dalle mie parti....

x sbrune: grazie, questa sta è una bella soddisfazione!


rommel1 [ Martedì, 02 Febbraio 2016, 15:02 ]
Oggetto: Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015)
XIX° giorno mercoledì 25/112015
Km 402078

Stanotte a tenerci svegli è stato il vento, fortissimo tanto da farci scenderla dalla tenda, chiuderla e continuare a dormire in macchina. Partiamo alle 8.00 e già la sabbia è un casino, talmente soffice che dopo il passaggio di 2 vetture la terza si incasina. Si spala si spinge si rispala, alle 9.00 siamo già sudati e impolverati, ma non desistiamo, siamo qui per questo no? Continuiamo su una pista sabbiosa ma più semplice fino ad incontrare il villaggio di Tourougueilin dove troviamo l’asfalto.


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il villaggio di Tourougueilin

Fatti una trentina di km troviamo un paese dove compriamo pane e sigarette, non possiamo comprare altro perché non abbiamo soldi e qui non c’è una banca e siamo costretti a farci prestare 2.000 oughia da Adrani. Bisogna anche fare un passaggio al posto di polizia e consegnare la fiches. Chiediamo a Shinan il perché ci ha fatto prendere l’asfalto anziché farci fare pista ci dice che per fare questo percorso su pista ci vorrebbero 2 giorni. Ci arrabbiamo un po’ perché comunque è una decisione che avremmo dovuto prendere noi e non loro, solo perché non hanno voglia di perdere tempo in caso di insabbiamenti. Proseguiamo ancora per poco su asfalto, fortunatamente, e dopo aver ripreso la pista ci imbattiamo in diversi campi coltivati.


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A mezzogiorno ci fermiamo per il pranzo che, come al solito, dura anche troppo.

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Alle 14.00 ci rimettiamo in marcia verso Matmata. Il panorama e le piste cambiano nuovamente, stamattina dune e sabbia morbidissima, poi piste di sabbia dura e adesso sembra di essere all’interno di una foresta. È incredibile i cambiamenti di piste e paesaggi ma la cosa che mi piace maggiormente è la varietà di colori: bianco verde rosso nero arancio, davvero un arcobaleno.


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Arriviamo a Matmata verso le 15.30 superiamo il paese e la strada cambia nuovamente, adesso siamo su roccia e sassi pericolosi per le nostre gomme che sono a 1,4, le portiamo a 2. Ad un certo punto, dopo aver superato un uadi bellissimo, a piedi raggiungiamo la Vuelta di Matmata. Un posto incredibilmente bello e, se non fosse per le pietre giganti che ci sbarrano la strada, sarebbe un posto magnifico per fare campo.


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Alla fine troviamo delle pozze d’acqua vicino alle quali una decina di coccodrilli sono intenti a prendere il sole.

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Matmata


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Matmata


Valeva la pena fare questa passeggiata, tra andata e ritorno circa un ora e mezza, per ammirare questi magnifici animali. Durante la camminata di ritorno alle auto decidiamo di far campo presso lo ouadi di matmata, quello percorso precedentemente per raggiungere i coccodrilli. Se dovessi fare una classifica dei luoghi dove abbiamo fatto campo in Mauritania, questo sarebbe tra i primi posti. In attesa di preparare la cena, stasera pasta e fagioli, faccio un po’ di bucato, giusto i calzini e il foulard che uso per proteggere i capelli, il tutto puzza da far schifo. Vorrei potermi lavare anch’io, comincio ad entrare in sofferenza, ma mi sa che fino a dopodomani non se ne parla. Sempre sperando che a Tidjikja si trovi un albergo o un campeggio decenti. Stasera sono piuttosto stanca, le 2 notti insonni si fanno sentire, e se anche Ezio accende un bel fuoco e la luna illumina a giorno questa splendida location, io vado a letto presto, alle 21.00 dò la buonanotte a tutti.




XX° giorno giovedì 26/11/2015
Km 402187

Finalmente una dormita coi fiocchi, stanotte niente vento o altro a disturbare il mio sonno. Stamattina partiamo prima del solito, alle 7.30, ripercorrendo un tratto di strada fatto ieri fino a raggiungere il paese. I problemi arrivano dopo aver superato Matmata, paese fatiscente niente a che fare con la Matmata tunisina, infatti non ci sono piste e dire che il terreno è una sassaia è usare un eufemismo.


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La nostra velocità di crociera si aggira tra i 3 e i 4 kmh e questo per un paio d’ore, poi finalmente riusciamo a trovare una pista battuta meno sassosa. La nostra velocità di avanzamento migliora notevolmente.


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I diversi paesaggi e colori ci accompagnano anche oggi, l’unico problema è che in Mauritania, diversamente da Tunisia o Marocco, quando ne hai abbastanza di piste polverose e vuoi rientrare nella civiltà non trovi nulla, non un paese decente o un ristorante o un albergo, fai fatica anche a reperire il pane. Prendiamo l’asfalto per una quarantina di km per poi riprendere una pista che ci porterà a Rachid. Ci fermiamo per pranzo, anche oggi non ci smentiamo e quindi sosta fino alle 14.00. Proseguiamo su questa pista battuta fino ad incontrare un grosso villaggio dove troviamo un pozzo e facciamo finalmente un carico d’acqua nel serbatoio. Ovviamente non è che l’acqua sgorghi a fiotti e quindi ci mettiamo un po a fare il pieno del prezioso liquido, nel frattempo veniamo circondati affettuosamente dagli abitanti del villaggio.


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Sono simpaticissimi, i ragazzi ci chiedono di fargli foto e noi ovviamente non ci lasciamo pregare. Anche le ragazze non disdegnano, alcune sono bellissime, ma non sono così sfacciate. Ringraziamo per la loro gentilezza e, su pista sabbiosa con erba, ci dirigiamo verso nord-est. Non è difficile questo tipo di terreno, sembra che maciniamo km ma la nostra guida, anziché puntare su Rachid ci fa deviare verso nord in un percorso a zig zag. Scopriremo poi che vuole farci arrivare alla falesia in modo da percorrerla per raggiungere in gloria Rachid.
Facciamo campo più tardi del solito, verso le 18.30, e mentre le guide procurano la legna, io preparo la cena per tutti, stasera pasta col tonno. Il terreno intorno a noi è erboso, ma Shinan ci fa fare campo su una duna, questo ci consente di fare fuoco stasera senza rischiare di incendiare la flora vicina. Stasera fa più freddo del solito quindi il fuoco ce lo godiamo tutto, almeno fino alle 21.00, quando andiamo a dormire.


hackenzo [ Martedì, 02 Febbraio 2016, 15:10 ]
Oggetto: Re: La nostra Africa: 1^ tappa (07 nov-20 dic 2015)
Rommel!, vai avanti così che è meraviglioso!


CONTEMATTO [ Martedì, 02 Febbraio 2016, 22:29 ]
Oggetto: Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015)
Bravo Rommel complimenti e grande vena la tua moglie, poche donne farebbero quello che lei ha fatto.


rommel1 [ Mercoledì, 03 Febbraio 2016, 21:15 ]
Oggetto: Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015)
XXI giorno venerdì 27/11/2015
Km 402352

Mi sveglio alle 2.00 per fare pipì, la tisana calda di ieri sera produce i suoi effetti, risalgo in tenda infreddolita e da quel momento non riesco più a dormire. Alle 7.30 partiamo per raggiungere la falesia di Rachid. Il percorso è agevole, sabbia dura mista ad erba, il panorama è sempre carico di sorprese, infatti oltre ad acacie ed erba si incontrano anche dune di sabbia rossa e rocce nere. Arriviamo alla falesia e con nostro rammarico scopriamo che, poche decine di metri più in la, stanno asfaltando la pista.


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Ovvio che per i mauritani sia una grande comodità ed un avanzamento verso la civiltà, ma a noi piange il cuore, un posto così bello depauperato in questo modo. Proseguiamo verso il ouadi di Rachid e per precauzione sgonfiamo i pneumatici a 1,6. Lo percorriamo tutto ad alta velocità, la sabbia ci consente di farlo, ed è un vero piacere guidare su questo magnifico fiume in secca. Ci fermiamo spesso per far foto e per giocare un po col Boss. La pacchia è finita, infatti, raggiunta Rachid, dove ci fermiamo per il solito controllo di polizia e dove curiamo un signore con una brutta ferita su una gamba, prendiamo l’asfalto fino a raggiungere Tidjikja. E' quasi mezzogiorno che entriamo nella cittadina e subito un controllo di polizia che ci fa perdere ½ ora, trascrivono accuratamente i nostri dati e parlano a lungo con Adrani. Sinceramente non capiamo quale sia il problema. Nell'attesa fotografo un “negozio” della Mercedes vicino ad uno della Toyota.


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Finalmente ci lasciano andare e subito cerchiamo una banca, che però troviamo chiusa, il venerdì chiude a mezzogiorno, e quindi siamo costretti a cambiare al mercato nero (1€ =360 ou) che però qui è meno vantaggioso rispetto a Chinguetti. Subito dopo andiamo a vedere il campeggio che, rispetto a quello di Nouadibou, è un albergo a 5 stelle. I bagni sono praticabili anche se la doccia non ha acqua calda.


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wc e doccia assieme

Il gestore ci spara 8.000 ou per macchina, una follia solo per fare una doccia, contratto un po’ e scende a 4.000 per macchina. Sempre tanto per gli standard ma non abbiamo alternative e accettiamo. Salutiamo Adrani e Shinan, sono stati carini ma sinceramente devono ancora imparare per cimentarsi in guide, o almeno secondo i nostri canoni, ma ci si deve accontentare no? Ritorniamo in centro e lasciamo le auto presso la stazione di polizia, non si sa mai, e ci facciamo una passeggiata in centro città. Anche qui povertà e sporcizia la fanno da padrone ma la gentilezza delle persone stempera notevolmente il tutto. Tutti ci salutano e ci parlano felici di avere dei turisti in giro per la loro città.


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Tidjikja

Approfittiamo anche per comprare alcuni generi di prima necessità, cosa che fino ad ora non abbiamo avuto la possibilità di fare, e che qui invece si trovano. Pomodori decenti, carote, cappucci, banane e mandarini, e anche il carico d’acqua potabile che in Mauritania è la cosa più cara. Trovo anche le sigarette che qui costano anche meno rispetto a Chinguetti (500 ou a pacchetto). Torniamo in campeggio per farci finalmente una doccia come si deve, sono 8 giorni che abbiamo gli stesi vestiti addosso, facciamo letteralmente schifo. Docciati, bucato steso, Ezio ed io ritorniamo in città per farci saldare nuovamente il supporto del paraurti che si era dissaldato. Avevamo appuntamento alle 16.00 ma qui siamo in Africa e i tempi non sono gli stessi che in Europa. Prima ci si saluta, poi si valuta il problema, poi si parla con il manipolo di persone che ci si è radunata intorno, poi si rivaluta il problema e poi, finalmente, si agisce. Per il lavoro di 5 minuti ci mettiamo oltre un ora.


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Nel frattempo, stufa di aspettare, mi faccio una passeggiata in paese ma, essendo venerdì, trovo tutto chiuso e compro solo un altro po’ di mandarini. Prima di rientrare in campeggio facciamo gasolio. Tra il riporre il bucato, ormai asciutto, imbastire la cena, pulire il Boss, aprire la tenda non abbiamo un attimo di pace. Oggi sono particolarmente provata, sarà la doccia o non so ma non vedo l’ora di andare a dormire. Il ragazzo che gestisce il campeggio, carinamente, ci prepara un tavolo sotto la tettoia così stasera mangeremo senza il fastidio del vento. Dopo cena io vado a letto mentre gli uomini decidono la pista da fare l'domani per raggiungere Kiffa, sperando che non sia troppo difficile.


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Il campeggio


XXII giorno sabato 28/11/2015
Km 402452

Dopo 7 giorni di deserto non siamo più abituati ai rumori cittadini, men che meno al muezzin che ci da la sveglia alle 5.30. NO COMMENT!!! Finito il muezzin iniziano capre e asini a fare un coro che mi fa desistere dal rimanere in tenda. Paghiamo il campeggio, “le far du desert”, e assicuriamo al ragazzo che faremo pubblicità al campeggio una volta rientrati in Italia. Facciamo una ventina di km su asfalto, in un paesini troviamo un forno dove compriamo del pane appena sfornato, per poi prendere una pista in direzione Goudhia.


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il forno del pane

La pista, a parte brevissimi e sporadici tratti difficili per superare sassi enormi, è ottima, si guida in tranquillità anche con gomme gonfie.

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Per pranzo ci fermiamo presso un gigantesco albero d’acacia per la sosta pranzo. Veniamo immediatamente raggiunti da un uomo, (qui sembrano tutti posti isolati ma appena ti fermi qualcuno ti trova), che ci chiede una pillola per il mal di testa. Non ho più pillole ma solo bustine quindi, anche se non ne ho voglia, sono costretta a mangiarmi un omogeneizzato per riuscire a sciogliere la bustina di aulin da portare alla moglie. Ci rimettiamo in marcia dopo ¾ d’ora, finalmente una pausa pranzo con i tempi giusti, sgonfiamo i pneumatici ma non servirebbe, infatti la pista è più disseminata di sassi che di sabbia, che comunque è dura.


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incontri lungo la strada.


Arriviamo a Goudhia e, in mezzo al paese vediamo uno che ci fa cenno di fermarci ma, visto che ormai siamo abituati alla gente che ci fa cenni simili, proseguiamo. Fatte poche centinaia di metri, dallo specchietto retrovisore, Ezio si accorge che c’è un pick-up con targa governativa che ci insegue, immediatamente ci fermiamo e, sorpresa, è lo stesso uomo di prima. Ma come cavolo fai a capire se è un militare o no visto che quasi nessuno di loro porta la divisa? Comunque ci scusiamo dell’errore ma siamo costretti a seguirlo in caserma. Veramente chiamarla caserma è un po’ troppo, è un edificio fatiscente che puzza di sudore e cibo stantio. Dopo avere consegnato le fiches, il capo telefona al suo superiore, capisco che parla di noi perché gli descrive il nostro percorso. Il capo ci da non solo il permesso di andare ma ci lascia anche il suo numero di cellulare in caso di bisogno. Una volta di più i mauritani mi stupiscono per la loro gentilezza e simpatia. Pochi km dopo arriviamo alla falesia, scatto foto e poi via sempre su pista, sempre sassosa ma spettacolare.

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Verso le 16.00 raggiungiamo il passo di Nega, bellissimo, stupendo. Lo affrontiamo in discesa, ma alla fine della corsa, i ragazzi, come i bimbi minchia, vogliono farlo anche in salita. Così girano le ruote delle macchine e rifanno il percorso in salita. Non è particolarmente difficile da fare ed è anche molto divertente. Quasi sulla sommità troviamo uno spiazzo piano con una vista spettacolare e, nonostante sia ancora presto, decidiamo di fermarci.


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passo Nega
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Neanche il tempo di fare campo che veniamo raggiunti da un signore che, dopo averci salutato, si siede nelle vicinanze delle auto a guardarci senza darci fastidio.

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Quando si accorge che Ezio sta facendo legna per il fuoco, gentilmente, gli offre il suo accendino. È troppo simpatico, non resisto e presa una baguette di pane e un pezzo di parmigiano, glieli offro. Contento se li mangia con grande soddisfazione. Dopo aver fatto le sue preghiere, non avendo acqua a disposizione le abluzioni li fa con la sabbia, ci saluta e ritorna da non so dove. E' ormai bui ed abbiamo già cenato.


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(Tramonto al passo Nega)


Ad un certo punto rimettiamo in ordine in fretta e furia perché ci accorgiamo che ci sono luci in lontananza che si stanno avvicinando da varie direzioni facendo un percorso strano (un po' a zig-zag, poi si fermano, poi riprendono a spostarsi). Non sappiamo chi sia quella gente, forse i soliti curiosi, ma giusto per stare tranquilli chiudiamo alla meno peggio la tenda, riponiamo la scala all’interno del Boss e ci spostiamo. È notte, sono le 20.45, la luna non è ancora sorta e abbiamo quindi solo i nostri fari ad illuminare la pista che a volte scompare e bisogna avere un buon occhio per capire dove mettere le ruote. Qui c’è sabbia, e anche abbastanza molle, Claudio si insabbia ed Ezio si ferma per dargli una mano lasciandomi sola ad un centinaio di metri da loro. Se prima la sottoscritta non era minimamente preoccupata adesso lo è. Chiedo ad Ezio, una volta rientrato in macchina, di non proseguire oltre e di trovare uno spiazzo per fare campo. Fosse per lui continuerebbe tutta la notte, è la prima volta che guida su sabbia in notturna ed a quanto sembra gli piace nonostante le difficoltà nella guida e nell'orientamento aumentino di molto; per fermarlo bisognerebbe sparargli, ma, anche se a malincuore, mi accontenta e dopo circa ¾ d’ora ci fermiamo……boh! non so dove. Giusto il tempo di riaprire la tenda, accertarci che nessuno sia nelle nostre vicinanze che andiamo a letto.


nick2 [ Mercoledì, 03 Febbraio 2016, 23:17 ]
Oggetto: Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015)
..........passo di Nega..........prima o poi.............

Questo Ezio te lo invidio proprio


rommel1 [ Mercoledì, 03 Febbraio 2016, 23:22 ]
Oggetto: Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015)
E' da fare Nicola, veramente bei posti.
Dai, adesso che Fiona è a posto organizza!!!!!


pintoy [ Giovedì, 04 Febbraio 2016, 10:16 ]
Oggetto: Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015)
woooow!!!!!! letto d'un fiato! bello....bello.....continuate a farci sognare! sembra di essere stati lì con voi.
pino


pugnali53 [ Giovedì, 04 Febbraio 2016, 11:27 ]
Oggetto: Re: La nostra Africa: 1^ tappa (07 nov-20 dic 2015)
Io invece stò pensando se sarei mai in grado di fare un viaggio del genere, non che non mi attiri, anzi, x mè sarebbe una vera e propria sfida, ma vista la mia condizione non saprei, sicuramente comincerò con qualcosa di meno impegnativo un pò x gradi......ormai il 95 è quasi pronto.


Marko [ Giovedì, 04 Febbraio 2016, 13:24 ]
Oggetto: Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015)
avete visto le scimmie al nega passe?
Mi diceva Pippi che è passato 2gironi prima di me di averle incontrate nel canion a est, dopo il villaggio.

in mauritania è il deserto dove ho visto più animali in assoluto, ol di la delle gazzelle, pure i gufi o barbagianni..non so la differenza, ma spettacolari e grandi


rommel1 [ Giovedì, 04 Febbraio 2016, 13:43 ]
Oggetto: Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015)
No Marko, nessuna scimmia, solo una specie di gattone selvatico.


Rubylove [ Giovedì, 04 Febbraio 2016, 14:55 ]
Oggetto: Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015)
pugnali53 ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Io invece stò pensando se sarei mai in grado di fare un viaggio del genere, non che non mi attiri, anzi, x mè sarebbe una vera e propria sfida, ma vista la mia condizione non saprei, sicuramente comincerò con qualcosa di meno impegnativo un pò x gradi......ormai il 95 è quasi pronto.


Lucio, YOU CAN! quando leggerai il mio resoconto ti renderai conto che puoi e come! basta organizzarsi, sul farlo per gradi sono d'accordo!


rommel1 [ Giovedì, 04 Febbraio 2016, 17:24 ]
Oggetto: Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015)
XXIII giorno domenica 29/11/2015
Km 402600

Mi sveglio stanotte, natura chiama, e scalza mi allontano dalla macchina. Non fatelo mai!!! Il terreno è disseminato di piccole “roselline” di spine minuscole ma fastidiosissime. Riesco al buio a togliere le più grosse, ma risalgo in tenda con ancora spine nei piedi. Ovviamente di riaddormentarmi non se ne parla. Alle 6.20 mi alzo e, mentre cerco di togliermi le spine dai piedi, assisto alla più bella alba da quando siamo partiti. È troppo bella e desidero che Ezio la guardi con me, quindi lo sveglio. Non si incazza, mi sa che è contento di averla vista.


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alba


Sono quasi le otto e ci rimettiamo in viaggio, pista bellissima, sabbia non difficile, alberi di acacia, erba verde, rocce nere e sabbia rossa, fino ad oggi la giornata con la pista migliore.


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Arriviamo a Boundeit verso le 10.00, la guida della lonely dice che qui si può trovare verdura fresca, che le donne coltivano, e pane. Ci facciamo un giro per la cittadina ma di verdura fresca e pane neanche l’ombra.
Cerchiamo la gendarmeria per consegnare la fiches ma anche di loro neanche l’ombra. Un po’ delusi continuiamo la nostra avanzata verso Kiffa. Verso l'ora di pranzo ci fermiamo su una duna all’ombra di un’acacia, di fermarsi nella prateria non se ne parla visto che è invasa da cavallette ma soprattutto da quelle malefiche “roselline” di spine, per il pranzo. Un pranzo veloce poi un po’ di relax distesi sulla duna.


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panorama


Nota bene: questa è la prima volta che ci fermiamo e nessuno si avvicina. Verso le 13.00 ci rimettiamo in moto e, a circa 30 km da Kiffa, troviamo l’asfalto. Dopo giorni e giorni di piste un po’ di asfalto, almeno per quanto mi riguarda, è il benvenuto, sono contenta di non ballonzolare come se fossi dentro una lavatrice e di stare attenta a non riempirmi di polvere più del necessario. Arriviamo a Kiffa, la terza città della Mauritania, sperando di trovare un auberge o un campeggio decenti, ma qui è peggio che da altre parti.


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Kiffa


Non ci pensiamo neanche a fermarci, facciamo solo gasolio, compriamo pane e acqua e poi usciamo da questo inferno. Comunque devo dire che anche se la città fa schifo, qui riesco a trovare generi alimentari, come la coca zero e la nutella, era dal Marocco che non riuscivo a trovarle, e del pane migliore di quello trovato fino ad ora, infatti ne compriamo una quantità industriale. Ci mettiamo un po’ a trovare la pista che avevamo programmato di fare dall’Italia, in parte perché la stanno asfaltando, ma pochi km dopo lasciamo l’asfalto e troviamo la pista. Il terreno è duro e disseminato di erba e di quelle fastidiose spine, quindi, viste le condizioni del terreno, rimettiamo i pneumatici a 2,5. È impossibile fare campo in mezzo alle spine e, anche se sono solo le 16.15, in lontananza vedo una piccola duna di sabbia libera da queste insidiose erbacce. Fare campo è più complicato del solito, la duna non è piatta, Gli uomini sono costretti a spalare parecchio per cercare di mettere i i mezzi in maniera che non pendano. Io me la prendo comoda, stasera Claudio cucina anche per Ezio, quindi pulizia del Boss, ricerca legna per il fuoco e poi dolce far niente. Approfitto anche per watsappare con Ari, ci inviamo messaggi vocali ed è un piacere sentire finalmente la sua voce e le novità di casa. Dopo cena, per la prima volta, ci accorgiamo che ci sono degli scorpioni in giro, e sono anche molto grossi.


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piccolo intruso


Non credevo di trovarne e la cosa mi preoccupa un po’, la mattina non ho mai controllato le scarpe prima di infilarmele se ci fosse qualche ospite inatteso, mi sa che da oggi in poi lo farò scrupolosamente. Accendiamo il fuoco, anche se non servirebbe visto che fa ancora caldo da stare in maniche corte, ma è piacevole guardare le fiamme, bere una grappa e guardare il cielo stellato. Alle 21.00 a nanna.




XXIV giorno lunedì 30/11/2015
Km 402771

Stanotte per il caldo sono costretta a dormire in canottiera ma mi faccio un’unica tirata fino alle 5.30 quando mi alzo. La mezza luna, le stelle e il canto dei grilli mi fanno compagnia fino all’alba, quando sveglio anche Ezio. Mettiamo in moto i mezzi alle 7.45, la pista è sempre uguale a quella di ieri. La nostra solitudine è interrotta solo dalla vista di qualche villaggio nei quali però non ci fermiamo ma riusciamo comunque a notare dei bambini che giocano (e si divertono) con quello che trovano e cioè una tanichetta di plastica tagliata, due legnetti, quattro pezzi di polistirolo, un pezzo di spago e voilà, ecco a voi un bellissimo camioncino.


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bambini che giocano


Sulla nostra strada troviamo anche una famiglia di pastori nomadi.

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baobab


Alle 10.30 facciamo il passo De Soufa, da dove ammiriamo uno splendido panorama. Salta all'occhio il colore rosso scuro della terra, sembra di guidare su un enorme campo da tennis. Ci fermiamo una decina di minuti giusto il tempo di fare qualche foto e per fare una breve passeggiata.


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Qui la prateria è immensa e disseminata di mucche e tori enormi e ben pasciuti, ancora piccoli insediamenti rompono la monotona del paesaggio. Ad un certo punto la pista si interrompe davanti ad una sbarra rudimentale di legno. Mentre cerchiamo di capire se possiamo aggirarla o alzare il pezzo di legno si avvicina un giovane in maglietta e pinocchietti. Altro non è che un poliziotto…ovvio no? Ancora non riesco a capire, penso che non lo capirò mai, come fare a riconoscerli. Consegnate le fiches, alzato il pezzo di legno ci rimettiamo in marcia fino a mezzogiorno quando, su un letto di un fiume in secca, ci fermiamo per pranzo con relativa sosta defaticante. Il luogo non è granchè, anzi il peggiore fino ad adesso, un immensa sassaia dove spira un forte vento. Ci rilassiamo alla meno peggio sui sassi, non stendiamo neanche il plaid, e presto ripartiamo verso Kaedi, direzione sud-ovest.


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termitaio


Dopo parecchi km di piste sassose e polverose, a Mbout, troviamo l’asfalto, adesso bisogna decidere se continuare su piste o raggiungere Kaedi su asfalto guadagnando un giorno. Non c’è quasi discussione, io sono parecchio provata dalle scarse condizioni igieniche in cui verso, Ezio è stanchissimo dopo aver fatto da apripista in questi giorni sempre alla ricerca delle tracce su terreni poco invitanti, anche Claudio e Katia non sono messi meglio, quindi si prende l’asfalto fino a quella che è la quarta città della Mauritania. Confido molto per trovare un posto dove poter fare una doccia e rilassarci un po’, oggi il mio morale è a terra. Arriviamo alla periferia della città verso le 17.15 e qui un piccolo fuori programma. Un vecchio mercedes si è incasinato quando ha cercato di andare fuori asfalto su sabbia, vedendo che non ce la farà mai ad uscirne da solo da quella situazione neanche con l’aiuto di una decina di persone che cercano di aiutarlo, si decide di intervenire con il verricello. In pochi minuti il mercedes è fuori e, i sorrisi e i ringraziamenti sia del proprietario del mezzo sia del capannello di gente che si è raccolta per osservare la scena, sono entusiasti. Riavvolto il verricello chiediamo a due ragazzi in motorino se c’è un campeggio o un ouberge dove possiamo passare la notte. Gentilmente ci fanno strada verso un ouberge, sembra che di campeggi neanche l’ombra, che però è in pessime condizioni, neanche a pensarci a passare in quelle stanze la notte, ma chiedo al proprietario se possiamo almeno fare una doccia e restare nell’ingresso a campeggiare. È molto perplesso dalla nostra richiesta, fa spallucce e ci spara 40.000 oughia per 4 docce. Ma siamo pazzi!!! A coppia sono circa 30 € per fare una doccia fredda in un posto puzzolente? Non se ne parla e ce ne andiamo via. Il tizio non fa una piega, non tenta neanche di fermarci per contrattare il prezzo, allora mi chiedo: non è meglio guadagnare qualcosa piuttosto che nulla? Non è che in questo posto ci sia una fila di turisti o altro che occupano le stanze. Evidentemente non è che qui la voglia di lavorare sia molta, preferiscono non fare un c+++o tutto il giorno piuttosto di lavorare e guadagnare qualcosa. Una volta di più considero la Mauritania un paese non pronto per il turismo, né per crescere e migliorare, se non fosse per la simpatia e l’accoglienza della gente e per i suoi magnifici paesaggi, lo sconsiglierei a tutti. Proseguiamo sempre più demoralizzati, chiediamo a parecchie persone se c’è un camping in città ma nessuno capisce cosa vogliamo e ci rimandano in un altro albergo. Se è possibile è peggio dell’altro, il proprietario qui non fa neanche lo sforzo per capire cosa vogliamo e quindi andiamo via anche da questo malefico posto. A questo punto, anche se sporchi, decidiamo di fare campo libero. Un’impresa visto che nelle vicinanze della città sorgono parecchi villaggi. Con occhio esperto, lasciato l’asfalto, vedo delle piccole colline che ci ripareranno da occhi indiscreti. Le raggiungiamo, dopo aver percorso un fiume in secca sabbioso. E' pieno di escrementi di animali, è una sassaia ma per stanotte ci dobbiamo accontentare. L’unica gioia è che siamo completamente schermati da occhi indiscreti. Non apriamo neanche la tenda che mi metto subito a cucinare, stasera tocca a me preparare il pasto serale. Tra il vento, la stanchezza e i sassi faccio una fatica bestia a cucinare una semplice pasta col pesto. Mentre gli altri consumano il pasto io mi metto subito a fare i piatti, ho paura che se mi rilasso non riuscirò più ad alzarmi. Stasera niente fuoco, anche Ezio è distrutto, quindi rimessi via tavolo e sedie, si va in tenda. C’è parecchio caldo, il vento stempera un po’ il disagio, ma siamo costretti ad aprire anche le finestre laterali per avere un minimo di sollievo e riuscire ad addormentarci.


pintoy [ Giovedì, 04 Febbraio 2016, 18:10 ]
Oggetto: Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015)
porca miseria.........sta diventando come "squadra antimafia" che finisce la puntata e già vorresti vedere la seguente!!!
pino


rommel1 [ Giovedì, 04 Febbraio 2016, 18:14 ]
Oggetto: Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015)
Grazie Pino


nick2 [ Giovedì, 04 Febbraio 2016, 21:01 ]
Oggetto: Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015)
Ezio hai anche qualche filmato?
Magari sul passo di Nega


rommel1 [ Giovedì, 04 Febbraio 2016, 22:06 ]
Oggetto: Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015)
nick2 ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Ezio hai anche qualche filmato?
Magari sul passo di Nega


Filmati ne ho tanti, tra go pro e videocamera. Dovrei controllare se ho qualcosa del passo di Nega.


Gigitoyota [ Venerdì, 05 Febbraio 2016, 17:43 ]
Oggetto: Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015)
Bellissimo, complimenti alla siura Rommel (Tiziana) alla quale mi sono affezionato leggendola e che in alcuni passaggi mi fà pure commuovere.... un vera dote quella di saper scrivere! Io saprei fare al massimo un elenco!
Anch'io penso non sarei in grado di fare un viaggio così da solo... non sò..dovrei provarci.
Mi piacerebbe avere un'immagine del percorso su di una mappa... magari stampi una schermata da Ozie!


rommel1 [ Venerdì, 05 Febbraio 2016, 18:25 ]
Oggetto: Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015)
Ci proverò Gigi.


rommel1 [ Venerdì, 05 Febbraio 2016, 19:21 ]
Oggetto: Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015)
XXV giorno martedì 01/12/2015
Km 403059

Il vento spira forte stanotte, un vento caldo e fastidioso. Mi alzo alle 5.30 per fare pipì, la voglia di ritornare in tenda a dormire è forte ma non me lo posso concedere ho troppe cose da fare prima di svegliare Ezio. In lontananza sento il muezzin che invita alla preghiera, prego anch’io. Prego che oggi sia una giornata migliore di ieri, prego di trovare dell’acqua per fare rifornimento e prego che questo senso di sporcizia e di depressione mi abbandoni. Spero che Allah sia in ascolto. Alle 8.00 ci muoviamo in direzione Boguè sempre su asfalto. Ci impieghiamo più di un ora e mezza per raggiungerla, un po’ perché le condizione del manto stradale non ci consente di superare gli 80 kmh, un po’ perchè continuamente ci fermano per consegnare le fiches e un po’ perché riusciamo a trovare un pozzo dove finalmente fare il carico d’acqua, eravamo quasi a secco. Boguè è una vivace cittadina, più che vivace direi caotica. Lasciamo le auto e a piedi ci dirigiamo al mercato che ferve d’attività. Anche qui non veniamo assaliti dai venditori e ci godiamo in santa pace la passeggiata.


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il mercato di Boguè


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il mercato di Boguè


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il mercato di Boguè


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il mercato di Boguè


È tutto uno scattare di foto, alcune scene sono veramente carine e divertenti, compriamo anche della frutta e della verdura, troviamo addirittura le angurie, e del pane. Ritorniamo in auto e ci dirigiamo lungo il fiume Senegal, dove ci fermiamo per pranzo. Neanche a farlo a posta scegliamo il punto di passaggio del fiume tra la parte senegalese e quella mauritana, quindi è tutto un susseguirsi di sbarchi di merci di persone e, addirittura, di una mandria di capre (ma non ci dovrebbe essere la frontiera?).


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Verso le 13.30 riprendiamo la marcia, sempre su pista, costeggiando il fiume Senegal. A dire la verità non vedevo l’ora di fare questo percorso, mi immaginavo una vegetazione lussureggiante, sterminati campi coltivati ed invece è una desolazione. Niente natura lussureggiante, pochi campi coltivati, tanta desolazione e tanta tanta polvere. Verso le 16.00, in lontananza, vediamo una pozza d’acqua dove una donna si sta facendo un bagno. Non resisto, le mie condizioni igieniche sono al limite della sopportazione, chiedo ad Ezio se si può fermare per farmi fare un bagno. So che rischio di beccarmi qualche batterio strano ma la mia voglia di togliermi dai pori un po’ di polvere è maggiore rispetto al rischio. Neanche il tempo di spegnere il Boss che mi sono infilata il costume e sono dentro l’acqua. Acqua fangosa ma sempre acqua.
Nel frattempo tutti gli abitanti del villaggio, secondo me anche quelli dei villaggi vicini, si radunano intorno alla pozza per assistere allo spettacolo di quella turista pazza che si fa il bagno dentro una pozza insieme a due cavalli.


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Mi sa che sta scena la racconteranno per molto molto tempo. Va beh! Che mi frega adesso mi sento molto molto meglio anche se non ho il tempo per prendere degli abiti puliti e sono costretta a rimettermi gli stessi che indosso da 5 giorni, i capelli si asciugano in pochi minuti e noi ripartiamo ma stavolta, dopo pochi km, prendiamo l’asfalto perché lungo il fiume non c’è la possibilità di guidare considerato che ci sono rudimentali, ma efficienti, sbarramenti a protezione dei campi coltivati che ce lo impediscono. Non facciamo molta strada, e dopo il solito controllo di polizia, abbandoniamo la strada e ci spostiamo verso l’interno dei campi. Ne troviamo uno non coltivato e spegniamo i motori. Anche qui veniamo raggiunti immediatamente dal proprietario del campo armato di machete. Dopo uno scambio di saluti e avere avuto il permesso di rimanere, iniziamo a fare il campo. Lui resta lì affascinato dai nostri preparativi, Ezio adocchia subito il machete, affilatissimo e con un bel manico in pelle di mucca, e non ci mette molto a proporre uno scambio con la sua ascia. Lo scambio avviene con la soddisfazione di entrambi. L’uomo, prima di andarsene, chiede se gli possiamo dare qualcosa da vestire e da mangiare. Non ci possiamo esimerci dal farlo e, mentre io tiro fuori dalla cambusa scatole di fagioli e tonno, Ezio si sfila la sua maglietta e gliela regala insieme alle cose da mangiare. L’uomo se ne va soddisfatto verso casa con un’ascia nuova una maglietta anti sudore della decathlon e la spesa, niente male solo per aver permesso a dei pazzi turisti di campeggiare nel suo campo. Ezio, costretto al cambio maglia, prima di cena si fa una piccola doccia e poi si scofana una bella porzione di pasta e fagioli e per me una bella insalata mista. Satolli, quasi puliti e stanchi andiamo a letto, ore 21.45.




XXVI giorno mercoledì 02/12/2015
Km 403290

Mi sveglio anche stanotte per fare pipì ma rientro in tenda, è piacevole stare in tenda ad ascoltare i grilli e, in lontananza, il muezzin che invita alla preghiera. Oggi dovremmo arrivare alla riserva di Dawling dove dovrebbero esserci dei campeggi ed un lodge gestito da francesi, sto sognando da settimane un posto decente dove potermi fare una doccia e rilassarmi. Alle 7.45 prendiamo la route Rosso-Boghè e, finalmente, vediamo campi coltivati a perdita d’occhio e attrezzature agricole di questo secolo. La strada è disseminata di piccoli villaggi e questo la rende estremamente pericolosa. Il pericolo deriva dal rischio di investire animali o bambini che ti attraversano la strada in ogni dove. Le scene che si vedono non sono sempre piacevoli. Non è piacevole invece vedere bambini semi nudi che giocano nella spazzatura, non è piacevole vedere donne cariche come muli camminare sul ciglio della strada e non è piacevole vedere gli uomini che si spaccano la schiena lavorando i campi. La vita, a volte, è proprio una merda!!!!


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Arriviamo a Rosso senza problemi, non ci fermiamo neanche, non ne vale la pena. Ci saremmo fermati solo se non avessimo già fatto gasolio e non avessimo comprato pane e generi di conforto lungo la strada, qui, per la cronaca, si trova di tutto. Continuiamo su pista fino ad arrivare a Dawlin, verso mezzogiorno, già lungo la strada incontriamo una miriade di uccelli e anche dei facoceri.


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pellicani

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uccello simpatico


All’ingresso del parco, consegnata la fiches al poliziotto, incontriamo una guida del parco che ci dice che il campeggio gestito da francesi ha chiuso 2 anni fa, ma che possiamo andare nell’unico auberge del parco. Un po’ depressi, mi aspettavo un po’ di civiltà e pulizia, andiamo a vedere sto auberge. Solita delusione! Tutto lasciato deperire miseramente. Non avendo altre possibilità, a malincuore, siamo costretti a campeggiare quà. Prendiamo un bungalow in 4, giusto per farci una doccia e lavare un po’ di panni, non mi soffermo a descrivere le condizioni del “cesso”. Tutto il pomeriggio se ne va facendo il necessario per renderci più umani. Verso sera ritorna la guida per metterci d’accordo sull’orario della partenza di domattina per la visita del parco. Il problema sorge quando capisco che loro non hanno mezzi per accompagnarci e noi non abbiamo posto in macchina per la guida. Il tizio propone prima di farmi stare sdraiata dietro per tutta la giornata poi di smantellare l’allestimento del Boss affinchè io possa stare dietro più “comodamente”. Ma stiamo scherzando? Qui non hanno la più vaga idea di cosa significhi smantellare il mio Boss o di cosa significhi la parola turismo e tutto quello collegato ad esso. Ovviamente ci rifiutiamo di fare entrambe le cose e che cercheremo di arrangiarci da soli, infatti, altro problema, è che non hanno mappe del parco e noi non abbiamo scaricato le piste sul garmin. NO COMMENT!!!!


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visitatore


All’ora di cena veniamo assaliti dalle zanzare, mangiamo velocemente, ma le malefiche continuano a nutrirsi delle nostre carni. Di stare fuori a chiacchierare non se ne parla, quindi tutti in tenda alle 20.30. dimenticavo, l’ingresso al parco costa 3.000 oughie a persona mentre campeggiare e l’uso del cesso 4.000 a macchina, praticamente un furto con destrezza! Comunque ci rilasciano la ricevuta…….



XXVII giorno giovedì 03/12/2015
Km 403458

Molto caldo stanotte ma, grazie alla zanzariera, niente malefiche bestiacce in tenda. Alle 6.00 mi alzo e l’attacco continua. Ma non sono stufe di mangiarmi? Salgo in macchina ma si sono infilate anche lì, disperata risalgo in tenda. Alle 8.00 siamo pronti per fare il giro del parco ma sbagliamo senso e ci avviciniamo al confine col Senegal. Una pattuglia di ranger ci ferma e ci indica la direzione giusta. Praticamente dobbiamo tornare indietro superare il posto di polizia fatto ieri e girare a sinistra. Facile no? All’ingresso del parco, sia la guida che il poliziotto conosciuti ieri ci fanno capire che non vogliono che andiamo da soli a vedere gli uccelli e fare campo sull’oceano. Dicono che sia per la nostra sicurezza ma credo che lo facciano perché vogliono guadagnarsi la giornata. Impieghiamo 20 minuti, chiusi nella loro tenda che puzza di sudore e cibo stantio, a convincerli che ce la possiamo cavare da soli e che ci prendiamo noi la responsabilità in caso dovesse succedere qualcosa. A forza ci danno il permesso di passare senza prima averci dato il loro numero di cellulare da usare in caso di bisogno. Finalmente liberi ci dirigiamo verso l’oceano. Gli uccelli non mancano: aironi, gru, aquile pescatrici, pellicani, fenicotteri, facoceri e una miriade di altri uccelli che non conosciamo.

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facoceri
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fenicotteri

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Anche la strada per raggiungere l’oceano non è molto facile da trovare senza mappe. Un po’ a culo un po’ chiedendo agli abitanti dei villaggi, quasi nessuno parla francese, arriviamo a vedere l’Atlantico. Che faticaccia!!! Ma ne vale la pena. Il posto è meraviglioso, ci facciamo subito una passeggiata sul bagnasciuga e poi, messi i costumi, cerchiamo di prendere un po’ di sole. Dico cerchiamo perchè il vento spira forte e ci impedisce di stare distesi. Quindi spostiamo le auto qualche duna più in là, verso l’interno e sotto dei magnifici alberi, in modo da non farci infastidire più di tanto dal vento.

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Anche oggi facciamo campo presto, sono le 16.00, ne approfitto per salire in tenda a defaticare. Un paio d’ore dopo risaliamo le dune verso il mare per goderci il tramonto. Ma ahimè il vento e l’umidità pazzesca ci impediscono di vedere il sole spegnersi sull’oceano. Ritorniamo alle macchine e inizio a preparare la cena, stasera risotto alla pescatore per Ezio insalata per me. Niente zanzare quindi, non solo ci godiamo la cena in santa pace, ma facciamo anche un bel falò. Questa è l’ultima sera in compagnia di Claudio e Katia infatti domattina loro punteranno verso nord mentre noi a sud. Anche se è piacevole stare accanto al fuoco, domattina bisogna alzarci prima del solito perché vogliamo essere al confine non più tardi delle 8.00, quindi a letto presto, ore 21.30.


rommel1 [ Venerdì, 05 Febbraio 2016, 19:36 ]
Oggetto: Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015)
Sono riuscito a far questo:


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nel generale

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nel particolare


Spero si capisca qualcosa.


grayd [ Venerdì, 05 Febbraio 2016, 21:51 ]
Oggetto: Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015)
Per quello che mi riguarda comprensibile come percorso complessivo.
i colori corrispondono a??
se lo indichi risparmio di passare gxg il diario e la mappa.
hai anche il file plt magari col tempo...
comunque grazie per mettere tutti partecipi del viaggio


nick2 [ Venerdì, 05 Febbraio 2016, 23:43 ]
Oggetto: Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015)
I colori dovrebbero essere i giorni.


rommel1 [ Sabato, 06 Febbraio 2016, 10:05 ]
Oggetto: Re: La Nostra Africa: 1^ Tappa (07 Nov-20 Dic 2015)
Si, ogni colore corrisponde ad ogni giorno di viaggio.




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