DIARIO DI VIAGGIO
Georgia - Armenia 30 luglio - 20 agosto 2011
Partecipanti:
Ezio e Tiziana con Toyota Land Cruiser KDJ 95
Claudio e Katia con Toyota Land Cruiser HDJ 80
PREMESSA
Verso fine anno (2010), come al solito, si incomincia a prendere in considerazioni varie mete per le prossime ferie che quest'anno cadranno ad agosto. Abbiamo acquistato un toyota land cruiser e lo allestiremo appunto per utilizzarlo per le ferie. Considerato ciò la zona di interesse si racchiude tra il nord Africa e il Medio Oriente. Quasi subito si scarta il nord Africa a causa delle note problematiche. A questo punto guardiamo verso oriente. Prendiamo in seria considerazione di visitare la Siria e la Giordania, percorrendo i Balcani, e forse al ritorno anche l'Israele. Nel frattempo Ezio si mette in contatto, tramite il forum Sahara.it, con Claudio con il quale coincide sia il periodo di ferie, sia la méta del viaggio e sia le modalità visto che anche lui ha acquistato un toyota L.C. e lo sta camperizzando. Inizia così la preparazione del viaggio, acquisto guida Lonely Planet e cartine stradali, nonché le mappe per il GPS. Grazie alla lettura di altri diari si appronta un itinerario. In primavera primo appuntamento con Claudio e Katia a casa nostra. Ci si conosce e si mettono a punto gli ultimi dettagli.
Dopo pochi giorni la doccia fredda, disordini anche in Siria. Aspettiamo fiduciosi ma le cose non cambiano, anzi. Bisogna quindi trovare subito un'alternativa visto che fine luglio si sta avvicinando. Si decide per la Georgia e l'Armenia, passando sempre dai Balcani e forse, al ritorno, un po' di Turchia se avanza qualche giorno. Nel frattempo i lavori di allestimento del Toy proseguono a ritmo serrato. Secondo incontro con i nostri due compagni di viaggio, questa volta a Mantova. Anche lì discussione su gli ultimi dettagli. Ok, il programma è fatto, non resta che partire.
VIAGGIO
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I giorno sabato 30.07.2011
Partenza da Gorizia il 30 luglio 2011 ore 7.00.
Mattinata fredda ma soleggiata, ci siamo fermati subito dopo il confine (Nova Gorica) per fare rifornimento.
Beh, l'avventura è iniziata e che Dio ce la mandi buona.
Dopo 182 km e ore di noia mortale, prima del confine croato, ci siamo nuovamente fermati per fare rifornimento e per espletare varie funzioni corporali.
Dopo aver fatto il giro alternativo delle strade secondarie croate, gentilmente offerto dal sig. Garmin, siamo finalmente giunti al confine serbo, sono le 17.30 è c'è 1 km.di coda. Speriamo di riuscire a passare velocemente il confine in modo da superare Belgrado per la sosta notturna. Durante la lunga sosta per entrare in Serbia, abbiamo conosciuto un fuoristradista di Milano tale Marco con il suo bel Land Rover 90 bianco, che andrà a Samarcanda con il quale abbiamo deciso di passare la serata e la nottata insieme concordando di fermarci subito fuori la capitale Serba. Sono le 19.20 e finalmente abbiamo passato il confine. Alle 21.00 ci siamo fermati in un area di servizio dove passeremo la notte, Ezio ha voluto le lenticchie io ho optato per dei pomodori che abbiamo acquistato lungo la strada, dopo questa lauta cena e due chiacchiere in compagnia, a noi si sono aggiunti altri ragazzi italiani (di Pavia ed arrivati a bordo di due Land Rover), siamo andati a dormire. Fa un freddo cane ma quello che ti uccide è l'umidità.
Sosta all'area di servizio.
II giorno domenica 31.07.2011
Dopo aver trascorso una notte molto ma molto umida ci siamo alzati verso le 6.00, preparato la colazione, caricato l'auto e alle 7.00, con la meravigliosa temperatura di 15 gradi e un cielo nuvoloso, siamo partiti in direzione Bulgaria. Nel frattempo Marco era già partito, lo raggiungeremo e supereremo per strada. Giusto per la cronaca, le strade e le autostrade serbe non sono male anche se abbiamo incontrato parecchi lavori in corso.
Dopo interminabili ore di viaggio noioso siamo arrivati al confine turco,sono le 10.30 e fortunatamente non c'è molta fila, infatti passiamo dopo 1 quarto d'ora. Si paga anche qui la vignetta, sono 5 €, ovviamente ci si ferma per il rifornimento. Altre interminabili chilometri di autostrada a tre corsie praticamente deserta. Dopo un pò decidiamo di fermarci per fare il pieno e riempire le 3 taniche. Dopo pochi chilometri ci si accorge che una delle nostre taniche perde, così approfittando della sosta forzata per travasare il gasolio della tanica, si decide anche di mangiare. Sotto un sole cocente si tira fuori la megaveranda progettata da Ezio che risulta essere di una comodità unica, Claudio e Katia decidono di prepararsi un piatto di pasta mentre Ezio ed io continuiamo a mangiare al volo (almeno a pranzo). Dopo una sosta di 1 ora e mezza incominciamo nuovamente le lotte con il satellitare che ci dice di andare da una parte mentre noi sappiamo di dover andare dall'altra, di conseguenza altre strade alternative, dove si è deciso che al ritorno si acquisterà del formaggio (a Byala Reka). In vista del confine turco, dove sappiamo che il gasolio è carissimo, si effettua l'ennesimo rifornimento. Arrivo confine turco alle 17.30 con la magnifica e salubre temperatura di 34° e un tasso elevato di umidità. All'incirca alle 18.00, dopo un accuratissimo controllo dell'assicurazione e del libretto dell'auto, si passa la frontiera ed eccoci in Turchia. Ennesimo pagamento di pedaggio autostradale, questa volta sotto forma di carta di credito prepagata, noi mettiamo 10 €. Autostrade turche magnificamente desolate e a tre corsie, tranne ovviamente in prossimità di Istanbul dove troviamo un traffico a dir poco indecente. Dopo aver tribolato per trovare il campeggio che ci aveva indicato in precedenza Maurizio dell'Oglio, ci si arriva al buio alle 21.00 come al solito sempre troppo tardi, la doccia è di rigore dopo 2 giorni senza potersi lavare decentemente e cenetta coi fiocchi, per Ezio risotto per me i soliti pomodori con un po' di formaggio. A letto verso le 11.00 (qui c'è un fuso di un'ora avanti).
III giorno lunedì 01.08.2011
Dopo aver trascorso una magnifica nottata considerando che la temperatura non è mai scesa sotto i 20° e spirava una brezza piacevole che ha spazzato via l'umidità, ci siamo alzati di buona lena, abbiamo espletato il rito della sistemazione dell'auto e ci siamo immersi, alle 8.00 ora locale, nello spaventoso traffico della capitale, per fare circa 60 km. ci abbiamo impiegato 1 ora e mezza, non solo, ma abbiamo anche scoperto il perché dei controlli spasmodici in dogana dei documenti assicurativi, QUI GUIDANO COME I PAZZI!!!!!! Ci credo che avvengano numerosi incidenti.
Istanbul
Comunque ce l'abbiamo fatta e sempre percorrendo la mitica E 80 (sempre quella) ci siamo avviati verso Samun. Proseguendo il viaggio, tra l'altro la strada non molto bella e un po' trafficata, siamo giunti a Samsun, visto l'ora abbiamo deciso di continuare ancora qualche chilometro e, raggiunta Unie, si è deciso di fermarsi. Abbiamo trovato, dopo qualche tribolazione, un posto carino praticamente sul mare. Scesi dall'auto ci ha investito un'umidità che sfiorava il 90% e una temperatura di 28°, ci siamo messi subito a cucinare, un bel piatto di pasta al tonno fatto con tutti i crismi, sarà stata anche la fame, ma era buonissima. Dopo aver fatto anche una bella doccia (inaugurando la mitica tenda da doccia di Ezio che è risultata più comoda ed igienica di molti campeggi), visto che dire che eravamo sudati è un eufemismo, siamo andati a letto. Che nottata infernale!!!!! Tra caldo e umido abbiamo dormito con solo le zanzariere abbassate e anche male. Speriamo che domani sia meglio.
Coordinate: N 41° 5.713' E 37° 24.378'
campo
IV Giorno martedì 02.08.2001
Ma quale meglio,mi sono alzata alle 5 ora locale tutta sudata e appiccicaticcia, in tenda mi sentivo soffocare. Anche Ezio si è alzato presto e senza brontolare, evidentemente anche lui ha avuto problemi col caldo e l'afa. Subito dopo colazione abbiamo fatto appena in tempo a riordinare e sistemare le macchine che ha incominciato a diluviare. Ovviamente il tasso di umidità è salito di brutto e la temperatura è già di 24°. Sono le 7 e ci siamo messi in moto verso Trebisonda dove siamo arrivati alle 10.30 circa, abbiamo lasciato le auto in centro e ci siamo incamminati verso la città che è molto vivace e popolosa. Abbiamo visitato 2 moschee, nella prima siamo riusciti a stare insieme agli uomini, nella seconda non c'è stato verso e con la Katia siamo state dirottate nella parte femminile.
Moschea
moschea
Il caldo è asfissiante e il tasso di umidità alle stelle, così tutti sudati ci prendiamo un kebab al volo e torniamo alle macchine, sono circa le 13.00 e abbiamo speso per mangiare circa 18 lire Turche. Ripresa la marcia purtroppo non siamo riusciti ad arrivare al confine con il gasolio e siamo stati costretti a fare rifornimento a 130 km dal confine. Ore 16.20 arrivati al confine con la Georgia e siamo riusciti a passare alle 17.00. Arrivati a Batumi cambiato 100 € (230 gel) e fatto gasolio, purtroppo il benzinaio era un po' imbranato con la carta di credito e continuava a chiedere il PIN, vagli a spiegare che non serve! A questo punto abbiamo dovuto pagare in contanti, considerato la spesa imprevista del gasolio abbiamo cambiato altri 100€.
al distributore
A Batumi pioveva e abbiamo optato per un albergo. Il traffico è spaventoso e, cosa da non credere, i georgiani guidano ancora peggio dei turchi il che è tutto dire. Trovato l'albergo al prezzo di 60 € a camera grazie anche ad una sig.ra sposata con un italiano che ci ha aiutato con la traduzione visto che in Georgia quasi nessuno parla un'altra lingua. Il caldo è asfissiante, le camere dei forni, il condizionatore stempera un po' ma fa un rumore fortissimo. Ezio ha deciso di mangiare con Katia e Claudio, mentre io approfitto per farmi una mega doccia, lo shampoo e lavare un po' di vestiti. Cerco di spegnere l'aria condizionata per via del rumore ma non si riesce a respirare, così tutta la notte la passiamo praticamente svegli, o per il rumore o per il caldo. Non solo ma verso le 2 del mattino alcuni avventori locali hanno incominciato a fare un casino pazzesco tanto che Claudio è stato costretto ad alzarsi per farli smettere. Ma che nottata!!!!!!!!!
V giorno mercoledì 03.08.2011
Ci siamo alzati più stanchi di quando siamo andati a dormire, qui c'è un ulteriore ora di fuso in più. Dopo un'altra doccia ( perchè non approfittare visto che c'è) siamo scesi a fare colazione a base di formaggio di capra, olive e wurstel, inoltre ad Ezio hanno servito un caffè così denso che è stato costretto a diluire, e di parecchio, con acqua. Il tipo della reception, dopo averci servito il caffè disgustoso, si è messo a dormire sul divano della hall e non ci ha nemmeno visti partire (ora capisco perché ha preteso che pagassimo ieri sera), come dire "ma che ottimo servizio". Sono le 8 e siamo usciti da Batuni, a proposito mi sono dimenticata di dire che qui hanno macchine da sballo porches, hammer, mercedes di tutti i tipi e ci si chiede come fanno a possederle visto l'arretratezza che ci circonda, e siamo in viaggio alla volta del monastero di Sapara.
...lungo la strada
...lungo la strada
All'inizio la statale è in ottime condizioni per poi peggiorare miseramente fino a diventare una strada sterrata, anche il tempo non ci aiuta, piove a tratti e lungo la strada incontriamo anche una fitta nebbia che ci accompagna fino ad un passo a quota 2000 mt. Fortunatamente appena scolliniamo, miracolo, ecco il sole. Lo spettacolo delle montagne è magnifico sembra di stare in Trentino.
Il passo
Ci fermiamo per delle foto e in direzione opposta ecco arrivare un folto gruppo di jeep che si fermano per due chiacchiere. Sono israeliani, molto socievoli e simpatici, in particolare una macchina di sole donne che, dopo aver scoperto che siamo italiani, non la finiva più di tessere le lodi del nostro Paese e della nostra gente. Fa piacere che in giro per il mondo molti ci considerano un popolo fantastico e un paese che non ha eguali, anche noi dovremmo apprezzare un po' di più ciò che abbiamo. Ci impieghiamo quasi 6 ore ma finalmente arriviamo al monastero che è in una zona sperduta e abbarbicato sul cucuzzolo della montagna, ma è veramente carino.
monastero di Sapara
lungo la strada
Ci spostiamo verso Khertvisi dove si trova una vecchia fortezza ancora ben conservata.
La fortezza
Prima di giungere a Vardzia si doveva visitare anche il mercato degli schiavi a Tsunda ed un castello a Tmogvi, ma il mercato sono delle rovine praticamente inesistenti e il castello, causa strada impraticabile, non siamo riusciti a vederlo. Siamo giunti finalmente a Vardzia alla città rupestre che è fantastica, e dopo una scarpinata lunghissima e faticosa (il mio ginocchio ne ha risentito parecchio) siamo arrivati in cima. Che spettacolo!!!! Assomigliano ai sassi di Matera, come tipologia, ma sono più rustici ma molto ben conservati. Insomma valeva proprio la pena sudare per arrivare a vederli.
la città rupestre di Vardzia
Vista l'ora, sono le 19.00 ora locale, abbiamo deciso di campeggiare in loco sulle rive del fiume. È molto suggestivo e intimo. Ezio ha deciso di accendere il fuoco, che ci stava tutto dato che siamo a più di 1000 mt e tira un forte vento. Abbiamo cenato io con una insalatina mista a base di prosciutto, olive, uovo e pomodori ed Ezio con fagioli e pancetta. Siamo rimasti accanto al fuoco a bere birra e chiacchierare e poi a nanna.
coordinate N41° 22.819' E043° 17.341'.
campo
VI giorno giovedì 04.08.2011
Ci siamo alzati presto e dopo colazione siamo partiti, alle 7.30, alla volta di Gyurmi. La temperatura è piacevole, 19°, e c'è il sole. Lungo la strada ci si ferma a Akhalkalaki per comprare dei viveri, abbiamo visto un forno e ci siamo fermati, il fornaio è stato così gentile che non ci ha nemmeno fatto pagare. Come al solito chi non ha molto dona sempre di più di chi ha tanto.
Il fornaio
Poi ci siamo fermati in un negozio per l'acquisto di altri generi alimentari e della birra (non mancherà mai nel nostro frigo).
Lungo la strada
Lungo la strada
Arrivati al confine armeno (ore 9.45), l'altitudine è di 2.163 mt, temperatura 16°. Dopo aver pagato i visti (6.000 dram) e l'assicurazione (8.200 dram più 17.800 dram per lo sdoganamento (in totale 61,65 €) dell'auto, siamo finalmente in Armenia. Per il disbrigo delle pratiche abbiamo impiegato 2 ore, ma l�'Armenia ci accoglie con una magnifica giornata di sole e, sorpresa, con un'ulteriore ora di fuso.
Confine
Quindi all'una ora locale ci avviamo verso Marmashen per la visita al monastero che, però troviamo molto deludente visto lo stato d'abbandono in cui versa il sito.
Monastero di Marmashen
Arrivati a Gyurmi ci imbattiamo in una coppia di Torino, Alexis (d'origine greca) e Emanuela, e finalmente, dopo tanti sms e telefonate, incontriamo anche Maurizio dell'Oglio e sua moglie Eliana.
l'incontro
Decidiamo di visitare la città insieme, visto il mercato, la piazza principale e la chiesa di Yot Verk. Cerchiamo un posto in cui trascorrere la notte e quando lo troviamo vicino al lago ci si accorge a nostre spese che la zona è tutta presidiata dall'esercito russo, arriva una pattuglia e ci sequestrano i passaporti per un controllo di mezz'ora. Alla fine ci dicono che non possiamo campeggiare qui. Dopo una inutile discussione ci dirigiamo più lontano e ci accampiamo. La cena è stata a base di pasta col pomodoro, insalata, speck, salame, pasturmas, halvas e chi più ne ha più ne metta, il tutto annaffiato da un ottimo vino prosecco di Valdobiadene gentilmente offerto da Maurizio. A sera inoltrata, mentre stavamo gustandoci il digestivo (rigorosamente grappa trentina), ecco arrivare l'ennesima pattuglia russa che ci invita ad allontanarci. Gli diciamo, a gesti visto che non parlano una parola che non sia russo, che ci lascino restare fino a domani. Dopo un controllo via radio ci permettono di rimanere ma fino alle 7.00 dell'indomani mattina. Abbiamo trascorso una bellissima serata, i discorsi sono stati vari e interessanti. Si è passati dai viaggi alla politica all'esperienze personali, al lavoro ecc. Andati a letto quasi a mezzanotte.
campo
VII giorno venerdì 05.08.2011
Mi sono alzata come al solito molto presto e come al solito per prima. Mi accoglie la visione di una pattuglia di militari che con un cannocchiale scruta tutte le nostre mosse, mi sa che ci hanno sorvegliato tutta la notte per assicurarci che non fossimo dei terroristi. La cosa è un po' inquietante ma per prenderla per il verso giusto, almeno stanotte abbiamo dormito al sicuro. Dopo altre chiacchiere a colazione ci si mette in moto, salutando gli ottimi compagni di serata, verso Harhcavanck, un monastero dove Ezio ha acquistato una croce in legno, non perché sia particolarmente bella ma perché gli faceva tenerezza l'omino che la vendeva. In paese ci si ferma a fare un po' di spesa per poi proseguire in direzione Dashtadem dove c'è un'interessante fortezza che alla sera ospita ancora greggi di pecore.
Un cimitero lungo la strada
Ezio ha regalato ad alcuni bambini che ci seguivano penne e altri articoli di cancelleria, sono le 12.30. Sulla strada verso Echiniadzin, a Oshakan, ci imbattiamo in una chiesa molto carina del XIX sec. dedicata al santo Mesrop Mashtots, l'inventore della scrittura armena. Dopo una oretta eccoci arrivati a Echmiadzin, che è considerata la Santa Sede armena. Il luogo è fantastico e, per la prima volta, ci accorgiamo che è anche ben tenuto, i giardini sono curati e la stanza dei tesori, che per visitarla ti fanno pagare, è piccola ma ricca di croci d'oro e d'argento, la famosa lancia che trafisse il costato di Gesù, molte corone tempestate di pietre preziose, paramenti sacri, icone antichissime e libri sacri anch'essi antichi. La temperatura, per essere a più di 1000 mt di altitudine, è molto alta 36°.
Echmiadzin
la lancia che trafisse il costato di Gesù
Ci dirigiamo verso le montagne per visitare la fortezza di Amberd, la strada offre panorami incantevoli, e in pochi minuti passiamo da 36° a 25° e da 1000 mt a 2000 mt. La fortezza è posizionata in un luogo fantastico, annessa ad essa c'è anche un monastero che non è visitabile, ed è stata una delle poche a non essere mai stata espugnata.
la fortezza di Amberd
la fortezza di Amberd
Decidiamo di passare la notte presso il lago di Karilich e così facendo continuiamo a salire fino a quota 3260 mt.
Lungo la strada
durante la salita ci imbattiamo in un gruppo di armeni che stanno bevendo e mangiando e ci invitano per un bicchiere. Ci viene offerta della vodka e del pane con un formaggio buonissimo, ci invitano a trascorrere la serata e la notte a casa di uno di loro, che, da quello che abbiamo capito, è il boss della zona ( possedeva un Porches Cayenne ed era accompagnato da una ragazza molto giovane e carina che era la sua amante). Visto che a Claudio non andava di trascorrere la serata in compagnia del "mafioso" locale e dei suoi amici, anche perché ci veniva offerta una "sana bevuta" con annessa grigliata, e lui non mangia carne e non beve alcool, decliniamo l'invito e ci dirigiamo al lago.
Il "boss" è quello con la maglia rossa, mentre "l'amica" è quella alla sua destra
Giunti sul luogo e parcheggiate le auto, scendiamo per preparare il campo. Ma che razza di freddo!!!!!! Anche se è agosto siamo ai piedi di un ghiacciaio.
Il lago
Tutti tremanti prepariamo la cena che, visto la temperatura, è a base di minestra calda per me e risotto per Ezio. Ci facciamo anche una tisana calda prima di andare a dormire, bardati di tutto punto con "scaldina" al seguito e plaid di supporto.
campo
VIII giorno sabato 06.08.2011
Abbiamo trascorso una nottata gelida e molto ma molto ma molto umida, sono costretta ad alzarmi alle 6 perché la tisana della sera prima fa i suoi effetti diuretici, fa un freddo micidiale (6 gradi) ma quello che ti ammazza è l'umidità. Trovo tutto bagnato, dai tavoli alle sedie all'asciugamano che ho lasciato ad asciugare, convinta che in montagna l'aria fosse fredda si ma secca. Comunque si prepara la colazione e via verso Yerevan dove arriviamo alle 11.00, parcheggiamo i mezzi e ci avviamo a piedi.
Lungo la strada
Decidiamo di fare subito il mercato del Vernissage e quindi prendiamo la metropolitana, che costa appena 100 dram (0,20€), le fermate sono appena una decina ma effettivamente è comoda e ben tenuta. Arrivati al mercatino ci siamo fiondati a fare shopping. Abbiamo effettivamente trovato ben poco di artigianato locale ma siamo lo stesso riusciti a trovare delle belle bambole fatte con i tappeti, i costi variano da pochi euro fino a 30 euro. Dopo qualche ora, stanchi e accaldati, ci fermiamo a bere e mangiare qualcosa davanti al mercato che è pieno di caffè all'aperto. Infine, gambe in spalla, decidiamo di camminare fino alla macchina facendo il percorso a piedi consigliato dalla guida. Riusciamo a vedere quasi tutto, la galleria d'arte moderna, la piazza della Repubblica, il ministero degli affari esteri, il Marriot hotel, la bella chiesetta di Katoghite, e altro ancora. Sono le 19.00 e ci dirigiamo verso le cascate d'acqua, veramente belle, dove recuperiamo le macchine per andare in albergo. Finalmente una sana doccia rigenerante e poi ristorante. Ci consigliano un locale, "la taverna del Caucaso", dove mangiamo bene (abbiamo ordinato io una bistecca con formaggio e funghi e Ezio una grigliata di carne con contorno di funghi arrostiti) e pagato veramente poco 20200 dram (circa 9€ in due). Stanchi ma felici andiamo a nanna la temperata è piacevole e non serve l'aria condizionata. Speriamo che domani sia una giornata piacevole come oggi.
le cascate d'acqua
le cascate d'acqua
IX giorno domenica 07.08.2011
Considerato che abbiamo deciso di visitare il museo del genocidio che però apre alle 11.00, ci svegliamo con calma, mettiamo in ordine la macchina e facciamo un'abbondante colazione. Abbiamo ancora il tempo per due chiacchiere in compagnia di 2 donne italiane che stanno girando l'Armenia con i mezzi pubblici e per fare un programma per la giornata e per i giorni seguenti, considerato che, pare, abbiamo recuperato un giorno sul programma originale. Purtroppo non riusciamo a vedere il museo a causa di un'interruzione stradale e per il fatto che si gioca una partita di calcio e le strade che ci suggerisce il navigatore sono intasate. Così optiamo per visitare il mercato coperto che è molto particolare e ci chiediamo come mai le guide non lo citano. È in perfetto stile sovietico e all'interno c'è di tutto: dalla frutta di tutti i tipi, al pane, ai fiori, alla verdura, spezie di ogni genere, e una particolare modo di glassare la frutta con la marmellata (almeno è quello che ho capito) se però avete problemi di linea non avvicinatevi neanche, il contenuto è altamente zuccherino.
Il mercato
Preleviamo altri 110 € e ci dirigiamo verso Khor Virap. Il monte Ararat fa i capricci e non si va vedere in tutto il suo splendore, ma già così la vista è mozzafiato e il monastero merita una visita approfondita. Riusciamo anche ad assistere alla comunione di un bambino ed Ezio si reca anche a visitare i luoghi dove si dice che San Gregorio ha vissuto per 12 anni, praticamente due pozzi sottoterra, in uno dei due mangiava nell'altro dormiva.
Il monastero di Khor Virap
Il cimitero
Il caldo è asfissiante ed in macchina, nostro malgrado, siamo costretti ad accendere l'aria condizionata. Ci dirigiamo verso Noravank, la strada è magnifica i paesaggi mozzafiato.
panorama
Arriviamo al monastero di Noravank che è ancora più maestoso di quello che ci si aspettava, terra rossa, montagne bellissime e un'insieme di colori fantastici.
monastero di Noravank
Visto che siamo in anticipo sui tempi si decide di visitare la cosiddetta Stone Ange armena: Zorats Karen. La temperatura è scesa di brutto, ci sono appena 14° e le nuvole minacciano pioggia, ma, nonostante questo, lo spettacolo è magnifico.
Lungo la strada
Zorats Karen
Zorats Karen
Siamo costretti a fermarci a Sisian, che è un paese poco gradevole e, considerato che piove, a mangiare e dormire in macchina. Mentre sistemiamo l'auto si avvicina un vecchio pastore in compagnia di una mucca che a gesti ci invita a dormire a casa sua, Ezio purtroppo non riesce a sottrarsi ed è costretto a seguire l'uomo fino in casa, ma poi declina cortesemente l'invito. Poco dopo viene a trovarci un ragazzo con sua mamma e dopo poco questa si allontana per poi ritornare con una borsa di albicocche. Tutti coloro che sostenevano che gli armeni sono persone ospitali avevano perfettamente ragione, in tutti i miei viaggi non ricordo un'ospitalità così spiccata. Dispiace anche non riuscire sempre ad accettare gli inviti ma se lo facessimo sono sicura che il nostro programma di viaggio ne risentirebbe parecchio e purtroppo i giorni passano velocemente e abbiamo ancora così tanto da vedere.
X giorno lunedì 08.08.2011
Ci alziamo con un tempo ancora più brutto del giorno prima, le nuvole sono proprio minacciose. Sistemiamo l'auto, e ci impieghiamo una vita perché visto che abbiamo dormito in macchina dobbiamo praticamente risistemare tutto com'era, intanto ritorna l'uomo di ieri sera (quello con la mucca) in compagnia di un altro uomo, un po' alticcio, che ovviamente ci invita a fare qualcosa che però non capiamo. Continuando a sistemare l'auto ci accorgiamo che sparpaglia il contenuto della borsa che abbiamo usato per riporre la spazzatura e la porta via di corsa. Di primo acchito giudichiamo la cosa all'occidentale, cioè che questo è un povero deficiente, ma veniamo subito sorpresi e smentiti quando lo stesso ritorna con la borsa piena di albicocche che ci regala. A pensar male alcune volte si sbagli di brutto. Il tempo continua a peggiorare, fa freddo (10°) e piove, ma ci fermiamo lo stesso a Goris, dove rincontriamo i due motociclisti di Udine che avevamo visto al confine tra Georgia e Armenia, e dove, di solito, c'è un mercato molto grande ma, visto il tempo, ci sono poche bancarelle e il resto dei negozi è ancora chiuso come d'altronde il museo che non riusciamo a visitare. Qui hanno l'abitudine di non aprire niente fino alle 10.00.
Goris
panificio
Ci arrampichiamo verso la città vecchia e il cimitero, su per una stradina poco battuta, dove Ezio e Claudio decidono di fare un po' di trekking non programmato. Penso che se fosse stata una giornata di sole lo spettacolo,già bello, sarebbe stato magnifico.
La città vecchia di Goris
Continua a piovere, prendiamo la strada per Kapan che se ci fosse il sole sarebbe meravigliosa, ma c'è una nebbia pazzesca e le nuvole sono bassissime. Giunti verso il confine con il Nagorno Karabak ci imbattiamo in alcuni cartelli che segnalano il pericolo di mine. Per inciso questa strada, per la sua peculiarità, è fatta per percorrerla in moto.
Date le condizioni atmosferiche, e dopo esserci fermati in un forno a comperare del pane appena sformato decidiamo di mangiare lungo il tragitto; ne è venuto fuori un pic- nic niente male, pane caldo, speck, lucanica trentina e formaggio buttato giù con una bottiglia di birra. Fermati a fare gasolio decidiamo di non fermarci a Kapan visto che non c'è niente da vedere ci dirigiamo verso Maghri al confine con l'Iran. Per essere esatti oggi abbiamo già sconfinato alcune volte sia in Arzeibagian che in Nagorno Karabak.
Autobus
lungo il confine
Arrivati alle 15.50 al confine, la temperatura è sui 26 gradi e c'è il sole. Godiamocelo perché fra un po' ritorneremo sulle montagne tra le nuvole e il freddo. Comunque, dopo aver percorso 4110 km, siamo a pochi passi dall'Iran, il posto è deludente anche se le montagne che ci circondano sono aspre ma belle e il piccolissimo scorcio di Iran che siamo riusciti a vedere ci porta a considerare seriamente la visita di questo paese quanto prima.
Foto rubata al confine
Ci fermiamo nei pressi del confine a bere un caffè ed a controllare le macchine....
gelati, per non spaventarmi non ho guardato la data di scadenza
E via di nuovo verso Kapan ma percorrendo un'altra strada, sicuramente migliore della precedente, che ci porta a sconfinare nuovamente in Azerbaijan. Considerato che c'è una pioggerellina fastidiosa decidiamo di pernottare in un albergo segnalato anche sulla guida, il Darist, un hotel in stile sovietico puro gestito da una donna che sembra uscita ieri dalle carceri russe. Pagata la stanza (15.000 dram) decidiamo di uscire per prelevare da un bancomat e mangiare qualcosa. Chiesti alla donna i passaporti all'inizio non voleva darceli e poi insistendo ne ha dati solo due (quello di Ezio e quello di Claudio). Purtroppo non c'era niente di nostro gusto e abbiamo deciso di cenare in stanza con lenticchie e ceci .Sono le 23 e siamo stanchi pertanto decidiamo di andare a dormire.
XI giorno martedì 09.08.2011
Pur essendomi alzata presto per avere il tempo di lavarmi i capelli senza ostacolare la partenza, non è servito considerato che Claudio ha avuto nella nottata un attacco di dissenteria. Abbiamo aspettato che i medicinali e i litri di te somministrategli facessero il loro effetto e ci siamo finalmente messi in moto, abbiamo però perso l'intera mattinata, ma va bene così, potava andare peggio. Si è deciso di prendere comunque la pista militare fino a Tatev. Il tempo sembra migliorare ed Ezio molto carinamente decide di farmi guidare. È veramente una strada molto bella, anche se fangosa è molto scivolosa, in moto non mi azzarderei a farla e in camper è impossibile. Prima di arrivare al monastero di Tatev, posto sulla gola del Vorotan, ci fermiamo a fare una foto che merita senz'altro la strada percorsa. Il monastero, sede della più antica università armena, è il più bello e ricco visto fin ora e merita una visita accurata. All'interno c'è un piccolo negozietto di souvenir dove acquisto una tazza per mia sorella Arianna fatta a mano, sarà contenta, dopo quella yemenita, questa è senz'altro la più particolare della sua collezione.
monastero di Tatev
Scendiamo, è proprio il caso di dirlo visto che la strada oscilla fra il 12% e il 13% di pendenza, e ci imbattiamo casualmente in una cascata con piscine naturali. Ezio e Katia si avventurano nella discesa, io e Claudio restiamo in macchina, io per preservare il mio ginocchio lui dopo la brutta notte non se la sente. Non vale comunque la pena andarci. A pochi chilometri c'è una torretta di avvistamento, quella magari non è granchè, ma il panorama è mozzafiato.
panorama
Ripartiamo volendo visitare un noto caravanserraglio. La strada per arrivarci è molto trafficata e piena di saliscendi ma bella. Fatto il passo di Selim, più di 2000 mt., arriviamo al caravanserraglio. Dopo averlo visitato dei ragazzi armeni si avvicinano e ci invitano a fare un pic-nic con loro. Una di loro, Nelly, parla molto bene il francese anche perché lo insegna, e questo ci aiuta non poco a comprenderci. Ci spiega che la terra dove sorge il caravanserraglio è di proprietà della sua famiglia e ci si scambia anche l'indirizzo mail. Ci offrono dell'ottimo vino e del succo di pera fatto in casa da bere e da mangiare del pollo arrosto con patate e delle pannocchie di mais arrostite, dei peperoni e delle melanzane, il tutto è molto gustoso. Noi mettiamo sul piatto le famose "lucaniche" trentine, che sono molto apprezzate. Questo inaspettato fuori programma ci ha molto rallegrato, mi ripeterò ma gli armeni sono veramente molto ospitali.
L'allegra combricola
Con rammarico ci salutiamo e ci avviamo verso il lago di Sevan.
Lungo la strada
Subito fuori Noratus si decide di fermarsi per dormire. Il posto, sulle rive del lago, è molto bello ma purtroppo tira un forte vento e piove. Ezio è costretto a coprire la tenda con il telo doccia, per paura che stanotte possa piovere all'interno, mentre io sono costretta a preparare la cena in condizioni proibitive. Praticamente, quando ho finito, mi ritrovo tutta bagnata e dobbiamo consumare la minestra calda seduti in macchina passandoci vicendevolmente la pentola attenti a non scottarci e a non versarla per terra. Bagnati come pulcini decidiamo di andare a dormire, non abbiamo modo di scaldare l'acqua per la scaldina, così ci portiamo il plaid sperando che basti. Il vento è micidiale, la macchina viene scossa continuamente dalle raffiche e il telo fa un rumore infernale. Non sarà una buona nottata.
il contachilometri segna 267218
preparazione della cena
XII giorno mercoledì 10.08.2011
Ci alziamo alle 7.00, più stanchi di quando siamo andati a letto, non piove, ma il cielo è ancora coperto e c'è ancora un po' di vento. Riesco a scaldare l'acqua per fare un caffè caldo ad Ezio, mettiamo tutto in ordine e ci avviamo a Noratus. Partiamo alle 8.30 e. dopo pochi chilometri eccoci arrivati, il cimitero è magnifico, le Khatchkar, antiche tombe di cui è disseminato sono magnifiche, vale sicuramente fare una sosta per ammirarle. Noi però ci allontaniamo in fretta perché siamo infastiditi da alcune donne del paese che ci vogliono vendere a tutti i costi delle cianfrusaglie fatte a mano e che addirittura chiedono dei soldi per essere fotografate.
cimitero
cimitero
Direzione monastero di Hayrikavank, dove arriviamo alle 10.00. Esso si trova proprio sulle sponde del lago, non è particolarmente emozionante, comunque valeva la pena vederlo.
monastero di Hayrikavank
In loco incontriamo dei camperisti italiani con i quali scambiamo due chiacchiere e che ci consigliano di visitare alcuni posti in Georgia. Continuiamo a costeggiare il lago Sevan, che non è male come ci avevano detto e dove ci sono molte stradine che portano sulle sue rive e dove è possibile campeggiare anche in tenda.
Lago Sevan
Ci fermiamo a Sevan dove compriamo cognac, vodka, lavash e kakapuri per pranzo. Siamo a Sevanarank, il paesaggio è suggestivo,nuvole basse si stendono fino alle rive del lago, ma il monastero non ci entusiasma, forse perché è anche invaso da numerosi turisti.
Lungo la strada
distributore lungo la strada
Lungo la strada
lungo la strada
Proseguiamo verso Goshavank,superato un tunnel, ci ritroviamo immersi in un paesaggio completamente diverso fatto di foreste di larici e Dilyjan non è male. Ezio vuole assolutamente comprare della legna per il fuoco e lo fa spendendo 500 dram. La strada è meravigliosamente immersa nel verde. Arrivati al monastero ci si ritrova invasi dai turisti e sinceramente non è dei più belli visti fin ora. Ritornando più indietro, verso Dilyjan, andiamo a visitare anche il monastero di Haghartsin.
Il parcheggio del monastero di Haghartsin
Il monastero di Haghartsin
Vanayor è una città molto grande, e dicono che ci siano i negozi migliori dopo Yerevan, ma noi non abbiamo tempo per constatarlo. Per raggiungere Sanahin percorriamo la strada per la "gola del Debed", il percorso è suggestivo ma la vista è deturpata da grosse fabbriche dismesse risalenti al periodo sovietico. Arriviamo finalmente al monastero che, pur essendo patrimonio dell'UNESCO, è tenuto veramente male. Strutture in ferro erbacce ovunque stonano in questo luogo incantevole. La visita è accurata, meriterebbe spenderci più tempo, ma siamo in ritardo con il ruolino di marcia e le nuvole incombono sempre su di noi. Quindi ci rechiamo al vicino monastero di Haghpat. Anche questo patrimonio dell'umanità e merita una visita se non altro per le vedute mozzafiato che si godono dal monastero.
Vendita di peperoni
lungo la strada
Tornando leggermente indietro lungo la strada troviamo una piccola piazzola con annesso gazebo per fare pic-nic ,decidiamo di fermarci e, per la prima volta dopo tanti giorni, arriviamo a cucinare e a cenare con la luce e in modo decente. Cenetta fantastica a base di funghi trifolati e arrostiti, che abbiamo acquistato lungo la strada, wurstel alla griglia, fagioli in tecia e l'immancabile lavash. Riusciamo a lavare anche i piatti in maniera decente dato che c'è una fontana d'acqua corrente purissima che scende dalle montagne che ci circondano e si va a letto.
XIII giorno giovedì 11.08.2011
Come al solito mi alzo presto, le 6.30, cerco di lavarmi alla meno peggio, sono due giorni che non riusciamo a fare una doccia e preparo la colazione. e per la prima volta da giorni si vede l'azzurro del cielo e la temperatura è sui 16°. Ci mettiamo in moto, dopo aver controllato la pressione gomme e pulito il filtro dell'aria, alle 9.00 e raggiungiamo, dopo mezz'ora, il confine georgiano. Passato la frontiera alle 10.30, ma visto il fuso di un'ora indietro sono di nuovo le 9.30. Prendiamo la strada
per Rutavi dove cambiamo 100 € a 2.34 lari e ci sorprende oltre che per essere grande ma anche perché ben tenuta. Prendiamo la strada per Aquit Garje (non so se è il nome corretto) e ci si spalanca di fronte una strada un po' off, ma meravigliosamente deserta con tutte le sfumature dell'ocra, giallo, verde con un cielo azzurrissimo costellato da nuvolette bianche, è fantastico. Stiamo costeggiando il confine Azero e capita che sconfiniamo involontariamente. La strada si fa sempre più tortuosa così decidiamo di chiedere informazioni ad un militare che fa la guardia ad una caserma. Ci avviciniamo con circospezione consci del fatto che in quella zona di turisti ne vedono ben pochi. Il milite ci fa capire che siamo sulla strada giusta e prima di salutarci ci chiede delle sigarette. Proseguiamo e poco dopo decidiamo di fermarci per mangiare qualcosa. Di li a poco spunta un militare georgiano armato di tutto punto a bordo di un quadd che ci invita a proseguire senza troppi indugi, cosa che prontamente eseguiamo e così raggiungiamo Davit Gereja.
soldato
Che posto, i due monasteri su 15 ancora visitabili sono Lavra (che di recente è nuovamente abitato da monaci) che è splendidamente adagiato in un fantastico paesaggio e Ubadno il quale ci vogliono circa 2 ore di camminata per raggiungerlo, ma ne vale la pena visto che nelle grotte vi sono ancora dei bellissimi affreschi. Ma merita se non altro per il panorama spettacolare dove passa anche il confine armeno-azero.
Panorama
Monastero di Lavra
Ubadno
Ubadno
Sono le 16.30 e decidiamo di incamminarci verso nord. Durante il tragitto su strade secondarie isolate ma veramente brutte (se non hai un fuoristrada non conviene farle) ad Ezio viene una brillante idea di farci una doccia, dopo 2 giorni, adesso che il sole è ancora alto e fa caldo. Ci scegliamo un posticino e ci facciamo una doccia come Dio vuole e ci asciughiamo al sole. In giro di pochi minuti ci risentiamo degli esseri umani, anche se immediatamente dopo ci accorgiamo che siamo stati tenuti costantemente d'occhio dai militari sia azeri che georgiani che probabilmente ci hanno presi per degli incoscienti nudisti.
Continuiamo a salire verso Sagaredzo percorrendo strade alternative per arrivare il più vicino possibile alla regione del Tusheti. Lungo la strada, sulle sponde di un fiume decidiamo di fermarci per la notte. Riusciamo a trovare una buona piazzola e ceniamo a base di pasta con il tonno, formaggio e speck. Ezio accende un bel fuoco che ci tiene non solo compagnia ma anche al caldo.
coordinate N 41° 50.682" E 045° 08.064".
XIV giorno venerdì 12.08.2011
Partenza ore 08.00, giornata di sole. La strada è una di quelle tipiche di montagna, piene di alberi e curve. Ci si ferma a fare gasolio a Telavi ed anche per vedere il mercato della città e trovare dei francobolli pane e frutta.
Il mercato di Telavi
Lungo la strada
Lungo la strada
Abbiamo scoperto che in Georgia non conviene spedire cartoline, rispetto ai prezzi per mangiare e vestire costa tanto, costo a francobollo 4 gel, per 15 francobolli abbiamo speso l'equivalente di 25 €, incredibile. Decidiamo di andare a Omalo e prendiamo una strada che si inerpica per le montagne del Tusheti. Se avete un altro mezzo che non sia un fuoristrada non prendetela, è impossibile percorrerla con altri mezzi. Per fare circa 50 km. ci abbiamo impiegato la bellezza di quasi 5 ore, ma caspita se ne valeva la pena. Siamo immersi nella foresta con uno strapiombo da una parte, ovviamente i guardrail sono inesistenti, e rocce dalle sfumature che variano dall'ocra al rosso al nero, dall'altra. Durante il percorso attraversano la strada alcune cascate d'acqua e in una di queste ci fermiamo a fare delle foto. Arrivati al passo Abano (2900 mt.), siamo costretti a causa di nuvole basse e nebbia, a girarci e ritornare in dietro.
Verso il passo Abano
Verso il passo Abano
Arriviamo lungo le sponde del fiume Stom e anche se è ancora presto, sono le 17.00, vista una bella piazzola, decidiamo di fermarci per fare tutte le cose con calma. Vista l'abbondanza di acqua di un fiume purissima facciamo anche il bucato (mi sento come le nostre nonne che lavavano i panni al fiume,scomodo ma divertente) mentre Ezio e Claudio accendono il fuoco. Questa sera il menù prevede fagioli con pancetta, patate arrostite nella brace, formaggio e speck. Non male! Mi sono dimenticata di dire che prima di intraprendere la strada per Omalo ci siamo fermati lungo un fiume nei pressi di Lechuri, sia per pulire un po' la macchina dalla cacca di mucca sia per divertirsi un po'. E' stata un'oretta particolarmente divertente.
coordinate N 42° 09.479" E 045° 25.318".
la massaia che fa il bucato
pulizia del mezzo
XV giorno sabato 13.08.2011
Ci si alza prima del solito per bisogni corporali impellenti e ci si mette in moto.
Oggi si decide di arrivare alla frontiera con la Russia percorrendo la così detta strada militare. Lungo il tragitto facciamo una sosta a Ananuri, due belle chiese racchiuse dentro delle mura ancora in ottimo stato. Si approfitta ad acquistare un pensiero per la mamma, una bambolina in ceramica.
Ananuri
Ananuri
Si riprende il viaggio e poco dopo ci si chiede se avessimo sbagliato strada in quanto ne stavamo percorrendo una ottimamente asfaltata e senza buche. Dopo un po', e precisamente dopo aver passato un passo, la strada diventa bianca, con voragini e sassi. Dell'antica strada militare rimangono solamente alcune gallerie non più utilizzate. Vista la curiosità pensiamo bene di percorrerne almeno una ed una volta entrati ci siamo trovati davanti una mandria di mucche . A forza di suonare il clacson siamo riusciti ad uscirne (ma possibile che Ezio deve sempre ficcarsi dappertutto?). La valle continuava a stringersi ed a un certo punto si vede in lontananza la tanto agognata frontiera russa. Sino ad ora abbiamo percorso 5310 km.
Frontiera russa
Foto di rito e dietro front, prossima meta Kazbegi con visita alla trecentesca chiesa di Tsminda Sameba.
Giunti in paese si nota la chiesa dominare da una collina distante circa 5 km. che si possono percorrere solamente con un fuoristrada viste le pessime condizioni della strada.
La chiesa di Tsminda
la moglie tenta di corrompere una mucca
Visita alla chiesa, che peraltro è molto bella, si riprende la marcia verso valle con l'intento di percorrere una valle che dicono essere fantastica, ma condizioni meteo avverse ci fanno decidere di optare per un albergo a Tbilisi.
Panorama
Seguendo le indicazioni della lonely Planet abbiamo visionato l'albergo Dodos ma subito scartato per l'igiene, anzi abbiamo l'intenzione di rivolgerci alla lonely perché ci spieghino come fanno a consigliare un postaccio del genere. Ci siamo quindi spostati in periferia ed abbiamo pernottato presso il Golden Palace Hotel affittando due stanze con bagno in comune al prezzo di 160 lari in totale (80 la coppia). La sera Ezio, Claudio e Katia sono andati a mangiare in un ristorante lungo il fiume, io, visto le condizioni delle mie pustole sui piedi che sono molto gonfie, decido di restare in camera, non ce la faccio neanche a camminare. N.b. lo shampoo di questa sera sarà lìultimo fino alla fine del viaggio
coordinate dell'albergo: N 41° 46.330" E 044° 46.040".
XVI giorno domenica 14.08.2011
Giornata dedicata alla visita della capitale Tbilisi. Merita forse restare due giorni per riuscire a vedere tutto con calma. Noi tra la visita e un po' di shopping abbiamo veramente corso tutto il giorno. Siamo partiti dall'albergo verso le 9.30 considerando che, abbiamo imparato a nostre spese, prima delle 10.00 di mattina è tutto chiuso. Abbiamo lasciato l'auto in prossimità della statua di Rushtaveli e incominciato a macinare chilometri a piedi. Dopo una colazione a base di kakhapuri e succo di frutta siamo andati a caccia di negozi di artigianato locale per gli ultimi regali da fare. Ne abbiamo trovati di veramente carini lungo la strada ma ci sono piaciuti di più quelli della città vecchia ed anche il mercatino delle pulci non era male. Bisognava sicuramente soffermarsi di più su alcune bancarelle ed avere tempo di contrattare. Comunque siamo riusciti a comperare una spada georgiana antica di 90 anni (per Ezio), 2 bracciali con pietra per le nipotine ed altri monili. Verso le 16.00 sudati, stanchi ed affamati ci siamo fermati in un Mac Donald (che era a pochi metri dalla macchina) dove Ezio ha preferito non mangiare, mentre io mi sono sbaffata un panino.
Tbilisi
Tbilisi
Tbilisi
Tbilisi
Tbilisi
Ancora con le bellezze di Tbilisi negli occhi siamo partiti un po' a malincuore, verso Gori (sono le 16.30). Arrivati in città abbiamo fatto un giro in centro e siamo passati dal museo dedicato al suo illustre personaggio, cioè Stalin. Nei pressi del museo (che vista l'ora era chiuso) vi era la sua carrozza personale del treno, e la sua casa natale sopra la quale hanno costruito una specie di tempio a stregua di protezione. Tutto qui è dedicato a Stalin ed a esaltare la sua figura di statista, peccato che si sono dimenticati di citare i genocidi, i gulag e le persecuzioni fatte dal personaggio in questione.
Gori la casa natia di Stalin
Gori statua di Stalin
carrozza personale di Stalin
carrozza personale di Stalin
Proseguiamo verso il confine, ma siamo sfortunati con il tempo e siamo costretti a fermarci vicino ad un monastero al riparo di alberi. Sono le 20.30, abbiamo appena il tempo di mangiare, pasta al pesto di rucola - gentilmente offerta da Claudio ed a coprire la tenda con un telo, che si scatena un temporale con i fiocchi con raffiche di vento molto forti e fulmini. Il maltempo dura metà della notte. Siamo tutti umidi e puzziamo parecchio nonostante la doccia di questa mattina. Ci auguriamo solo che domani riusciremo ad asciugarci.
coordinate: N 41° 48.257" E 043° 19.022"
XVII giorno lunedì 15.08.2011
La mattinata è soleggiata ma c'è un'umidità pazzesca, non facciamo colazione e ci avviamo diretti al confine turco.
Ci siamo fermati a Achalcicle, ultima città grossa, circa 20 km dal confine turco per fare rifornimento e acquistare sigarette.
Eccoci al confine con la Turchia, arrivati alle 10.20 al valico di Posof (altezza 1247 mt.) pochi i controlli da parte dei georgiani, altrettanto veloci i turchi, anche se più accurati.
Il confine
Qui adesso, causa fuso, sono le 9.50 e ci dirigiamo verso Ani, la vecchia capitale armena.
Superiamo un passo a quota 2540 mt., la giornata è splendida, la temperatura piacevole (16°) e lo spettacolo fantastico. E siamo nuovamente in Turchia, della vecchia città non rimane praticamente nulla e i tre edifici ancora più o meno in piedi li visiti in poco tempo, sinceramente la visita di Ani si può ridurre a poche ore. L'ingresso costa 5 lire a persona.
Ani
Ani il confine
Poi ci spostiamo verso il lago di Van ma vista la temperatura (34°) e il sole cocente decidiamo di fare una doccia. Ormai ci siamo abbonati a docce lungo il confine, questa volta è quello Armeno, e nuovamente, alla fine, ci accorgiamo che occhi indiscreti ci stavano osservando da lontano. Il tempo di fare una doccia e di vestirci e siamo già asciutti, non usiamo neanche gli asciugamani. Chissà cosa avranno detto quei poveri militari. Quando si è nei pressi dei confini, anche se apparentemente non si vede nessuno, state tranquilli che c'è chi sorveglia.
Rinvigoriti riprendiamo la strada e davanti a noi lo spettacolo del monte Ararat con i suoi 5137 metri in tutto il suo splendore, questa volta, senza nuvole.
Lungo la strada
il monte ararat
La strada che percorriamo è molto bella e disseminata di campi coltivati ad erba medica. Quello che salta agli occhi è che i contadini lavorano i campi senza l'ausilio di mezzi, tagliano il fieno con la falce e lo girano ancora con i forconi, è proprio un lavoraccio. Ad ogni villaggio, vicino ad ogni casa, oltre e degli enormi covoni di fieno ci sono dei cumuli ordinati di mattoncini di cacca di mucca seccati che servono come combustibile durante i freddi e lunghi inverni. Siamo sempre a quote relativamente alte (1500 - 2000 mt) e qui d'inverno la neve abbonda. Dopo aver superato il passo Van Igdir Yolu a quota 2660 mt. Ci fermiamo per la notte. La temperatura è scesa di parecchio, ci sono appena 18°, c'è un po' di vento ma il clima è secco e questa notte, dopo tanto, dormiremo all'asciutto. Tanto per cambiare il nostro campo è a ridosso del confine turco-iracheno, i militari ci tengono d'occhio.
coordinate del campo: N 39° 17.368" E 044° 02.286", altezza 2233 metri.
XVIII giorno martedì 16.08.2011
Ore 7.30 sono già 21°. Versiamo le due taniche di gasolio nel serbatoio e partiamo in direzione lago di Van. Nei pressi di Timar non resistiamo più e indossati i costumi ci tuffiamo nelle acque salare del lago. E' stato fantastico, la temperatura dell'acqua piacevolmente fredda ed il sole, nonostante siano le 9.00, caldo. Dopo circa un'ora di sosta decidiamo di visitare l'isolotto di Akdamar dove esiste una chiesetta armena.
La chiesetta armena sull'isolotto di Akdamar
particolare della chiesetta
Le decorazioni della chiesa e l'ennesimo bagno nelle acque azzurre del lago meritano senz'altro la spesa di 7 lire ( a testa) del traghetto e le 3 lire (a testa) dell'ingresso all'isola.
Panorama
Tornati sulla terra ferma, fatto rifornimento d'acqua, decidiamo di raggiungere Nemrut Dagi. Il percorso è un po' disagevole e molto polveroso per via dei lavori di ampliamento della strada (i lavori iniziano a Van).
Vista l'ora (sono le 19.00) decidiamo di accamparci in un campo nei pressi di Silvan, fa molto caldo e dormiamo con la tenda aperta. Meno male che non vi sono zanzare anche se le mosche ci infastidiscono non poco.
coordinate del campo: N 38° 795" E 041° 06.558", altezza 773 metri
XIX giorno mercoledì 17.08.2011
Temperatura alle 7.00 28°
Lungo la strada ci fermiamo a fare gasolio e successivamente acquistiamo acqua, pane e frutta. Prendiamo la direzione per Nemrut Dagi. Il tragitto è noioso, le strade sono ancora in rifacimento, il panorama però è piacevole anche se è tutto secco. Subito dopo Siverek abbiamo una sorpresa, la strada finisce e siamo costretti ad imbarcarsi su un battello, un po' fatiscente, per attraversare l'Eufrate. Atteso poco più di un'ora e pagato 12 lire a macchina il battello parte, il tragitto dura poco più di 10 minuti.
Sul traghetto
La strada che porta la Nemrut Dagi è bellissima, tira un forte vento e la temperatura è di 30° e siamo sopra i 2000 metri di altezza. Per accedere al parco si pagano 7 lire a persona. C'è anche la possibilità di campeggiare o la possibilità di sistemarsi in un paio di pensioni prima di accedere al parco, sarebbe l'ideale per tutti arrivare nel primo pomeriggio, sostare qualche ora e poi salire al tramonto, ma noi per mancanza di tempo non riusciamo a farlo e ci incamminiamo all'una di pomeriggio sotto il sole cocente.
Panorama
E' magnifico, dopo circa 20' di camminata si raggiunge il sito di Nemrut Dagi. Le teste e le statue sono ancora ottimamente conservate ed il panorama e stupefacente. Hanno ragione tutti coloro che dicono che chi va in Turchia non può non visitare questo sito.
Nemrut Dagi
Nemrut Dagi
Le strade sono ancora un incubo, tra lavori in corso e polvere siamo veramente provati. Strada